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Autore: wingedangel    15/09/2016    2 recensioni
Evelyn è una semplice ragazza diciassettenne con una vita già abbastanza complicata. Ha perso la madre, vive con il fratellino Ryan e suo padre, che da quando la moglie è morta ha perso ogni voglia di vivere. Costretta a lavorare nei pomeriggi dopo la scuola per portare qualche soldo in più in casa, non ha bisogno di altri problemi nella sua vita. Ma questo è solo l'inizio...
Ora, ricordate Eva? Quella del serpente per intenderci. Bene, Evelyn la detesta. Ma non sa che quella storia la riguarda molto da vicino. Non sa di essere la reincarnazione di Eva. Non sa che al suo diciottesimo compleanno dovrà compiere una scelta. Non sa che il suo migliore amico è in realtà l'Arcangelo Michele inviato da Dio per proteggerla. Non sa che i demoni sono determinati a tentarla, o in alternativa ucciderla. Non sa che fare la scelta giusta non sarà semplice come sembra. Non sa di avere il destino dell'umanità sulle sue spalle.
Non sa nulla, ma sta per scoprirlo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Due
 

Come praticamente ogni giorno, dopo scuola mi recai a casa di mio zio. Dalla morte di mia madre vivere con il solo stipendio di mio padre cominciò a diventare difficile, così, quando nacque mio cugino, mio zio mi chiese di fargli da babysitter per qualche ora dopo la scuola. In questo modo riuscivo a portare a casa qualcosa in più, giusto per permetterci di vivere una vita dignitosa. Billie, il mio cuginetto, aveva ormai tre anni, ed era un piccolo vulcano perennemente attivo. Stavo da lui solo tre ore al giorno, ma ne uscivo ogni giorno stravolta. Intrattenere un bambino di tre anni che non ne voleva proprio sapere di mettersi buono di fronte alla tv era parecchio stancante, ma gli volevo bene, e uscivo da casa sua ogni volta con il sorriso.

Quel giorno avevo appena salutato mia zia, appena rientrata dal lavoro, e stavo uscendo dal cancello quando vidi Ashley appoggiata ad esso che mi aspettava.

«Ash?» chiesi, stupita.

«Ciao! Ho un disperato bisogno di shopping! Devo trovare un vestito per il mio compleanno, e immagino che anche tu non ce l'abbia ancora. Quindi che dici? Vieni con me?»

«Ma...»

«Niente ma! Non accetto un no!» mi disse sorridendo mentre mi trascinava via per un braccio.

«Ehi! Dovrei anche studiare oggi!»

Lei agitò la mano in aria, come a scacciare quel pensiero.

«Su, non fare la secchiona! Il mio compleanno sarà l'evento dell'anno, dovrai vestirti di conseguenza!»

Sospirai, quando Ashley decideva una cosa era praticamente impossibile dissuaderla, così non ci provai nemmeno e mi rassegnai volentieri a trascorrere il resto del pomeriggio tra un negozio e l'altro. In fin dei conti Ashley aveva ragione, la sua festa sarebbe stata davvero l'evento dell'anno, soprattutto in una cittadina in cui non succedeva mai niente.

I suoi genitori stavano divorziando, ed Ashley non aveva preso per niente bene la notizia, così, in uno dei tanti tentativi di farsi perdonare da lei, i suoi genitori le avevano organizzato una festa da favola per i suoi diciotto anni. Le avevano concesso ogni cosa lei potesse desiderare, così lei aveva deciso di fargliela pagare facendosi regalare una festa in un castello, a cui sarebbe stata invitata tutta la scuola, rigorosamente in abiti eleganti. « Se vogliono che li perdoni devono fare le cose per bene!» mi aveva detto qualche giorno prima, quando le avevo fatto notare l'egoismo che dimostrava con tale atteggiamento. Nonostante tutto però la capivo, sapevo che quell'atteggiamento arrogante era solo una maschera per celare il suo dolore. Ashley aveva sempre avuto un ottimo rapporto con entrambi i genitori, e la notizia di quel divorzio la faceva sentire nella condizione di dover scegliere da che parte stare. Se da una parte desiderava che i suoi genitori fossero felici, dall'altra non riusciva ad accettare che non potessero esserlo insieme.

«Ti sbrighi o no?» mi chiese, ridestandomi dai miei pensieri.

«Si, si, scusami!»

Così ci incamminammo verso il vicino centro commerciale. Due ore dopo Ashley stringeva tra le mani il suo nuovo vestito. Era in seta rosa, lungo fino ai piedi, senza spalline e con un corpetto attillato e una gonna morbida ma non troppo ampia. Io nel frattempo avevo solo sognato. Avevo provato diversi abiti, certo, ma tendevo a trovarci sempre qualche difetto, per un motivo piuttosto semplice, non potevo permettermeli. Lavoravo dopo la scuola per portare qualche soldo a casa, e a me in tasca non restava molto, di conseguenza non intendevo spendere tutti i miei risparmi per un abito che probabilmente avrei indossato una, massimo due volte nella vita. Sapevo che se l'avessi ammesso ad alta voce Ashley si sarebbe subito offerta di pagare il vestito al posto mio, ma non volevo che i suoi genitori dovessero accollarsi anche la spesa del mio vestito. Entrambi i suoi genitori avevano uno stipendio molto alto, sapevo che non sarebbe stato un problema per loro, ma le avevano appena organizzato una festa in un castello, non era giusto che Ashley gli chiedesse altro, per quanto fosse arrabbiata. Inoltre negli ultimi cinque anni avevo imparato a cavarmela da sola, a comprendere il valore del denaro, per questo motivo nonostante tutto volevo acquistare quel vestito con le mie sole finanze.

Stavo per perdere le speranze quando vidi un meraviglioso abito blu notte, decorato con diversi brillantini sul corpetto stretto e sulla gonna. Faceva bella mostra di sè nella vetrina di un negozio che aveva aperto da poco e che offriva abiti a noleggio. Inconsapevolmente sorrisi, mentre continuavo a guardarlo incantata.

«Ok, niente più scuse, ora entriamo e te lo provi.» Disse determinata Ashley.

Così la seguii all'interno del negozio e provai l'abito. Era davvero bellissimo, e noleggiandolo potevo permettermelo. Lo presi senza esitare, ed insieme ad Ashley uscii dal centro commerciale e tornai a casa. Si era fatto tardi e dovevo aiutare mio padre a preparare la cena, senza contare che dovevo anche trovare il tempo di mettermi a studiare.

 

Il sabato sera successivo, mentre mi preparavo per andare alla festa di Ash, ero un fascio di nervi. Io e Michele avevamo deciso di andare alla festa insieme, anche perchè lui era automunito, io ancora no. Naturalmente non c'erano secondi fini, ci stavamo andando come semplici amici, ma questo non mi aiutava a sentirmi più tranquilla, sapevo che quella sera non sarebbe cambiato niente tra di noi, eppure non riuscivo ad evitare di sperarci, nonostante sapessi bene che mettermi con il mio migliore amico sarebbe stata una pessima idea.

«Papà, hai preso tu il mio rossetto?» urlai dal bagno, mentre svuotavo la borsetta per cercare quel dannato cosmetico.

«Che vuoi che me ne faccia io del rossetto, scusa?» mi urlò lui in risposta.

«Trovato!» urlai, sollevando in aria il rossetto in segno di vittoria.

Mi resi subito conto di quanto il mio comportamento risultasse stupido e mi presi a schiaffi mentalmente. Dovevo smetterla di agitarmi, io e Michele eravamo solo semplici amici e doveva continuare ad essere così. Stavo ancora maledicendomi per la mia stupidità quando sentii suonare al campanello, controllai l'ora, era sicuramente Michele, puntuale come sempre.

«Vado io!» urlai a mio padre.

Scesi di corsa le scale rischiando di rompermi l'osso del collo, senza rendermi conto che indossavo solo un asciugamano e l'accappatoio che mi ero messa addosso appena finita la doccia.

Appena gli aprii la porta rimanemmo entrambi letteralmente a bocca aperta. Io l'avevo sempre visto vestito piuttosto sportivo, perciò rimasi a dir poco affascinata appena me lo trovai davanti con un semplice smoking nero, teneva la giacca scura aperta, mentre la camicia bianca metteva in risalto il suo torace muscoloso.

«Wow!» esclamai senza rendermene conto.

Notai il suo volto prendere colore, si era veramente emozionato per il mio complimento? A quel pensiero non riuscii a trattenere un sorriso.

«Ehm... tu vieni così?» disse.

Mi sentii improvvisamente avvampare appena mi resi conto del fatto che ero mezza nuda di fronte a lui. Ora capivo perchè era arrossito! Mi portai istintivamente le mani al volto, volevo sprofondare! Ma come avevo potuto dimenticarmi di vestirmi prima di andare ad aprire?

«Oddio, scusami! Non me ne ero accorta! Ora vado a vestirmi, tu entra pure, cinque minuti e sono pronta!» dissi, facendolo passare.

«Certo, cinque minuti, ti ci vorrà almeno mezz'ora!» commentò lui con un sorriso, per alleggerire la tensione.

Ridacchiai a mia volta poi mi fiondai in camera mia, indossai il vestito e le scarpe poi mi stirai i capelli. Dopo poco più di una mezz'oretta ero pronta. Raggiunsi Michele che chiacchierava con mio padre in cucina.

«Wow!» esclamò lui appena mi vide. «Sei davvero bellissima!»

Arrossì di colpo, ma il suo complimento mi aveva fatto davvero piacere. Sapevo che il vestito mi stava bene, ma mi resi conto che la sua opinione era l'unica che davvero contasse per me.

«Decisamente meglio dell'outifit precedente! Andiamo, dai!»

«Scemo!» sbottai.

Salimmo in macchina e partimmo per raggiungere il castello dove Ashley avrebbe tenuto la festa. Stavamo viaggiando da una decina di minuti quando sentì una voce chiamarmi.

«Eva.»

Ma che? Ero sola con Michele in macchina, eppure quella voce non sembrava la sua.

«Hai detto qualcosa?» gli chiesi.

«No, perchè?»

«Niente, mi era sembrato.»

«Eva» sentii di nuovo.

La voce non era la sua, questa volta ne ero sicura. La cosa assurda era che mi sembrava di sentire quella voce direttamente nella mia mente. Ma che mi stava succedendo? Mi voltai verso il finestrino, cercando di capire da dove provenisse quella voce. Mi spaventai quando riconobbi una figura umana sul ciglio della strada. Nel buio della notte non riuscii a riconoscere alcun lineamento del suo volto, sembrava essere fatta completamente di tenebra, ad eccezione di un paio di occhi luminosi completamente gialli. Ma che mi stava succedendo? Ero in macchina con Michele, vedevo il paesaggio fuori dalla macchina muoversi come sempre, eppure quella figura restava ferma davanti a me.

«Eva» sentii ancora.

Il cuore cominciò a martellarmi nel petto, ero terrorizzata, cosa mi stava succedendo? Perchè vedevo quella creatura davanti a me? Poi successe tutto in un momento. Improvvisamente vidi la figura scattare in avanti verso la macchina. Urlai spaventata e portai istintivamente le braccia davanti a me per proteggermi dall'impatto. Ma non successe nulla, sentii solo la cintura di sicurezza scattare mentre venivo spinta in avanti dalla brusca frenata di Michele.

«Che è successo?» chiese, preoccupato.

Il cuore continuava a battermi furiosamente nel petto, mi voltai lentamente verso il finestrino, aspettandomi di trovarmi davanti quella strana figura, ma niente, era sparita. Osservai a lungo gli alberi lungo la strada e il punto in cui l'avevo vista, ma non trovai alcuna traccia della sua esistenza. Possibile che fosse stata tutta un'illusione? Eppure mi era sembrato tutto così reale, perchè la mia mente mi faceva questi scherzi? Probabilmente stavo diventando pazza, perfetto...

«Stai bene?» mi chiese ancora Michele.

«S-si, non è nulla, tranquillo.» Dissi, mentre cercavo di calmare i battiti del mio cuore.

«Non sono tranquillo, ti sei messa ad urlare come se avessi visto un fantasma!»

Sospirai, ripensando alla scena e cercando di trovarci almeno un qualche senso logico, inutilmente.

«Beh, probabilmente è così. Ti sembrerà assurdo ma ho sentito una strana creatura dagli occhi gialli chiamarmi Eva, l'ho vista lanciarsi contro la macchina, ma poi è sparita. Assurdo, vero?» dissi, ridacchiando nervosa.

Michele però non rideva, si era improvvisamente irrigidito e guardava fuori dall'auto, probabilmente cercando la figura che gli avevo descritto. Ma che gli prendeva? Era chiaramente un brutto scherzo della mia immaginazione, come poteva essere altrimenti?

«Ehi, non è nulla dai, sarà stata solo una specie di illusione, probabilmente sto solo diventando pazza.»

La sua reazione mi spiazzò. Si tolse la cintura e mi abbracciò, appoggiò le sue mani calde sulla mia schiena e mi strinse forte a sè, mentre sentivo uno strano calore irradiarsi dalle sue mani in tutto il mio corpo. Ma che stava succedendo? Come mai il mio migliore amico si stava trasformando in una stufa umana? Probabilmente ero ancora sconvolta dalla visione di quella strana figura, oppure stavo davvero impazzendo.

«Non sei pazza, io ti credo. Ma non aver paura, andrà tutto bene.»

Non capivo come poteva credermi se io per prima non riuscivo a farlo, ma tra le sue braccia sentii la paura scivolare via e lasciare spazio ad una calma e serenità che non provavo da molto tempo. Come sempre Michele riusciva a farmi star meglio con un semplice abbraccio, ed era sempre pronto ad aiutarmi in qualunque momento. Era davvero un angelo.

«Stai meglio?»

«Si, grazie Michele.»

«Ora sarà meglio andare, Ashley ci starà dando per dispersi.»

A malincuore mi staccai dal suo abbraccio e ripartimmo, dopo una ventina di minuti finalmente arrivammo al castello, senza ulteriori intoppi, anche se durante il viaggio tenevo spesso d'occhio la situazione fuori dal finestrino. Nonostante tutto, sentivo che quello che era successo era troppo strano perchè fosse solo uno scherzo della mia immaginazione.

Quando scendemmo dalla macchina Michele si avvicinò subito a me, e mentre ci dirigevamo verso l'ingresso del castello notai che continuava a guardarsi intorno, quasi si aspettasse che qualcuno saltasse fuori per rapinarci.

«Ehi, che c'è? Te l'ho già detto, era solo un'illusione, probabilmente mi ero appisolata un momento in macchina e ho sognato tutto. Non dargli peso.»

Lui annuì, poco convinto. Ma che gli prendeva? Perchè reagiva così? Era soltanto un'illusione! Oppure no? Vederlo così preoccupato mi fece pensare che forse anche lui aveva visto quella strana figura, che fosse successo davvero? No, non era possibile, Michele era solo troppo ansioso, perchè se quella figura fosse esistita veramente ci sarebbe stato davvero da aver paura. Io invece avevo bisogno del contrario, avevo bisogno di dimenticare quell'incubo e godermi la festa della mia migliore amica, non potevo permettere ad una stupida allucinazione di condizionarmi. Avevo già abbastanza problemi, senza che altre stranezze venissero a complicarmi la vita.


 


CANTUCCIO AUTRICE:

Arieccomi!

Siamo solo al secondo capitolo e già incasino la mente della nostra protagonista, scusa Evelyn!

Evelyn: scusa un corno! Sei una str...!

Ok ok... sorvoliamo, allora, che ne dite di questo capitolo? Abbiamo conosciuto meglio Evelyn e sono cominciate ad accadere cose strane... chi sarà quella strana figura? E perchè Michele è diventato una 'stufa umana'? Stay tuned e lo scoprirete... molto più avanti.

A presto,

Wingedangel.

   
 
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