Perché se si ama si prende tutto il pacchetto — anche quello stonato
Era la quinta fottutissima volta fila che Lollo si svegliava spaventato nella mattinata credendo di essere in ritardo a un suo concerto, prima di rendersi conto che era solo stato disturbato di nuovo dalla voce tutt'altro che melodica del suo pestifero fidanzato. Fortunatamente lo scroscio dell'acqua ovattava le note più alte, ma restava comunque la parodia masochista di un gatto in fin di vita.
Si piantò il cuscino sulla faccia e lanciò mentalmente imprecazioni a Paco, che non si decideva a smetterla.
Quando finalmente uscì dalla doccia e pose fine a quella lenta agonia, Lollo stava per dirgliene quattro; solo che il suo fidanzato stava continuando a zufolare una canzone, quella canzone, la stessa della prima volta che avevano suonato un concerto insieme — e che nei lamenti di poco prima non aveva riconosciuto.
Ghignò, beandosi della visione del culo tondo e sodo di Paco, del tutto ignaro del suo stato più che cosciente. Mentre quest'ultimo si chiudeva nella cabina armadio, prese a fischiettarla anche lui, mettendoci un po' più di ritmo, musicalità — facendo, insomma, quello che gli era sempre riuscito meglio per tutta la sua esistenza.
Sorrise smagliante, a trentadue denti, e non disse nulla neanche quando, mentre si infilava la divisa da poliziotto, Paco ricominciò a cantare — o almeno l'interpretazione che lui dava a quella parola — qualche pezzo della loro canzone, con un'espressione dolce e serafica sul viso.