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Autore: jarmione    09/09/2016    2 recensioni
Bonnie Barstow è sparita, sparita nel nulla e nessuno sembra stupirsene.
Michael non si dà pace e si è ormai rassegnato alla vita monotona e solitaria.
È scontroso e diffidente ma qualcosa...o meglio...qualcuno, riaccende in lui la speranza.
Ma le cose non saranno facili, perchè c'è gente che vuole vendicarsi e Michael avrà il suo bel da fare per restare vivo e proteggere chi ama.
INTRO VARIATA IL 20/06/2016
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Capitolo corto e forse non importante ma servirà.
Siamo ormai agli sgoccioli, ho il dubbio su quanti capitoli fare ancora, uno o due...ve lo dirò con il prossimo.
Ciauuuuu




L'urlo di Michael poté udirsi per quasi un chilometro, KITT giuro di non averlo mai visto così disperato.
Se ne stava in ginocchio sulla sabbia, gli unici suoni udibili erano la risacca e i qualche singhiozzo soffocato di Michael.
Era davvero distrutto, non era mai andato oltre alla rabbia, nemmeno quando Bonnie era andata via.
Tentò di calmarsi ma non era facile, aveva rivisto la donna che amava dopo undici anni e l'aveva vista morire fra le sue braccia nel giro di pochi minuti.
Fece dei respiri profondi e lentamente si mise in piedi, osservando sempre il mare.
Era azzurro come gli occhi della sua Bonnie...come gli occhi di Amelia.
Per qualche secondo ebbe l'istinto di buttarsi a mare e lasciarsi annegare o morire di ipotermia, non riusciva a sopportare l'idea di averla perduta per sempre.
Si sentiva un debole ma poco gli importava, era un essere umano come tutti gli altri.
Cerco di scacciare quel pensiero e tornare alla realtà.
Non poteva lasciarsi andare, non in quel momento.
Aveva fatto una promessa e intendeva mantenerla.
Avrebbe portato via Amy a Garth, lo avrebbe fatto per Bonnie, per la bambina e anche per lui.
Amelia era tutto ciò che gli rimaneva di Bonnie e comportarsi da irresponsabile era a dir poco deplorevole.
Fece un altro respiro profondo e tornò verso KITT, che sorvegliava la zona con i sensori e cercava di tenersi pronto ad eventuali scatti di ira da parte di Michael.
Invece percepiva i battiti cardiaci più calmi, il respiro regolare.
Da uno sbotto alla calma in pochi istanti, KITT non credeva che un essere umano riprendesse così velocemente il controllo.
Michael guardò il suo amico, con sguardo serio, KITT aveva capito tutto già prima che lui venisse a sapere che Bonnie lo cercava.
"KITT..." La sua voce, però, era flebile e si sentiva che cercava in tutti i modi di non urlare "Mi dispiace"
Silenzio
"Non devi dispiacerti" rispose tranquillamente KITT "dispiace a me"
"Mi sono comportato da idiota e..."
"Michael" lo interruppe KITT "non dire altro, non serve"
Michael annuì e salì in macchina.
"Andiamo a prendere Amy" mise in moto e sfrecciò in direzione della fabbrica.

****
"Avanti nanerottola" Garth era in piedi e tamburellava con le dita sopra ad un tavolo da lavoro, trattenendosi dal gridare come un isterico per via del lavoro non finito"non ho tempo da perdere quanto ci vuole?"
Amy era sdraiata sotto un enorme camion con rimorchio, tremava per paura che qualcuno lo facesse partire o che le facessero qualcosa.
Maneggiava con dei fili e osservava i loro colori per poterli assemblare.
Aveva solo dieci anni ma per lei quello era un lavoro da niente, glielo aveva insegnato la sua mamma.
Faticava a vedere, a volte, per via delle lacrime che le inumidivano gli occhi.
Era stata lasciata lì, lontano dalla madre e da colui che doveva essere suo padre.
Le era stato più di una volta spiegato che tutto quello che suo padre faceva era per un motivo, ma non avendolo mai conosciuto prima di due giorni non sapeva nulla di lui e non si fidava.
Si sentiva abbandonata, usata, sola e senza nessuno.
Ma in quel momento avrebbe voluto che Michael entrasse e la portasse via da lì, avrebbe voluto stringerlo e sentirsi al sicuro.
Garth era cattivo e non voleva stare con lui.
Ma Michael non arrivò, nemmeno lo sentì in lontananza.
"Allora!?" Esclamò Garth, con meno pazienza, facendola ridestare dai suoi pensieri "mi rispondi!?"
"Ho...ho quasi finito" si asciugò le lacrime e collegò i fili al computer centrale del camion "fatto"
Venne tirata fuori, dagli stessi uomini che l'avevano portata lì, rimessa in piedi e in ordine.
Il tutto sotto lo sguardo soddisfatto di Garth, che osservava la sua creazione come se fosse un angelo caduto dal cielo.
"Non farai male a nessuno vero?"
"Mia cara bambina" sorrise Garth, accarezzando la carrozzeria "io non faccio niente a nessuno, ma lui lo farà" riferito al camion.
Amy, in quel momento, realizzò che aveva aiutato Garth a costruire un mostro, lo stesso mostro da cui sui mamma l'aveva sempre messa in guardia.
"Sei cattivo!"
Garth rise "Ti svelo un segreto" si inginocchiò alla sua altezza "quello che un tempo consideravo padre, ha scelto un uomo qualunque come suo erede invece che me e questo stesso uomo ha cercato di uccidermi molti anni fa, voglio restituirgli il favore. Lui è il vero mostro, non io"
Amy ci mise qualche secondo a capire di chi stava parlando "Michael..."
"Sveglia la marmocchia" rise e mentre rideva i due omoni presero la bambina, che tentò di dimenarsi invano, e la misero di peso sul sedile del passeggero, legandola ad esso.
"Non dimenticatevi la bocca" ricordo Garth "non voglio sentire la sua voce stridula e urlante"
Amy si ritrovò completamente immobilizzata e, poco dopo, udì il motore del camion accendersi e rombare per tutta la fabbrica.
Nessuno lo guidava o lo muoveva, faceva tutto da solo...come KITT.
"Mh mmh" non riusciva a parlare a causa dello scotch argentato che le avevano messo sulla bocca.
"Vai mio caro, vai dove ti è stato ordinato e attendi il mio segnale, io arriverò presto" accarezzò il camion, che subito dopo sfrecciò fuori dalla fabbrica, in direzione delle montagne, con Amy sopra.
Garth salì su una macchina lì vicino "Sapete cosa fare" disse ai due omoni e seguì il camion.

***

"Garth!" La voce di Michael echeggiò per tutta la fabbrica "Garth!"
Ma non ottenne risposta.
L'unica cosa da cui venne accolto, era l'odore inconfondibile di pneumatici e scarico da camion.
-camion?- 
Si osservó attorno e trovó solo una foto di un enorme camion nero distrutto e da rottamare, seguito da un altra in cui c'era lo stesso camion ma nuovo e ripulito e piu...forte.
"Goliath...Amy!" Uscì fuori e salì su KITT mettendo in moto "KITT cerca un enorme camion"
"Enorme camion?" Nel frattempo iniziò a cercare nelle zone.
"Abbiamo un vecchio nemico in giro"
KITT si fermò "Oh no..."
"Lo so KITT, ma devi farti coraggio" disse mentre KITT rilevava Goliath "dobbiamo farlo per Amy"

*****

ANNI PRIMA.

Bonnie lavorava ad un enorme circuito, formato da fili e lucine.
Usava delle pinze e maneggiava tutto con cura.
Sudava, nonostante fosse pieno inverno e tarda notte, si sentiva male ed era stanca, la malattia stava progredendo rapidamente.
Si fermò due secondi e prese le pastiglie che le erano state prescritte dall'ospedale, respiro a fondo e si sedette un attimo.
Estrasse dalla tasca dei pantaloni una fotografia, in cui venivano ritratti lei, Devon e Michael.
Sospiró e accarezzò la foto dove stava Michael.
"Mamma...." Amelia, a soli sei anni, si era svegliata "ho fatto un brutto sogno"
"Vieni qui" la prese in braccio e la strinse "me lo vuoi raccontare?"
"C'era un enorme camion che mi inseguiva"
Bonnie rabbrividì e la strinse più forte "O ma che cattivo questo camion, adesso ci pensa la mama e lo sconfiggiamo con una bella tazza di latte caldo e cacao, va bene?"
Amy si illuminò "Si!"
Bonnie si alzò e andò in cucina a preparare due belle tazze.
Amy, nel frattempo, osservò il circuito, trovandolo interessante e curioso.
"Mamma che cosa è?"
"Niente" disse sperando che non toccasse "è il lavoro di mamma"
"Mi insegni?"
"No tesoro meglio di no" porto le due tazze e le mise sul tavolo
"Per favore" la implorò Amy.
Bonnie vide nel suo sguardo gli stessi occhi di Michael quando la implorava e la convinceva.
Se aveva portato via questa caratteristica dal padre stava fresca.
Ma a Michael non era mai riuscita a dire di no e a sua figlia...neanche.
Non voleva insegnarle ad assemblare pezzi che erano destinati ad un mostro che lei non poteva rivelare a nessuno, ma se la bambina veniva affidata alla fondazione magari avrebbe potuto farsi strada senza avere paura.
"E va bene, ma dopo il latte"
"Si" e in men che non si dica, Amy aveva già finito la sua tazza.
  
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