Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Jashin99    13/09/2016    1 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Wake me up when September ends

Here comes the rain again
Falling from the stars
Drenched in my pain again
Becoming who we are

As my memory rests
But never forgets what I lost
Wake me up when September ends

(Wake me up when September ends-Green Day)

Buio.
Bacchus era immerso nel buio.
Cercò di riaprire gli occhi, ma si accorse di averli già aperti.
Non era buio perché teneva le palpebre abbassate, ma perché in qualunque luogo fosse non c'era una sola fottutissima luce.
-Urgh...- Aveva un forte dolore alla testa e sentiva freddo dappertutto, forse era un bene che fosse tutto scuro sennò sai che male.
Cercò di riordinare i pensieri, ma erano tutti confusi come dopo una sbronza. Sì, ma una di quelle epocali!
Tentò di alzare le mani per massaggiarsi la fronte, solo che le trovò bloccate dietro la schiena da una morsa di ferro.
Oh, grandioso, mi hanno ammanettato. Uh! Non mi avrà beccato la polizia!!!”.
No, no, inizio a ricordare... uhm...”.
Quando i ricordi gli tornarono tutti alzò gli occhi ciechi al cielo.
Oh, merda! Mi sa che mi sono cacciato nei guai!”.
All'improvviso la temperatura nella sala si alzò.
E ora che sta succedendo?”.
Poi sentì un gran peso, quasi una montagna, cadergli sulle spalle e costringerlo a sdraiarsi a terra.
Che energia magica pazzesca! Riesco a malapena a respirare! Chi diavolo può possedere un tale potere???”.
Come di risposta una luce si accese davanti a lui, illuminando un trono distante una decina di metri, sul quale era seduto... Bacchus non riusciva a focalizzare bene, messo in quella scomoda posizione guancia a terra e con la testa sempre più dolorante, ma aveva la spiacevole sensazione di sapere chi fosse.
E dio solo sapeva quanto voleva sbagliarsi. Ma quando sentì due occhi di fuoco puntarlo capì di averci azzeccato.
-Uhm...- Fece una voce dall'alto.
-Bacchus, ex-membro della gilda Quatro Cerberus, attualmente uno dei pochi membri ancora in vita.-.
Quella voce calma ma potente rimbombò nella testa del mago come fosse un amplificatore acustico, aumentando così la sua emicrania.
-Urr!-.
-Attualmente.- Ripeté la voce.
-Tu... tu sei...- Bacchus provò a rialzare il capo, ma questo non voleva saperne di staccarsi dal pavimento.
-Uhm... già, devi scusarmi, mago umano, ho ancora problemi a controllare la mia aura...- Fece la voce.
Tutto d'un tratto il peso sembrò svanire e Bacchus poté rialzarsi.
La pressione della magia è diminuita di colpo! Nessun mago potrebbe...”.
Alzò lo sguardo verso il trono e distinse una figura seduta su di esso, ma era quasi completamente immersa nell'oscurità, erano distinguibili solo un paio di sandali e due occhi infuocati che lo guardavano come volessero incenerirlo; e, da come la temperatura si stava alzando, non si sentiva di escludere la possibilità.
-Ah, giusto, il caldo. Scusami anche per quello.- Fece la figura con voce distratta.
La temperatura tornò normale.
Dopodiché si schiarì la gola e parlò con un tono normale e meno spaccacranio: -Devi perdonare l'accoglienza e le manette, ma l'eccessivo isolamento mi ha fatto un po' dimenticare le buone maniere. Non che sia mai stato un gran gentiluomo, comunque.-.
E, per dare più senso alla frase, slanciò le gambe e le distese oltre il sostegno sinistro, sdraiandosi sul trono.
Bacchus fece una smorfia con la bocca.
-Che cosa vuoi? Se il tuo obbiettivo è farmi paura, sappi che...-.
-Farti paura?- Ripeté l'altro, recitando una penosa sorpresa.
-No, perché dovrei? In realtà, voglio solo farti una proposta.-.
-Tsch!- Fece Bacchus.
Proprio come raccontano.”.
-Non mi interessa quello che hai da offrirmi!-.
-Ah no? E quello di cui posso privarti?-.
Bacchus non rispose.
La bocca dell'altro si aprì in un sorriso scarlatto, come fosse la bocca di un forno.
-Vedo che ho catturato la tua attenzione.-.
Alzò il braccio libero, quello sinistro, e schioccò le dita.
Di fianco a Bacchus si accese una forte luce.
Perfetto, come se l'emicrania non fosse già dolorosa.
Poi, con la coda dell'occhio, vide un punto azzurro; incuriosito, si voltò e...
-Cana!- Esclamò.
La giovane era inginocchiata a testa bassa, ricoperta di ghiaccio da capo a piedi; i capelli cadevano gelati sulle spalle e sul viso, lasciando scoperte solo le labbra, increspate da ghiaccioli, e gli occhi.
Gli occhi.
Se davvero come dicevano i cioccolatini gli occhi erano lo specchio dell'anima, Cana sembrava aver perso la sua.
Fissavano il pavimento ma senza prestare attenzione, vacui come se fossero fatti di vetro, velati da un invisibile strato di ghiaccio, morti come quelli di un cadavere.
Bacchus si sentì montare dalla furia.
-Bastardo! Che cosa le hai fatto???-.
L'altro chiuse la bocca e sembrò aggrottare la fronte.
-Proprio niente. Non è il mio stile usare simili manipolazioni, non sono nemmeno bravo a usare il Macro. No, è stato il mio compagno, sai, quello col cappuccio e tutto il resto... ti avrà fatto il discorsetto sulle emozioni...-.
-Allora falla tornare come prima!!!- Sbraitò Bacchus.
-Mmm... e permetterle di attivare la bomba sotto il suo canino? Meglio di no... non ho molta fame... e poi sarebbe un peccato sprecarvi in questo modo, non credi? Ma non temere, la scongelerò. Più tardi.-.
Bacchus strinse i pugni.
-Lei non si unirà mai a te!-.
-Oh, questo lo so bene.- Disse come se stesse aspettando quella frase sin dall'inizio.
-Infatti, se la conosco bene, e la conosco bene, preferirà morire piuttosto che diventare un demone;- Scrollò le spalle: -e io, seppur a malincuore, dovrò ucciderla, povera ragazza. Però so che tu ci tieni molto a lei.-.
Bacchus non riuscì più a contenere la rabbia e arrancò in avanti, spingendo con le mani per liberarsi dalle manette.
-NON CI PROVARE!!!-.
-Se vuoi che non lo faccia,- Rispose l'altro calmo: -mi basta che tu acconsenta a diventare uno dei miei compagni, quindi Cana potrà decidere di seguirti o... marcire in una prigione per il resto della vita.- gesticolò con la mano come per scacciare l'eventualità.
Bacchus strinse i denti, indeciso se accettare o meno.
-Tsch!-.
L'altro ghignò di nuovo.
-Aumentiamo un po' la posta: da quel che mi risulta, la maggior parte dei tuoi compagni sono deceduti, a eccezione di un gruppetto che tutt'ora mi sfugge... tuttavia non sono a un livello tale da poter essere scelti per diventare miei compagni... ma se tu accetti la mia proposta, ti do la mia parola di Re degli Etherias che concederò loro una libera decisione.-.
Bacchus abbassò il volto, intento a pensare.
Accidenti... forse dovrei...”.
Guardò preoccupato Cana: la ragazza non si era ancora mossa, e dalle sue labbra non usciva un solo fiato, continuava a osservare il terreno persa nel vuoto.
L'uomo strinse i pugni.
Ragazzi... che dovrei fare???”.
Sospirò e guardò scocciato il soffitto, che però non poteva vedere in quanto la luce era troppo poca per distinguerlo.
Dannazione! Sono un uomo d'azione, non sono fatto per certe cose!”.
Quindi chiuse le palpebre e soffiò di nuovo.
-Va bene, ho deciso.-.
L'altro rimase in silenzio, in attesa di una risposta.
Bacchus sogghignò, quanto avrebbe voluto lasciarlo col fiato sospeso finché non crepava!
-...la mia risposta è no.-.
Per un secondo gli occhi dell'altro arsero dalla rabbia; poi si calmò.
-Vedi, anche se voglio molto bene a Cana (e se provi a dirglielo ti ammazzo), rispetterò qualsiasi sua decisione, anche se la uccidesse. E per quanto riguarda i miei compagni...-.
Ridacchiò.
-...beh, sono molto più in gamba di quanto voi teste cornute possiate mai pensare!-.
L'etheriuos con un secondo slancio delle gambe si rimise seduto; peccato che rimanesse ancora nell'ombra, Bacchus avrebbe tanto voluto vederlo così incazzato!
-È la tua ultima parola?-.
-Sì, ma se mi liberi passerò volentieri ai pugni!-.
Come pronunciò quelle parole due paia di mani afferrarono Bacchus per le spalle e lo trascinarono all'indietro.
-Uh? Ehi! E lasciatemi, branco di pervertiti!- Sbottò; quindi, rivolgendosi alla figura sul trono che si allontanava sempre di più: -E comunque se aggiungevi un paio di bottiglie di saké avrei anche accettato!!!-.
Un portone si chiuse davanti ai suoi occhi e tutto ripiombò nell'oscurità.



Ci sono due tipi di sonno: il primo è quello ristoratore, al cui risveglio si è pronti e carichi per il nuovo giorno; e poi c'è il sonno che stanca più di prima, il sonno agitato, pieno di incubi, quello durante il quale non si vede l'ora di svegliarsi, perché all'ansia per il passato e per il futuro si aggiunge un senso di impotenza nel ripercorrere i propri errori; eppure, una volta svegli, si rimpiange di non essere più addormentati, si ha la nostalgia di quella calma che si aveva prima, di quella possibilità di fuga dalla vita che solo il sonno da.
Inutile dire che fu il secondo caso quello che interessò Lisanna: la ragazza fu costretta a ripercorrere tutti gli avvenimenti che avevano segnato il suo ultimo anno, dallo scontro con Zeref al cambiamento di Natsu, dalla morte di Lucy allo scoppio della Guerra Magica, dall'incursione del giorno prima alla morte di Laki; eventi in cui lei era una misera spettatrice, e non solo nel sogno.
Quando riaprì gli occhi li ritrovò già bagnati e gonfi; doveva aver pianto mentre dormiva, e anche molto, chissà se per il senso di colpa, il dolore, la rabbia o il rancore.
Alzò la testa dal cuscino e si sedette sul morbido materasso su cui si era inaspettatamente ritrovata.
Si guardò distrattamente intorno e riconobbe di essere in una stanza d'ospedale.
Cercò di rimettere a posto i ricordi per capire come fosse finita lì, ma come riuscirci se ogni ricordo era un pugnale al cuore?
In quel momento, però, la porta della stanza si aprì e Lisanna si voltò.
-Ma tu sei...-.
Stava entrando, girata di schiena, una ragazzina minuta dai lunghi capelli blu raccolti in due code laterali, vestita di un top rosso con un fiocchetto arancione, di una gonna blu scuro e di un paio di calze dello stesso colore.
Chiuse la porta e si voltò; solo allora si accorse di lei.
-Lisanna-san!-.
-Wendy-chan!- Fece Lisanna, altrettanto stupita.
-Che bello vederti sveglia!- La giovane Dragon Slayer del Cielo si avvicinò al letto di Lisanna, sorridendole cordialmente.
-Come ti senti?-.
-Come mi sento?- Ripeté tristemente la Strauss, abbassando lo sguardo.
-Bene, immagino. O meglio di prima, almeno.-.
Il sorriso di Wendy si spense come un fiammifero che cade in acqua.
Evidentemente si era ricrodata della situazione, e quel breve momento di felicità era ormai passato; un po' le dispiaceva doverla deludere in quel modo, ma che poteva farci? Il mondo non era più un posto per il sorriso...
-Laki è morta, vero?- Le domandò a bruciapelo.
Wendy sussultò e abbassò lo sguardo.
Lisanna sorrise amaramente.
-Capisco.-.
-Mi dispiace, Lisanna-san.- Si scusò mestamente Wendy.
-Quando Freed l'ha portata qui era troppo tardi. Non ho... non ho potuto fare niente...-.
-Non hai niente di cui scusarti.- Replicò Lisanna.
-Lo hai detto tu che non c'era più nulla da fare. Sono stata io a non riuscire a salvarla, la colpa è solo mia.-.
Wendy non rispose; e, dopotutto, ogni tentativo di consolazione sarebbe stato un'altra lama in petto.
Lisanna si limitò a sospirare e a continuare a sorriderle.
Poi sobbalzò.
-E cosa ne è stato di Flare e Ginger? Stanno bene?-.
A quelle parole Wendy sembrò rincorarsi un poco, come se potesse finalmente dare una buona notizia.
Non ci starebbe stata male, una buona notizia.
-Flare-san non ha subito ferite gravi, è in una stanza qui vicino e penso stia ancora dormendo.-.
Lisanna si appuntò mentalmente che sarebbe andata a trovarla non appena la bambina fosse uscita.
Abbassò lo sguardo sulle bende che le ricoprivano corpo e gambe.
Potevano essere un problema.
-E Ginger?-.
La voce della blu si incrinò titubante.
-Ecco... il ghiaccio è stato estratto facilmente... e lei sta abbastanza bene, ma...-.
Lisanna la guardò perplessa e vide che era arrossita.
Che stava cercando di dire?
-...lei è... è pur sempre un demone... e quindi noi...-.
Lisanna spalancò la bocca nel sentire la risposta.
-L'avete imprigionata???-.
-Beh... no... anche lei è in una stanza... ma le abbiamo bloccato ogni movimento... ed è sotto stretta sorveglianza...-.
Wendy ora era rossa come un peperone.
-...mi dispiace...- Fece con voce insolitamente acuta, che Lisanna ricordò essere quella che la bambina usava inconsciamente quando era molto imbarazzata.
-...non sapevo che... pensavo che l'avessi portata qui come prigioniera...-.
Lisanna le appoggiò una mano sulla spalla.
-Non importa, Wendy-chan.- Rispose rassicurante.
-Non hai sbagliato, hai agito al meglio.-.
Wendy continuò a fissare il pavimento.
-Mmm...- Fece poco convinta.
Povera bambina.” Pensò Lisanna.
È dovuta crescere così in fretta...”.
-...ci sarebbe un'altra cosa.-.
La voce della maga guaritrice non era più imbarazzata, solo triste e desolata.
Wendy prese uno specchietto dal comodino e lo porse a Lisanna; l'albina, confusa, si girò verso di lei e, allungando le mani, prese lo specchio.
-...il tuo... il tuo occhio...- Fu quello che riuscì a dire Wendy.
-Il mio...-.
Le parole le morirono in gola quando si specchiò.
Sfiorò con le dita l'occhio sinistro.
-...mi dispiace.- Riprese Wendy, sempre più addolorata e demoralizzata.
-Non sono nemmeno stata in grado di farlo tornare alla normalità... sono una vera frana...-.
Lisanna appoggiò lo specchietto sul comodino e accarezzò il capo della bambina, scompigliandole i capelli.
Lei, stupita, alzò lo sguardo, le lacrime momentaneamente interrotte dalla sorpresa.
Lisanna le rivolse il sorriso più radioso che trovò.
-Va tutto bene, Wendy, non sono arrabbiata.-.
Le fece un occhiolino.
-Diciamo che mi servirà come monito per il futuro.-.
Wendy la fissò ancora stupefatta; poi abbassò nuovamente lo sguardo, ma evidentemente il sorriso e l'occhiolino dovevano aver funzionato più del previsto, perché le lacrime si interruppero, lasciando posto ad un'espressione afflitta ma un poco confortata.
Così Lisanna tentò di scendere dal letto, ma la blu la bloccò.
-Aspetta, Lisa-san! Non puoi ancora muoverti!-.
-Ma io voglio andare a trovare Flare e Gin...- Lisanna fece per staccarsi dal materasso e rimettersi in piedi, solo che le gambe le cedettero e cadde all'indietro sul materasso.
-Urgh!-.
-Lisa-san! Va tutto bene?- Domandò Wendy preoccupata.
-S...sì...- Arrancò l'altra un po' stordita: -...quando potrò tornare a muovermi?-.
-Tra un paio di giorni, ma ti serviranno delle stampelle.- Rispose la Marvell.
-Un paio...- Metabolizzò l'albina.
-Capisco.- Fece amareggiata.
Poi sobbalzò.
-Ma qui dove siamo?- Domandò.
-Siamo a Margareth.- Rispose lei.
-Margareth?- Si sbalordì la maga del Take Over.
Margareth era una delle città più a sud di Fiore, mente i demoni avanzavano da nord-est, diretti verso Magnolia; in poche parole, prima di svegliarsi era da una parte di Fiore, mentre adesso era in un punto diametralmente opposto.
Come cavolo ci era finita lì?
-Come sono arrivata fin qui?-.
-Freed-san vi ha portate tutte e tre fino a Oak Town, e da lì siete state portate qua con un Espada.-.
-Freed ci ha trasportate tutte e tre fino a Oak Town?- Ripeté incredula Lisanna.
-Sì, voi e...- Le labbra di Wendy tremolarono: -...Laki.-.
-Ma... ma come...-.
Lisanna si bloccò.
Un momento... un trasporto a piedi... e uno in autocarro...”.
Poi, con voce impassibilmente spaventata:
-Wendy, quanto ho dormito?-.
-Un paio di settimane; sei stata alimentata per via magi-venosa e...-.
TUNF
Lisanna si lasciò cadere sul capezzale, shoccata.
-È passato... così tanto? Ma... ma che ne è di tutti gli altri? Che ne è di Cana?-.
Wendy si rimise a fissare il pavimento con aria di dover dare un'altra ennesima brutta notizia.
-Lisanna, tu sei l'unica che è riuscita a fuggire... abbiamo riconquistato quasi subito la postazione, abbiamo anche trovato il tuo zaino, ma quando siamo arrivati...-.
-...non c'era più... più nessuno...-.
L'albina girò la testa nel cuscino, voltandosi verso la parete bianca.
-Non c'era più nessuno...- Ripeté.
Percepì le sue palpebre inumidirsi e strinse le mani sul cuscino.
-Per favore, Wendy-chan, lasciami sola.-.
Wendy non parlò per qualche secondo, quindi sussurrò un fievole: -Va bene.-.
E uscì, lasciandola sola a sfogarsi nel pianto.



Wendy chiuse la porta e sospirò.
-Come sta?- Fece una vocina ai suoi piedi.
La bambina abbassò lo sguardo e vide che Charle le si era avvicinata.
Wendy non seppe cosa rispondere.
-Fisicamente sta bene.- Disse infine.
-Però dentro è a pezzi.-.
Strinse i denti, cercando di bloccare le lacrime.
-Vorrei poterla aiutare, ma non so come fare!-.
-Wendy, sono sicura che la stai aiutando molto.- Replicò Charle con la solita aria indispettita.
-Noi possiamo darle una mano, però sta a lei riprendersi psicologicamente.-.
Poi si raddolcì.
-Stai tranquilla, Wendy, Lisanna è una ragazza molto forte, e sono sicura che ha bisogno solo di un po' di tempo.-.
-Mmm...- Mugugnò tristemente lei; ma ancora una volta le parole di Charle la rassicurarono, seppur un poco.
-Cì!- Fece un'altra voce.
Wendy si voltò e vide che Happy le stava sorridendo.
-Charle-san ha ragione, aye!-.
Wendy si commosse un poco quando lo vide così allegro, ripensando alle prime settimane dopo che Natsu-san aveva...
-Hai ragione, Happy.- Ammise asciugandosi gli occhi.
Poi sobbalzò.
-Oh, ora devo andare da Freed-san!-.
Così i tre si incamminarono verso le scale, scesero fino al secondo piano dell'ospedale e percorsero il corridoio fino a ritrovarsi davanti alla stanza 202; Wendy bussò, aspettò qualche secondo, girò la maniglia ed entrò.
-Freed-san! Non dovresti alzarti!-.
Freed, in piedi davanti al letto, vestito di tutto punto con tanto di spada al fodero, sembrava prepararsi ad andarsene.
-Scusami, Wendy, ma le mie ferite sono quasi guarite, e non voglio darti altro disturbo; inoltre, ho saputo che Lisanna sta già meglio, quindi posso tornare a Crocus.-.
Come ha fatto a sapere di Lisanna se si è svegliata solo adesso?” Si domandò Wendy.
-Freed, non te ne puoi andare!- Esclamò contrariata Charle.
-L'hai detto tu che non sei guarito del tutto! Finché un dottore non ti darà il permesso, non...-.
-Apprezzo che voi vi preoccupiate per me.- La interruppe il mago, trucidandola con lo sguardo. -Tuttavia sono venuto qui solo perché avevo saputo che Lisanna era nei guai, e devo tornare alla mia postazione nella capitale.-.
A Wendy non piacque il modo con cui il ragazzo si comportava.
-Freed-san, vorrei prima controllare che ti sia ripreso del tutto.- Disse severa.
Freed aggrottò la fronte e la blu pensò che stesse per replicare, invece disse: -Certamente, Wendy.-.
Quindi si risedette nel letto e si levò il cappotto.
-Aye!- Fece Happy con la sua solita faccia felice e un po' scema.
Wendy lo fissò imbarazzata.
Charle sembrò intuire il suo disagio e si rivolse a Happy.
-Andiamo fuori, gatto.-.
-Charle mi sta invitando a uscire?- Domandò Happy ad alta voce.
Charle sospirò stufata e, aperte le ali, volò fuori dalla finestra spalancata.
-Aspettami!- L'exceed la seguì.
Freed riprese a spogliarsi fino a rimanere in pantaloni; Wendy aprì la mano e fece comparire i suoi attrezzi medici.
Indossò lo stetoscopio e appoggiò l'archetto sulla schiena di Freed.
Ascoltò attentamente i suoi possenti muscoli gonfiarsi e sgonfiarsi ritmicamente; passò agli altri controlli, della bocca, delle orecchie, delle varie ferite.
Effettivamente sembravano essersi già rimarginate; Wendy ripensò alle voci che circolavano sui farmaci sperimentali somministrati alla Squadra Reale di Crocus, ma Freed non era certo il tipo di assumere simili schifezze.
-Freed, hai già preso i 500 cc di Ethernano?-.
-Sì.- Rispose lui.
Wendy prese una pila e la avvicinò all'occhio destro del mago, che provvedette a spalancare.
Freed non si era mai ripreso completamente dall'attacco del demone di Tartaros di due anni prima, così come i suoi compagni del Raijinshuu: nonostante gli fosse stato somministrato l'antidoto di Porlyusica, le cellule di anti-Etheran erano ancora presenti nel suo corpo e lo distruggevano dall'interno.
Bastava guardarlo per capirlo: per quanto muscoloso, il suo fisico era magro e ossuto, il suo volto era pallido e teso, i suoi occhi scavati e solcati da nere occhiaie.
Nonostante ciò, Freed rimaneva uno dei maghi più potenti del continente, e si era trasferito nella Squadra Reale di Crocus, il team d'élite addetto alla protezione della capitale e del sovrano.
Eppure sarebbe stato molto più utile sul campo di battaglia che nell'entroterra!
Wendy mise via la pila.
-Freed-san, come medico ti dico che stai sufficientemente bene da poter affrontare un viaggio fino a Crocus.-.
Aggrottò le sopracciglia.
-Ma come compagna e amica io...-.
-Wendy.- Prorompette lui: -Non vorrei sembrare scortese, ma so già cosa vuoi dirmi.- prese la spada in mano e conficcò la punta a terra, stringendo le mani sull'elsa.
-Rispetto le tue convinzioni, però...- Assunse uno sguardo truce: -... sai bene chi si trova a Crocus. Devo tornarci il prima possibile.-.
Wendy sussultò.
Sapeva che replicare era impossibile, quando si parlava di lui Freed era intransigente.
Freed fece forza sulle braccia e si rialzò in piedi, sorreggendosi con lo stocco.
-Ti ringrazio ancora per esserti presa cura di me; saluta Lisanna da parte mia.- E, rinfoderata la spada e rivestitosi, prese lo zaino con le sue cose e se ne andò.
Wendy sospirò e uscì anche lei; Happy e Charle la raggiunsero quasi subito, e insieme si incamminarono verso le altre stanze.



Freed attraversò la hole dell'ospedale a grandi passi e uscì per strada.
Si guardò intorno; Margareth era piena di vita, un po' come Crocus: la gente circolava felice e indaffarata nella propria semplice vita, evidentemente con il pensiero da tutt'altra parte rispetto all'apocalisse che stavano vivendo.
Beh, lui non era certo nella posizione di criticarli: nella Squadra Reale allenamento e disciplina erano all'ordine della giornata, ma il pericolo era molto lontano; tecnicamente dovevano proteggere il sovrano e fornire i rinforzi nelle situazioni più critiche, in realtà non si allontanavano dalla capitale quasi mai.
In ogni caso non aveva intenzione di rimanere a Crocus ancora a lungo: non appena fosse riuscito a tirare fuori Laxus dal guaio in cui si era cacciato, se ne sarebbe andato di lì insieme a lui, Bickslow e Evergreen per dare un cospicuo aiuto agli altri maghi.
Peccato che il brutto guaio di Laxus fosse proprio brutto...
Scosse la testa: non era il momento di perdersi in simili pensieri.
Si sistemò lo zaino in spalla e si incamminò, fino ad arrivare al limite orientale della città.
Trovò già pronto il suo Espada; fece per salirci, quando davanti a lui apparve dal nulla un uomo ricoperto da un mantello e con un teschio di montone in faccia a mo' di maschera.
Freed socchiuse gli occhi.
Un inviato segreto. Deve consegnare un messaggio importante.”.
E infatti l'uomo, senza dire una parola, gli porse un rotolo.
A me?”.
Freed prese la pergamena e la lesse attentamente.
A fine della lettura ripiegò il rotolo e se lo mise nella tasca della giubba.
-Ho capito.- Disse.
L'altro fece un cenno con la testa e sparì esattamente com'era comparso.
Quel messaggio cambiava tutto.
Si voltò e tornò sui suoi passi, diretto verso l'ospedale.



PAF PAF PAF
La ragazza vestita con la toga ocra camminava a passi rapidi per il sentiero sabbioso, tenendo l'occhio non bendato fisso davanti a sé.
Prese dalla cintura la bisaccia dell'acqua e ne tracannò il contenuto, attenta a non versarne a terra una singola goccia; poi la riallacciò e proseguì la marcia.
In distanza spuntò la sagoma della città tanto agognata, circondata dall'aria calda che quasi la facevano sembrare un'illusione.
Un sorriso beffardo si abbozzò sul volto della giovane maga: la sua meta era sempre più vicina e il suo obbiettivo quasi palpabile.
Presto E.N.D. sarebbe stato solo un ricordo, e lei avrebbe ottenuto la sua vendetta.
Il suo ghigno si trasformò in una smorfia infastidita.
Per quanto ancora l'avrebbero seguita?



TOC TOC TOC
Freed abbassò la mano, aspettando che andassero ad aprire.
Sentì le molle del letto all'interno della stanza abbassarsi e rialzarsi, poi un paio di piedi che atterravano sul pavimento e che si avvicinavano alla porta e infine la maniglia girare.
-Wendy sei t...-.
Lisanna si bloccò quando vide che era Freed e non Wendy quello che era davanti a lei.
E anche Freed sobbalzò un po' stupito nel vedere come si era ridotta: la ragazza, vestita con un pigiama bianco, si sorreggeva alla guarnizione della porta per un braccio, completamente sbilanciata, ciondolava con la testa in avanti, aveva i capelli spettinati e gli occhi arrossati; ma la cosa più impressionante erano le sue iridi: quella destra era come sempre, di un azzurro intenso come il mare, mentre quella sinistra era di un insolito colore giallo elettrico che sfumava nel nero della notte della sua pupilla.
Non era un occhio umano, era più l'occhio di un animale.
Questo significava che...
-Freed...- Disse l'albina dopo un po' di esitazione.
-Io non... non mi aspettavo una tua visita...-.
Evitando di guardare il suo occhio, Freed chiese: -Posso entrare?-.
-C...certo...- Balbettò lei, e si scansò, permettendo a Freed di passare.
Lisanna si sedette sul letto mentre il verde si mise su una sedia.
Freed fece per parlarle, ma ebbe l'impressione che la giovane maga si trovasse a disagio: fissava il pavimento con un pallido rossore alle guance e si rigirava le mani in segno di apprensione.
-Come ti senti?- Domandò insospettito.
-Io... io... sto...-.
Strinse i denti.
-Mi dispiace, Freed-san!-.
Lui aggrottò la fronte.
-Ti dispiace? E di cosa?-.
-La tua mano...- Rispose lei.
Freed abbassò lo sguardo e vide il segno infuocato di tre graffi che lacerava il suo simbolo di Fairy Tail.
-Ah, già, me l'hai lasciata tu l'altra volta. Oh!- Finalmente ci arrivò.
-Mi dispiace per averti ferito! Ho perso il controllo! Io ti... io ti...- Rialzò la testa, e Freed vide che era in lacrime: -ti avrei anche ucciso!-.
Mmm, chissà come avrebbe reagito se avesse alzato la frangia e le avesse mostrato la ferita sotto l'occhio.
-Già.- Fece invece.
-Ci avresti provato, in effetti; ma non voglio che tu ti senta in colpa.-.
Ma le lacrime di Lisanna non si fermavano.
-No!- Singhiozzò: -Come posso non sentirmi in colpa? Ti avrei ucciso, e anche Flare, e anche Ginger!-.
Freed si massaggiò il mento, indeciso su cosa dire.
-La colpa per essermi lasciato ferire è in gran parte mia. Tuttavia hai ragione, hai perso il controllo, e hai quasi ucciso i tuoi compagni.-.
A quelle parole l'albina trasalì.
-Non tenterò di consolarti con parole inutili. Hai sbagliato, ma l'hai fatto in buona fede. Ti sei trasformata in un impeto d'ira, quando hai visto la tua amica morire sotto i tuoi occhi, ed è comprensibile; comunque penso tu volessi solo proteggere le tue compagne, anche se le tue azioni si sono rivelate... come dire... incoerenti.-.
Lisanna boccheggiò: le lacrime erano passate, ma sembrava stupita per quello che le stava dicendo.
-Sai bene che non hai bisogno della mia compassione, né di quella di nessun altro, hai solo bisogno di perdonare te stessa. E questo, almeno in parte, ci porta al motivo per cui sono qui.-.
Queste ultime parole parvero catturare l'attenzione di Lisanna.
Freed le porse il rotolo che gli era stato consegnato.
-È arrivato poco tempo fa: è un invito per te.-.
La ragazza lo prese in mano, lo lesse, spalancò occhi e bocca e guardò incredula il giovane mago.
-Ma questo è...-.
-Già.- Annuì Freed: -È un invito ad arruolarti nella Squadra Reale per proteggere la Corona. Accetti?-.
L'albina ansimò, senza sapere cosa dire.
-Ma io... io... io non sono così forte...-.
Dal modo in cui lo disse Freed capì subito che non era quello il problema; comunque rispose: -Non ti sottovalutare. A mio parere sei una maga molto speciale.-.
Per evitare fraintendimenti, aggiunse: -Guarda le tue gambe.-.
-Le mie gambe?- Lisanna abbassò lo sguardo.
-Precisamente. Quando ti ho portata qui sono sicuro che non fossero in grado di sorreggere il tuo peso. Tuttavia poco fa sei stata in grado di camminare fino alla porta e aprirmi.-.
Sul volto di Lisanna si dipinse un grande stupore, come se se ne fosse resa conto solo in quel momento.
-È... è vero... ma com'è possibile?-.
-Mmm, penso che il tuo Wolf Soul abbia attivato una sorta di rigenerazione super-accelerata, che tuttavia ha potuto operare perfettamente solo quando ti sei svegliata. D'altronde, non sarebbe il primo effetto collaterale che la tua trasformazione ti provoca...-.
Lisanna si accarezzò l'occhio sinistro e Freed temette di averla rattristita.
-In sintesi, come puoi vedere da sola, non sei una maga come le altre. Sono in pochi a possedere l'Animal Soul e il Take Over, e...-.
-Ma proprio per questo non posso venire!- Prorompette lei.
Freed aggrottò la fronte.
Lisanna continuò a fissare le sue gambe, come se non riuscisse a reggere il sup sguardo.
-Purtroppo qui i maghi sono sempre meno, soprattutto quelli potenti! Se io fossi davvero forte come dici tu, che diritto avrei di allontanarmi da qui?-.
Freed mugugnò pensieroso.
-In effetti, è una cosa che mi insospettisce non poco.-.
Lisanna alzò appena il viso quel che bastava per poterlo guardare interrogativa.
-In che senso?-.
-Vedi, a Crocus circolano voci secondo le quali la stessa principessa, in quanto maga degli Spiriti Stellari, voglia combattere in prima linea, ma ovviamente le è vietato.-.
-E, anche se non le ho mai parlato, non mi ha mai dato l'impressione di essere una ragazzina viziata che fa di tutto per salvarsi, anzi, tutt'altro. E allora mi chiedo: perché ella stessa ha scritto di suo pugno quell'invito destinato a te?-.
Lisanna non parlò per un po'.
-...che cosa vuoi dire di preciso? Pensi che abbia un secondo scopo?-.
-È possibile.- Rispose Freed.
-Comunque le mie sono solo supposizioni.-.
Si rialzò e si avvicinò alla porta.
Prima di uscire, si voltò un'ultima volta verso Lisanna; la ragazza fissava assorta la pergamena sul letto.
-Hai due giorni di tempo per scegliere; dopo di ciò, me ne tornerò a Crocus, con o senza di te. Pensaci bene.-.
Aprì la porta.
-Un'ultima cosa: vedi di riprenderti presto. Sei una mia amica, mi dispiace vederti ridotta così. Ci vediamo, Lisanna.- E se ne andò.



-Uhm...-.
E.N.D. teneva gli occhi chiusi e tamburellava le dita sul poggiolo del trono su cui era seduto.
Sotto di lui, ai piedi della gradinata, Sayla era inginocchiata con il capo rivolto verso il basso e gli parlava con reverenza: -Master, il Cambiato numero 298 è stato inserito nella capsula. Io...-.
La sua voce si incrinò.
-...io so di averLe promesso una rigenerazione più rapida, ma le ferite erano più gravi del previsto e... e... temo che serviranno ancora altri giorni...-.
Strinse i pugni e deglutì amaramente.
-Accetterò qualunque Sua punizione.-.
Natsu sospirò esasperato.
-Ah, Sayla-chan, ti ho già detto che puoi darmi del tu; e poi stai tranquilla, non è che se sbagli qualche volta vuol dire che sei nei guai.-.
Vedendo che rimaneva immobile, girò gli occhi e disse: -Non ti do nessuna punizione.-.
Finalmente la ragazza si smosse, e rispose: -La... ti ringrazio, Master.-.
Tanto entro un giorno sarebbe tornata a dargli del lei, lui lo sapeva.
E.N.D. si sturò un orecchio.
-Mmm... e, dimmi, come va con gli altri?-.
Sayla non rispose per un po', infine disse: -La rigenerazione è molto lenta, le loro ferite erano mortali, soprattutto quelle di...- qui la sua voce si attenuò di nuovo: -...di Kyouka-sama.-.
Il demone si sentì avvampare dall'ira.
-Dannazione, non faccio in tempo a tornare in me che vi scopro tutti morti!-.
-Ci perdoni.- Supplicò mesta Sayla.
-No.- Natsu riaprì i suoi due occhi infuocati: -Non avete niente di cui farvi rimproverare. I nemici erano troppo forti.- abbozzò un sorriso: -Io lo so bene.-.
-E poi, sono io a doverti chiedere scusa.-.
Sayla sussultò e alzò lo sguardo.
-Master...-.
-Mi dispiace averti resuscitata prima degli altri, e avere messo te a rigenerarli.-.
-Se ora ti senti molto sola senza Kyouka, se ora soffri è solo colpa mia.-.
Sayla scosse la testa.
-Non dica così, Master. Ha solo fatto la cosa più giusta per il bene degli Etherias.-.
-Giusta? Ti sbagli, ho solo fatto ciò che andava fatto. Non ho mai avuto la presunzione di essere nel giusto. Non mi ha nemmeno mai interessato.-.
-E poi ricordati questo, Sayla-chan: io non sono un sovrano giusto, sono solo il demone più forte di tutti. Ancora non capisco perché mi abbiate scelto come Master...-.
Sayla non parlò, e Natsu tirò un lungo respiro.
-Beh, se non c'è altro, puoi andare.-.
-Sì, E.N.D.-sama.-.
Ancora con questo -sama...” Pensò sospirando.
Sayla si rialzò e uscì dalla stanza, lasciando il demone da solo; o almeno, così poteva sembrare.
-Vieni avanti, Zeref.-.
Dall'ombra emerse la figura dello stesso ragazzo con cui aveva conversato l'hanno prima.
-Solo “Zeref”?- Domandò con la solita aria beffarda.
-Valgo così poco per te?-.
Natsu appoggiò la testa sullo schienale del trono.
-È da un po' che non ci si vede.- Chiedergli dov'era stato era inutile, vallo a capire dove se ne andava: -Ricordi che l'altra volta ti ho detto che trovavo questo trono scomodo?-.
-Ricordo. Perché, hai forse cambiato idea?-.
-No, in realtà lo trovo ancora più scomodo di prima.-.
-E allora dimmi, perché lo usi ancora?- Domandò Zeref con quella che E.N.D. riconobbe essere una punta di sarcasmo.
-Questo trono era di Mard Geer.- Rispose Natsu: -E accidenti a lui che l'ha voluto così.-.
-A lui piacevano questo genere di cose: il trono, la sontuosità, il potere... A lui sì che piaceva comandare, e lo faceva anche bene...-.
-Sei ancora arrabbiato perché l'ho ucciso?-.
Natsu strinse le dita sul teschio che era il pomello del trono.
-Beh, mi sembra ovvio!-.
Respirò profondamente, non doveva perdere inutilmente la calma come al suo solito.
-Il fatto è che a me non è mai interessato tutto questo.- Riprese.
-Non sono mai stato fatto per dare ordini, li trovo molto noiosi. Sono un tipo impulsivo, io. Il solo motivo per cui ho accettato di diventare Master di Tartaros è che ai miei compagni serviva un punto di riferimento forte, vale a dire io, ma comunque ho sempre pensato che fosse Mard Geer il più adatto a tale ruolo. Eppure mi sono trovato in questa situazione, in cui devo comandare gli altri demoni e lottare contro la razza umana. Quindi sto cercando di sbrigarmela il più velocemente possibile, in modo da poter tornare a divertirmi sul serio.-.
-Per questo motivo uso questo trono scomodo: mi serve da promemoria per ricordarmi che prima vinco questa guerra prima posso abbandonare questo incarico... scomodo.-.
Socchiuse le palpebre, mettendo bene a fuoco gli occhi su Zeref.
-Quindi, dopo essere stato via per così tanto tempo, Mago Nero, vuoi dirmi qualcosa che possa realmente aiutarmi o mi farai solo perdere tempo?-.
Zeref continuò a guardarlo con il suo sorriso enigmatico.
-Raffredda i bollenti spiriti, Re dei Demoni. Vengo a comunicarti che l'impero di Alvarez non parteciperà a questa guerra.-.
Natsu sbuffò stizzito.
E io che speravo di poter divertirmi un poco contro di loro!”.
-Va bene, buono a sapersi. Posso offrirti qualcosa o te ne vai subito?-.
-Non preoccuparti, Demone Cremisi, tolgo subito il disturbo, così posso lasciarvi soli; siete davvero una bella coppia, tu e il tuo trono.-.
Natsu ghignò malefico.
-Sai, Zeref, una volta finita ho intenzione di combattere contro di te.-.
Zeref indietreggiò e tornò nell'oscurità.
A fissare E.N.D. rimasero solo un paio di penetranti occhi neri.
-Non vedo l'ora.- Disse la sua voce, prima che anche quella sparisse.
L'altro tirò un lungo sospiro, appoggiò la testa allo schienale e chiuse gli occhi per dormire un poco.
Non ci riuscì.
-Trono di merda.-.



Angolo dell'autore
Beeeeene, sono le nove di sera e mi metto ad aggiornare, devo essere proprio un genio.
Dunque, spero che il personaggio di Natsu/End vi piaccia, comunque ho intenzione di fare di lui e Sayla due protagonisti. Sì, avete capito bene, protagonisti. Riuscirò nell'intento? NO
Ma comunque vi avverto, il prossimo capitolo sarà incentrato su un unico personaggio, un'altra protagonista. Mamma mia qua piovono personaggi principali! Starò esagerando?
Non penso serva dire che, causa scuola, gli aggiornamenti saranno più lenti, tuttavia non temete! Non lascerò questo lavoro a metà! Ahahahahahah!
Buonanotte a tutti XP!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Jashin99