Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Zahlen    14/09/2016    0 recensioni
Sulla via del ritorno, l' autobus che portava indietro Li Shoaron ebbe un incidente. Lui muore.
Non riuscendo a sopraffare il dolore, Sakura va da Tomoyo, sperando che parlandole si sarebbe sentita meglio. Invece la sua amica ne approffitta per avvicinarsi a lei in modo più intimo. Benché non funzioni...
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shoujo-ai | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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« -Dici sul serio ? », disse Yuki stupito. « Ieri, appena tornata a casa, si è sveltamente tolta le scarpe, ha gettato la sua cartella contro il muro dell' ingresso, elle spedito il suo berretto per terro provando mentre provava a mirare all' appendiabiti e se n' è andato in camera sua senza dire parola, la testa abbassata e le lacrime alle code degli occhi. »

« -Esatto », ripose chiaramente Touya posando un bicchiere d' acqua quasi vuoto, «  e questo dura dalla notta scorsa. Rifiuta di uscire da sua stanza. Papà ha provato a chiederle quello che l' aveva reso così. Niente risposta. Infatti non è nemmeno riuscito a chiederle ; si è chiusa a chiave. L' ha chiamato più volte ma ha sentito soltanto mia sorella che stava piangiando. Credo che anch' io fossi ruiscito a sentirla benché fossi in cucina al piano di sotto. Insomma, mio padre non ha insistito ed è sceso con questo sorrisetto che mi fa incazzare quando penso a quel che sta succede laggiù. »

Infatti, da svariati giorni un sole oscuro risplendeva sulla casa della povera Sakura. Aveva avuto tanto male nel rinunciare completamente a Li Shaoran, il ragazzo che amava, morto nell' autobus che lo riportava a Hong Kong, ed ecco che Tomoyo, la sua migliore amica, aveva provato subdolamente in un attimo di debolezza. Da allora, non smetteva di pensare all' istante in cui le loro due bocche di giovani ragazze s' incontrarono e questo ricordo scattava in lei un flusso ininterrotto di lacrime e una stretta al cuore, l' organo che, dalla notte dei tempi, si addice al sentimento amoroso.

Touya, in quanto fratello preoccupato, invitò il suo amico da loro perché ne aspettava qualcosa. Sli era venuto in mente un piano per estrarre la piccola dalla sua tana : se non ci potevano avvicinarsi a Sakura né lui, né il padre ; sperava che Yuki lo poteva fare. Dopotutto, la sua sorellina lo ammirava da molti anni e ogni volta che piombava di sorpresa a casa dei Kinomoto il suo spirito era in festa. Però, ce la fece a stento a chiedere questo favore al suo compagno.

« -Ascolta, Yuki... », balbettò,« Io... Tu... Vorrei che... »

E quest' ultimo, come un indovino, finì la frase incompleta del suo collega.

« -Vorresti che vada a parlare a Sakura, sbaglio? »

Touya annuì con il capo, la faccia contratta per via di una tensione ritenuta a malapena. L' invitato dai capelli argentei e dagli occhiali dalle lenti rotonde ostentò il suo sorriso più bello si alzò, si voltò e si avviò verso le scale dando le spalle al fratello Kinomoto.

« -Cercherò di provare qualcosa. » Disse.

Il fratellone rimase seduto sul sofà del salotto, le braccia incrocciate e gli occhi chiusi, il suo volto esprimeva un' espressione di pietra come quello di consueto.


Nella sua camera dove i pupazzi si ammucchiavano sui mobili, la ragazzina che l' occupava aveva ritrovato la sua posizione sdraiata, rinnacchiata contro il lungo pelochon a forma di tubo. Non smetteva di visualizzare in mente la stessa scena : il suo primo bacio che aveva dato senza che l' avesse voluto. Tutt' ad un tratto, sentì che qualcuno bussava.

« -Sakura! » Urlò Yuki.

Per via di quest' invettiva, aprì gli occhi, travolta da uno shock che alimentò il mecanismo che faceva battere il suo cuore, il cui impazzì improvvisamente.


« -Sakura! », ripetté, « Sono io, Yuki. »

Fuori, piazzato sulla soglia, di fronte alla porta della stanza della fanciulla, continuava a supplicare preché gli rivolga una semplice parola.

« -Ho sentito dire che non sei uscita da tua stanza nelle ultime ventiquattro ore. Sai, sono preoccupato per te. Dai, di' qualcosa. »

E per tutta risposta percepì il tranquilizzante rumore di un saliscendi che girava. La porta si aprì e Sakura comparve. Indossava tuttora la sua divisa scolastica. Si gettò nelle braccia del giovane aduto, gli occhi e le guance, fradice di lacrime, rossi. I singhiozzi rotti risuonavano nel corridoio fino a Touya, sempre seduto nel salotto, che espirò un sospiro di soddisfazione, comprendendo che la speranza che che vedeva nel suo amico si era accertata.


L' adolescente entrò nella stanza della piccoletta che lo pregò, calmata, di sedersi sul letto. Le tende coprivano la finestra in modo a far penetrare poca luce nella camera nella quale il colore dei muri e gli animaletti di stoffa diffondevano un' atmosfera di felecità che né l' uno né l' altra provavano. Sakura si pose al fianco all' amico di suo fratello che non misi molto a domandare la il motivo che la spingeva a inzuppare le sue lenzuola e i suoi cuscini con il suo fluido corporale. Spegò della maniera più inprecisa possibile, ma non abbastanza perché capisca, quello che successe la viglia con Tomoyo.

« -È stata Tomoyo a fare questo? » disse Yuki stupito.

« -Sì. Adesso che ci penso, dev' esser per questo che non smette di registrarmi ovunque vada e qualsiasi cosa faccia. Ma perché così tanto, questo non lo capisco. Cosa potrebbe fare con tante video di me? »

Dopo un attimo di silenzio confuso, l' uno si fissarono gli occhi dell' altra che ricambiò con un' espressione ebete. Sakura s' immaginò una risposta che fece risalire le sue interiora fino alla sua trachea. Dovette mettere una mano sulla sua bocca per impedire a lei che vomiti davanti al suo confidente.

« -Oh...No... », mormorò. « Non mi dire che... »

Una nuova risalita di cibo in decomposizione scosse l' eroina, forzandola ad inarcarsi, sporgendo la sua fronte alle sue ginocchia, affinché la piccola parte della copiosa collazione che aveva mangiato la viglia, rimanesse all' interno del suo stomaco.

La nausea di Sakura si terminò.

« -Ascoltami, », le consigliò, « domani torni a scuola e va' a parlare con Tomoyo. Penso che abbiate entrambe bisogno di spiegarvi l' una a l' altra riguardo all' accaduto. Ti vuole tanto bene, non credo che voglia ferirti. Vedrai, tutto andrà per bene. »

E con le sue braccia protettive come ali d' angelo, avvinghiò la ragazzina pura che ricominciò la sua sinfonia di pianti.


L' indomani, alla prima mattina, la sveglia squillò e una mano sottile si abbettette sul pulsante. Era davvero incredibile, l' eterna dormitrice era già svgliata, vestita, pettinata, pronta. Anche il suo guardiano rimase sorpreso di una tale autonomia all' inizio della giornata. Scese i gradini della scala a tutto spiano e saluto raggiante suo padre e suo fratello. Poi inghiottì il pasto e filò infilare i suoi rollerblade per andare a scuola. La reazione del fratello si scattò appena sentì la porta sbattere. Restò a bocca aperta tenendo una tazza di caffè. Non immaginavo che la discuzione che aveva intrattenuto con Yuki l' avrebbe sollevata così tanto. Gli pareva assai strambo.

« -Non riesco a crederci. », disse.

« -Vedi? » formulò il padre. « Tutto si finisce per il meglio. Non bisogna preoccuparsi. »

« -È strano. C' è qualcosa che non fila in questa faccenda. »


Sakura arrivò nell' edificio e scattenò il suo programma abituale che consisteva nel sostituire il suo mezzo di trasporto preferito dalle piccole scarpe nere coi lacci. In seguito salì su per le scale e andò direttamente nell' aula. Ma non era per niente affollata. Erano presenti Rika che leggeva un libro sui lavori di cucito, Yamazaki che scriveva in un quaderno e pochi altri compagni. Purtroppo, quella che sperava trovare, ossia Tomoyo, non c' era. Pensò che si sarebbe fatta vedere tra poco e si sedette al suo banco. La porta scorrevole si aprì una vintina di volte prima dell' entrata del professor Terada, ma di Tomoyo neanche si vedeva l' ombra. Secondo le sue amiche non era venuta neanché la viglia. “Ma come mai non viene a scuola?” esclamò Sakura nella sua mente. “Lei è sempre qui.” Cos' era il meglio da fare? Preoccuparsene? Andare a trovarla da lei dopo le lezioni? Esitava.


In mezzo ad una vasta landa che soltanto un fiumetto tagliava, Tomoyo era sdraiata su una lunga tovaglia come di quelle che servivano per i pranzi fuori. Indossava solo un vestitino bianco e o suoi capelli correvano liberi. Gli occhi spalancati e lo sguardo triste, cantava. Ecco il testo che accompagnava la melodia suonata dagli elementi naturali:

« -Se sapesse qual' anima ferì

Lacrim del cuor se potesse vedervi

Se 'sto cuor pieno del suo pensiero

D' esprimerlo mantenesse il controllo

Cambiar così non fu stato possibile

Fier di nutrir la speranza che deluse

A tant' amore fu stata commossa

Se sapesse.»


Si formò un po' per riprendere fiato, ma in modo improvviso senti il suo nome che qualcuno pronunciava di modo sonoro affinché la destinataria la riceva. Si giro e vide Sakura, gli occhi brillanti per la felicità e il sorriso angelico disegnato sul volto, venirle incontro porgendo le braccia. Pure lei portava un vestitino corto bienco e i suoi capelli galleggiavano liberi. Tomoyo la colse al volo nelle braccia ma il peso della bambina era troppo elevato, quindi ricadde sulla tovaglia. Entrambe scoppiarono in risate, l' una contro l' altra.

Ma ad un tratto, Sakura scomparve a poco a poco, prima le gambe, poi la vita e infine il viso su cui un sorriso reggiava tutt' ora. Et lo scenario intorno a Tomoyo divenne un paesaggio infernale ; il cielo si tramutò in cenere, l' erba in fiamme, l' acqua in magma e la tovaglia su cui Tomoyo era piazzata in una gigante ragnatela.

« -Sakura! », urlava. « Sakura! Dove sei Sakura! Ti amo, rimani vicina a me! »

Mentre si lamentava per via della separazione con la sua amica, la ragnatela si strappò, il suolo si spaccò, il corrante traboccò e fu trascinata negli abissi del pianeta senza modo per risalire perché questo apenna volatilizzato in una nube di luce.

   
 
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