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Autore: Sajoko    10/09/2016    1 recensioni
Lily è una ragazza di 17 anni e come tutti gli adolescenti ha un sogno nel cassetto; però ha fatto la promessa a sé stessa di non dirlo a nessuno. Lei sa che le persone non capirebbero…
È una ragazza solitaria, infatti a scuola non ha amici, ma nonostante tutto, i suoi voti sono eccellenti; specialmente in una materia che lei ama alla follia: psicologia. L’insegnante di quella materia, il prof. Robert, è molto legato a Lily e sa che nonostante sia così fredda e distaccata con tutti, lei ne è legata da un filo invisibile nel suo profondo. Sa che in quella ragazza c’è umanità.
Robert non sa che periodo sta passando Lily e non sa nemmeno cos’ha per la testa… e quando capisce cosa la tormenta, ormai il più è già fatto…
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 9: India

 
Il viaggio in macchina sarebbe durato 3 ore, ma Robert decise di partire la notte stessa. Era davvero stanco, ma decise comunque di partire. Casomai avrebbe dormito in un Autogrill o all’aeroporto se avesse resistito abbastanza per guidare.
Sull’autostrada per Venezia, Robert sfrecciava veloce fra le altre auto della carreggiata come se volesse fare una gara di corsa. Mentre guidava, pensò a cosa gli sarebbe aspettato una volta arrivato all’aeroporto: Dove avrebbe nascosto la seconda lettera Lily? Quale sarebbe stata la sua destinazione? Ma soprattutto, la domanda che più lo tormentava…
Lily stava bene?
Deciso ad arrivare il prima possibile in aeroporto, accelerò ancora fino ad arrivare a 120 km/m. Dopo un’ora, i suoi occhi iniziarono a farsi pesanti, la vista annebbiata e il controllo della vettura si faceva sempre più incerto. Decise di fermarsi in un Autogrill; era davvero stanco. Andò prima in bagno, poi comprò qualcosa da mangiare e tornato in auto guardò l’ora: erano le 03.09 del mattino del 23 Dicembre 2015 e mancavano ancora due ore per arrivare a destinazione. Robert sbuffò. Voleva resistere ancora un po’ ma il suo fisico non voleva sentire ragioni. Non era più il ragazzino esaltato ed energico che era una volta.
Pensare a tutto questo, gli fece venire in mente le sue avventure da adolescente:
Ricordò che da ragazzo, quando aveva 18 anni, andò per la prima volta in vacanza con i suoi amici a Berlino. Era la prima volta che faceva un’esperienza del genere ed era esaltato più che mai. Arrivato nella capitale tedesca, ricordò di aver provato una sensazione da brividi nel vedere un nuovo ambiente che lo circondava e l’idea di dover parlare una lingua a lui sconosciuta lo faceva sentire forte e indipendente, anche di fronte alle difficoltà.
Inutile dire che questa fu solo l’inizio di molte altre avventure.
Mentre pensava ai vecchi ricordi, si addormentò felice sul sedile del guidatore.
 
***
 
Berlino: la città famosa per eccellenza, la sua divisione in “Berlino Ovest” e “Berlino Est”, e la magnifica storia della caduta del Muro nel Novembre del 1989.
Robert fece quella vacanza nel 1978 non proprio per andare a divertirsi, ma per andare a “combattere” contro il regime che vigeva in quel periodo in Germania.
Andò assieme a suoi due amici, Mark ed Esther, per aiutare i sostenitori del Berlino Est a liberare la Berlino Ovest e infine riconciliare la città.
Non raccontò ai genitori le sue idee politiche e, proprio per non farli preoccupare, mentì ad entrambi.
Decise di andare a “combattere” perché era un ragazzo anticonformista, con l’animo da battagliero giusto e che quindi il suo compito fosse quello di aggiustare questo mondo corrotto da bastardi infami… doveva tentare di ripulirlo.
Arrivato a Berlino, Robert apprezzò subito la bellezza di quella città e il suo primo pensiero fu:
 
Questa città così bella non merita tutto questo… dev’essere liberata a tutti i costi!
 
Fece tutti i controlli imposti dalla polizia tedesca alla dogana; poi, con i suoi due amici, andò nel distretto del Lichtenberg come ospite straniero. Laggiù li avrebbero ospitati dei ragazzi rivoluzionari della PSD (Partito Socialdemocratico della Germania) che avevano conosciuto tempo addietro tramite un gemellaggio in Italia.
Arrivati nella loro nuova casa, Robert, Mark ed Esther vennero invitati a partecipare ad una manifestazione pacifica il giorno seguente a Berlino.
Si ambientarono benone. Non parlavano molto bene il tedesco ma grazie all’inglese di Robert, riuscivano a farsi capire senza problemi.
Arrivato il giorno della manifestazione, Robert e i suoi due amici, vennero accompagnati alla Alexanderplatz per manifestare.
Era la prima volta che Robert vedeva la “Torre della televisione” dal vivo e tutto questo lo colpì profondamente. Se ne innamorò subito di quella città, ormai prossima al cambiamento. Per anni aveva desiderato andare in una città che non era la sua e riuscire a fare qualcosa di veramente utile nella sua vita. Era un sogno che si avverava.
Quando la manifestazione iniziò, un’orda di ragazzi giovani avanzava sicuro per le strade principali di Berlino. Passarono per diverse strade principali fino ad arrivare alla Friedrichstraße. Da lì, sarebbero andati verso la Porta di Brandeburgo a manifestare di fronte al muro. Dopo circa mezz’ora di marcia ininterrotta, la folla si fermò di fronte alla Porta, monumento alto circa 30 metri, e iniziò la vera e propria manifestazione. Nessuno s’immaginava quello che sarebbe successo dopo…
Qualcuno dei protestanti pacifisti fu aggredito verbalmente da dei manifestanti nazisti e da lì nacque una rissa involontaria. Robert ricordò solo che tentarono in tutti i modi di sedare la lotta, ma non ci fu verso. La polizia arrivò con le pompe d’acqua e spruzzò getti potentissimi sulla folla per disorientarli.
Nella confusione, Robert riuscì a mettersi in salvo ma perse i suoi due amici nella confusione.
Mentre cercava un posto dove nascondersi, un gruppo di sostenitori del nazismo trovarono Robert e scoprirono che non era tedesco… per questo, lo pestarono a sangue.
L’unica cosa che ricordava di quell’episodio, era il gruppo di ragazzi sopra di lui e…
Il potente clacson di un camion lo svegliò di soprassalto. Era ancora all’Autogrill dove si era fermato con la macchina. Stava semplicemente sognando. Quel ricordo era rimasto per tanto tempo sepolto nella sua mente ed ora era ritornato a galla.
Si passò una mano sul viso: era sudato e aveva il cuore che andava a mille. Dopo essersi calmato, pensò:
 
Cavolo, che sogno! Era da una vita che non…!
 
Improvvisamente, Robert si ricordò il motivo per cui era in Autogrill: doveva andare a Venezia. Guardò l’orologio attaccato al polso sinistro: le 12.37. E’ tardissimo! Aveva dormito più del dovuto. Imprecando silenziosamente, accese la macchina, partì e si diresse verso l’autostrada. Aveva ancora due ore di viaggio che lo aspettavano.
Arrivò a Venezia alle 14.15 e parcheggiò l’auto il più vicino possibile alla struttura. Appena trovò parcheggio, chiuse la macchina, si assicurò di avere tutto il necessario e si avviò verso l’interno dell’aeroporto. Appena entrato, Robert notò la gran confusione che c’era: gente che correva a destra e sinistra, montacarichi colmi di valigie mastodontiche, gente che dormiva sulle panchine d’attesa e tanta confusione. In effetti, c’era davvero molta gente che aspettava e questo non rassicurò per niente Robert.
Con un dubbio che lo tormentava, guardò il tabellone dei voli e con suo grande sconforto, notò che la maggior parte erano stati cancellati:
 
Ore 14.30 – destinazione: Monaco di Baviera – volo JKY8845 – Area: 14 – CANCELLATO
Ore 14.45 – destinazione Madrid – volo FRG3198 – Area: 20 – CANCELLATO
Ore 15.05 – destinazione: Londra LCY – volo AFP3491 – Area: 7 – CANCELLATO …
 
Su 20 voli mostrati sui tabelloni, almeno una decina o più erano stati tutti cancellati.
Robert si passò una mano tra i capelli spettinati e, preso dallo sconforto pensò:
 
Cazzo! Non sarà affatto facile…
 
Decise comunque di tentare: si sistemò il borsone che aveva in spalla e si avviò al primo check-in disponibile. In tutte c’erano code infinite che sembravano non terminare mai…
Rimase fermo. Non sapeva cosa fare e onestamente, con tutta quella gente in giro, non riusciva a ragionare… ma qualcosa in lui lo faceva sentire sicuro di sé, quasi come se sapesse perfettamente che ce l’avrebbe fatta in qualche modo.
Deciso a non mollare, andò in giro per l’aeroporto per cercare il banco delle informazioni: doveva sapere se c’era un reparto posta da qualche parte.
Dopo alcuni minuti passati a girare, trovò l’ufficio informazioni e andò a chiedere:
 
- Buongiorno! Per caso c’è un “banco della posta” qui? –
 
La ragazza dietro alla parete di vetro gli indicò un punto dove era ammassato parecchia gente e disse:
 
- Laggiù, dove c’è quel gruppo. Lì c’è un tabellone magnetico dove la gente lascia dei messaggi, altrimenti c’è il bancone della posta proprio alla sinistra. –
 
Robert ringraziò la signorina, s’avviò e andò al bancone a chiedere se c’era posta per lui. Il ragazzo addetto alla posta controllò e disse:
 
- Robert Bennett… mi dispiace ma non c’è nulla a questo nome. –
 
Robert non capiva. Com’era possibile che non c’era nulla?
Ringraziò il ragazzo e provò a vedere al tabellone magnetico. C’era moltissima gente, ma cercò di farsi spazio per arrivare abbastanza vicino per poter leggere qualcosa. C’erano moltissime scritte in lingue differenti, ma nessuna di queste assomigliava alla scrittura di Lily.
Dopo una lunga ricerca, non trovò nulla. Cominciava a perdere la speranza e pensò:
 
Neanche qui… Com’è possibile? Deve aver lasciato qualcosa che…?
 
Con la coda dell’occhio, notò una scritta piccolissima nell’angolo in basso che sembrava la scrittura di Lily:
 

<< Controlla la posta! → >>

 
Guardò in direzione della freccia e notò un piccolo chiosco dei giornali gestito da una vecchia signora. Robert si avvicinò subito e curiosò all’interno: la signora anziana stava leggendo una rivista di gossip e non si era accorta dell’arrivo dell’uomo. Robert la chiamò:
 
- Mi scusi… *ehm ehm* … posso chiederle un’informazione? –
 
L’anziana signora alzò gli occhi dalla rivista, guardò Robert e disse:
 
- … Oh cielo! Un cliente! Cosa posso fare per lei? ha bisogno di qualche rivista? Ne abbiamo molte sa? –
 
Robert guardò il piccolo chioschetto: era malandato e probabilmente nessuno comprava niente li. Erano tutte riviste di gossip, guide turistiche, libri e tante settimane enigmistiche. Robert guardò di nuovo la vecchia signora e disse:
 
- … Veramente sono qui per chiederle se per caso qualcuno, una ragazza, le ha lasciato una lettera per me. Si chiama –
 
- Che ne dici della rivista “Io Donna”? è molto richiesta ultimamente e contiene molti rimedi di bellezza al suo interno. Io l’ho appena letta e fidati che è una meraviglia! Devi sapere che parla anche di tinture per capelli naturali fatte in casa! -
 
Robert venne interrotto dalla signora. Voleva vendergli una rivista, ma a Robert questo non interessava affatto.
Cercò di spiegarsi:
 
- Ecco, io… mi dispiace non sono qui per comprare una rivista, ma per sapere se per caso una ragazza le ha –
 
- Non ti piacciono le riviste di moda? Scusami, hai ragione: essendo un uomo non t’interessano queste cose, che sciocca! Allora che ne dici di una settimana enigmistica? Questa settimana c’è Hugh Jackman in copertina e costa solo 1.50 euro. È un affare non credi? –
 
Robert non capiva se lo stesse prendendo in giro o cosa. Cercò di calmarsi e rispiegò alla signora (che evidentemente doveva essere dura d’orecchi) cosa faceva li veramente:
 
- No signora. Mi duole dirglielo ma io NON sono qui per comprare una rivista, ma per sapere se una ragazza le ha lasciato una –
 
- Nemmeno la settimana enigmistica ti piace? Certo che hai gusti difficili! Allora perché non prendi questa guida della Germania? È molto gettonata in questo periodo dell’anno e costa solo –
 
- SIGNORA, PER FAVORE, VUOLE ASCOLTARMI? NON SONO QUI PER COMPRARE! –
 
Robert si accorse solo dopo di aver urlato che tutti lo stavano guardando male. Si voltò verso le persone (che lo avevano sentito anche da una distanza di 500m), si scusò coi presenti e infine con la signora anziana:
 
- … Mi scusi signora. Non volevo urlarle addosso così. Ho avuto una settimana durissima e non riesco a *sigh*… -
 
Robert sospirò. Era davvero frustrante non riuscire nel proprio intento a volte.
La signora sorrise con i pochi denti che aveva e disse:
 
- Si figuri giovanotto. Tutti hanno le loro giornate “no”. –
 
Robert guardò la signora e le sorrise. Nonostante i continui e insistenti tentativi di vendergli qualcosa, gli stava simpatica.
Robert guardò la guida della Germania e, dopo averci pensato su, disse:
 
- … Quanto ha detto che costa la guida della Germania? –
 
La signora guardò il prezzo dietro e disse:
 
- Ecco… 5 euro. –
 
- … La prendo. –
 
Tirò fuori dalla tasca 10 euro e li porse alla vecchietta. Lei gli porse la guida e fece per dargli il resto, ma Robert intervenne e disse:
 
- No grazie. Tenga pure il resto. –
 
La signora sorrise di nuovo. Mise via la banconota nuova di zecca e disse:
 
- Prima dicevi che vorresti chiedermi qualcosa… di che si tratta? –
 
Per un momento, Robert si era dimenticato di quello che era venuto a fare esattamente lì, si riprese e disse:
 
- Oh sì, giusto: volevo sapere se per caso una ragazza le avesse lasciato qualcosa per me… -
 
La signora sospirò profondamente e disse:
 
- Mi dispiace giovanotto, ma nessuno mi ha lasciato niente qui. Ormai qui non viene nessuno, nemmeno per comprare qualcosa. È davvero straziante… -
 
Robert si sentiva perso e dispiaciuto. Allora quella scritta non era destinata per lui? Non c’erano altri indizi e adesso non sapeva dove cercare.
Robert si sistemò il borsone in spalla, sospirò e disse:
 
- Mi dispiace molto signora… -
 
- Elvira, ma per gli amici Elvy. Molto piacere signor… -
 
- Robert. Robert Bennett. –
 
Si strinsero la mano e la signora disse:
 
- Robert… è davvero un bel nome! –
 
Robert rise. Le era davvero simpatica. Guardò la guida che teneva in mano, la mise via nel borsone e disse:
 
- Davvero felice di aver fatto la sua conoscenza Elvy. Ci vediamo presto e grazie mille. –
 
- Aspetti! –
 
Prima che Robert potesse andarsene, Elvy frugò in un cassetto, prese un libro, lo porse a Robert e disse:
 
- Lo prenda con sé. Glielo regalo. È un libro molto interessante e durante il viaggio in aereo ci vuole sempre qualcosa per ingannare il tempo. –
 
Robert prese il libro vecchio e consumato in mano: s’intitolava “Sulla strada” di Jack Kerouac. Lo guardò e riguardò, poi spostò lo sguardo su Elvy e disse:
 
- Grazie mille Elvy. È un bellissimo regalo. –
 
- Si figuri. Spero di rivederla presto Robert. -
 
Robert le sorrise, poi si avviò verso una delle sale d’attesa.
Arrivato in una delle sale colme di gente, Robert stava pensando a cosa fare adesso: la scritta sul tabellone era una falsa pista e a quanto pare non c’erano altri indizi che conducessero alla seconda lettera. Si lasciò cadere sullo schienale in ferro freddo ormai esausto, si passò entrambe le mani sul viso, si stiracchiò e pensò:
 
Questa caccia all’uomo sta diventando sempre più difficile… devo calmarmi e schiarirmi le idee.
 
Prese il suo borsone e tirò fuori il libro di Kerouac. Robert pensò di rilassarsi per un po’, così lo iniziò a leggere: Il libro parlava dell’autore che, partito verso la fine degli anni quaranta, decise di intraprendere un viaggio nel territorio statunitense descrivendo in modo dettagliato tutto quello che ha passato in quell’avventura.
Sal Paradise (lo pseudonimo che ha usato Kerouac nel libro) è il protagonista e narratore di una serie di viaggi in autostop, in auto e in autobus per gli USA. Sal è uno studente cresciuto nell'Est che ha aspirazioni letterarie e, assieme al suo amico Dean, da inizio al suo lungo viaggio.
Letta la trama, Robert iniziò a leggere la storia ma poi notò, in una pagina, che l’angolo in alto a destra era piegato. Robert aprì proprio in quella pagina per sistemarla e, quello che trovò, gli fece battere il cuore a mille: c’era un foglietto piegato a metà con su la scritta “Per Robert” e una frase del libro sottolineata in matita:
 
<< Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati.
Dove andiamo?
Non lo so, ma dobbiamo andare… >>
 
Robert sentì il cuore battere a mille: il secondo indizio di Lily! Allora Elvy sapeva di Lily? Ma perché aveva mentito?
Lasciando perdere alla domande senza risposta, prese in mano il foglietto, lo aprì e quello che lesse, creò ancora più confusione nella sua mente:
 
<< La città degli eroi. Per sempre o solo per un giorno. >>
 
Robert lesse di nuovo la frase: la città degli eroi… quale città poteva aver avuto degli eroi in passato? O ancora oggi c’è ne sono? E quali eroi possono essere?
Nella mente di Robert si materializzarono diverse città, ma in quel momento tutte potevano essere una potenziale risposta. Si sforzò di pensare, ma non riusciva proprio a pensare a nulla. Decise di calmarsi, prese le sue robe e tornò in un posto dove sicuramente avrebbe trovato delle risposte.
Mentre sfogliava la sua rivista “Gioia”, Elvy stava leggendo con interesse un articolo che parlava della prevenzione delle rughe, quando all’improvviso sentì qualcuno chiamarla di fronte a lei: era Robert.
Mise via la rivista e disse:
 
- Oh salve Robert! Da quanto tempo che non ci vediamo! È interessato a qualche altra rivista? –
 
- Tu sapevi, non è vero? –
 
Elvy lo guardò con aria confusa:
 
- … Come dici giovanotto? –
 
- Del biglietto. Della lettera che doveva consegnarmi quella mia amica… tu lo sapevi? –
 
Elvy guardò Robert con aria confusa. Si grattò un braccio e con tutta la calma che possedeva disse:
 
- … Io non so nulla di nessuna lettera, lo giuro. –
 
Robert si guardò in giro, si morse il labbro inferiore per frenare il suo senso omicida (anche se quella vecchietta gli era veramente simpatica), poi le disse:
 
- … Ho bisogno di alcune guide turistiche. Devo trovare un informazione importante. –
 
Elvy guardò Robert senza dire una parola, poi si avvicinò e disse:
 
- … Vuole comprare delle guide? –
 
Robert guardò Elvy in modo strano. Forse era talmente abituata a starsene sola nel suo chiosco senza che nessuno comprasse niente che sentire una frase del genere l’avesse resa nervosa.
Robert guardò Elvy e disse:
 
- … Sì, esatto: voglio comprare delle guide turistiche. –
 
Elvy si sedette con un tonfo sulla sedia girevole, poi rise leggermente. Robert non capiva: cosa c’era di così tanto divertente?
 
- Che cosa c’è? –
 
- … Niente, è solo che sono felice… -
 
Robert capiva quello che stava dicendo, ma gli servivano assolutamente quelle guide così cambiò discorso:
 
- Senta: mi servono le guide. In fretta. Posso averle subito? È per una cosa importante. –
 
Elvy si alzò dalla sedia ridacchiando. Doveva essere davvero felice.
Robert comprò la guida degli Stati Uniti e del Giappone. Elvy fece lo scontrino e disse:
 
- Sono 10 euro. –
 
Robert pagò in banconota, ma prima che potesse andare, Elvy gli restituì una banconota da 5 euro. Robert guardò il pezzo di carta verde e disse:
 
- Credo che abbia sbagliato Elvy: io le ho dato 10 euro giusti. -
 
- Questi sono il mio ringraziamento per aver reso la mia giornata bellissima. Sono i 5 euro che mi ha lasciato prima… li prenda, sono suoi. –
 
Robert guardò esitante la banconota, poi guardò Elvy e sorridendo disse:
 
- … La felicità non si compra: li tenga lei. Saranno più al sicuro nella sua cassa. –
 
Elvy sorrise a sua volta, mise via la banconota e disse:
 
- Lei è davvero un brav’uomo. Sono convinta che troverà la persona che sta cercando. –
 
Robert le sorrise, la salutò e tornò alla sala d’attesa di prima.
 
***
 
Sono le 21.18 del 23 Dicembre 2015. Robert è seduto in sala d’attesa da quasi tre ore e ancora non aveva trovato le informazioni che cercava: gli Stati Uniti erano famosi per i loro fumetti sui supereroi, l’esercito di militari, la marina e tanti altri eroi di guerra; mentre il Giappone è famoso per i suoi fumetti, cartoni animati e il suo esercito militare o eroi di guerra… ma niente sembrava fare riferimento ad una “città degli eroi” o robe simili.
Era stanco, affamato e stufo di stare in quell’aeroporto. Ogni ora che passava, era un passo indietro dal trovare Lily.
Dopo aver finito di leggere l’intera guida del Giappone, Robert la poggiò sulla sedia in metallo e si lasciò andare sullo schienale. Gli doleva moltissimo il fondoschiena (era rimasto seduto troppo tempo), inoltre il suo stomaco iniziò a brontolargli fortissimo. Nonostante tutto, Robert sentiva sempre dentro di sé quella sensazione di piacere nel fare tutto questo. Non riusciva a spiegarselo, ma era come se provasse piacere nel affrontare degli imprevisti.
Decise di alzarsi per andare a mangiare qualcosa, così prese le sue cose e si avviò al primo bar aperto. Trovò un bar chiamato “Polo” e decise di mangiare uno dei panini che esponevano nelle vetrine e un caffè caldo da 200ml (costava molto, ma era una bella dose di caffè!).
Mentre mangiava, pensò a quello che aveva scoperto finora:
 
E’ davvero strano che gli Stati Uniti e né il Giappone non facciano nessun riferimento riguardo una “Città di eroi” in particolare. Quale città potrà mai essere? Ci lo sa…
 
Quando finì il suo panino, iniziò a bere il suo caffè macchiato. Nel bar, come sottofondo, c’era musica degli anni ’60, ovvero il rock. Robert era praticamente nato con quella musica e riconobbe la canzone che stavano producendo in quel momento: era di David Bowie (cantante diventato famoso negli anni ’70) e la canzone era “Heros”.
Per un momento Robert pensò che il destino lo stesse prendendo in girò, ma poi, sentendo il testo della canzone, si accorse di una cosa alquanto strana: c’era una frase che Bowie cantava spesso nel ritornello che diceva:
 
<< We can be heroes, forever and ever… […] We can be heroes, just for one day… >>
 
Per un momento, Robert ascoltò bene la canzone, poi il lampo di genio: prese velocemente la guida della Germania comprata da Elvy, la sfoglio e quando arrivò al paragrafo di “Berlino ed eventi musicali” iniziò a leggere:
 
<< Tre degli album segnarono la carriera di Bowie e la storia della musica: “Low”, “Heroes” e “Lodger”, detta anche la “Trilogia berlinese”. Nel 1981 uscì il film “Noi, ragazzi dello Zoo di Berlino”. Il film, che parla della storia dell’adolescenza travagliata di Christiane, il cantante partecipò sia con la colonna sonora (con la canzone “Heros”), sia comparendo durante la scena di un concerto. Memorabile fu anche il festeggiamento dei 750 anni di Berlino, in cui David Bowie si esibì dal vivo su un palco posto vicino al Muro, nei pressi del Reichstag interpretando la canzone “Heroes”. >>
 
In quel momento, Robert capì la sua prossima destinazione: Berlino.
Per un momento rimase senza parole, ma poi iniziò a ridere silenziosamente. Era felice e finalmente poteva partire.
Mentre ridacchiava tra sé e sé pensò:
 
Eh eh eh... Lily, mi stai facendo impazzire lentamente!
 

Ora che sapeva la destinazione, poteva andare a dormire tranquillo.
 
***
 
Sono le 08.25 del 24 Dicembre 2015, la Viglia di Natale. Quel giorno Robert si era svegliato presto per evitare la coda al check-in ma ha dimenticato una cosa fondamentale: molti aerei erano stati cancellati il giorno prima, quindi molti dei passeggeri che dovevano partire sono rimasti bloccati all’aeroporto… quello che vide Robert, lo fece stare malissimo: code infinite al check-in già di prima mattina. Probabilmente tutti avevano avuto la sua stessa idea.
Aveva sentito dire da una coppia americana (che era venuta in vacanza a Venezia) che i voli erano stati soppressi per via del maltempo e dello sciopero dei piloti (essendo la vigilia di Natale, molti hanno preferito passare quel giorno a casa piuttosto che passarlo in mezzo ad un banco di nubi cariche di neve).
Si mise in fila e dopo mezz’ora di coda, arrivò finalmente il suo turno. La signorina dietro al bancone, una ragazza asiatica con un sorriso a trentadue denti, disse:
 
- Buongiorno! Mi dica pure. –
 
Robert era esausto nonostante avesse dormito, ma cercò di essere il più normale possibile:
 
- Buongiorno. Vorrei prenotare un volo per Belino. –
 
- Certo signore. Per quando? –
 
- Il primo che c’è in lista. –
 
La signorina controllò la lista dei voli e dopo diversi minuti passati a cercare, gli riferì:
 
- Mi dispiace, ma voli diretti a Berlino non ce ne sono…Se vuole ce n’è uno alle 13.20 per Dresda, poi prendere un treno che va a Berlino. Ce ne sono molti sa? Le conviene molto di più. –
 
Robert preferiva prendere un diretto, ma si accontentò di quello che trovò. Comprò il biglietto del volo ad un prezzo stracciante e tornò nella sala d’attesa ad aspettare. Erano solo le 09 di mattina, ma a lui non importava: aveva il suo volo e niente l’avrebbe fermato.
Arrivarono le 13.05. Durante l’attesa aveva dormito e ingannato il tempo in tutti i modi. Dopo aver consegnato la valigia da caricare sull’aereo, si diresse al gate che lo avrebbe portato a Dresda.
Fece un veloce calcolo delle ore che avrebbe trascorso:
Il volo durava un’ora e quaranta minuti, mentre il viaggio in treno durava quasi quattro ore… un totale di sette ore di viaggio (inclusi imprevisti).
A Robert non importavano le ore di viaggio perché era spinto dal desiderio di ritrovare Lily.
Non sapeva perché la sua mente dicesse di andare avanti anche se era esausto; era qualcosa che nemmeno l’insegnante di psicologia che era in lui non trovava risposta… era molto strano.
Arrivato al tabellone dei voli, Robert trovò il suo volo scritto in giallo sulla seconda riga:
 
<< Ore: 13.20 – destinazione: Dresda – volo DRS4225 – Area: 6 >>
 
Non c’erano ritardi o cancellazioni quel giorno e Robert sentì il suo spirito più leggero. Si diresse al gate n.6 e notò una persona seduta ad un bar sorseggiare un caffè mentre leggeva il giornale di oggi: era Elvy.
Le si avvicinò, si sedette di fronte a lei e disse:
 
- Buongiorno Elvy. –
 
La signora abbassò il giornale e quando vide Robert, gli sorrise felice:
 
- Buongiorno a lei Robert. Ha trovato quello che cercava? –
 
- Si, finalmente. La risposta era nella guida della Germania che mi aveva dato. Ero talmente accecato dal trovare la risposta che non me ne sono accorto di averla già sotto il naso. –
 
Elvy rise. Anche Robert rise. Si sentiva stupido, ma alla fine, aveva le risposte che cercava.
La signora poggiò il giornale sul tavolo e mentre prendeva la tazza fumante tra le mani ossute disse:
 
- Quindi parte oggi… -
 
- Si, esatto. Vado a Berlino. –
 
- E cosa farà esattamente a Berlino? Ha già idea di dove trovare la sua amica? –
 
Robert rimase per un momento a pensare: che cosa avrebbe fatto se avesse trovato Lily a Berlino? Non ci aveva mai pensato.
L’uomo guardò l’anziana signora che gli sorrideva poi, mentre giocherellava con le dita, rispose:
 
- … In realtà non ne ho idea di quello che farò appena arrivato: non so nemmeno se troverò ancora lì la mia amica… -
 
Robert giocò ancora un po’ con le dita finché, dopo un respiro profondo, cambiò argomento:
 
- Sono felice di averla salutata prima di andare. –
 
Elvy bevve un sorso, poggiò la tazza sul tavolo e disse:
 
- Già… avrei voluto che Lily avesse fatto lo stesso con me… -
 
Robert rimase in silenzio. Elvy aveva conosciuto per davvero Lily.
Rimase ammutolito, senza parole; poi, confuso disse:
 
- … Co-come sarebbe a dire? Lei mi aveva detto che non conosceva –
 
- Mi ha chiesto lei di mentirti. Voleva che tu trovassi la risposta da solo. Mi disse che se ti avessi aiutato, avrei infranto una delle regole del vostro gioco. Onestamente non sapevo di cosa parlava. Quella ragazza era un vero mistero, però era simpaticissima. –
 
Robert rimase senza parole. In effetti, nella prima lettera aveva detto che avrebbe dovuto fare da solo per trovarla. Doveva arrangiarsi come poteva con la sua conoscenza e la sua esperienza.
Mentre scendeva dalla sedia del bar, Elvy prese il suo giornale, pulì il tavolo dalle briciole e disse:
 
- Credo che tu ora debba andare: il tuo volo parte tra pochi minuti… -
 
Robert si svegliò dalla sua trace e guardò l’ora: le 13.15.
Come una furia, prese il suo borsone e le sue cose, se le caricò in spalla e disse:
 
- Grazie mille di tutto Elvy! Non ti dimenticherò mai! Buon Natale in anticipo! –
 
Elvy lo guardò correre verso il gate e quando sparì dietro l’angolo disse:
 
- … Buon Natale anche a te Robert. –
 
Corse più veloce che poteva, raggiunse il gate n.6 fece il check-in e salì sull’aereo che lo avrebbe portato in Germania. Mentre sistemava i suoi bagagli a mano sul vano sopra di lui pensò:
 
Sono anni che non torno in Germania… Chissà quant’è cambiata dall’ultima volta.
 
Si sedette e aspettò che l’aereo prese il volo. Finalmente stava per raggiungere Lily!
   
 
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