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Autore: Henya    10/09/2016    3 recensioni
Salve a tutti :) questo è il proseguimento della mia prima fanfiction "Never Lose Hope".
Anya , dopo essere partita con Rai per la Cina, ritorna a Tokyo dopo avere ricevuto alcune notizie dalla sua amica Hilary. Da qui ha inizio una lunga e ingarbugliata serie di eventi che, per chi già mi conosce, non saranno certo rose e fiori ^_^""
Spero possa piacervi :) Buona Lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la pregh…”.
E che cacchio!
Chiudo la chiamata, cercando di soffocare in gola ogni imprecazione e non spaventare la piccola, che mi osserva con occhi speranzosi.
“ Mi dispiace, ma la tua mammina non risponde” spiego con tono arrendevole.
“ Uffaaaa! Ma io voglio parlare con la mamma!” lamenta quasi in lacrime.
E lo so, anche io. Vorrei dirle che cazzo sta facendo da non poter rispondere a quest’ora della sera. Da quando il cinese è partito, sembra che Anya abbia dimenticato di avere una figlia ed abbia deciso di scaricarla al sottoscritto. Non telefona spesso come faceva prima e per vedere sua figlia aspetta che sia lei a chiederlo tra le lacrime. Non capisco cosa stia succedendo. 
“ Ma io voglio la mammaaa!” 
Hope è di nuovo in lacrime, porca miseria. 
“ Non piangere, per favore!” la supplico esausto, prendendola in braccio per metterla a letto. 
“ Ma voglio la mammaaa!” dice con voce strozzata dal pianto.
Non ne posso più di questa cantilena, ogni sera è la stessa storia: mi ritrovo seduto sul suo letto a cercare di calmarla e convincerla a non piangere in qualche modo per poi aspettare che si addormenti. 
Eva continua a dirmi che sto diventando il babysitter di Anya, e sto cominciando a pensarlo anche io. Ormai questa situazione le fa comodo, non c’è dubbio.
Cosa devo fare per farti smettere di piangere?! Mi scoppia la testa!
“Vuoi che ti legga una storia?” le propongo dopo essere stato colpito improvvisamente da quest’idea, l’ultima  ancora di salvezza per questa sera.
E devo dire che ha funzionato: ha smesso istantaneamente di piangere ed ha annuito, perfetto!
Prendo il suo, oramai famoso, libro delle fiabe ed apro una pagina a caso, trovandomi davanti agli occhi “La storia di Peter pan e Wendy”.
Ok, vada per questa. Sembra anche molto breve.
Schiarisco la voce, catturando tutta la sua attenzione.

 






C’era un tempo, in cui ero sola.
Nessun luogo dove andare e
Nessun posto da chiamare casa.
Il mio unico amico era l’uomo della luna,
e anche lui qualche volta 
se ne andava via.
Poi una notte, appena chiusi gli occhi,
Vidi un’ombra volare in alto.
Venne da me col suo sorriso più dolce,
e mi disse che voleva parlare per un po’.
“ Peter pan, ecco come mi chiamano.
Ti prometto che non sarai mai
Più sola “ mi disse.
E allora da quel giorno…
Sono una ragazza persa nell’isola che non c’è,
solitamente esco con Peter Pan.
E quando siamo annoiati, giochiamo nei boschi, sempre in fuga da capitan Uncino.
“ Scappa, scappa, ragazza persa” mi dicono.
“Via da tutta la realtà”.
L’isola che non c’è è la casa per tutti i ragazzi persi come me.
E i ragazzi persi come me sono liberi. 
Mi ha cosparso di polvere di fata e mi ha
Detto di credere.
Di credere in lui e in me.
“Insieme voleremo via in una nuvola verde,
verso l’Isola che non c’è”.
Non appena ci levammo in volo, sulla citta che non mi ha mai amata,
capii finalmente che avevo una famiglia. 
Abbastanza presto raggiungemmo l’isola che non c’è.
E i miei piedi toccarono pacificamente la sua sabbia.
 E da quel giorno…
Sono una ragazza persa nell’isola che non c’è,
solitamente esco con Peter Pan.
E quando siamo annoiati, giochiamo nei boschi, sempre in fuga da capitan Uncino.
“ Scappa, scappa, ragazza persa” mi dicono.
“Via da tutta la realtà”.
L’isola che non c’è è la casa per tutti i ragazzi persi come me.
E i ragazzi persi come me sono liberi. 
Mi ha cosparso di polvere di fata e mi ha
Detto di credere.
Di credere in lui e in me.








*** 









Se ti ho fatto uscire, stasera, è per farti ricordare che hai ventidue anni.
Anche se fai la mamma, puoi divertirti ugualmente e te lo dimostrerò!.
Le parole di Boris risuonano ancora nella mia mente. 
Dopo quella sera mi sono sentita strana, come se mi fossi resa conto che qualcosa, in questi ultimi anni, mi sia mancato. Qualcosa che non provavo da tempo, qualcosa che mi ricordasse che sono ancora una ragazzina,  in fondo. Mi sono ritrovata madre troppo presto, e come ogni madre ho sempre pensato al bene di mia figlia, e questo ha riempito i miei giorni di mille impegni e preoccupazioni, non concedendo neppure il minimo spazio alla mia persona. Quando sono rimasta incinta, ho visto il mio mondo andare a pezzi, non solo per il fatto che avrei perso Rai, essendo rimasta incinta di un altro, ma anche e soprattutto perché  era andato letteralmente in frantumi il muro di cassetti pieni di sogni e progetti che ogni ragazza si costruisce a quell'età. Insomma, la mia mente ha dovuto immediatamente farsi ragione del fatto che da quel momento niente, proprio niente sarebbe stato come prima. Tutto sarebbe cambiato, la mia vita sarebbe cambiata, il mio futuro stava cambiando. Una grande responsabilità stava crescendo dentro di me e Responsabilita sarebbe stata la parola del giorno, ogni giorno, per tutti i giorni di li ad avvenire.
Responsabilità.
Responsabilità. 
Responsabilità. 
Ed ancora responsabilità.
Da quel momento ho provato a ricostruire un nuovo progetto della mia vita, molto diverso da quello di prima, ma è di nuovo andato in mille pezzi, crollandomi addosso. Questa volta non si può riparare, ma soltanto raccoglierne i cocci e metterli di lato, o addirittura gettarli. Tutto sta di nuovo cambiando: Rai se n’è andato, nulla sarà più come prima. Non so se stavolta avrò il coraggio e la forza di costruire qualcosa, né soprattutto la voglia…












********** 











Ore 21.45 circa, appartamento Huznestov.







Ho appena fatto una doccia calda rigenerante, ho messo un asciugamano intorno alla vita e adesso mi accingo a fare la barba. La faccio maniacalmente ogni giorno, non sopporto il mio viso ricoperto di peli, mi danno un effetto malandato e nascondono i miei lineamenti da -ragazzino innocente- . Con questo bel visino ho sedotto persino donne mature, e alle donne mature i ragazzini piacciono.
Ho già rasato metà viso, con estrema attenzione, come sempre, ma ad un tratto un rumore mi distrae: quello del mio cellulare.
“ Cazzo!” esclamo controllando allo specchio il graffio sul collo, sul famoso pomo d’Adamo, come sempre, puttana di ev…
“ pronto?” rispondo alla chiamata con tono alterato, tamponando la ferita con l’asciugamano e badando bene a non poggiare il telefono sulla guancia imbrattata di schiuma da barba.
Ciao, Boris! Ti disturbo?”.
“ Ehm… no, dimmi Anya!” mi limito a dire, anche perché sorpreso di questa sua chiamata.
Ecco… volevo sapere se…”. Questo suo indugiare mi blocca a tal punto che mi sono dimenticato del graffio sul collo. “ se per caso fosse ancora valido quell’invito!” .
Invito? Intende il famoso giro dei locali, miseramente fallito la volta scorsa?
“ Sì, certo…” rispondo, inarcando un sopracciglio.
Vuole davvero riprovarci?
“ Allora, a che ora passi?” chiede con uno strano timbro nel tono di voce.
I miei occhi puntano istintivamente sulla sveglia che tengo sulla mensola del bagno. “ Fatti trovare pronta tra mezz’ora!”.
Ok!”.
La chiamata termina ed io sono talmente sorpreso da non riuscire a staccare gli occhi dal display. Non appena questo si spegne, alzo gli occhi per puntarli allo specchio ed istintivamente un sorriso beffardo si dipinge sul mio volto. 
“ Benvenuta nella strada della perdizione, Anya!” mormoro tra me e me, scuotendo la testa divertito.




















Salve miei cari lettori. Vi starete chiedendo perché questo breve aggiornamento! Ebbene sì! Ho voluto farlo di proposito, come preludio di ciò che accadrà d’ora in poi. 
Non so se ci avete fatto caso ma la scelta della storia di Peter pan non è puramente casuale. In questi giorni ho scoperto una canzone e dei video che mi hanno ispirata molto. Si tratta di “ Lost boy” di Ruth b, e la storia raccontata da Kei non è altro che il testo tradotto della canzone, che vi invito ad ascoltare. 
Qui vi lascio il link del video di Peter pan e Wendy ( https://youtu.be/EW5TWj8JqZ0    )    che mi ha ispirato questo capitolo. Vi invito a vederlo, ed interpretarlo come sigla finale di questo capitolo. 
Il nostro Boris sarebbe l’eterno Peter pan che vuole condurre la sua Wendy ( qui Anya) lontano dalla realtà, nell’isola che non c’è ( usando le sue parole “ la strada della perdizione” ) xD

Spero che l’idea vi sia piaciuta, fatemi sapere.
Grazie a tutti, un bacione

Henya







   
 
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