“Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Lewis Carroll, questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.”
-D…dov’è finito lo Stregatto? Qui si gela! – esclamai battendo i denti.
Il Cappellaio corrugò la fronte. Eravamo all’inizio del bosco dove abitava lo Stregatto. Nevicava copiosamente e soffiava un vento gelato. Uno di quelli che ti si insinua nelle ossa, facendoti gelare dall’interno. Nonostante il cappello di lana, il cappotto pesante, i guanti e la sciarpa avevo un freddo tremendo. Lo stavamo aspettando da più di mezz’ora sotto a quella bufera. Doveva essere dal Cappellaio da un’ora quando io e Tarrant avevamo deciso di andare a cercarlo. Non sapevamo con esattezza dove avesse la casa perciò dovevamo aspettarlo fuori dal bosco.
-STREGATTO! – gridai per richiamarlo. La mia voce risuonò ancora qualche volta prima che l’eco si spegnesse.
-Forse è già arrivato a casa. – ipotizzò Tarrant battendo le mani. –Propongo di tornare indietro. –
Annuii stremata dal freddo. –Mozione approvata. –
Ci incamminammo nella neve che ormai ci arrivava a metà polpaccio. Pochi passi e davanti a noi apparì una sciarpa. Strillai e inciampai nei miei piedi cadendo come un salame. Il Cappellaio rimase impassibile.
-Ciao, Stregatto. – disse dopo un attimo. Mi rialzai scrollandomi la neve di dosso. Apparve lo Stregatto. La sua pelliccia era ricoperta di neve e indossava solo una sciarpa verde arrotolata strettamente attorno al collo.
-Tarrant, Alice. – sorrise cordialmente.
-Era ora Stregatto! – esclamai stringendomi nelle spalle. –Ti piace spaventare la gente, vero? –
Lui inclinò la testa di lato e sogghignò. Scossi la testa. Solo allora mia accorsi che il Cappellaio si era incamminato.
-Ehi aspettaci! – esclamai cercando di corrergli dietro. Lo Stregatto lo raggiunse velocemente volando.
-Quindi…- dissi accostandoli a stento nella neve. –Hai già deciso il colore? –
Lo Stregatto sorrise più sornione del solito. –Verde. – disse poi facendo le fusa.
-Verde. – ripetei a bassa voce. –E la fascia? –
-Viola. – rispose lui fissando l’orizzonte con sguardo vagante e assente.
-Bello. – annuii. Eravamo arrivati allo studio di Tarrant.
Entrammo. Il camino era ancora acceso e davanti c’era il Bianconiglio, evidentemente era lui ad aver tenuto acceso il fuoco. Mi tolsi gli abiti freddi e bagnati e mi diressi davanti al camino. Il dolce tepore mi riscaldò quasi subito. Il Cappellaio si sedette sulla poltrona e lo Stregatto che non sembrava colpito più di tanto dal freddo iniziò ad analizzare delle stoffe sistemate disordinatamente sul tavolo al centro della stanza. Mi girai e vidi che stava passando le zampe paffute sui tessuti. Evidentemente voleva vedere il più adatto per l’inverno e i colori che si abbinavano di più. Mi domandai perché volesse un cappello proprio in quel momento. Forse per l’arrivo dell’inverno? O perché adorava i cappelli?
-Gradisci un biscotto Alice? – mi chiese una vocina gentile riportandomi alla realtà. Abbassai gli occhi e vidi Bianconiglio che mi porgeva un vassoietto d’argento con sopra tanti biscottini impilati ordinatamente.
-Grazie. – mormorai sorridendo e prendendone uno a forma di cuore con sopra del pan di zucchero.
-Ne gradirei uno anch’io… grazie. – disse lo Stregatto svolazzando sopra la testa del candido coniglietto bianco. Ne prese uno a forma di mezzaluna con la glassa azzurra. Addentai il mio. Era soffice come la panna e buono come…be direi come lo zucchero più il cioccolato e la crema. Era fantastico. Lo gustai fino in fondo e poi mi pulii le mani sulla gonna.
-Allora? – chiesi dopo un attimo. Il cappellaio si alzò con aria raggiante.
-Ora, si sferruzza! – esclamò allegro.
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Buonaseraaaa,
sono riuscita ad aggiornare! Yeah! Spero di riuscire a farlo tutti i giorni visto che ora è iniziata la scuola :-o spero vi sia piaciuto.
A presto,
-Stregattina