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Autore: Darky_eyes    13/09/2016    1 recensioni
Orbis è un mondo antico, che rischia di essere distrutto da forze oscure comandate dalla perfida regina Axona, può essere salvato solo dal potere della pietra di Lux risiedente in medaglione. il suo potere può esere usato solo dalla prescelta. Abigail Black è il suo nome, diciannovenne di Miami ignara delle sue vere origini, ma non sarà sola in questa avventura nel suo cammino incotrerà amici, nemici e forse anche qualcosa di più. Riuscira la nostra Abigail a salvare Orbis? per scoprirlo basta entrare.
Premetto che questa è la mia prima storia in generale, quindi sono accette critiche e commenti e che altro dire ci si vede dentro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 4: Una giornata normale … o forse no
 


Apro gli occhi ancora assonnata con il suono della sveglia che invade la stanza, mi alzo svogliatamente e noto che addosso ho ancora i vestiti di ieri, dopo qualche secondo le rotelle del mio cervello si mettono in funzione e le parole di mio padre e di mia madre si ripresentano nella mia mente e sinceramente sono ancora convinta che si sia trattato solo di uno scherzo che però non fa ridere.
Decido di lasciare perdere e vado in bagno a farmi una doccia, una volta uscita lego i capelli in una coda alta indosso l’intimo e indosso un paio di pantaloncini da ginnastica neri e una canotta nera, infilo le ciabatte e scendo in cucina, l’ orologio segna le undici e mezza e sul frigo c’è un messaggio di mia madre che dice:
 
Tesoro io e tuo padre siamo usciti, torneremo
Verso le sei baci mamma J
 
Ok perfetto, così non dovrò riaprire la conversazione di ieri sera almeno fino al loro ritorno e da quell’ ora probabilmente se ne saranno già dimenticati.

< Capito Red siamo solo io e te oggi, almeno fino alle quattro > a partire da oggi dalle quattro alle dieci e mezza darò una mano a Jake al bar dei suoi genitori, così potrò anche guadagnare qualcosa.
< Beh visto che non è ancora di pranzo che ne dici di andare a fare una passeggiata cucciolo ? >, prendo il guinzaglio e lo aggancio al suo collare, mi infilo le scarpe e usciamo, il sole splende come sempre e non faccio neanche in tempo a chiudere il cancello che Red comincia subito a tirare.
< hey calmati piccolo ora andiamo >.
 
Dopo la passeggiata.

Una volta rientrati mando Red nel giardino sul retro mentre io vado in cucina a prepararmi qualcosa per pranzo, premetto che cucinare non è proprio il mio forte, per questo mi preparo un semplice toast e una semplice insalata con pomodori freschi. Finito di pranzare metto tutto nella lavastoviglie e mi vado a sdraiare sul divano a guardare la televisione, cominciano a tornarmi in mente le parole di mio padre ma scaccio subito via il pensiero dandomi mentalmente della sciocca, prendo il cellulare e mando un messaggio a Jake per confermargli che sarei arrivata alle quattro al bar, poi decido di scrivere a Nat:

A: - Hey Nat come va?. Oggi comincio a lavorare al bar insieme a Jake fammi gli        
       auguri.
 
Dopo poco il cellulare inizia a squillare lo prendo in mano e vedo che è Nat, non perdo tempo e le rispondo.
 
< Hey Nat come va?. >
 
< Hey Abbi, tutto bene, allora cominci a lavorare con Jake eh ah quanto vorrei vedervi, scommetto con durerai un giorno con lui ahahah >
 
< Hey così mi sottovaluti e poi non può mica essere sempre colpa mia >
 
< Si questo lo so però potresti essere un po’ meno acida e essere come posso dire un po’ più dolce no?. Comunque se lavorerai lì tutta l’ estate vedrai tutti i giorni anche Alex eh eh >
 
< Aspetta calma, non cominciare a farti strane idee, perché numero uno ormai Alex non mi piace, due dovrò lavorare mica mettermi a chiacchierare con le persone e terzo è fidanzato quindi puoi stare tranquilla Nat >
 
< Mm se lo dici tu vedrò di fidarmi ma sappi che pretendo come tua amica di sapere tutto quello che succede con Jake con Alex o con chiunque altro sono stata chiara ?.>
 
< Ah ah cristallina, sembrava quasi una minaccia >
 
< Certo che era un minaccia ah ah dai ti saluto Abbi ora devo andare ma un ultima cosa cerca di arrivare in orario almeno il primo giorno eh >
 
< Ah ah ma sentitela cosa è sei diventata spiritosa ora ?. Comunque tranquilla ciao Nat.>
 
< Ciao tesoro.>.
 
Chiusa la telefonata con Nat mi metto a vedere un film a caso in televisione, verso le tre vado a darmi una rinfrescata raccolgo i capelli in una coda alta , infilo un paio di pantaloni neri stretti a vita alta con sopra una camicetta bianca con le maniche lunghe fino al gomito e un paio di converse nere prendo borsa e cellulare e prima di avviarmi verso il bar vado a salutare Red e a dargli da mangiare e da bere così che ne abbia abbastanza almeno fino al rientro dei miei genitori, una volta sistemato esco di casa e mi avvio verso il bar, non è molto distante da casa mia per questo ci vado a piedi.
 
Appena entrata, osservo attentamente l’ interno del bar, le pareti sono chiare e il pavimento è in legno chiaro, a lato della porta c’è un lungo bancone nero e da sgabelli il resto della stanza è occupato da anche essi neri come le sedie. Vengo subito accolta da Jake che mi salta subito addosso facendomi quasi cadere:
 
< Dai Jake anche io sono felice di vederti ma non ti allargare!.>
 
< Ah ah sempre la solita piccola acida Abbi, dai su vieni ti faccio vedere dove puoi lasciare la borsa > . Detto questo mi fa segno di seguirlo e così ci ritroviamo davanti a una porta in legno bianca con attaccato sopra il cartello privato, entriamo è una stanza molto ordinata con pareti bianche, su tre di loro ci sono appesi degli attaccapanni in legno chiaro e sotto di essi ci sono delle panche, nella parete libera da panche ed attaccapanni c’è una porta sempre in legno chiaro, probabilmente si tratta di una specie di sgabuzzino, appoggio la borsa su una panca ed usciamo dalla stanza Jake mi da un grembiule bordò che indosso subito, oggi c’ è molta gente e quindi abbiamo poco tempo per chiacchierare sono talmente concentrata nel servire ai tavoli senza far cadere niente, anche se ogni tanto ho la strana sensazione di essere osservata, che non mi accorgo di Alex che entra, almeno finché non sento una voce chiamarmi:
 
< Hey ciao Abbi, non sapevo lavorassi qui>
 
< Ciao Alex non ti avevo visto e oggi è il mio primo giorno, vuoi che ti porti qualcosa?.>
 
< No no tranquilla sono solo venuto a portare a Jake il portafogli l’ ha lasciato da me ieri, probabilmente perderebbe anche la testa se ce l’avesse attaccata al collo >
 
< Ah ah beh hai ragione, ora scusa ma devo finire di portare delle ordinazioni > 
 
< Si non preoccuparti > dice lui sorridendo io ricambio il sorriso e torno al lavoro.
I genitori di Jake sono molto gentili soprattutto sua madre e donna bassina con un grande sorriso sul volto, suo padre invece è un uomo alto e snello ( probabilmente Jake ha preso da lui ) che riesce subito a metterti a tuo agio e a rendere il lavoro più divertente, loro hanno anche una figlia più grande già sposata e con un figlio, Jake una volta mi ha fatto vedere una sua foto è davvero un bel bambino e quindi ad aiutarli oltre a Jake per l’ estate assumono sempre qualcuno e siccome Lake sapeva che stavo cercando un lavoro estivo ha subito chiesto ai suoi se potevano assumermi e fortunatamente loro hanno accettato.
Una volta chiuso il locale i signori Reed se ne vanno dopo aver sistemato la cucina e rimaniamo solo io e Jake a pulire la sala principale, per rendere il lavoro un po’ meno noioso prendo il telefono e lo attacco alle casse e le note di We want Rock you dei Queen invadono il locale, quando ormai avevamo finito le pulizie sentiamo bussare alla porta e mentre Jake va ad aprire io vado a spegnere la musica, dalla porta vedo entrare Alex con in mano una busta di carta:
 
 < Pensavo aveste fame e così vi ho portato qualcosa da mangiare > e infatti appoggia la borsa sul bancone e tira fuori due panini e due bottigliette di Coca – cola, in effetti stavo morendo di fame cos ci sediamo e cominciamo subito a mangiare, prima però scrivo a mia madre che m sarei fermata a mangiare qui e quindi di non preoccuparsi, ridendo e scherzando però è arrivata mezzanotte così buttiamo via la spazzature ed usciamo dal bar una volta che Jake ha chiuso saluto i due ragazzi visto che devono fare la strada opposta alla mia
 
< Beh ragazzi allora buonanotte e a domani ciao > di facendo per allontanarmi ma Jake dice:
 
< No no aspetta ti accompagniamo a casa noi altrimenti che gentiluomini saremmo >
 
< Esatto >
 
< No dai ragazzi dovreste fare il doppio della strada e poi so badare a me stessa > dico facendo un mezzo sorriso,
 
< Mm va bene questa volta passi ma domani ti accompagno a casa e non voglio sentire un no come risposta chiaro?. >
 
< Cristallino, dai ciao ragazzi a domani >
 
< Buonanotte >
 
< A domani Abbi >, dopo questo scambio di saluti ognuno se ne va per la propria strada. 
Stavo camminando tranquillamente, la strada buia era illuminata dai lampioni, era stata una giornata lunga ma devo ammettere che lavorare con Alex non è poi così male cosa che non ammetterò mai in sua presenza , potrebbe montarsi la testa ancora di più.
Completamente persa nei miei pensieri non mi accorsi della figura che mi seguiva, finché non mi sentii afferrare e trascinare all’ interno di un vicolo.
< Hey ma che cazzo fai lasciami subitoo!>
 
< Silenzio finalmente ti ho trovata, la mia signora sarà felice >
 
< Ma che cosa stai dicendo brutto maniaco >
 
< Ah che maleducato che sono non mi sono neanche presentato, sono Egor Smirnov al servizio dell’ unica vera regina. >
 
Oddio fantastico dovevo per forza imbattermi in un pazzo maniaco, cerco di liberarmi dalla sua presa ma è inutile, ad un certo punto mi afferra per la gola e mi sbatte contro il muro la stretta non è così forte da togliermi il fiato ma sono comunque bloccata e non capisco come faccia, presa dal panico cerco di urlare ma nessuno arriva a darmi una mano.
 
< Urla pure quanto vuoi tanto nessuno può sentirti ho isolato il vicolo nessuno può sentirci o vederci >
Osservo quella figura è un uomo non avrà più di trenta anni ha i capelli neri, gli occhi color ambra, la pelle pallida una lunga cicatrice gli parte dalla tempia fino ad arrivare al mento e la bocca è piegata in un ghigno vittorioso.
 
< Hey senti non so di cosa tu stia parlando ma non sono chi tu credi che sia ti sei sbagliato, lasciami andare > cerco di dire con voce tremante e cercando di trattenere le lacrime che si stanno formando e che minacciano di uscire.
 
< La pietra che porti al collo dice tutt’altro Abbigail>
 
Aspetta come conosce il mio nome?.
< Eh eh io so chi sei > dicendo questo libera la mia gola cerco di muovermi ma non ci riesco, < è inutile non puoi muoverci a meno che non lo voglia io, si allontana di qualche passo e alza una mano verso di me e non credo ai miei occhi ma intorno alla sua mano si è formata una specie di nebbia nera, < Tranquilla non voglio ucciderti, non ancora almeno, questo servira solo a stordirti così non potrai varmi qualche scherzetto>.
Ho paura ho veramente paura non capisco cosa sta succedendo ma ad un certo punto sento un forte calore provenire dal mio petto, dove si trova il ciondolo.
L’ ultima cosa che vedo è una forte luce dorata e poi tutto intorno a me diventa buio.



Angolo di Darky
Salve a tutti, scusate il ritardo ma ecco qui il quarto capitolo, che cosa è successo? cosa è successo ad Abbi?
 lo sapremo nel prossimo capitolo.
Volevo anche dirvi che probabilmente comincerò ad aggiornare la storia almeno una volta al mese, ringrazio chi ha letto la storia e vi chiedo di lasciare delle recensioni così che possa sapere cosa ne pensate :-).
Beh non ho altro da dire quindi CIAOOO :-).

  

                                      





 
   
 
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