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Autore: EllynPhilips    14/09/2016    1 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le era sempre piaciuto lo sport, infatti fu felice di notare che, nel suo orario, dopo l'ora di inglese c'erano due ore di ginnastica.
Karlie, che aveva trascorso l'ora di inglese accanto a lei, aveva anche le ore seguenti in sua compagnia. Prisca non poteva desiderare di meglio. La ragazza era veramente dolce.
La tuta da ginnastica, che la scuola le aveva dato qualche giorno dopo l'inizio della scuola, era composta da una cannottiera nera con due righe rosa lungo i fianchi, un paio di pantaloncini neri sopra il ginocchio, anche essi con le righe ai fianchi, e, per quanto faceva più freddo, una felpa pesante.
Nello spogliatoio, pieno di ragazze, c'era anche Blanda, che, quando entrò la fulminò con lo sguardo, ma non le disse niente.
- Lasciala perdere. - disse Karlie indossando la maglietta. - E' solo una strega, si vede che è gelosa di te. Vorrebbe essere al posto tuo. -
“Nessuno vorrebbe essere al posto mio ” pensò lei. “Prova tu ad essere inseguita da dei vampiri vendicativi... Nemmeno lei avrebbe voluto esserci, e non avrebbe augurato a nessuno la sua situazione, nemmeno se era Blanda.
- Dai spogliati, che facciamo tardi! -
- Qui davanti a tutte? -
- Di che ti vergogni? -
Non si era mai spogliata rimanendo in biancheria intima davanti a qualcuno! Figurarsi davanti a delle sconosciute... Con Constant, quando erano insieme negli hotel, aveva sempre una maglietta, magari qualche volta per il caldo l'aveva tolta, ma lui dormiva, e lei era sotto le coperte. Non l aveva vista!
Prisca era un po incerta. Era tentata di andare in bagno a cambiarsi.
- Dai, è come essere in costume. - puntualizzò lei. - E non vuoi mica andare a cambiarti in bagno, vero? Blanda ti sta guardando, e se lo fai racconterà sicuramente qualcosa in giro per la scuola.-
- Non ci credo. -
- Oh, credici. Si diverte anche! -
Prisca sospirò e si tolse le scarpe, poi i pantaloncini, infilandosi quelli della tuta. Quando si tolse la maglietta, Karlie disse - Però! -
- Però, cosa? -
- Non sei messa mica male. Anche io vorrei riempire un reggiseno in quel modo! -
Prisca si infilò subito la cannottiera, arrossendo non poco. - Karlie! -
- Che c'è? E' vero! Capiscimi, ho una seconda scarsa. Se vuoi saperlo, - disse abbassando la voce - non l'ho ancora fatto con Sash perchè ho paura che possa prendermi in giro... Sai, lui è così bello, le sue ex anche, mentre io...- disse guardandosi. - Cioè, mi hai vista? Mi chiedo continuamente come possa stare con me. -
Lei la guardò come se fosse pazza. - Stai scherzando, vero? Karlie tu ti sottovaluti. Sei molto bella, e non sto scherzando. -
La guardò, un po incerta se crederle o no. - Davvero? -
- Davvero. -
- Però non ho nemmeno una seconda... - disse guardando in basso. - Questo non piace per niente ai ragazzi. - Si sedette sulla panchina, sconsolata. - Forse dovrei lasciarlo prima che mi chieda di farlo. -
Prisca si inginocchiò davanti a lei, posandole una mano sul ginocchio. - Non dirlo neanche per scherzo! So che se tu lo lasciassi, impazzirebbe. -
- Come lo sai? -
- Ho gli occhi. Vedo come ti guarda. - disse dolcemente. - Ti ama così tanto da sorprendere se stesso. Ogni volta che entri in una stanza ti punta gli occhi addosso, come l'altro giorno in biblioteca. Io c'ero, lui era seduto al tavolo a studiare con Frits, ti ha visto, ma non ti ha chiamata. E' stato tutto il tempo li a guardarti fino a che non te ne sei andata, solo per il gusto di osservarti tra gli scaffali pieni di libri. Come se avesse bisogno di imparare a memoria ogni tua singola mossa. Guarda ogni tuo gesto, guarda come parli, come ti tocchi i capelli. Quando ti guarda sembra che tutto il resto non ci sia. Ci sei solo tu, accanto a lui, con lui. E' come se fosse sotto incantesimo. Quando ti guarda, devi chiamarlo venti volte prima che ti presti attenzione! Si gira e ti chiede "Cosa?" come se si fosse accorto solo in quel momento di essersi distratto. Karlie, non pensare nemmeno per un secondo che tu non possa piacergli così come sei. Lui ti ama con tutto se stesso, è così palese... - terminò.
La ragazza la guardò, poi le si buttò tra le braccia. Finirono entrambe a terra, scoppiando a ridere. - Karlie uragano! - esclamò rialzandosi.
- Grazie. - le disse.
- Ti ho detto solo quello che vedo. -

Arrivarono alla pista di atletica in pochi minuti, il professore non c'era ancora. Dall'altra parte della pista, Prisca notò un gruppo di ragazzi, tra cui Firits e Sash e anche Constant.
Evidentemente anche Karlie si accorse di loro, perchè vide un sorriso illuminarle il volto. - Forse non dovrei pensarci troppo... Insomma, lui ha scelto me. -
- Esattamente. Buttati finché sei in tempo - le disse prima che la ragazza corresse da Sash, stampandogli un bacio sulla bocca. - Un giorno potrebbe essere troppo tardi. - sussurrò guardandola.
Si incamminò anche lei, per andare a salutare i ragazzi, ma soprattutto Constant. Negli ultimi giorno lo aveva visto poco, era sempre occupato, e la mattina Rey lo trascinava continuamente via. Non andavano nemmeno con la stessa macchina a scuola.
Rey aveva detto che erano meglio due macchine separate, e Prisca non aveva detto niente, anche se le era sembrato strano. Non le importava molto come andassero a scuola, ma il fatto di non riuscire a stare con lui come prima le importava eccome.
Si bloccò a pochi metri dai ragazzi, vedendo Rey correre verso di loro, arrivando dalla direzione opposta di Prisca. Con suo grande stupore, saltò in braccio a Constant, e lui, come se fosse una cosa che faceva tutti i giorni le circondò i fianchi facendola girare.
Frits, Karlie e Sash non sembrarono sorpresi. C'era qualcosa che non le avevano detto?
Si erano forse messi insieme? No, non era possibile. Constant le diceva tutto, le avrebbe detto anche quello. Non le avrebbe nascosto una cosa così importante, come il fatto che Prisca non fosse più l'unica persona della sua vita, ne la più importante.
O forse si?
Quando Constant si accorse di lei, Prisca stava ormai tornando indietro al gruppo delle ragazze, pronta per dare il massimo nella corsa.
- Ragazze, tutte qui! - urlò l'allenatrice, richiamandole.
Con la coda dell'occhio vide Rey e Karlie posizionarsi accanto a lei.
- Fate un giro di riscaldamento, poi facciamo una prova a tempo. Vediamo chi riesce a battere il record della signorina Werner! - esclamò tutta eccitata. - Il suo record è 2 minuti e 10.- disse - Werner, tu vai pure a correre con i ragazzi. Voi, intanto, riscaldatevi. -
Rey le salutò e raggiunse i ragazzi. A Prisca non sfuggì che si attaccò a Constant. Dopo un lentissimo giro di riscladamento, l'allenatrice urlò finalmente un "VIA!" e le ragazze partirono.
Prisca cercava di stare al loro passo, ma erano troppo lente.
Lei sapeva di essere avvantaggiata perché era un vampiro, e le dispiaceva un po, ma Rey non si era fatta problemi, e ne aveva approfittato. Chi era lei per non fare lo stesso? I quasi vampiri come lei, correvano più veloce degli umani, ma più lentamente dei vampiri già formati...Almeno, la maggior parte.
Prisca era un caso a parte...come in tutto del resto.
Quindi, doppiando tutte le ragazze, fece i tre giri di del campo di atletica in 2 minuti e 10 secondi.
Aveva preso il tempo con il suo orologio, e per essere sicura di non strafare troppo, aveva fatto lo stesso tempo di Rey. Alla fine del terzo giro, non era nemmeno stanca...In realtà non si era nemmeno impegnata.
- Keller! - le disse l'allenatrice raggiungendola. - Mi dispiace dirti che non sei riuscita a battere la signorina Werner, hai fatto esattamente il suo tempo. -
- Sarà per la prossima volta. - rispose Prisca fingendo di avere il fiatone.
- La prossima nella corsa, ti allenerai con i ragazzi. -
Prisca guardò alle spalle della professoressa. I suoi "amici" le stavano facendo i pollici in su, sorridendole. Rey era accanto al suo migliore amico.
- E' proprio necessario? -
- Non vorrai mica stare con queste lumache! - esclamò lei ridendo, e assestandole una pacca sulla spalla. Poi tornò a guardare le altre ragazze, che stavano facendo ancora il secondo giro.
- Accidenti Sommer, so che siete veloci, ma non avevo visto nessuna ragazza veloce come Rey! - esclamò Karlie raggiungendola un minuto dopo. - Ora mi lascerai anche tu durante gli allenamenti! -
- Solo nella corsa. - disse alzando le spalle.
- Keller, che aspetti? Raggiungi l'altro gruppo, e vai a fare gli ultimi due giri di corsa lenta. - le urlò l'allenatrice.
- Beh, ci vediamo dopo allora. - Salutò Karlie e andò dai suoi amici, che la stavano aspettando qualche metro più in la.
A metà cammino, tra i ragazzi e Karlie, non le sfuggì il suono di un qualcosa che volava velocemente nell'aria. Alzò la testa e la individuò. Era una palla da football che, dal campo accanto, era volata nel loro...e si stava dirigendo a tutta velocità addosso a Karlie!
Fu questione di secondi.
Vide Sash spalancare gli occhi preoccupato, iniziando a correre. Ma lui era troppo lontano.
Prisca di girò, e, prima che la palla potesse colpire in testa Karlie, fece un salto abbastanza alto da poterla intercettare anche a metri di distanza da Karlie.
La palla, che fermò con le mani, le colpì lo stomaco. Non fu molto piacevole. Nonostante il colpo, atterrò a terra con un elegante capriola.
Prisca era sicura che quella palla non fosse stata lanciata da un umano. Era troppo forte. Se Prisca non l'avesse presa, Karlie si sarebbe fatta sicuramente molto male.
Quando si rialzò, Sash stava abbracciando Karlie, chiedendole : "Tutto bene?"
- Certo che sto bene. La palla non mi ha nemmeno sfiorata. - disse scansandosi un po. - Sommer, tutto bene? - le chiese.
- Se per bene, intendi che sono ancora viva, si. - disse ridendo.
- Mi hai salvato la vita! - esclamò abbracciandola.
- Non esageriamo....-
- Karlie ha ragione, la palla è stata lanciata da uno di noi. Era troppo forte. - disse Constant, raggiungendole. - Stai bene? - continuò, guardandola preoccupato.
Poi arrivarono anche Frite e Rey. Rey la guardò e basta, posizionandosi, come sempre, accanto a Constant. Frits la prese tra le braccia, chiedendole anche lui se stesse bene.
- Vi ho detto che sto bene, ok? - disse scansandosi. - Finitela. -
- Non c'è bisogno che ti arrabbi. - le disse.
- Non sono arrabbiata per questo. - rispose guardando lui , Rey e Constant.
- Signorina Keller, sta bene? -
- Si allenatrice. La palla era lenta, non l'ha vista? -
- Menomale che l'ha presa prima facesse del male a qualcuno. -
- Già. -
- Bell'atterraggio, però. -
- La ringrazio. -
- Faceva per caso parte della squadra delle cheerleader nella sua vecchia scuola? -
- Ha indovinato! - disse, sperando di sembrare credibile. La verità era che non sapeva nemmeno che cosa fossero le cheerleader. - Se non le dispiace, andrei a riportare la palla nel campo da football, e poi andrei a cambiarmi. Mi fa un po male qua. - disse pigiando nel punto in cui aveva preso la botta.
- Ma certo! Signor Werner, l'accompagni. -
- Non ce n'è bisogno. - disse alzando le spalle. - Posso faecerla. -
- Non dica sciocchezze. - le disse ridendo. - Passi in infermeria a controllare che sia tutto apposto. -
Uscì dalla pista, seguita da Frits. - Come sai fare quelle cose? - le domandò mentre stavano andando nel campo accanto.
- Quali cose? -
- Quei salti, quegli atterraggi...A correre così veloce se non sei ancora del tutto un vampiro? -
- Anche tua sorella corre così veloce, eppure non lo è del tutto. -
- Si, ma lei non è capace di saltare in quel modo, ne di fare le capriole in aria! -
- Mi allenavo 5 ore al giorno, tutti i giorni. Tranne la domenica. -
- E come facevi a fare tutto? - chiese sorpreso.
- Non era un peso, mi piaceva farlo, e mi piace ancora. - disse alzando le spalle.
Quando arrivò al campo da football, l'allenatore che stava facendo correre i ragazzi la fermò. - Dove pensa di andare? - chiese, soffiando nel fischietto per dire ai ragazzi nel campo di smettere quello che stavano facendo.
- Devo restituire questo. - disse mostrandoglielo. - E' finito nel campo di atletica. -
- La ringrazio. - rispose, cercando di afferrare il pallone. Prisca tirò indietro la mano.
- Vorrei consegnarlo personalmente al ragazzo così dotato che l'ha lanciato di la. Era un tiro pazzesco! -
L'uomo sospirò. - E il numero cinque. - Indicò un ragazzo in mezzo al gruppo. - Faccia presto. -
- Ehi tu! Numero cinque! - gli urlò. Lui, e tutti i suoi compagni si girarono nella sua direzione. - Che c'è? - rispose.
- Bel lancio! -
- Grazie. -
- Questa è la tua palla. - Gliela lanciò mettendoci un po di forza, ma non troppa. Non voleva staccargli la testa.
Il ragazzo afferrò la palla, ma evidentemente pensò che l'avesse lanciata piano, perché il colpo lo fece cadere a terra, in mezzo alle risate dei suoi compagni.
- Numero cinque, stai più attento quando lanci qualcosa.- gli disse avvicinandosi a lui. - Se un altra palla finisce addosso a qualcuno nel campo accanto, la prossima volta tornerò qui. E non te lo consiglio. Il lancio che ti ho fatto non era neanche forte. - poi sorrise a tutti, salutandoli con la mano, e tornando da Frits, che la guardava divertito all'entrata del campo.
- Bella mossa, Keller! - esclamò ridendo e mettendole un braccio intorno alle spalle.
- Poteva fare del male a Karlie. - disse solo.
- Menomale che eri li vicina! Noi eravamo troppo lontani, anche Sash non ce l'avrebbe fatta. -
- Si, lo so. Ci ha provato almeno. -
- Già. - mormorò stringendola e dandole un bacio sulla fronte.
Prisca si staccò immediatamente.
- Perchè ti sposti? - domandò incuriosito.
- Non c'è bisogno che fai la scena anche adesso. Nel caso non te ne fossi accorto, non c'è nessuno.-
- Si, lo so ma...-
- Ma...? - lo incoraggiò.
- Non si sa mai. Magari qualcuno ci sta guardando anche adesso. -
- Come no! - disse alzando gli occhi al cielo. - Vado a cambiarmi. Te torna pure al campo. - ed entrò nello spogliatoio.

Quando uscì, Frits non c'era più. Forse aveva seguito il suo consiglio ed era tornato ad allenarsi con gli altri.
Così con la borsa in spalla, si avviò verso la scuola.
- Lo so che non mi hai dimenticata. - sentì dire da una ragazza, quando passò accanto alla torretta. Non era solo una ragazza, era Blanda. Sarà con il centesimo cretino che pensa di essere importante per lei.
Senza farsi problemi oltrepassò l'angolo della torretta, e rimase di sasso. Il ragazzo cretino, era proprio Frits. Era attaccato con la schiena al muro, e Blanda gli era praticamente spalmata addosso.
- Sei proprio un imbecille. - gli disse, scuotendo la testa. - E tu una troia, ma questo si sapeva. - e continuò a camminare per la sua strada.
Sentì dei passi correrle dietro. - Sommer! - Era Frits.
- Cosa c'è? -
- Non è come pensi. -
- Ah, no? -
- No, non è successo niente, davvero. -
- Pretendi che ti creda? - disse senza nemmeno guardarlo.
- Si! Perchè non è successo niente davvero. Mi si è avvicinata dicendo che secondo lei non stiamo insieme davvero. -
- Perchè? -
- Perchè beh...- disse grattandosi la testa. - Insomma...-
- Allora? -
- Non ci siamo mai baciati in pubblico. - disse finalmente.
- E questo che vorrebbe dire? -
- Lei dice che non stiamo veramente insieme perché non ci baciamo. - disse alzando le spalle. - E ha detto che se volevo poteva rimediare lei, e che tanto io non ti amavo perchè non l'avevo dimenticata. -
- I baci, per adesso, puoi scordarteli! - esclamò.
- Hai detto "per adesso". Questo mi fa sperare bene per il futuro!- disse ridendo.
A casa, avrebbe chiarito prima con lui, e poi con Constant.
Se quello che aveva intuito era vero, doveva dargli qualche spiegazione. E non perché non le andasse bene che si fosse trovato una ragazza, ma solo perché non glielo aveva detto! Infondo lei era la sua migliore amica!

Per farmi perdonare ho pubblicato due capitoli.
Spero vi piacciano.
Alla prossima,
Ellyn.
   
 
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