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Autore: addict_with_a_pen    15/09/2016    3 recensioni
Frank è profondamente innamorato di Gerard, così come Gerard è incondizionatamente innamorato del suo Frank, non potrebbe essere altrimenti. Come dice sempre Mikey “siete peggio della colla voi due” e ha ragione, ha assolutamente ragione. Frank non riesce proprio ad immaginarsi una vita senza Gerard, sai che rottura sarebbe?
No, Frank non riesce proprio ad immaginarsi una vita senza quel rimbambito...
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Giorno Amore. Dormito bene?” Ma, come oramai succede da mesi, Gerard non apre bocca.
“Sì, io tutto bene, grazie per averlo chiesto.” Dice Frank tirando le tende ed illuminando perciò l’intera stanza. Quando si volta verso il letto dove è sdraiato Gerard, il suo Gerard, non può far altro che sospirare e sentire il suo cuore stringersi e appesantirsi. Sono stati i cinque mesi più duri di tutta la sua vita, non riesce davvero a ricordare un periodo più cupo di questo, poichè oramai la sua vita era diventata Gerard, il prendersi cura di lui e della casa, così che questi giorni sono stati solo un grande e buio buco nero di tristezza.
“Sei bellissimo oggi, lo sai Gee?” Dice chinandosi verso il corpo di suo marito, per poi dargli un piccolo bacio sulla fronte e accarezzargli i capelli rossi sbiaditi. Sorride amaramente nell’ammirare quanto bello sia, considerandosi l’uomo più fortunato del mondo per aver avuto l’onore di sposare la persona più meravigliosa che esista al mondo.
“Sai, il medico oggi mi ha fatto il culo...” dice trattenendo una risata e accomodandosi su una sedia accanto al letto “Dice che devo mangiare, si lamenta di continuo dicendo che se mangiassi allora smetterei di svenire, ma non mi va proprio di mangiare, lo sai Amore? Non riesco a mettere piede in cucina, mi ricorda te, vedo la tua figura indaffarata a cucinare in ogni angolo, ma lui non vuole capire...” sospira “Ha detto che non può fare più niente per me se non collaboro e che già sono sottopeso, ma ancora una volta non vuole capire che non me ne frega un cazzo del cibo, delle medicine o della vita in generale.”
A questo punto si alza, cercando di trattenere le lacrime; non vuole piangere davanti a Gerard, non vuole renderlo triste, poichè lui è profondamente convinto che possa sentirlo, capirlo, amarlo... Esiste questa teoria secondo cui le persone in coma possano comunque sentire e ‘vedere’ tutto quello che gli accade attorno e Frank, forse più per disperazione, crede con tutto se stesso che Gerard possa percepire che lui è lì, che gli sta parlando e che sente terribilmente la sua mancanza...
“Come posso mangiare ancora se non sei tu a cucinare...?” dice in un sussurro, voltandosi verso la finestra e dando perciò le spalle al letto “Ti ricordi quanto ti faceva incazzare quando ti davo della ‘brava ed ubbidiente donnina di casa’? Non è colpa mia se ogni volta che decidevi che era il momento di cucinare tiravi fuori quel grembiule ricoperto di fiori e cuori, quell’ammasso di rosa e rosso” ridacchia “Eri ridicolmente adorabile con quel grembiule addosso, lo sai piccolo?” Ma, come sempre, non giunge nessuna risposta.
“Ti saluta Mikey. Ha detto che gli dispiace ma oggi non può passare perchè lavora fino a tardi.” Ritorna verso il letto per fare un’ultima carezza al volto addormentato di Gerard. A volte gli sembra addirittura di star per dimenticare il suono della sua voce, della sua risata, e questa cosa lo terrorizza. È forse questo il motivo principale della sua insonnia e del suo digiuno, la paura di non poter mai più sentire la voce del suo Amore.
“Signore, scusi, ma l’orario delle visite è finito, mi spiace ma deve andarsene.” Dice un’infermiera comparsa improvvisamente sulla porta, così che Frank si asciuga in fretta una lacrima scesa sul suo volto senza consenso e le rivolge un sorrisino veloce.
“Mi lasci due minuti per salutarlo...”
“Certo, faccia pure.” E se ne va, molto probabilmente pensando che sia pazzo, dato che salutare Gerard è totalmente inutile da oramai cinque mesi.
“Loro pensano che io sia pazzo, lo sai Gee? Pensano che tu non possa sentirmi, ma sono loro ad essere pazzi, perchè io sono sicuro che tu mi senti, che sai esattamente che io ora sono qui, con te...” un’altra lacrima scende rapida sulla sua guancia magra “Ti amo...”
Detto questo, esce dalla stanza, veloce e senza guardarsi indietro, diretto verso ‘casa’. Non riesce più a considerare casa quelle quattro mura, non riesce nemmeno più a considerarsi ‘Frank’ senza Gerard accanto, con quella risata dolce e i suoi baci delicati... Ma come diavolo si è ridotto? Magro quanto un malato terminale, sotto ansiolitici e, se continua così, tra poco pure antidepressivi, con due enormi borse perenni sotto gli occhi e vestito come un barbone, poichè che senso ha curarsi ormai?
Entra in macchina, chiude la portiera, si allaccia la cintura e comincia a piangere.
Non si riconosce più, sembra essere pure lui, come il suo Gerard, entrato in un buio e triste coma, senza risveglio, via d’uscita, scampo...
*****
“Gee, ti prego. So che puoi sentirmi...” ma, neanche a dirlo, dalla bocca di Gerard non esce nemmeno un suono “Parlami...”
Le cose sono andate così: dopo altri tre mesi e mezzo di quell’inferno, Mikey se n’era uscito con un ‘si è mosso!’ che aveva fatto schizzare Frank in auto e correre all’ospedale, dove però vi aveva trovato il solito letto freddo con il solito corpo addormentato di suo marito.
Inutile dire che ogni giorno speso in quella stanza si era rivelato un fallimento, poichè Gerard non ha davvero la minima intenzione di aprire i suoi bellissimi occhi.
“Gee ti scongiuro... I-Io non ce la faccio più, non credo di potercela fare ad andare avanti così...” si lascia scappare un songhiozzo di pianto “Lo psicologo continua ad insistere sul fatto che bisogna prendere in considerazione tutte le ipotesi, le soluzioni, se così si possono chiamare, ma sebbene una sia bella, le altre fanno davvero cagare...” altro singhiozzo “Non posso soltanto prendere in considerazione l’idea che ti sveglierai tra anni o, peggio ancora, che non ti sveglierai mai. I-Io non sono forte Amore, dicevi sempre che ero la tua forza, il tuo coraggio, quella cosa che ti spingeva ad andare avanti anche quando non c’erano ragioni per farlo, e-e lo stesso eri tu per me, sei tu per me...” Si blocca per abbandonarsi ad un grande e disperato pianto.
Frank non piange spesso, in genere le volte in cui si concede di piangere sono rare, sono solo a causa di avvenimenti davvero straordinari, cose che lo scombussolano profondamente a livello emotivo e sentimentale. L’ultima volta in cui si era permesso di piangere era stato a causa della morte di suo padre, circa tre anni fa; aveva pianto per giorni, non osando mettere piede fuori casa e non rivolgendo la parola a nessuno. Aveva ricominciato a comunicare con il mondo esterno solo dopo che Gerard non aveva fatto altro che baciarlo, abbracciarlo, fargli complimenti e coccolarlo durante la notte per un’intera settimana, risollevandolo da terra e tirandolo fuori dal suo buco di tristezza, ma ora, ora che il suo Gee è perennemente addormentato da otto mesi, come può smettere di piangere?
“Io ti aspetto Amore, io sono qui ad aspettarti ma, ti prego, cerca di tornare in fretta...” Sussurra per poi posare un bacio leggero sulle labbra fredde di Gerard.
Dopo aver ammirato per il tempo che ritiene opportuno la bellezza di suo marito, si alza e va a raggomitolarsi sulla poltrona vicino alla finestra, unico posto dove può trovare un minimo di pace e conforto. Da dopo l’incidente non vi è stata una singola notte in cui sia riuscito a chiudere occhio, a riposare bene, poichè il letto non può che apparirgli come qualcosa di crudele, come un pezzo di marmo freddo e senza conforto, non può che avere incubi ogni volta che prova a sdraiarsi su quel letto troppo grande per la sua figura magra e sciupata, poichè Gerard non è lì, non c’è nessuno che lo stringe a sè coccolandolo e baciandolo dolcemente, così che la stanza dove oramai è prigioniero da mesi è l’unico posto che può considerare casa, o perlomeno simile ad essa. Si accontenta di sapere che lui è lì, è in quella camera, a pochi metri di distanza, si accontenta di pensare che se lui sta dormendo, allora vuol dire che deve fare lo stesso a sua volta, poichè se sta riposando così sereno e tranquillo, allora non c’è nulla da temere, di cui essere spaventati... non è così?
Si stringe le braccia attorno, cercando di darsi un minimo di conforto e cercando di illudersi che quell’abbraccio sia di Gerard. Patetico, no? Si appisola dopo aver pianto per circa altri dieci minuti, sorridendo amaramente nel ripensare all’ultimo discorso avuto con Gerard in quel lontano giorno in cui avevano festeggiato il loro quarto anniversario di nozze...
Dopo a dir tanto dieci minuti di sonno si sveglia, agitato ed incapace di soltanto pensare di poter ritornare a dormire. Sarebbe volentieri andato accanto a lui, sdraiato sul suo petto per poter sentire il suo cuore battere e il suo profumo cullarlo, ma già una volta in passato, dopo che le infermiere l’avevano scoperto, era stato invitato a scendere e non vuole davvero ripetere la situazione imbarazzante, rivedere gli sguardi di pena e compassione che gli avevano rivolto appena vista la scenetta patetica.
Si stiracchia, anche se non ce n’è bisogno visto il suo breve sonno, per poi raggiungere un’ultima volta il letto e salutare Gerard.
“Torno domani, okay piccolo? Ho promesso a Ray di passare il pomeriggio con lui e quindi devo andare via prima, mi perdoni?” È ovvio che non avrebbe mai potuto rispondere ‘sì’ piuttosto che ‘no’, ma Frank oramai ci ha fatto l’abitudine, si illude di poterlo sentire pronunciare ancora il suo nome prima o poi, ha questa ‘speranza malsana’ che, in fin dei conti, è l’unica cosa che gli rimane...
“Chi sei?” Okay, dovrebbe davvero smetterla di parlargli assieme, poichè poco gli manca prima di impazzire definitivamente; è impossibile che Gerard gli abbia chiesto qualcosa.
“Chi cazzo sei??” Stavolta però alza lo sguardo verso lui e poco gli manca prima di morire sul colpo: Gerard è sveglio! Gee, il suo Gee, suo marito, è sveglio!
“Gerard! Amore mio, finalmente!” dice coprendosi la bocca con le mani e piangendo come una fontana per la gioia “I-Io non pensavo ti saresti svegliato ora!” Fa per chinasi su di lui per abbracciarlo, accarezzarlo e baciarlo dopo tutto quel tempo, ma subito si immobilizza.
“Non toccarmi!” grida Gerard in lacrime “C-Chi sei? Perchè mi hai chiamato Amore...? Cosa mi è successo?”
Due infermiere, allarmate dalla voce terrorizzata di Gerard, si catapultano in stanza, una si appresta a tranquillizzarlo, mentre l’altra afferra la figura confusa e nuovamente a pezzi di Frank per portarlo fuori dalla camera.
“Che cosa gli ha fatto?” Gli chiede la donna con voce severa.
“I-Io l’ho solo salutato... Stavo per baciarlo e-e... ma lui sembra non sapere più chi io sia... C-Che cazzo significa??” Sentite quelle parole, l’infermiera abbassa lo sguardo e sospira, confondendo ancora di più Frank.
“Mi dispiace...” È l’unica cosa che esce dalle sue labbra, prima di rientrare nella stanza e aiutare l’altra infermiera a tranquillizzare Gerard che, in questo momento, sta fissando Frank attraverso il vetro con occhi colmi di terrore.
A quanto pare alcune persone non sono fatte per avere una vita facile...
 
  
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