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Autore: Rohhh    10/09/2016    2 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 21

 

 

Capita spesso di addormentarsi con un umore o uno stato d'animo ben precisi e di svegliarsi l'indomani con i pensieri totalmente capovolti, opposti o diversi, come se, durante il sonno, lo stato di stand- by in cui piomba il cervello sia capace di scombinarne e rimescolarne le idee, fino a far sembrare assurdi propositi, idee o sensazioni che solo la notte prima sembravano perfetti e plausibili.

Matt aprì gli occhi la mattina dopo la sua riconciliazione con Ashley trovandosi nella stessa posizione in cui di solito dormiva, a pancia in giù e con le braccia attorno al cuscino, solo che stava abbracciando un cuscino che non era il suo.

Non gli fu necessario guardarsi intorno per capire dove si trovasse perchè ricordò istantaneamente gli eventi della notte prima. E dopotutto come avrebbe potuto mai essere il contrario, dimenticare era impossibile.

Girò la testa dall'altra parte e dei capelli rossi sparsi su quello stesso cuscino gli solleticarono il naso. La vide, bellissima e serenamente addormentata accanto a lui, racchiusa in posizione fetale sotto le lenzuola, che evidentemente avevano finito per tirarsi sù per via dell'aria più fresca che cominciava a fare la notte, un braccio era morbidamente adagiato sulla sua schiena e gli impediva di muoversi liberamente senza rischiare di svegliarla.

Erano entrambi nudi e a Matt parve per un attimo di rivivere le forti emozioni provate quella notte. Avevano fatto l'amore, era stata una realtà, avevano superato quel limite stupendo ma pericolosissimo.

Era stato tutto perfetto e naturale e aveva assunto un significato ancora più intenso, dato che aveva suggellato la loro riappacificazione dopo quei giorni terribili di indifferenza.

Lo sguardo di Matt però si incupì, mentre continuava a guardarla.

Farlo con lei era stata un'esperienza meravigliosa e sconvolgente, perchè lo aveva desiderato con tutto sè stesso, senza possibilità nè intenzione di frenarsi, come un bisogno disperato di fare l'unica cosa che sembrasse giusta, l'unica che contava. Era stata la prima volta per lui che non si trattava solo di sesso e la sua intera anima si era sentita scossa da vibrazioni nuove, calde e che gli avevano procurato una felicità irrazionale, che sul momento era apparsa come eterna.

Peccato che al risveglio non fosse stato esattamente così.

Non erano mutati i suoi sentimenti nei confronti della ragazza che gli dormiva accanto, anzi, al contrario erano diventati più forti che mai, ma una punta di amarezza si era annidata in lui durante il sonno, guastando l'esaltazione e la gioia che lo avevano pervaso.

Le accarezzò lievemente una guancia con la punta delle dita, Ashley arricciò un po' il naso come riflesso a quel tocco, ma non si svegliò.

Se fino a quel momento aveva raggiunto la consapevolezza che sarebbe stato difficile staccarsi da lei, adesso, dopo quello che c'era stato, realizzò dolorosamente che lo sarebbe stato ancora di più e quella prospettiva gli fece maledire sè stesso, perchè non era stato in grado di controllarsi e si era lasciato andare, come faceva di solito per colpa di quell'impulsività che, nel bene o nel male, lo caratterizzava.

'Potrai mai perdonarmi?' pensò desolato mentre la guardava.

Deglutì nervosamente e sospirò, poi prestò attenzione alla luce che filtrava dalla finestra: fuori doveva essere già sorto il sole, ma non era alto perchè la luminosità era ancora moderata e la temperatura non troppo calda, a occhio e croce stimò che dovessero essere le 6 o giù di lì.

Guardò l'orologio, che confermò le sue previsioni, erano passate le 6 da dieci minuti.

Pensò che avrebbe fatto meglio ad alzarsi e a sparire da quella stanza prima che Gregory e sua madre si fossero svegliati, erano dei tipi mattinieri e, anche se non era mai capitato che curiosassero nelle loro camere ad orari improbabili e le volte che dovevano comunicare qualcosa avevano l'accortezza di bussare, era meglio non sfidare la fortuna per non doversi nascondere mezzo nudo in terrazza, nella peggiore delle ipotesi.

Probabilmente gli era rimasta meno di un'ora per sgattaiolare via ed evitare spiacevoli conseguenze.

Cominciò a muoversi lentamente e spostò con delicatezza il braccio di Ashley che lo bloccava, facendo attenzione a non svegliarla. La ragazza fece dei piccoli movimenti ma rimase addormentata.

Le tirò il lenzuolo fin sopra le spalle, poi si mise a sedere e si passò le mani sul volto per darsi una svegliata, recuperò i vestiti che giacevano sparpagliati sul pavimento e cominciò a rivestirsi.

Gli mancava solo di indossare la maglietta quando udì il fruscio della coperta e percepì dei movimenti dietro di lui.

Si voltò e la vide aprire gli occhi e sbatterli più volte per abituarsi alla luce, con fare piuttosto confuso. Si sollevò, il lenzuolo le lasciò scoperte le spalle ma Ashley lo bloccò subito sul suo petto per impedire che continuasse a scendere, poi lo fissò e sorrise.

Aveva ricordato anche lei.

«Ehi, ti sei svegliata» mormorò Matt, già colpito al cuore da quel sorriso.

«È tardi?» chiese Ashley, aggrottando leggermente le sopracciglia e notando che lui si era già quasi del tutto rivestito.

«No, sono quasi le sei e mezzo – la informò senza smettere di guardarla, come ipnotizzato – ma sarà meglio che esca al più presto da qui, se malauguratamente ci trovano insieme siamo morti, soprattutto io, tuo padre mi uccide sicuro» disse, riportando l'attenzione alla sua maglietta, e armeggiando per svoltarla dal lato giusto e potersela infilare.

Venne interrotto dal contatto improvviso del corpo di Ashley contro la sua schiena, si era sporta verso di lui, fregandosene del lenzuolo, che era miseramente scivolato giù, e lo stava abbracciando, posando le mani sul suo addome. Matt abbassò la testa, sconfitto. Voleva mantenersi lucido e razionale, ma lei si metteva davvero d'impegno per renderglielo un'impresa.

Ashley soffocò una risata sulla sua schiena, le sue labbra morbide gli provocarono un brivido di piacere.

«Dai non esagerare, mio padre non è così terribile!» scherzò, meravigliandosi di come stesse affrontando con leggerezza una situazione che in passato l'avrebbe messa subito in allarme. Lei con una ragazzo, a letto, nella sua stanza, dopo aver passato la notte insieme e suo padre giusto qualche camera più avanti. In un altro momento sarebbe andata in iperventilazione e avrebbe reagito come un'isterica ma adesso non gliene importava, avrebbe volentieri allungato quel momento a costo di rischiare una lavata di capo epocale.

Matt piegò di poco il collo indietro giusto quanto bastò per intravedere con la coda dell'occhio il lato destro del corpo di Ashley unito al suo.

«Ah non lo è? - le domandò con tono provocatorio – vogliamo fare una prova?» propose, ironico.

«Meglio di no, mi sa che non hai tutti i torti» ammise Ashley, rafforzando la stretta al torace di Matt. Incapace di resistere portò le mani su quelle della ragazza e intrecciò le dita con le sue. Respirò profondamente, era giovane e quei pensieri suonavano un po' prematuri e fuori luogo forse, ma non potè fare a meno di desiderare che ogni mattina della sua vita potesse cominciare con un abbraccio come quello.

Quanto sarebbe stato tutto più semplice se quella tra loro l'avesse potuta considerare solo una scopata come le altre, non avrebbe avuto problemi ad andarsene, nè conflitti interiori, nè timori, invece di rimanersene lì a struggersi, diviso tra la consapevolezza di dover mettere un freno a quella relazione e la voglia che durasse per sempre.

Sarebbe bastato anche riuscire a fare finta che fosse stata una cosa di una notte e basta, ma non era in grado di fare nemmeno quello. Non lo meritava lei e, in fin dei conti, non lo meritava neanche lui.

Come se ciò non fosse già abbastanza sufficiente, Ashley che si ostinava a rimanere incollata a lui complicava di non poco le cose. Armandosi di una smisurata forza di volontà, con un gesto risoluto ma gentile, si liberò della sua stretta e indossò la t-shirt, conservando un briciolo di razionalità e spezzando quel contatto prima di cedere e perdersi nuovamente con lei.

Si alzò in piedi senza voltarsi, mentre Ashley restò seduta a letto tra le lenzuola, studiando i suoi movimenti per provare a intuire il suo stato d'animo.

«Allora io vado, ci vediamo dopo» si affrettò a dire, guardandola di sfuggita per non apparire coinvolto. Ashley annuì, poi proseguì a osservarlo aprire la porta senza farle emettere il minimo rumore, controllare furtivamente il corridoio e richiuderla con altrettanta cura.

Lo sguardo di Ashley si era fatto serio. Si soffermò con gli occhi per qualche secondo sulla porta ormai chiusa, prima di gettarsi all'indietro e ricadere sul cuscino.

Matt non le aveva nemmeno dato un bacio o una carezza prima di scappare via. Aveva avuto quasi l'impressione che fosse teso e che si sforzasse di mantenere un certo distacco.

Perchè?

Si era già pentito di quello che avevano fatto? Che cosa aveva significato per lui?

Una serie di domande che pretendevano risposte le affollò la mente. Eppure, quella sera, quando le aveva chiesto perdono le era sembrato sconvolto e i suoi occhi erano stati lucidi. Non poteva essersi sbagliata, le aveva persino detto di essere importante per lui. La sua mente non poteva farle scherzi, non adesso che era così vulnerabile e fragile.

Ma l'amore non doveva rendere forti, capaci di superare ostacoli e prove titaniche?

Lei, invece, si sentiva a pezzi, debole e indifesa. Si girò su un fianco, accarezzando con malinconia il lato del letto disfatto su cui fino a poco prima aveva dormito Matt. Quel momento era arrivato ed era già volato via, gli attimi spensierati duravano sempre troppo poco e lasciavano spazio a tante incertezze e a tanti interrogativi. Ashley chiuse gli occhi e scacciò via quei pensieri opprimenti, consapevole però che non avrebbe potuto continuare all'infinito ad ignorarli, che presto sarebbe arrivato il tempo di affrontarli e dare un finale a tutta quella storia.

 

Monica finì di riordinare il suo letto matrimoniale, sistemando gli innumerevoli cuscini decorativi che lo adornavano, poi ammirò il risultato ritenendosi soddisfatta e spalancò le ante della finestra per permettere ai raggi del sole di illuminare la stanza, facendo luccicare gli intarsi dorati dei mobili.

Si avvolse nella sua vestaglia di seta e davanti allo specchio prese a pettinarsi i soffici capelli castano scuro. Appariva radiosa in volto e il bel sorriso che sfoggiava contribuiva a rafforzare quell'immagine e rifletteva alla perfezione il suo animo.

D'altronde non poteva essere diversamente, il giorno prima era successo qualcosa che aveva del miracoloso. Suo figlio, il suo unico figlio era rientrato a far parte della sua esistenza quando ormai aveva perso ogni speranza e quella sua corazza rigida e impenetrabile si era ammorbidita. Non le interessava se avrebbe dovuto impiegare mesi e forse anni per poter ristabilire un rapporto vero e normale come madre, già quel piccolo passo era la sua grande conquista.

Gregory rientrò in camera dal bagno, già impeccabilmente vestito e pronto per il suo primo giorno di lavoro dopo le ferie. Monica gli si avvicinò sorridendo e gli buttò le braccia al collo, stringendolo, poi lo baciò. In realtà con lui era sempre stata affettuosa e aperta, ma quella luce nuova negli occhi le donava ancora più fascino e a lui non dispiaceva per niente. Ricambiò il bacio, poi la ammirò un'ultima volta prima di organizzare la sua borsa per il lavoro.

«Ti trovo di ottimo umore stamattina, tesoro!» disse, rovistando tra spartiti e brani musicali. La sera prima aveva ascoltato entusiasta il racconto della compagna sulla conversazione avuta con Matt e ne era stato felicissimo. Sembrava che piano piano qualche forza misteriosa stesse mettendo a posto i problemi e le piccole incomprensioni che avevano turbato la sua famiglia e non riuscì a immaginare niente che potesse rovinare quella serenità guadagnata.

«Già, è proprio una bella giornata, tranne per il fatto che riprendi a lavorare oggi, era così bello averti tutto il giorno a casa!» si lamentò appena.

«Sù, tra una settimana ricomincerai anche tu e vedrai che col lavoro sentirai meno la mia assenza» la consolò Gregory, carezzandole il viso.

«Sì, è vero – annuì Monica – adesso scendo, tu finisci di prepararti, ti faccio trovare la colazione sotto!» sorrise e si diresse in cucina.

Con sua grande sorpresa vi trovò già Matt, appollaiato su uno sgabello, curvo davanti a una tazza di caffè.

Il ragazzo si voltò sentendo i passi. «Buongiorno mamma!» la salutò, con un lieve sorriso. Anche quel semplice 'mamma' detto da lui risuonò come musica alle orecchie di Monica.

«Buongiorno Matt – ricambiò, si avvicinò al figlio, era strano che fosse già sveglio alle 7:30 del mattino, normalmente era necessario si facessero almeno le 10 perchè si tirasse giù dal letto – mattinieri oggi?» gli domandò.

Matt scrollò le spalle «Già, non avevo granchè sonno». Non poteva certo dirle di aver dovuto effettuare una fuga alle 6 del mattino dalla stanza di Ashley per non farsi scoprire ad aver passato la notte con lei. Una volta tornato nella sua stanza, poi, non era riuscito a riprendere sonno, un po' perchè era svanito, un po' per i pensieri.

Monica la notò la sua espressione vagamente contratta ma non volle domandare per evitare di risultare indiscreta già da subito. Lo capì, però, che si doveva trattare di problemi di cuore, aveva amato anche lei da giovane, e tanto, i sintomi li riconosceva. Le venne spontaneo un gesto d'affetto, posò la mano sulla sua testa e la passò fra i suoi capelli chiari e morbidi, come per consolarlo, per fargli sentire la sua vicinanza. Per quanto un figlio possa diventare grande, per una madre rimarrà sempre un bambino, in fondo.

Matt alzò lo sguardo e Monica ebbe timore di aver esagerato. Ritirò la mano e si apprestò a preparare la colazione.

«É stata bella – udì poi la voce di Matt – la tua carezza, l'avevo dimenticata» confessò lui, guardandola negli occhi. Monica sorrise, poi tornò ai fornelli.

Sul cellulare di Matt arrivò un messaggio. Era Mandy, gli chiedeva se era libero per potergli parlare.

Matt si domandò che volesse, le rispose che potevano incontrarsi anche quella mattina stessa e si preparò per uscire. Passò davanti alla porta di Ashley che ancora era chiusa, doveva essersi riaddormentata.

 

Mandy lo accolse con un sorriso smagliante.

«Oh, finalmente uno dei ragazzi più belli della città mi concede un appuntamento da soli, farò morire di invidia un bel po' di ragazze!» lo prese in giro, facendogli l'occhiolino.

Matt conosceva Mandy fin da quando era bambina e lei era l'unica che potesse prendersi il lusso di scherzare così con lui senza sembrare maliziosa o ambigua, perchè fra loro c'era sempre stata solo una grande e sincera amicizia e si erano sostenuti a vicenda nei momenti tristi o difficili o semplicemente quando qualcosa andava storto. Le sorrise, poi si accomodò sulla panchina accanto a lei e si preparò per ascoltare quello che aveva da dirgli.

Mandy immaginava che quel discorso non gli avrebbe fatto tanto piacere, ma aveva una promessa da mantenere.

«Allora – incalzò Matt – di cosa dovevi parlarmi?» chiese, aspirando il fumo dalla sigaretta.

Mandy si tormentò le mani «Beh, prima devi promettermi che appena pronuncerò questo nome non farai come al tuo solito e non ti rifiuterai di farmi finire, prima di sbottare» si premunì di precisare.

«Mandy, si può sapere che c'è, mi fai preoccupare» le fece fretta Matt, che odiava stare sulle spine.

«Beh, ecco, si tratta di Jenny, lei..- ma Matt, come aveva previsto Mandy, a quel nome sbuffò spazientito e si voltò dall'altra parte, con l'intenzione di non volere sentire ragioni – ecco lo sapevo, avevi promesso che mi avresti fatto finire!» si lamentò la moretta, incrociando le braccia al petto.

Matt roteò gli occhi sospirando, ma decise di darle una chance, sebbene l'argomento lo avesse già fatto diventare irrequieto «Ok, scusa, parla»

Mandy si ricompose e continuò «Dicevo, la sera della festa, ho capito che era successo qualcosa perchè ti ho visto scappare via, così sono salita e ho trovato Jenny in lacrime e accartocciata su sè stessa. So che ultimamente si era comportata da stronza, ma vederla in quello stato, così distrutta e senza più rispetto per sè stessa, mi ha fatto davvero una gran pena» disse Mandy, cercando con gli occhi qualche reazione in Matt, ma lui non aveva mutato espressione e sembrava totalmente indifferente alla cosa.

«Almeno ti ha detto che cazzo ha combinato quella sera?» sbottò furente, solo a ricordare quella serata aveva il voltastomaco, non solo aveva fatto in modo con un tranello di far rimanere Ashley a casa e l'aveva sminuita e presa in giro, ma ci aveva provato spudoratamente con lui quando era già da un anno che Matt era stato chiaro con lei riguardo alla loro situazione.

Mandy abbassò la testa «Si, mi ha detto tutto, e sia ben chiaro Matt – si affrettò a precisare la ragazza – non la sto giustificando e la condanno per come si è comportata, cosa che ho detto anche a lei, tuttavia, è mia amica e non posso abbandonarla, la conosco e so che l'amore malato nei tuoi confronti le ha completamente fottuto il cervello ma adesso è davvero messa male e ha bisogno di riprendere la propria vita in mano, io non posso lasciare che si distrugga, sono preoccupata, le voglio bene»

Matt la guardò perplesso «E non capisco io cosa debba farci, mi stai per caso chiedendo di innamorarmi di lei?» le domandò scocciato, spegnendo la sigaretta e gettandola a terra con un gesto stizzito.

«Ma no, che diavolo ti viene in mente – lo additò sconcertata per quella idea malsana – solo che lei mi ha confessato che vorrebbe scusarsi con te e anche con Ashley, sa di aver fatto dei casini e per quanto stia soffrendo per la delusione d'amore, è sinceramente dispiaciuta. Non ti chiedo di farlo subito Matt, però promettimi che ci penserai sù, te ne prego, per lei è importante!» lo supplicò, posando una mano sulla sua spalla.

Matt sospirò, scuotendo la testa, Mandy tentò ancora e riprese a parlare «Quello che ha fatto è orribile, ma penso che tu possa capire quanto l'amore può far stare male e perdere la ragione, ti chiedo solo questo!» chiuse il discorso Mandy.

Matt rimase per qualche minuto in silenzio, mentre Mandy accanto a lui aspettava pazientemente il suo verdetto. Lo comprendeva, non era facile perdonare un simile comportamento, ma aveva promesso a Jenny che avrebbe parlato con lui visto che erano molto amici e c'era buone possibilità che a lei avrebbe dato ascolto e non poteva esimersi.

Matt tossì per richiamare l'attenzione di Mandy, che all'istante si voltò nella sua direzione.

«É che, io non lo so, non è un bel momento per me adesso e ho la mente così piena che non riesco a metterci dentro altri problemi» affermò, poggiando i gomiti sulle ginocchia e sorreggendosi la testa con le mani.

«Perchè, c'è qualcosa che non va con Ashley?» chiese allarmata, sporgendosi verso di lui.

«Tra due settimane parte, ecco cosa c'è, se ne va e non posso farci niente» ammise rassegnato, Mandy giurò che fosse la prima volta che lo vedeva così poco combattivo, così sconfitto.

«Oh, mi dispiace – il suo sguardo si oscurò, era sinceramente affranta per l'amico - ma, non potete provarci comunque, rimanere in contatto, insomma, ci sarà un qualche modo, no?» provò a proporgli, non le andava di vedere il bicchiere mezzo vuoto, una soluzione ci doveva pur essere.

«No Mandy, Ashley e io frequentiamo due università diverse e lei soprattutto è brava, è promettente e ha una carriera davanti, non si può permettere distrazioni, come faremmo poi per vederci, dovrebbe necessariamente trascurare i suoi impegni, abbiamo una situazione familiare che è un enorme, colossale casino, cosa dovrebbe raccontare a sua madre, che sta col figlio della nuova compagna del suo ex? Pensi che la prenderebbe bene? Si è decisa finalmente a rinforzare il rapporto con lei e non posso crearle altri problemi.» fu costretto ad ammettere, mentre dentro gli si riformava quel peso al petto che lo soffocava.

«Matt...» mormorò Mandy al suo fianco, trovò così ingiusto dover rinunciare ai propri sentimenti per tutte quelle condizioni avverse.

«Credimi, sai quante volte mi dico ' ok Matt prendila e dille che la ami e che vuoi stare con lei, che vuoi provarci, che potete provarci e che non puoi lasciarla andare così', ma poi mi ricordo chi sono, come sono fatto, che carattere ho e sono certo che finirei per rovinare tutto, che la distanza ci allontanerebbe sempre più o ci porterebbe a distrarci da altri obiettivi importanti, soprattutto lei deve andare avanti senza di me, è giusto così. E alla fine rinuncio a dirglielo, perchè non voglio illuderla, sarebbe più crudele, è molto meglio per lei che ci separiamo subito.» si alzò di scatto, dopo aver tirato fuori tutte le negatività contro cui giornalmente era costretto a combattere senza via d'uscita.

Mandy lo abbracciò affettuosamente, non voleva credere che, per una volta che Matt avesse trovato una persona che era riuscita a intrufolarsi nel suo cuore, a farlo ragionare, a mitigare il suo carattere diretto, dovesse rinunciarvi in questo modo.

«Comunque penserò a quello che mi hai detto per Jenny» le promise, accennando un sorriso.

«Ti ringrazio Matt, davvero»

Faceva il duro, ma Mandy sapeva che nascondeva un cuore che era capace di dare tutto sè stesso per chi amava, anche a costo di sacrificarsi. Dentro di sè continuò a sperare, con l'ottimismo che non l'abbandonava mai, che quella storia sarebbe finita bene, doveva necessariamente concludersi nel migliore dei modi.

 

A casa Ashley si era alzata più tardi. Alla fine, dopo che Matt era sgattaiolato fuori dalla sua camera, il sonno aveva avuto la meglio ed era riuscita a dormire per altre due orette. Quando era scesa per la colazione aveva trovato solo Monica, suo padre era già a lavoro mentre di Matt non c'era nessuna traccia.

Era rimasta a parlare con lei, ascoltandola gioire finalmente per i passi in avanti con Matt. Monica l'aveva ringraziata più volte, sapeva che era merito anche suo se Matt aveva accettato di perdonarla dopo tutti questi anni e non avrebbe mai smesso di esserle grata.

Ashley si era poi fatta una doccia, vestita e recata dalle sue cugine per pranzare insieme ai suoi zii. A loro non aveva voluto raccontare niente per ora delle novità nel suo rapporto con Matt. Voleva tenere quell'evento così intimo e personale ancora un po' solo per lei e non le era andato di condividerlo con qualcuno.

Quando era rientrata a casa aveva dovuto correre lungo il vialetto, perchè il cielo si era annuvolato all'improvviso e dei goccioloni avevano cominciato a cadere dal cielo, nel più classico dei temporali di fine estate.

Quei temporali che da bambina le mettevano un'enorme tristezza addosso, perchè preannunciavano la fine dell'estate e il rientro imminente a scuola e lei odiava la scuola, non tanto per lo studio, quello le era sempre riuscito bene, ma per i compagni e i loro stupidi commenti. Le piaceva stare a casa, protetta, sicura, nessuno poteva farle del male lì, e quando pioveva se ne stava accovacciata per terra col naso appiccicato al vetro della finestra a guardare cadere giù l'acqua e col viso imbronciato a mandare rimproveri silenziosi al cielo, che non si dimenticava mai di sostituire l'estate con l'autunno, mentre Phoebe le ronzava intorno saltellando, cercando di staccarla da lì e prendendola in giro perchè ogni anno non imparava mai che dopo l'estate veniva sempre l'autunno e poi l'inverno e così via e che non poteva fermare le stagioni, passavano e basta.

Già, passavano.

Anche adesso, che non era più bambina, riprovò quella stessa sensazione di impotenza e frustrazione nel non poter fermare il corso del tempo e rendere quell'estate eterna.

Aprì rapidamente la porta e corse dentro. Aveva i capelli qua e là bagnati e anche il vestito blu a maniche corte che aveva indosso, era punteggiato di macchioline più scure per la pioggia.

Matt era sul divano e non appena sentì quei rumori si alzò e andò a vedere chi fosse.

La vide sbraitare tra sè e sè, seccata per essersi bagnata le scarpe e intenta a passarsi le mani tra i capelli per riordinarli.

Ripensò alla mattina, a quanto era stato freddo con lei e a quanto adesso le sembrasse stupenda, mentre imprecava contro la pioggia, ignara che la stesse guardando. Quel tira e molla di sentimenti tornò prepotente a farsi vivo in lui e stavolta non potè trattenersi dal volerla stringere, era irresistibile quella voglia e non la contenne più.

Le andò incontro, Ashley si accorse di lui e arrossì.

«Cavolo, si è messo a piovere all'improvviso, ci mancava poco che mi inzuppassi tutta, maledetta pioggia» si giustificò, pensando di esserle sembrata un po' idiota, lì ferma a parlare da sola.

Matt la prese per la vita e la strinse a sè con fare possessivo, senza darle il tempo di realizzarlo. Ashley si trovò a due centimetri dal suo viso, con le mani poggiate sul suo petto. Si irrigidì, temendo che qualcuno potesse vederli.

«Tranquilla, tuo padre è ancora a lavoro e mia madre è chiusa nel suo studio, la sentiremmo se scendesse» le sussurrò all'orecchio, intuendo le sue paure.

Allora Ashley si addolcì e si abbandonò al calore del suo corpo, alzò il viso verso di lui e attese il suo bacio che non tardò ad arrivare, dolce e profondo, come sempre. Le mani di Matt la stringevano e scivolavano leggere sui suoi fianchi e sulla sua schiena, mentre lei gli allungava le braccia sopra le spalle per circondargliele, per poi scombinargli i capelli con le mani. Le gambe le erano diventate molli e si aggrappò più forte a lui.

I loro movimenti erano diversi, c'era una nuova confidenza, più intimità e nessun imbarazzo nello sfiorarsi e quel cambiamento era dovuto a quella notte, che li aveva completati e resi una cosa sola.

«Stanotte – le confessò tra un bacio e l'altro – è stata la notte più bella della mia vita».

Sentì il bisogno di dirglielo perchè, nonostante i tentativi di allontanarsi e non farsi coinvolgere, alla fine niente era più appagante di vederla sorridere tra le sue braccia.

Ashley tremò a quelle parole, il suo cuore esplose di gioia perchè allora aveva avuto l'impressione giusta, non si era sbagliata.

«Vale anche per me» disse a sua volta, bisbigliando.

Matt la spinse verso il muro, continuando a baciarla, perso in quella girandola di emozioni.

'Dovremmo stare insieme, perchè non possiamo?' pensò amaramente.

«Stanotte, ti dispiacerebbe se rimanessi di nuovo con te?» le propose d'impulso, poggiando il naso contro il suo. Le parole erano fuggite via prima che la sua ragione potesse ingabbiarle.

«No, certo che no» rispose Ashley, a sua volta incapace di opporsi a quella follia, che sapeva avrebbe pagato cara, molto cara.

'Non ora, non ora, vi prego' implorò alle preoccupazioni di sparire e le ubbidirono.

Nonostante la pioggia fuori, le piacque fare finta che l'estate sarebbe stata infinita, almeno per quella sera.

 

  
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