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Autore: Psiche_00    11/09/2016    3 recensioni
Nick e judy esco fuori a cena ma non hanno idea di quali saranno le conseguenze.
Un uscita non proprio perfetta, una notte d' amore e... un test di gravidanza!
Riusciranno i nostri eroi a difendere il proprio amore nonostante i pregiudizi e... i rispettivi genitori???
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Judy Hopps, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina tersa e soleggiata a Zootropolis. Le prime luci dorate dell’ alba risvegliarono lentamente la grande città e la vita ricominciò a scorrere con la solita frenesia.

Il giorno svegliò tutti, tranne Judy che non era riuscita a prendere sonno sul letto del suo vecchio appartamento.
Non ce l’ avrebbe mai fatta in quello stato di emozioni contrastanti che l’ agitavano dall’ interno.

Non poteva crederci, conosceva Nick meglio di chiunque altro e cosa le andava a nascondere quell’ ottusa di una volpe? Un matrimonio! Passato certo, ma che avrà di sicuro avuto una bella importanza nella sua vita…
In alcuni momenti poi, capitava che si soffermasse ad analizzare meglio le parole di Nick e allora sentiva come un macigno sullo stomaco, la testa le sembrava scoppiare.
“E se invece stesse dicendo la verità? Se fosse innocente?” ma quell’ ipotesi era fin troppo dolorosa per lei.
Certe volte, infatti, è difficile ammettere i propri sbagli e chiedere scusa mentre è decisamente più facile continuare a credere ad una versione dei fatti che ci giustifichi e Judy, nonostante i suoi ideali utopici, non era certo un mammifero perfetto.

Il giorno però non tardò ad arrivare.
Che bella che era quell’ alba: i colori della città vibravano attraverso un filtro di luce calda, tutto sembrava così vivo! Così meraviglioso! Così freddo, lontano, indifferente all’ inferno che divorava Judy.
Quella mattina infatti avrebbe dovuto fare una scelta importante, che avrebbe potuto allontanarla definitivamente da un bugiardo traditore o, forse, dall’ amore della sua vita. Era tutto nelle sue mani. E la valigia era ancora lì, accanto a lei.

A mattina inoltrata Judy si trovò a camminare per strada, destinazione : dipartimento ZPD, ufficio del capitano.
Mentre camminava continuava a ripetersi un po’ le parole che avrebbe dovuto dire al capo, un po’ il motivo che la spingeva a fare tutto ciò.

“No, non ci credo che Christina mi abbia raccontato una bugia così cattiva! Non può esser stata capace di una cosa simile, è lui il bugiardo capace di far ricadere la colpa persino su sua madre!”. Povera Judy. Quanto poco sapeva delle volpi madri e del loro istinto di protezione.

Arrivò di fronte al grande edificio della polizia e ricapitolò per la centesima volta tutti i suoi pensieri. Poi ce ne fu uno nuovo.
“Il cucciolo!”. In quel momento si sentì vacillare: come poteva far svanire il sogno di una famiglia con Nick che aveva tanto agognato per una sciocchezza del genere?… ma quel barlume di lucidità non durò a lungo e trovò presto cento altri motivi per cui invece sarebbe stato giusto il contrario. In fondo il litigio era ancora recente e le bruciava dentro l’ ira della sera prima.

Entrò dal portone principale.
-Hey judy! Come stai?!- le gridò felice di vederla Benjamin.
-Ciao Ben, b- benissimo… Buon lavoro!- e si allontanò subito, non avendo la forza di reggere una conversazione con il suo amico.
Passava per il corridoio mentre i colleghi dai loro uffici la guardavano e la salutavano. Nessuno poté fare a meno di notare il pancione di Judy che nel frattempo si era ingrossato notevolmente.
Solo di fronte ad un collega esitò un attimo.
Nick era nel suo ufficio che lavorava al computer. Aveva un aria nervosa ma appena la coniglietta si era avvicinata il suo olfatto gliene segnalò subito la presenza.
Si voltarono entrambi. Vedendosi di nuovo di persona improvvisamente nei loro sguardi si materializzò una profonda tristezza, in Nick quasi una supplica di rimanere, mentre Judy era combattuta più che dalla rabbia, dal fervido orgoglio. Sentiva gli occhi gonfiarsi e non potendo reggere oltre lo sguardo, lo abbassò subito e continuò dritta la sua strada.

-Buongiorno Capitano!- disse Judy con tono serio, il che preludeva un discorso grave e importante.
-Signorina Hopps, cosa ci fa lei qui? Non dovrebbe essere in maternità?-
-Signore, sono venuta da lei per richiedere…- dovette prendere un respiro, poi ce la fece –un trasferimento!-
Agente, lei sa che non sono stato io ad assegnarle il distretto e un trasferimento può essere permesso solo in caso di particolari condizioni che influiscano negativamente sul suo operato…-
-Capitano, è proprio per questo che le faccio una richiesta del genere: a causa di rapporti turbolenti con certi colleghi, che rischiano di influenzare negativamente il mio rendimento.-
Bogo immaginava perfettamente di chi si trattava ma, non avendo mai visto la sua miglior agente così a terra, non volle infierire.
-Agente Hopps, lei è sicura della sua scelta? Detto tra noi, sappia che mi rincresce molto veder andare via un agente formidabile come lei e non sono uno che elargisce complimenti! Ma se la sua scelta è definitiva io non potrò negarle il diritto di presentare la sua richiesta al sindaco che provvederà ad assegnarle un distretto di provincia. Al termine del periodo di ferie poi, potrà riprendere a svolgere il suo lavoro. –
Judy ci pensò un attimo. Le città di provincia non erano certo Zootropolis, erano molto più piccole e non avevano ecosistemi. Alcune avevano fama di non essere posti molto raccomandabili.
La sua situazione però non lasciava vie d’ uscita. Anche dal punto di vista professionale non era il caso di continuare a lavorare nello stesso distretto di Nick, il coinvolgimento sentimentale avrebbe davvero potuto distrarla e causare gravi incidenti.
-Si capitano, sono sicura.-
-Bene! E’ stato un piacere lavorare con lei agente Hopps… a volte!- scherzò il capitano, strappando un piccolo sorriso alla coniglietta, che a quel punto si congedò e uscì dall’ ufficio.
Judy si trovava sulla soglia del dipartimento. Prima di andarsene però, si voltò indietro: Osservò per un’ ultima volta la Hall, Benjamin che mangiava le sue ciambelle, il via vai di poliziotti in divisa.
Poi, si accorse di un particolare: Appoggiato al muro , vicino le macchinette a braccia conserte la osservava da lontano Nick.
Lui sapeva il motivo della visita ma non riuscì a fare niente per fermarla, seppe solo guardarla con malinconia. Sapeva che poteva essere l’ ultima volta che vedeva Judy Hopps.
Lei aveva le orecchie basse, ma cercava di mantenere un’ aria dignitosa. Lo guardò. Poi però si voltò nuovamente, richiudendo dietro di sé la porta.

Era passata una settimana da quando Judy se ne era andata e c’ era solo un termine che potesse descrivere lo stato d’ animo di Nick: depressione.
Erano sette giorni che rimaneva chiuso in ufficio a lavorare ininterrottamente senza le sue solite e continue pause alle macchinette, mentre durante i giri di pattuglia se ne stava sulle le sue e non parlava con i colleghi. Quando tornava a casa nessuno poteva dirlo con certezza, ma visto un certo calo di peso e l’ aria stanca, si ipotizzava che non mangiasse né dormisse.

Come per Judy anche per Nick i pensieri erano troppi. Non riusciva a capire dove avesse sbagliato, perché la sua carotina non gli avesse creduto, e quelle parole, oh quelle parole lo avevano ferito molto. Odiava sua madre per il tiro che gli aveva giocato, non glielo perdonava: grazie a quelle insicurezze che lei le aveva instillato, aveva perso ciò che di più caro aveva al mondo.
Il settimo giorno però Clawhauser, che più di tutti era preoccupato, decise che era arrivato il momento di parlare con il suo amico.

-Ciao Nick! Come te la passi?- iniziò Ben.
-Bene, Bene… Scusa è che ho tanto lavoro da fare…-
-Nick, tu non hai tanto lavoro da fare! Si vede benissimo che sei depresso! Non parli con me da giorni, non scherzi e non prendi nemmeno più in giro il Capitano!-
-E’ che… sai è un periodaccio… non mi va di parlarne.-
-E’ per Judy vero? Nel dipartimento non si parla d’ altro che del suo trasferimento a Mammals city! Un peccato… e poi insieme eravate così carini! C’ era addirittura una pagina FurrBook su di voi!- dovette interrompersi visto che Nick iniziava a guardarlo storto.
-B- bhe… in ogni caso non voglio entrare nei dettagli, se non te la senti, ma qualunque cosa sia successa devi risolverla! Non puoi lasciare che la madre di tuo figlio se ne vada via così ! Devi assolutamente convincerla a tornare!-
Nick non rispondeva, era pensieroso. –Grazie per il consiglio Clawhauser, ora se non ti dispiace ho dei rapporti da compilare.- A quelle parole il felino non poté fare altro che andarsene, dispiaciuto.

Poco dopo fu il capitan Bogo ad entrare nell’ ufficio della volpe. Vedendolo da un po’ così sciupato e triste, aveva deciso di dargli tre giorni di ferie, sperando che servissero a qualcosa. Per Nick però, la lontananza dal lavoro significava dover stare da solo nel suo appartamento a pensare. Ma pensare era per lui doloroso, soprattutto dopo che Ben gli aveva detto quelle cose.
Era vero, non poteva permettere che per orgoglio finisse tutto, ma era anche vero che la mancanza di fiducia nei suoi confronti era stata davvero grave.

E così, con questi pensieri, se ne stava sul suo letto a rimuginare finché…
-Nick!- quella voce…
-Ma come! Ancora tu? Guarda che non sono svenuto, puoi benissimo tornartene in quella landa desolata che è il mio cervello!-
-Beh in verità ora più che una landa desolata è tutto così grigio e triste che ho pensato di dover fare qualcosa per cambiarlo, altrimenti giuro che mi licenzio!-
Nick non aveva voglia di stare a sentire quel grillo parlante.
- Fai come vuoi ma lasciami in pace! Come vedi non c’ è niente da fare qui e non sono in vena di sentirmi preso in giro!-
-Ma… Nick, ti rendi conto di quello che stai facendo? Hai tre giorni a partire da domani mattina per cambiare le cose! E tu li sprechi standotene sul letto?-
-E cosa dovrei fare? Lei non mi vuole più ormai… -
-Lei è incinta! Ed è confusa! Non è più il momento di lasciarsi andare a certe sciocchezze, probabilmente in questo momento sta peggio di te!-
Nick non rispondeva. Era stanco e quella conversazione era troppo pesante. Infine si addormentò profondamente, senza nemmeno sognare.

La mattina si svegliò tardi. Avrebbe voluto rimanere seppellito nel letto per tutti quei tre giorni, ma visto che non era abituato a stare fermo per così tanto, ad un certo punto dovette alzarsi anche se svogliatamente.

Mentre faceva colazione seduto sul divano, notò la penna a forma di carota di Judy sul tavolino di fronte a lui. Se l’ era scordata quando era andata via.
All’ inizio guardandola provò di nuovo tanto dolore, riaffiorarono ricordi che sapevano di nostalgia, bei momenti che non sarebbero tornati.
improvvisamente però gli balenò in mente un’ idea, prima vaga e indefinita, poi sempre più evidente finché non fu un’ illuminazione!

Lui Nicholas Wilde, aveva finalmente un piano.
Se grazie a quella penna era cominciato tutto, allora grazie a quella penna avrebbero ricominciato da capo.

NOTA DELL'AUTRICE: arieccomi! Questo capitolo non è particolarmente lungo ma è abbastanza intenso visto che si incentra sulla decisione di trasferimento di Judy , per poi finire finalmente con una nota di speranza. Ho dovuto interromperlo o avrebbe preso davvero troppi fatti importanti che ho intenzione di raccontare con calma e precisione! Spero vi abbia incuriosito e che il capitolo vi sia piaciuto nonostante sia un po breve, ho cercato di rendere l intensità del momento e spero ci sia riuscita! Fatemi sapere cosa ne pensate! :) a presto!!! PS: ormai non credo che riuscirò a finire prima del rientro a scuola, quindi il ritmo sarà più irregolare purtroppo!
   
 
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