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Autore: k_Gio_    15/09/2016    6 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

 

Se fosse rimasto con quella smorfia sulla faccia le rughe gli avrebbero lasciato dei solchi difficili da mimetizzare. Ma era impossibile distendere quel cipiglio dopo aver visto quel tipo, Jeff, salutarla con quel bacio sulla fronte fin troppo intimo da parte di un ''amico'', come gli aveva detto Henry. Non era il modo di presentarsi alla sua porta, questo era evidente persino a lui ma non poteva farne a meno.
«Cosa ci fai qui Killian? E Bae? Gli è successo qualcosa?» fu felice che almeno che nei confronti di Bae la situazione era quella di sempre.
«Si, sta bene» e mentre lo diceva la vide voltarsi e riprendere quello che aveva interrotto, e sperò vivamente che quello che aveva interrotto era l'impacchettare cianfrusaglie e non altro. La scena dei due così vicini gli diede alla testa mantenendolo teso come una corda di violino «eravamo venuti per chiedervi di cenare insieme ma abbiamo visto Henry qui sotto con Elsa e una bambina e hanno chiesto se Bae poteva andare con loro e gli ho detto che andava bene» Emma annuì quasi distrattamente, mentre lui a quel totale disinteresse che lei gli mostrava non riusciva a mantenersi calmo.
«Emma, pensavo avessimo...chiarito...» non erano proprio quelle le parole giuste, alla fine lui si era comportato come uno stronzo e gli aveva raccontato la sua storia ma...ma alla fine era stato uno stronzo.
Emma infilò una lampada in una scatola e con tutta la calma serafica che poteva simulare nonostante ciò che si animava nel suo petto gli concesse «Ma infatti abbiamo chiarito, ti ho capito e ora non ci sono problemi. Giusto?» lo aveva guardato con la coda dell'occhio per assaporare l'effetto delle sue parole su di lui, e non ne rimase delusa. Lo vide irrigidirsi e abbassare lo sguardo.
Poté scorgere però i pugni serrati lungo la sua figura, sapeva che si stava tormentando e ne fu felice.
Stava alzando l'enorme scatola quando lui le pose una domanda a brucia pelo.
«Ci sei andata a letto» il timore in quelle poche parole trasparì nonostante la freddezza con cui erano state pronunciate.
E per l'ennesima volta fu costretta a interrompere  quel trasloco che di quel passo non sarebbe mai riuscita a finire. E stavolta si voltò per guardarlo in volto, pendendosi quegli attimi per scrutare tutte le emozioni che lo stavano attraversando «Non oggi» e continuò a fissarlo negli occhi.
La mascella di Killian si contrasse, i denti gli dolevano. Ma se lo meritava, chi era lui per essere geloso. Un cretino, ecco cos'era, perchè geloso lo era eccome e non poteva farne a meno.
Soddisfatta di quel risultato, liberò un piccolo sorriso vittorioso che però gli nascose. Erano entrambi colpevoli di qualcosa e infierire ulteriormente non avrebbe giovato a nessuno.
«Mi vuoi aiutare o resti impalato lì?»
Killian la seguì in silenzio anche se l'unica cosa che voleva fare  in quel momento era trovare Jeff e lasciargli un bell'occhio nero.
La aiutò a impilare scatole, chiuderle con nastro adesivo, a scrivere il loro contenuto e quando furono entrambi esausti ma ad un buon punto Emma gli fece cenno di seguirla in cucina. Non avevano aperto bocca se non per dire un ''cosa ci scrivo'' o un ''dove lo metto''. E ora ritrovarsi in un completo silenzio era snervante, loro zitti non c'erano mai stati!
Gli offrì una birra e lui parve sorpreso.
«Non le metto in bella vista per non farle vedere ad Henry» rispose a quella muta domanda. Lui annuì fissando la lattina.
«Dove vi trasferite?»
«Poco lontano da qui, una villetta carina, ha un giardino, diverse stanze e non ha vicini che si lamentano tutto il giorno!» disse alzando la voce sull'ultima affermazione per farsi udire dai suddetti vicini.
Lui sorrise, un sorriso che emanò calore e quando lei lo guardò per riflesso sorrise, il cuore pervaso da una felicità che le era mancata.
«Verremo a trovarvi. Cioè porterò Bae per farlo giocare con Henry poi leverò le tende» rettificò, gli occhi leggermente adombrati ma con un fievole sorriso a tirar su gli angoli della bocca.
Anche volendo non sarebbe potuta rimanere impassibile, quell'uomo significava qualcosa per lei, non era solo il bieco mezzo per arrivare alla verità, era di più.
Gli prese una mano e i loro occhi si alzarono all'unisono incontrandosi come non avevano più fatto da qualche tempo.
«Potrai venire anche tu. E poi chi pensi che mi aiuterà a portare questa roba nella nuova casa?!» domandò con fare ovvio e poi pensierosa aggiunse «Forse dovrei chiedere anche a Jeff, faremmo prima» e non completò la frase che senti la mano di lui stringere repentinamente la sua. Gli occhi ancora incollati a quelli dell'altro. Un sorriso sincero ma birichino sopraggiunse sulla bocca di lei «Sto scherzando» e gli accarezzò con il pollice il dorso della mano che lentamente si rilassò sotto il suo tocco.
Improvvisamente fattosi serio, Killian pronunciò forse le parole più difficili che mai aveva pronunciato dopo Milah.
«Emma, io non so cosa voglio ma so cosa non voglio. Non voglio non poterti più avere vicina, non voglio svegliarmi e pensare che non ti vedrò perchè sono stato un idiota, non voglio vederti con altri che non sia io...o i nostri figli» lei lo guardava impassibile e per lui fu un deja vu, «Ora sembrerò di sicuro uno scemo» sfoderò i suoi denti in un sorriso imbarazzato «ma ci tengo a te, a noi. E anche se ho una fottutissima paura di rimanere fregato come accadde con la madre di Bae io voglio provarci Emma, perchè io ti»
«No fermo».
Era sbiancato, le stava per svelare ciò che si celava nel suo cuore arrugginito e lei lo aveva interrotto. Forse aveva frainteso, lui per lei non era così importante o almeno non ci teneva così tanto a lui allora si che sarebbe sembrato un patetico scemo.
Ritirò la mano da quella di lei e scosse la testa come scusandosi «Scusami forse...ho sbagliato, scusami. Non avrei dovuto.»
Il labbro di Emma avrebbe sanguinato di li a poco, i denti lo stavano torturando in maniera morbosa. Ma non avrebbe potuto farlo continuare, aveva sperato in quelle sue parole, ci stava fantasticando negli ultimi tempi ma non era giusto nei suoi confronti. Sarebbe stata una carogna. Ora quei sentimenti dovevano rimanere a riposo finchè non si fosse risolta la faccenda. Poi si sarebbe parlato di amore...se ve ne fosse rimasto ovviamente, cosa che dubitava.
«No Killian, meglio se rimaniamo quello che avevamo concordato all'inizio» era poco convinta anche lei delle sue stesse parole, ognuna di esse usciva fuori a fatica « ora non possiamo essere altro».
«E' per quello che ho fatto, ok, lo capisco» la chioma bionda ondulò da destra a sinistra .
«Avevamo detto che eravamo liberi, nessun vincolo nei confronti dell'altro. Non hai fatto nulla di...scorretto» avrebbe riso per le cavolate che stava dicendo, un banale modo per auto convincersi che quella era l'unica verità a quel comportamento che non aveva accettato seppur capendolo.
«Emma mi prenderei a pugni da solo se sapessi per certo di farmi del male, ogni volta che penso a quello che ho fatto mi sento uno schifo  ma non posso cambiare il passato e rimedierò, in qualche modo» .
«Basta Killian, apprezzo davvero quello che stai dicendo ma non serve, non ce n'è bisogno» era stanca, di dover ripensare a quel momento in cui lui glielo aveva detto, stanca di combattere i suoi sentimenti che erano il riflesso di quelli di lui. Si alzò buttando la lattina e guardando fuori dalla finestra il paesaggio che tra qualche giorno non sarebbe più stato quello.
Lui era rimasto a pensare alle parole, quelle dette e quelle non dette.
«D'accordo allora io vado, fammi uno squillo quando devo venire a prendere Bae.».
La bionda annuì. Poi ricordandosi di una cosa lo fermò.
«Ovviamente quando vuoi potremo vederci anche noi due. Soli.» a cosa alludesse lo aveva capito subito.
Killian ora a pensare a quell'eventualità, averla solo per il gusto di farlo, gli fece salire la nausea.
Colpito.
Con quelle parole Emma aveva chiarito quanto potesse essere delusa da lui. Era diventato ciò che non voleva essere per lei. Qualcuno con cui divertirsi soltanto. Perchè era questo ciò che lui aveva messo in chiaro con il suo comportamento.
«Ciao Emma»
La porta che si chiudeva.
Emma si passò velocemente una mano sotto l'occhio destro. Era stata crudele, ma quel tradimento aveva fatto emergere  tutta la sua ira, ira che non aveva fatto capolino con Neal che se ne andava da casa. Era delusa. Lo era stata per Neal e lo era con Killian ora. La sua vita in fattore di uomini era una delusione continua.


 

«Vi siete divertiti oggi?»
Sdraiati nel letto di Henry, Emma lo teneva stretto in un abbraccio mentre con una mano gli accarezzava i capelli, come se fosse il bambino a doversi tranquillizzare.
«Si, è stato strabellissimo!» esultò contento, gli occhi che luccicavano di gioia risplendevano alla luce tenue dell'unica lampadina rimasta nella stanza.
Emma soffocò una risata tra i capelli mori del bimbo «Henry penso che quella parola non esista»
«Come no? Allora è stato superbellissimo»
«Va bene, ti sei divertito. C'erano tanti  animali?»
«Tantissimi! C'era anche un Kiwi! E lo sai, non era un frutto ma era un animale piccolo come una gallina ed era buffo» e rise divertito.
«Bae ha fatto amicizia con Grace?»
Henry tacque improvvisamente per poi dire «Si, sono diventati subito amici ma lei è più amica mia e gliel'ho detto!»
«Henry potete essere amici tutti e tre» lo riprese Emma.
«Ma infatti dopo che Grace ha detto che era vero e Bae ha detto quello che hai detto tu non ci sono stati più problemi» disse tranquillo mentre i suoi occhietti iniziavano ad offuscarsi «Eh già, avete detto...proprio...la stessa cosa...» era crollato senza nemmeno accorgersene, il suo ometto.
Emma sorrise e si prese altro tempo per coccolarselo, poi prese il suo cellulare per vedere le foto che Elsa gli aveva mandato e vedere i tre bambini contenti la fece addormentare con il sorriso sulle labbra.

 

«Hai combinato guai oggi papà?» Bae stava mangiando le ultime patatine rimaste nel sacchetto mentre fissava il padre che esausto crollava sul letto accanto a lui.
«Come sempre Bae, è davvero raro che non ne combini» le mani sugli occhi a voler rimuovere le cavolate fatte negli ultimi giorni. Pensò a suo figlio che era sicuramente meglio «Voi vi siete divertiti?»
«Si è stato divertente, Elsa e Grace sono tipe forti» posò il sacchetto sul comodino e si sistemò sul cuscino.
«Grace è l'amichetta di Henry vero»
«No, è amica di tutti e due adesso. Anche a lei piacciono le favole, un giorno posso portare il mio libro così gliele faccio vedere, posso?!» lo guardava trepidante.
«Ma certo ometto» gli scompigliò i capelli, l'ingenuità e la bontà d'animo dei bambini era qualcosa di impareggiabile...tra qualche anno sarebbero iniziate le prime gelosie e i battibecchi...ma ci avrebbe pensato più in là e a tempo debito.
Si addormentarono entrambi esausti.


 

E finalmente arrivò l'ultimo giorno in quella che per cinque anni era stata la loro casa. Emma organizzò una piccola festa d'addio, non era tipo da fare cose del genere ma lo aveva fatto per Henry che al pensiero di lasciare quella casa lo aveva rattristato.
All'appello c'erano :sua cugina Elsa, sua cugina Anna con il fidanzato Kristoff, Jefferson con la figlia Grace, Mary Margaret e il suo fidanzato David, che appena l'aveva vista si era iniziato a fare due domande, e ovviamente non potevano mancare Killian e Bae.
I tre piccoletti scorrazzarono l'intero pomeriggio per le stanze vuote dell'appartamento facendo capolino in cucina solo per mangiare qualche stuzzichino dai vassoi che avevano portato ciascuno degli ospiti. 
Tra conversazioni amabili e senza impegno gli occhi di Emma erano impegnati in un guarda e fuggi con quelli di Killian, che stava parlando con David e Mary Margaret a proposito di quanto fosse piccolo il mondo. Nessuno dei quattro in effetti si sarebbe aspettato che David fosse il fidanzato di Mary Margaret, che conosceva Emma che conosceva Killian che a sua volta conosceva David.
Killian ebbe modo anche di scambiare qualche parola con Elsa scoprendo che era la cugina di Emma, non che gli cambiasse qualcosa comunque. Trovò molto simpatico il fidanzato dell'altra cugina, Kristoff che legò molto anche con David.
Si poteva dire che erano una strana famiglia. E nelle famiglie qualche astio c'è sempre e in quel preciso nucleo le due pecore nere in lotta per il cuore di Emma non erano altri che Killian e Jefferson.
Inutile dire che agli occhi dei terzi le frecciatine poco amichevoli e le battutine lanciate per minare la quiete dell'altro divertivano come non mai. Emma non era dello stesso avviso e non nutriva lo stesso piacere a vederli bisticciare come due bambini. Ovviamente Bae ed Henry non si sarebbero comportati così, anche se ora che ci pensava, Grace avrebbe creato qualche problema in un prossimo futuro.
Nonostante ciò il pomeriggio passò tranquillamente, i bambini erano nella stanza di Henry a guardare il libro che Bae aveva portato e i due lo ascoltavano rapiti mentre il bambino narrava le storie illustrate con bellissimi disegni.
Emma, con un bicchiere pieno di un qualche liquido analcolico, si avviò verso il corridoio fermandosi sulla soglia della stanza in cui i bambini stavano giocando ignari della sua presenza. Si appoggiò allo stipite continuando a guardarli con un sorriso sereno stampato sulle labbra.
«Lo sai anche tu che quella ragazzina ci darà problemi come suo padre vero?» fece Killian, palesando la sua presenza accostandosi a lei.
In risposta ne ebbe lo svelarsi dei denti perfetti di lei prontamente nascosti dal bicchiere portato alle labbra.
«Ne sono consapevole Jones, e spero capiti il più lontano possibile»
«Già» sospirarono entrambi.
«Allora rimanete a cena?» gli domandò Emma voltandosi.
«Mi piacerebbe ma non penso di poter tollerare oltre il tuo amico» Killian non fece nulla per nascondere il suo fastidio nei confronti dell'uomo.
«Quindi preferisci lasciarmi sola con lui invece di rimanere ?!» fece sarcastica.
Lui contrasse la mascella a quella prospettiva. «Sai che ti dico, rimango.» sfoderò la sua faccia spavalda.
«Ma che bravo» e gli diede una pacca sulla spalla.
«Ehi Killian, mi ha chiamato Robin, abbiamo uno spettacolo stasera preparati che dobbiamo andare subito» poi voltandosi verso Emma «Mi dispiace Emma, ma il lavoro chiama.» e come se fossero stati amici di una vita la abbracciò.
«Oh, è stato un piacere anche per me David» rispose all'abbraccio un po' impacciata. Poi vide Mary Margaret dietro di lui e capì che sarebbe andata con lui.
«Ciao, ci sentiamo domani» e questa volta l'abbraccio fu sentito da entrambe.
«Ti aspetto al locale, ciao a tutti» salutò un'ultima volta l'uomo.
«Allora andiamo anche noi» fecero Anna e Kristoff insieme ad Elsa «Così vi riposate e domani sarete piene di forze per il trasloco» .
Si salutarono e anche loro se ne andarono.
«Immagino che sia ora di levare le tende, Grace saluta che andiamo» tornò in salotto per prendere la giacca e gli altri due adulti lo seguirono.
«Grazie Jeff per l'aiuto» e lo abbracciò, nessuna malizia solo tanta riconoscenza che però non riuscì ad attenuare il senso di irrequietezza che provò Killian.
«E' un piacere bionda, buonanotte. Se domani hai bisogno  chiama, sono sempre disponibile per te».
Grace le saltò alla vita stringendola ed Emma la prese al volo per non farla cadere. Quella bambina era adorabile ed Emma stravedeva per lei.
Si finirono di salutare e andarono via anche loro.
«Sono sempre disponibile per te»  scimmiottò Killian. Henry e Bae risero.
«Non te ne devi andare?!» chiese esasperata.
«D'accordo, d'accordo ci vediamo domattina qui sotto» e senza neanche doversi accordare con Emma su dove sarebbe rimasto Bae per la notte, salutò tutti con una mano e un sorriso divertito. Vederli insieme lo fece star bene con il mondo.





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Buon Giovedì! 
E buon rientro a chi oggi ha ricominciato scuola e per chi l'ha inziata in questa settimana :)
Capitolo tranquillo...certo lui le stava per dire che la ama ma Emma lo ha stroncato sul nascere,
 ma sono dettagli, povero Killian >.< .
Finalmente questo trasloco è concluso e ci stava bene una festicciola d'addio no?! Emma e Killian che sparlano della futura vita amorosa dei loro pargoli non sono adorabili?? ahahahahah 
Non so da voi com'è il tempo ma qui piove ed è un chiaro invito a tornare a letto sotto le coperte xD e probabilmente lo farò visto che oggi non ho nè lavoro nè impegni ahahahah ovviamente mi accompagnerà il mio telefono con cui leggerò tutte le ff in arretrato che davvero, in questi giorni non sono riuscita a leggere nulla >.<
Volevo dirvi qualcos'altro come al solito ma ormai è andato, sarà per la prossima.
Ringrazio come sempre chi mi lascia qualche parola e chi legge soltanto, e anche a chi inserisce la storia nelle varie categorie :) GRAZIE
Sperando che la storia continui a piacervi vi saluto augurandovi una buona giornata ;)
Alla prossima
Gio


 

 

  
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