Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: NeroNoctis    15/09/2016    2 recensioni
Jimmy è quello che la società definisce come pazzo, disadattato e persona da evitare. Convive da sempre con una voce nella sua testa, voce che lo fa impazzire e lo spinge a commettere azioni deplorevoli. In un contesto fatto di sesso, droga,violenza ed omicidi apparentemente slegati tra loro, dove Jimmy è vittima e nemico di sé stesso, riuscirà a prendere in mano la sua vita ed uscire dal casino in cui vive?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per me è sempre stato un mistero perché gli uomini si sentano onorati quando impongono delle umiliazioni a propri simili.
- Mahatma Gandhi


Le cose quella sera stavano prendendo una piega decisamente strana: prima il tentato omicidio del dottor Jensen che, ovviamente non per caso, si era rivelato il padre di quella ragazza di cui Jimmy ignorava sempre il nome, quella che giaceva ancora immersa nel suo stesso sangue, nella camera del ragazzo, circondata da tutto quello che poteva descrivere l'animo di Jimmy. 
Chissà, forse anche l'essere un assassino -consapevolmente o meno- era un suo lato.

Successivamente l'incontro sul ponte con Lydia, incontro tra un omicida e una quasi suicida. Forse il destino stava semplicemente prendendosi beffe del ragazzo, dopotutto non era la prima volta che lo faceva, insomma, chi nasce con una voce nella testa che ti parla, parla e parla fino a farti impazzire? Una voce, un sussurro così assordante che ti spinge a far cose... il più delle volte orribili. 

Forse quella voce nella testa era semplicemente frutto della sua immaginazione, del suo subconscio? Era lui a volere quelle cose? No, impossibile, dopotutto non sapeva neanche l'esistenza di quei dottori che secondo "il volere del mondo" dovevano morire, per quale motivo poi? O forse quella voce era solo un'entità malvagia che lo spingeva a fare cose deplorevoli? No, troppa fantascienza Jimmy.
Disturbo di personalità multipla? Dopotutto i sintomi erano molto simili... se non uguali. No, non poteva essere malato, doveva essere qualcos'altro.

Immerso in tutti quei pensieri, fortunatamente pensieri che aveva da solo, senza sentire quell'altra voce, Jimmy non si accorse nemmeno che Lydia lo stava fissando. Si trovavano in camera di lei, qualcosa di così luminoso e candido che il ragazzo non pensava neanche potesse esistere: muri completamente bianchi con qualche disegno stilizzato di alberi, mensole con qualche piantina bonsai, una libreria colma di libri e un tappeto giallo a decorare il tutto. Il letto era immacolato, con una coperta bianca sopra e due cuscini dello stesso colore mentre sulla sinistra, esattamente tra il letto e la porta d'ingresso, faceva capolino una scrivania di legno... qualche tipo di legno, con sopra un portatile, una lampada e qualche cianfrusaglia qua e là. Jimmy rise al pensiero che nelle camere delle ragazze in cui era entrato, nella scrivania erano presenti anche fazzolettini e oggetti dalla forma "particolare" con cui passere serate di solitudine e piacere.

«Cos'è questa faccia? Non sei mai stato nella camera di una ragazza?» chiese Lydia, accennando un sorriso ma finendo col fare una faccia buffa e impacciata. Se doveva essere sincera lei non era molto abituata ad avere ragazzi in camera e quando succedeva, beh, finiva tutto in rete.
«Non nella camera di qualcuno come te» rispose Jimmy, avvicinandosi alla libreria e osservando con uno sguardo indagatore quei misteriosi libri di fronte a lui. Alcuni autori li conosceva per colpa delle frasi poetiche nelle immagini del profilo di svariate ragazze su Facebook, mentre altri gli erano totalmente ignoti. Osservò diversi titoli, tra cui: Racconto di due città, Orgoglio e Pregiudizio, Cime Tempestose e Jane Eyre.

«Cos'ha che non va la mia camera?» 
«Beh, questo per iniziare» Jimmy afferrò una copia di Piccole Donne, mostrandola alla ragazza che scoppiò a ridere.
«Mi stai dicendo che non conosci Piccole Donne?» chiese la ragazza avvicinandosi a Jimmy con le mani dietro la schiena, quasi saltellando tra un passo e l'altro.
«Non conosco nulla di quello che tieni in questa libreria» rispose lui, posando con aria disgustata quel romanzo, che sapeva di vecchio, antico. Si chiese se fosse finito per sbaglio in un museo letterario invece che in una camera di una ragazza.

«Poi quant'è stupido il titolo Piccole Donne?» aggiunse, con aria seria. Non che avesse altre arie, in quella stanza. O forse nella vita in generale.
«Ma è una bellissima storia! Queste quattro povere sorelle, che attraversano le difficoltà della vita... mi stai ascoltando?»
Jimmy era intento a fissare l'albero disegnato sul muro, per poi fare un cenno positivo con la testa. «Andiamo, citami un titolo migliore di Piccole Donne»
«Wake me up when September ends» rispose, deciso.
«La canzone dei Green Day?»
«Allora non sei così noiosa come pensavo»
«Tutti hanno il loro lato nascosto!» rispose lei, con un sorriso, mentre il suono di una notifica dal computer la spinse in quella direzione in modo molto meccanico. Una volta sedutasi alla scrivania, rimase in silenzio per un periodo di tempo indefinito, cosa che spinse Jimmy ad avvicinarsi a lei e assicurarsi che era tutto a posto, ma evidentemente non era così.

Sullo schermo del computer vi era un post in bella vista, uno screen del video incriminato con un tag che recitava "Lydia la puttana incontra Frank l'impalatore"
Il ragazzo notò il viso di Lydia rigarsi di silenziose lacrime, mentre lo sguardo di lei era perso in quei pixel, come se stesse annegando in un abisso oscuro senza via d'uscita. Jimmy non seppe bene perché, ma afferrò il cellullare ed inviò un messaggio a Frank, per poi uscire dalla stanza e dalla casa di Lydia, senza dire una parola.



Passarono diverse ore e il sole stava ormai sorgendo. Il ponte, luogo d'incontro del gruppo di Jimmy, era ancora vuoto, con un atmosfera che avrebbe fatto invidia a qualsiasi posto. Era davvero bello, secondo i canoni del ragazzo. 
Jimmy aveva sistemato un paio di attrezzature vicino ad un barile adibito a falò, per poi sedersi ad aspettare. Aveva acceso una sigaretta, aspirando ed assaporando il gusto di quel fumo che arrivava fin dentro ai polmoni, mentre i raggi del sole gli illuminavano il viso pallido e contornato dalla matita. 
Non sapeva perché si sentiva in quel modo, ma vedere Lydia piangere in silenzio per qualcosa che aveva fatto nella sua intimità, convinta che quel Frank fosse un bravo ragazzo per poi finire drogata e filmata, l'aveva fatto sentire strano. 

La cosa peggiore era che anche lui aveva visto e aveva riso per quel video, quindi cos'erano? Sensi di colpa? 
L'ultima persona per cui si era davvero preoccupato era la sua ex e dopo diverse delusioni e un cuore spezzato, aveva giurato su tutto quello che di più caro che non si sarebbe mai più preoccupato di nessuna persona, soprattutto se quella persona fosse stata di sesso femminile. Ma la vita, evidentemente, aveva in serbo delle sorprese.

Mentre buttava sul freddo terreno la cenere della sigaretta, sentì dei passi alle sue spalle, cosa che lo fece voltare. Riconobbe Frank, il ragazzo che aveva drogato Lydia, il ragazzo che aveva venduto quel video porno a cinque dollari e quel ragazzo che aveva iniziato quella campagna umiliante e denigratoria nei confronti della povera malcapitata, spingendola al suicidio, gesto fortunatamente evitato.
Frank indossava una bandana bianca con disegni neri, una maglietta larga verde e un paio di jeans bianchi. Aveva gli occhi divertiti e Jimmy si chiese come mai Lydia si fosse interessata a lui, ma adesso non era il momento per speculare.

«Ehy Jimmy» esclamò lui, non ricevendo nessuna risposta. Il ragazzo si alzò, tenendo la sigaretta tra le labbra e tirò un pugno in pieno viso a Frank, che cadde a terra di spalle e imprecando diverse cose. Jimmy si scaraventò su di lui, colpendolo ripetutamente per poi spegnergli la sigaretta sulla guancia, cosa che fece urlare ancor di più il ragazzo. 

Jimmy recuperò poi delle corde, legando mani e piedi di Frank in modo che non si potesse muovere, in nodi così poderosi e stretti che al minimo movimento il ragazzo sarebbe finito per sanguinare, mentre con del nastro isolante aveva chiuso la bocca della vittima. Posizionò poi un cellulare su un treppiedi, quello che si usava in genere per le videocamere, e premette il tasto della diretta Facebook. La cosa particolare era che il profilo su cui era impostato quel cellulare era quello di Frank, così la diretta era trasmessa da lui in persona.

Jimmy indossò anche una maglietta intorno al viso, così da apparire completamente irriconoscibile, per poi recuperare un coltello a serramanico e avvicinarlo al volto di Frank, che si dimenava come non mai, mentre tutti stavano visionando quella scena. Jimmy iniziò a tagliare via i vestiti del tipo, lasciandolo completamente nudo e con le parti intime a favore di camera. Fece qualche passo, poi sferrò un calcio proprio sui genitali del ragazzo, che riuscì ad urlare talmente forte da superare persino l'ostacolo del nastro isolante sulla bocca. Era un miracolo che fosse ancora cosciente.

«Adesso tagliamo via questo uccellino» sussurrò Jimmy all'orecchio di Frank, che iniziò a dimenarsi più di prima. Jimmy si avvicinò verso una borsa frigorifera, recuperando del ghiaccio e posizionandolo per qualche minuto tra le gambe di Frank, per poi armeggiare con il coltello proprio in quel posto. Passarono diversi minuti, poi Jimmy si allontanò, ma il coltello era pulito e le parti intime di Frank erano al proprio posto, ma questo non bastò per evitare alla vittima di farsela letteralmente addosso, in diretta.

Jimmy ne approfittò per recuperare un panno, immergerlo in quel liquido dorato e gettarlo sulla faccia di Frank, che iniziò a singhiozzare. Successivamente si avvicinò alla telecamera, dicendo con voce camuffata «Fate sparire quel video, o verrò a prendervi. Ognuno di voi. So chi siete, chi frequentate. Io so tutto» 
Jimmy sparì dalla visuale, lasciando la diretta fissa sul corpo martoriato ed umiliato di Frank.



Il ragazzo battè diverse volte le palpebre, sentendo sotto le sue dita il freddo tocco dei tasti di un pianoforte. Si guardò intorno, notando Lydia che lo osservava con aria interrogativa. «Non sapevo sapessi suonare il piano» esclamò lei, continuando a guardarlo confusa.
«Io non so suonare il piano...» rispose lui, visibilmente spaesato. Un attimo prima stava torturando Frank e adesso... cosa ci faceva lì?
«E non sapevo neanche ti chiamassi Jack» aggiunse poi la ragazza.
«Jack? Io mi chiamo Jimmy, lo sai»
«Hai detto di chiamarti Jack mentre suonavi, non ricordi?»
Prima che Jimmy potesse rispondere, il suo cellulare vibrò, mostrando due sms con allegate due foto. Mittente? Jimmy.

Le foto mostravano il Dottor Jensen privo di vita, mentre sul muro faceva capolino la lettera J scritta col sangue. Il secondo messaggio mostrava la stessa identica scena, ma stavolta la vittima era un altro dottore, e la lettera insanguinata stavolta era la A
J ed A, due dottori morti su quattro. Le restanti lettere sarebbero state forse la C e la K?
«Vedi mio caro Jimmy, il volere del mondo si sta realizzando. E nulla mi fermerà. Nulla ci fermerà. Me e te. Jack e Jimmy»
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: NeroNoctis