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Autore: wingedangel    11/09/2016    1 recensioni
Evelyn è una semplice ragazza diciassettenne con una vita già abbastanza complicata. Ha perso la madre, vive con il fratellino Ryan e suo padre, che da quando la moglie è morta ha perso ogni voglia di vivere. Costretta a lavorare nei pomeriggi dopo la scuola per portare qualche soldo in più in casa, non ha bisogno di altri problemi nella sua vita. Ma questo è solo l'inizio...
Ora, ricordate Eva? Quella del serpente per intenderci. Bene, Evelyn la detesta. Ma non sa che quella storia la riguarda molto da vicino. Non sa di essere la reincarnazione di Eva. Non sa che al suo diciottesimo compleanno dovrà compiere una scelta. Non sa che il suo migliore amico è in realtà l'Arcangelo Michele inviato da Dio per proteggerla. Non sa che i demoni sono determinati a tentarla, o in alternativa ucciderla. Non sa che fare la scelta giusta non sarà semplice come sembra. Non sa di avere il destino dell'umanità sulle sue spalle.
Non sa nulla, ma sta per scoprirlo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Uno
 

«Evelyn scendi! É arrivato Michele!» urlò mio padre dal piano di sotto.

Finii di lavarmi i denti, poi scesi di corsa le scale. Controllai l'orologio, le otto meno un quarto, Michele era leggermente in anticipo. Entrai in cucina, trovai mio padre intento a spalmare della Nutella su due fette di pane per il mio fratellino Ryan, sul volto la solita espressione smarrita che l'aveva lasciato raramente negli ultimi cinque anni. Lo salutai con un bacio, a cui rispose abbozzando un sorriso stentato, poi scompigliai i capelli a Ryan, che si stava preparando a sua volta per andare all'asilo.

« Ciao Lyn!» mi disse con un sorriso.

« Ciao piccola peste! Ci vediamo dopo!» dissi, rivolgendomi anche a mio padre, che si limitò ad annuire.

Uscii di casa. Appena vidi Michele seduto sulla vecchia Ford del padre, come ogni giorno il mio cuore perse un battito e mi lasciai scappare un sorriso. Ogni volta che lo vedevo rimanevo affascinata dalla sua bellezza, con i suoi corti capelli biondo miele e due splendidi occhi azzurri in cui sembrava che il cielo si specchiasse; se poi ci si aggiungeva un corpo muscoloso e due braccia robuste che potevano portarti in paradiso con un semplice abbraccio sembrava di aver davanti un vero e proprio angelo.

Io e Michele eravamo amici da quando eravamo piccoli, ma da quasi due anni convivevo con una stratosferica cotta per il mio migliore amico. Più di una volta avrei voluto fagli sapere quello che provavo, ma non avevo mai trovato il coraggio di farmi avanti. Non volevo rischiare di rovinare una splendida amicizia confessandogli i miei veri sentimenti. Così la mia vita andava avanti giorno per giorno, tra la scuola e gli amici; insomma, vivevo la classica vita di una diciasettenne il cui solo problema era decidere cosa fare il sabato sera. Certo, se non si contava il fatto che dovevo aiutare mio padre a crescere un bambino di cinque anni, nascondere al mondo quanto realmente sentissi la mancanza di mia madre, e naturalmente tenere nascosti i miei sentimenti al mio migliore amico. Già, ero proprio una diciassettenne qualunque.

Michele si voltò verso di me, accorgendosi solo in quel momento della mia presenza.

«Buongiorno Eva!» mi apostrofò.

Alzai gli occhi al cielo, esasperata, mentre salivo in macchina e lui metteva in moto.

« Ancora con questa storia? Lo sai che detesto quel soprannome!»

Per qualche oscura ragione Michele era fissato con quel nomignolo, e non voleva saperne di smetterla, mi chiedevo sempre che ci trovasse di speciale in quel nome. Da quando a catechismo mi avevano raccontato la storia di Adamo ed Eva, quella credulona mi era stata subito antipatica. Insomma, hai tutto quel che puoi desiderare, e vai ad assecondare un serpente parlante consapevole che in questo modo ti condanni a morte? Tutto per una stupidissima mela? Quando ne avevo parlato con Michele lui aveva insistito che non era così semplice, che c'era sicuramente dell'altro, ma si era sempre rifutato di dirmi di più, perciò, per quanto mi riguardava, quella Eva era soltanto una cretina. Ma perchè Dio aveva scelto quell'idiota per rappresentare il mondo femminile? Ovvio che poi gli uomini avessero una bassa opinione delle donne, con un esempio simile!

Non so perchè quella storia mi ha sempre suscitato certe reazioni, come se la prendessi sul personale, come se mi riguardasse direttamente. Mi rendo conto che è un'assurdità, probabilmente è solo una storiella, un espediente per salvare la faccia a Dio e per scaricare la colpa sull'uomo per il male nel mondo, eppure ogni volta che Michele mi chiama Eva, per qualche ragione, quella storia mi torna in mente, e lo detesto.

« Che ci vuoi fare, mi piace quel nome.»

« Mah, se lo dici tu.»

In quel momento il mio telefono mi vibrò in tasca. Lo tirai fuori per leggere il messaggio. Era Ashley, la mia migliore amica e compagna di banco. Appariva a tutti come una rossa tutto pepe, ma io sapevo che, almeno negli ultimi tempi, la sua esuberanza era solo un modo per nascondere agli altri la sofferenza per l'imminente divorzio dei suoi genitori; io le stavo accanto come potevo, ma mi sentivo completamente impotente, dopotutto cosa potevo fare per aiutarla di fronte ad una situazione più grande di lei?

«Ciao, tra quanto arrivate? Ho una notizia bomba! Gira voce che oggi ci sarà un ragazzo nuovo! Se è carino me lo prenoto io!»

Ridacchiai, prima di inviarle la risposta.

« Arriviamo tra cinque minuti, ma non puoi prenotarlo tu, ti ricordi Matt? Il tuo ragazzo?»

« Uffa!»

Sorrisi e rimisi a posto il cellulare, raccontando a Michele la notizia.

« Strano che arrivi uno nuovo a fine Aprile, ormai siamo quasi alla fine dell'anno...»

« Non dirlo! Ho una lunga serie di insufficienze in chimica da recuperare prima della fine dell'anno!»

Michele scoppiò a ridere.

« Beh? Adesso che c'è da ridere?»

« Ti ricordo che ormai, per recuperare quelle insufficienze ci vorrebbe come minimo un miracolo!»

Misi il broncio, fingendomi arrabbiata. Ma la realtà dei fatti era fin troppo evidente, sapevo bene che ormai nulla mi avrebbe salvato dall'insufficienza in chimica. Non ebbi molto tempo di pensarci però, perchè presto arrivammo a scuola.

L'aspetto della Willow High non era dei migliori, si presentava praticamente come un enorme cubo grigio di cemento a tre piani, tanto che girava voce tra gli studenti che un tempo fosse stata una prigione. Ciò di certo non giovava alla motivazione allo studio, ma per il resto si presentava come una normalissima scuola come migliaia di altre. Una noia mortale insomma.

Stavo per attraversare le porte dell'istituto quando uno spintone mi fece finire con la faccia a pochi centimetri dal pavimento, con conseguente figuraccia di fronte all'intera scuola.

« Ma che cavolo!» esclamai.

Una mano entrò nel mio campo visivo.

« Scusami, sono in ritardo e non ho visto dove andavo.»

Alzai lo sguardo, trovandomi davanti un ragazzo bello da mozzare il fiato. Alto, capelli castani, indossava semplicemente dei jeans e una maglietta verde, ma quello che mi colpì fu che aveva dei magnifici occhi color smeraldo. Il suo volto era semplicemente perfetto, com'era possibile? Ero l'unica a trovarmi addosso una serie infinita di difetti? Guardandolo meglio però notai che aveva il naso leggermente troppo pronunciato e il mento leggermente sporgente, ma restava comunque un gran bel ragazzo. Doveva essere il ragazzo nuovo di cui parlava Ashley, altrimenti l'avrei sicuramente notato prima.

« Stai bene?» mi chiese, notando che lo fissavo.

Mi riscossi immediatamente, avevo appena fatto una delle mie solite figuracce di fronte al ragazzo più carino che io avessi mai visto, dopo Michele ovviamente. Gli presi la mano e lasciai che mi aiutasse ad alzarmi.

« Ciao, io sono Bryan, e tu sei...»

« Di certo non è affar tuo!» sbottò Michele, prendendomi per mano e portandomi via da lui.

« Ehi!» esclamai.

Incespicavo sui miei stessi passi per stargli dietro, mi stava letteralmente trascinando via, ma che gli prendeva?

« Andiamo in aula, altrimenti faremo tardi.»

Ma che aveva? Non era nemmeno suonata la campanella, perchè aveva reagito così di fronte a Bryan? Lui si era solo presentato, non aveva fatto nulla di male, allora cosa prendeva a Michele?

Appena entrammo in aula finalmente Michele si fermò. Mi liberai il braccio, furiosa.

« Ma che ti dice il cervello?»

« Lascia stare quel Bryan, Eva!»

Ma che...? Perchè ora si metteva improvvisamente a fare il fidanzato geloso? In ogni caso non poteva permettersi di comportarsi in quel modo! Ero perfettamente in grado di badare a me stessa, come si permetteva di dirmi cosa fare? Era il mio migliore amico, mica il mio ragazzo! Tra l'altro, se anche lo fosse stato, non stavo facendo nulla di male con Bryan! Ero furiosa, non sopportavo che si comportasse così!

« Primo, ti ho detto mille volte di non chiamarmi così! Poi, come ti permetti di trascinarmi via così? Non sei il mio ragazzo, Michele!»

Il suo viso si oscurò per un momento, probabilmente si sentiva in colpa per quello che aveva fatto. Lo ignorai e uscii dal'aula.

« Ora dove vai?»

« La campanella non è ancora suonata, vado a scusarmi con Bryan!»

« Aspetta, Eva!»

« Va al diavolo, Michele!»

« Quel Bryan è pericoloso, Evelyn!»

Lo ignorai e uscii dalla stanza. Quasi non mi accorsi che per la prima volta mi aveva chiamato con il mio vero nome. Quasi. Probabilmente era solo un caso, ma quelle parole mi restarono impresse. Che significava che Bryan era pericoloso? Lo conosceva? In ogni caso meritava delle scuse, per il resto, sarei stata attenta.

Tornai nell'atrio della scuola, sempre più affollato di studenti, ma non riuscii a trovare Bryan. Aveva detto di essere in ritardo, quindi avrei dovuto aspettarmi di non trovarlo. Mancavano ancora un paio di minuti al suono della campanella, probabilmente era già andato in classe, e io non sapevo quale fosse. Mi voltai per tornare in aula, decisa a scusarmi con lui all'uscita, quando lo vidi uscire dalla segreteria con dei fogli in mano. Mi avvicinai a lui.

« Ciao, scusa per prima, il mio amico è un imbecille.» Dissi.

Lui si voltò verso di me e sorrise.

« Oh, ciao...»

« Evelyn» continuai al posto suo.

« Ciao Evelyn, tranquilla, è tutto a posto. È il tuo ragazzo?»

Magari! Scossi la testa, scrollandomi di dosso quei pensieri. Non potevo permettermi di pensare a Michele in quel momento, non dopo come si era appena comportato.

« No, è solo il mio migliore amico. Ma vi conoscete per caso? Ha reagito come se avesse visto un fantasma!»

In quel momento suonò la campanella, interrompendo la nostra discussione.

« Scusa, devo andare, non posso far tardi il primo giorno.» Disse lui, scappando via.

Mi voltai e tornai in classe anche io. Entrai in aula e mi sedetti al mio posto, accanto ad Ashley.

« Ehi! Mi ha detto Michele che hai incontrato il ragazzo nuovo! Allora? Com'è?»

Il silenziò calo nella stanza quando la professoressa di chimica comparve sulla porta, ma io, voltata verso la mia amica, purtroppo non me ne accorsi.

« É un gran bel pezzo di manzo!» Sussurrai alla mia amica ridacchiando.

Lei rise a sua volta. Alzai lo sguardo e vidi gli occhi della professoressa che mi fissavano.

« Se ha finito con le chiacchiere da bar, signorina Snow, le ricordo che siamo a scuola e vorrei cominciare la mia lezione.»

Abbassai lo sguardo, le avrei risposto per le rime, se solo non avessi già abbastanza insufficienze da gestire in chimica, inimicarmi la professoressa non sarebbe stato per nulla saggio.

La professoressa entrò, appoggiò i libri ed aprì il registro.

« Oggi interrogo.»

A quelle parole il gelo scese nella stanza. Mani che si stringevano, occhi bassi e mute preghiere si levavano, mentre la professoressa scorreva con lo sguardo i nomi sul registro.

« Snow, Jones, Scott e Roberts..»

'E te pareva!' esclamai tra me e me.

Io e Ashley ci guardammo, afflitte, prima di alzarci e raggiungere la cattedra.

Non so quale santo stesse vegliando su di me quel giorno, ma riuscii a strappare alla prof una sufficienza, purtroppo però non mi alzava di molto la media, probabilmente Michele aveva ragione, dovevo rassegnarmi alla 'buca' in chimica. Se non altro era l'unica, almeno non rischiavo la bocciatura, ma mio padre non me l'avrebbe sicuramente fatta passare liscia.

Alla fine delle lezioni uscii da scuola insieme a Michele ed Ashley, come ogni giorno. E come sempre il ragazzo di Ash la aspettava fuori dai cancelli. Matt aveva ventidue anni, e lavorava come magazziniere presso un'azienda vicina, così ogni giorno lui e Ash potevano passare la sua pausa pranzo insieme.

Ashley gli corse subito incontro e lo baciò prima ancora che lui avesse il tempo di abbracciarla. Io li guardavo senza poter evitare di sentirmi invidiosa. Vedevo l'amore che li legava riflettersi negli occhi di entrambi, il modo in cui dopo solo una giornata che non si vedevano si stringevano l'un l'altra come se non volessero più lasciarsi andare, i baci che si scambiavano come se non avessero più bisogno di aria per vivere; e tutto ciò a cui pensavo era che avrei voluto vivere le stesse esperienze insieme a Michele. Avevo già avuto un ragazzo, Jason, fino a due anni prima, ma non era la stessa cosa, quello che provavo per Jason era lontano anni luce da ciò che ora provavo per Michele e quello che provavano Ashley e Matt.

« Dai, lasciamoli soli. Andiamo a casa.» Mi disse Michele.

Senza dire nulla lo seguii mentre si avviava verso la sua macchina.

« Ehi, sei silenziosa. Qualcosa non va?» mi chiese appena mise in moto.

Io mi riscossi dai miei pensieri e scossi la testa.

« No, non è niente, tranquillo.»

Gli sorrisi fingendo che andasse tutto bene. Ma nonostante sapessi che non gli avrei mai confessato i miei sentimenti, mi ritrovai a chiedermi se tra noi due avrebbe mai potuto realmente esserci una storia. Sapevo bene che se poi le cose fossero andate male avrei quasi sicuramente perso il mio migliore amico, ma se invece le cose fossero andate bene? Ero sicura di non voler rischiare?

Mi ritrovai a pensare a come sarebbe stata la mia vita senza Michele, e ciò bastò a farmi confermare la mia decisione. Michele era tutto ciò che ormai riusciva a tenermi insieme, era solo la consapevolezza della sua presenza, sapere che avrei sempre potuto contare su di lui, che mi permetteva di non crollare e non lasciarmi andare a quel dolore che ancora non avevo imparato ad affrontare. Senza di lui sarei stata persa, a pezzi, e non potevo permettermelo, la mia famiglia aveva bisogno di me, e per farcela avevo un disperato bisogno di Michele. Solo quando lui era vicino a me riuscivo a sentirmi meglio, ad affrontare la mia vita con coraggio, era un po' come il mio angelo custode, se solo ci avessi creduto.

 


CANTUCCIO AUTRICE:

Rieccomi!

Abbiamo cominciato a conoscere la nostra Eva... ehm... Evelyn, che ne pensate? Non sta avendo una vita facile, vero? E siamo solo all'inizio...

E il nuovo ragazzo, Bryan? Perchè Michele ha reagito così? Gelosia? O c'è dell'altro? Chi lo sa... mi sa che vi ho già detto troppo... ops...

Fatemi sapere se la storia vi incuriosisce o se notate degli errori/incongruenze ecc..., faccio del mio meglio per evitarli, ma si sa... qualcosa scappa sempre, quindi... conto su di voi!

A presto,

Wingy

   
 
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