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Autore: xhimmelx    15/09/2016    3 recensioni
Khloe ci prova a combattere contro i fantasmi del passato, ma sa che provare non basta. E allora si lascia sconfiggere da questi, più meschini e prepotenti di lei, cadendo quasi ogni notte in un abisso di rancore.
Cameron, invece, si ritiene più forte di tutti quei pensieri che le riempiono la testa ed è con sicurezza che le promette di aiutarla.
Una sicurezza che Khloe sembra odiare ma a cui, in fondo, è costretta ad aggrapparsi.
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FF SU CAMERON DALLAS.
ATTENZIONE: IL RATING DELLA STORIA POTREBBE CAMBIARE.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cameron Dallas, Nash Grier, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

 

 
 
 
Io non lo so cosa c’ho in questi giorni. Non mi sento motivata da nulla, mi sento spenta, mi sento persa. La mancanza delle persone che sono andate via si fa sentire sempre di più, ogni giorno più forte di quello precedente, e questo mi fa stare davvero di merda. Da quando Grayson ha deciso di buttarmi via, qualcosa in me è cambiato. A dire il vero, tante cose non sono più come un tempo. Non ho più qualcuno con cui sfogarmi sul serio, mi tengo i miei segreti e i miei sentimenti per me, e sono più distaccata dal farmi nuovi amici. A dire la verità, non ne voglio di amici nuovi, dopo lui.
Qualche giorno fa, ad esempio, ho rincontrato una persona che non vedevo da tempo, da parecchi mesi ormai. Una persona che è rimasta a lungo nella mia testa, ed io nella sua. Nonostante ciò noi due non siamo mai stati tanto coraggiosi da sbatterci in faccia ciò che provavamo, così lui fingeva di essere felice con un’altra, ed io fingevo di essere felice da sola. Ma non lo ero, né lo sono. Non lo sono perché, in questo periodo più che mai, sento la mancanza di qualcuno che mi stia accanto. Sento di avere bisogno di qualcuno che ci tenga a me, che magari mi ami, e che non mi lasci sola. Qualcuno per cui valga la pena soffrire e secondo cui io ne valga la pena. Perché io ho parecchio amore da dare, e voglio darlo a lui. Di nuovo. 

 
◊◊◊
 
 Dal secondo esatto in cui mi sono resa conto che la mia agenda fosse sparita, non ho fatto altro che disperarmi silenziosamente e in tutti i modi possibili. L’ho cercata dappertutto, sul pavimento, sotto il bancone, negli angoli più remoti dello stanzino del personale, con la certezza di averla vista, un’ora prima, dentro la mia borsa. Era sempre lì, costantemente!
Ad ogni modo, tutti i miei sforzi sono stati inutili in quanto non sono riuscita a trovarla da nessuna parte, vedendomi costretta a fermarmi non appena Nate è arrivato al locale, e con lui il resto del personale. D’altronde, la vocina nella mia testa mi ricorda che devo necessariamente mantenere un profilo alto in un posto come questo, dove non c’è spazio per gli stupidi capricci di una liceale.
Durante tutta la mattinata, comunque, non ho fatto altro che pensare a dove diamine possa essere finita, accompagnando i miei frustranti pensieri ai movimenti svelti delle mie braccia che, oramai abituate, preparano bevande e servono clienti in maniera del tutto meccanica. C’è tutto, troppo di me in quell’agenda, e il solo pensiero di aver perso per sempre quelle pagine, quei pezzi di anima, mi distrugge.
Vado avanti così per il resto del mio turno che, grazie al cielo, alle cinque del pomeriggio sta per finire. Ho solo gli ultimi tavoli da servire, dopodiché potrò concentrarmi nuovamente sulla mia ricerca non appena Meredith verrà a sostituirmi.
-Ecco a lei il suo tacos…-   Esordisco quindi quasi soddisfatta all’uomo al tavolo cinque, insieme a quello che deve essere un suo amico.   –E il suo sandwich!-
Dopodiché, mi incammino nuovamente dietro al bancone e mi sciacquo le mani con dell’acqua fresca, per poi battere il cinque a Nate che, insieme a me, è il più giovane qui dentro. Faccio finalmente per togliermi il grembiule, ma il campanellino posto all’ingresso suona e, alzando gli occhi al cielo, capisco immediatamente che no, il mio lavoro non è ancora finito.
-Te lo concedo.-   Dice infatti Nate al mio fianco, lavandosene subito le mani.
-Solo perché hai quell’appuntamento e hai fretta di andare via!-   Gli concedo io, per sua immensa fortuna.    –Ciao, dimmi.-   Faccio poi al mio cliente, senza nemmeno guardarlo in faccia, con carta e penna già in mano.
-A dire la verità stavo solo cercando una persona.-   Mi informa lui, lasciandomi inizialmente interdetta.
-Beh, qui serviamo cibo.-   Lo prendo in giro quindi, ridendo piano prima ancora di poter sollevare lo sguardo e trovarmi davanti un viso un tantino familiare.
Rimango a fissarlo per qualche lungo secondo, cercando di ricordare dove possa aver visto questa persona prima. Poi, ad un tratto, la sua voce mi rimanda al ragazzo che, stamattina, mi ha urtata in metro per ben due volte.
-E ti ho trovata.-   Esclama appunto lui, non impiegandoci troppo, a differenza mia, nel riconoscermi.
Mi domando perché possa aver bisogno di me, per questo lo guardo confusa e curiosa e incurvo le sopracciglia in cerca di una risposta. Lui, comprendendo al volo la mia richiesta, esce qualcosa dal suo zaino prima di parlare.
-Stamattina, quando stavi per scendere dalla metro, ti è caduta questa.-   Dice poi, muovendo di fronte a me la sua mano.
E lì la vedo, la mia agenda. A causa dell’immenso sollievo che provo in questo momento potrei persino offrirgli un pranzo completo, se non fosse che questo posto non è mio. Ma, sul serio, nessuna delle parole che affiorano la mia mente sarebbe in grado di mostrargli tutta la gratitudine che, in questo momento, provo nei suoi confronti. Insomma, non lo conosco nemmeno e, per quello che so, avrebbe potuto infischiarsene e lasciare l’agenda a terra, o persino calpestarla scendendo dal veicolo.
-Grazie, sul serio.-   Gli rispondo quindi in tutta onestà, nella maniera più semplice possibile.
Intanto, con le mani incrociate sul petto in segno di sorpresa, emetto un grosso sospiro e lascio andare via tutta la frustrazione e l’ansia che in quelle interminabili ore avevo accumulato. Dopodiché, non perdo un secondo in più per strappare –letteralmente- la mia agenda dalle mani del ragazzo, oserei dire sconvolto dal mio singolare comportamento.
-Non puoi immaginare quanto sia importante per me.-   Sussurro poi, riferendomi più a me stessa che al mio interlocutore. Qualche istante dopo, infatti, spero con tutta me stessa che il ragazzo non mi abbia sentita.
-Allora non è stato tempo sprecato!-   Esclama però lui, manifestandomi il contrario.
A questo punto, però, una domanda balena nella mia mente.   –Ma… come mi hai trovata?-   Gli chiedo infatti, non del tutto sicura sulla risposta da aspettarmi. Voglio dire, e se mi avesse seguita come fa un maniaco?
Il castano, però, mi tranquillizza subito, come leggendomi nel pensiero.   –Ti ho sentita parlare al telefono e ho capito che lavoravi in uno dei locali in zona e… Oddio, detta così sembra che io stessi origliando volontariamente, non è così, giuro!-  
Il suo modo di fare un po’ goffo ed imbarazzato è la cosa più divertente del secolo, mi fa decisamente ridere. Non a caso un sorriso derisorio spunta svelto sul mio viso, ma decido sia meglio trattenermi così da non far imbarazzare ulteriormente il ragazzo.  
-Non preoccuparti.-   Cerco infatti di farlo rilassare, indicandogli con un gesto della mano di proseguire.
-Dicevo… Ho capito che lavoravi in zona e ti ho cercata in quasi tutti i locali vicini alla fermata e… adesso eccoti qui!-   Mi spiega finalmente lui, rivolgendomi un ampio sorriso soddisfatto non appena si zittisce.
-Beh, grazie ancora. Non tutti l'avrebbero fatto.-   Ribadisco dunque, sentendomi eccessivamente "lusingata" dal suo gesto di pura gentilezza.  
-Io sono Khloe, comunque.-   Mi presento poi, dopo averci pensato su per un po'. Non che io abbia secondi fini, ma ritengo che quel ragazzo meriti almeno di sapere il mio nome dopo tutto il tempo impiegato a cercarmi.
-Oh, lo so. C'è scritto sulla copertina.-   Dice con tono ovvio ed ironico, come se volesse prendermi in giro.   -Io sono Cameron.-  Aggiunge fortunatamente poi, non facendomi sentire una totale sbadata.
A questo punto, porgo la mia mano in avanti e la stringo con la sua, decisamente più grande. Nel momento in cui il contatto svanisce, Cameron fa subito spallucce e  -Adesso puoi anche farmi un frappè.-   mi informa.
Gli lancio un'occhiata d'intesa, come a volerlo rassicurare del fatto che questo sarà il frappè migliore della sua vita, per poi dargli le spalle e mettermi all'opera. Appena due minuti più tardi, gli servo la bevanda in un ampio e lungo bicchiere in plastica, con tanto di panna e cubetti di fragola in superficie.
-Lo offre la casa.-   Gli comunico all'istante, decidendo per una volta di trasgredire alle regole. O, perlomeno, sarò io a pagarlo per lui a sua insaputa.
Cameron si gusta il suo frullato in tutta tranquillità, seduto comodamente su uno degli sgabelli posti davanti al bancone, tenendomi compagnia mentre io aspetto ancora che Meredith mi dia il cambio.
-Allora... Khloe.-   Il ragazzo cattura nuovamente la mia attenzione, mettendoci tuttavia qualche secondo prima di ricordarsi correttamente il mio nome.   -Sono io quello che deve ringraziarti, a dire la verità.-
Lo osservo stranita per l'ennesima volta, ma adesso non ci penso due volte a dar voce ai miei pensieri.   -E perché mai?-   Gli domando infatti, alzando in aria una mano in segno di incomprensione.
-Mi hai fatto scoprire uno dei migliori locali di Los Angeles!-   Ammette poi scherzoso, lanciando un'ultima occhiata al suo frullato prima di poterlo consumare del tutto.
Non posso far altro che ridere a causa della sua buffa espressione golosa, chiudendo gli occhi nel tentativo di trattenere le lacrime. Sul serio, sto pian piano scoprendo quanto esilarante sia questo ragazzo.
-Non c'è di che.-  Rispondo quindi, ricambiando con un'altrettanta risata di pura allegria. Beh, chi l'avrebbe mai detto che una giornata iniziata nel peggiore dei modi, con tanto di mal di testa e ricordi che sarebbe meglio dimenticare, si sarebbe trasformata in questo?
Ad ogni modo, qualche minuto più tardi sento Meredith fare il suo ingresso nel locale e la sua voce attirare subito l'attenzione di tutti. Quindi, dopo aver ascoltato le sue banali scuse, mi levo il grembiule di dosso e mi sciacquo ancora una volta le mai.
Dopodiché   -Io qui ho finito.-   Comunico a Cameron.  -È stato un piacere conoscerti.-  E mi congedo, una volta per tutte, volgendogli le spalle e dirigendomi verso lo stanzino del personale.
Afferro immediatamente la mia borsa e la prima cosa che faccio è mettere dentro l'agenda, ma mi blocco non appena mi accorgo di un piccolo dettaglio che cade subito all'occhio. Avrei preferito non notarlo, in tutta onestà. Sulla primissima pagina del diario vi è una minuscola orecchia e, come se non bastasse, il segnalibro è stato spostato. Non è più dove lo avevo lasciato. Un orribile dubbio assale in men che non si dica la mia mente, portandomi a farmi numerosissime domande delle quali, in realtà, ho paura di scoprire le risposte. Infilo comunque l'agenda nella borsa e mi incammino verso la sala principale del locale, non ancora pronta a tornare a casa. Cerco infatti Cameron con lo sguardo e, non appena lo trovo vicino alla porta d'ingresso, lo fermo chiamando ad alta voce il suo nome. Gli corro subito incontro e, del tutto chiara e schietta, mi rivolgo a lui con un tono forse fin troppo allarmato.
-Hai per caso letto la mia agenda?-  Gli domando quindi.
Adesso, il mio volto non è coronato da nessun sorriso di simpatia, proprio come quello del ragazzo di fronte a me. Potrei percepire la sua preoccupazione a miglia di distanza, il che mi basta a confermare i miei dubbi. Tuttavia attendo pazientemente finché non sia lui a darmi una risposta.
-No...-   Dice del tutto incerto, non sapendo evidentemente come altro comportarsi. Dal mio sguardo ancora serio e severo, però, capisce quanto inutile possa essere prendermi in giro e, tutto d'un fiato, fa uscire la verità dalla sua bocca.   -E va bene, sono stato costretto a farlo per cercare delle informazioni sul tuo conto.-
-Andiamo, poco fa hai persino detto che il mio nome è scritto sulla copertina e che, fra l'altro, avevi capito dove trovarmi grazie a quella telefonata!-   Esclamo a questo punto io, non avendo la minima intenzione di sottostare al suo giochetto bugiardo.  
-Come ti sei permesso?-   Gli domando poi retoricamente, non aspettandomi comunque alcuna risposta da parte del ragazzo che ora, senza ombra di dubbio, si sente umiliato.
-Scusa, io...-   Balbetta infatti, non trovando nient'altro da dire.
-Vaffanculo.-   Lo interrompo quindi velocemente, fulminandolo con un'occhiata davvero furiosa e sorpassandolo, prima di poter finalmente uscire da questo posto.
I miei pensieri più tristi e malinconici, quelli che non ho il coraggio di raccontare nemmeno alla mia migliore amica, sono racchiusi in quella dannatissima agenda, e il solo pensiero che qualcun'altro li abbia letti mi mette i brividi. Brividi di terrore. Una delle mie più grandi ed incurabili paure è che qualcuno venga a conoscenza del mio lato più oscuro, che qualcuno mi conosca per quella che sono durante la notte, quando il sole cala ed ogni cosa sembra disgregarsi e andare a pezzi. Cosa potrebbe pensare la gente di me? Che sono una sociopatica depressa del cazzo, ecco cosa.
Un piccolo bagliore di luce si propaga nel mio petto non appena realizzo che quel Cameron, per me, non è altro che uno sconosciuto e che per questo non lo vedrò mai più. Nonostante ciò, questo non basta per far sì che io arrivi a casa tranquilla e leggera. Al contrario, sento un enorme macigno sul mio petto: mi sento esposta.
 
 


 
XHIMMELX.
Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui con il nuovo capitolo!
Allora, che mi dite? Cosa ne pensate fin ora di questa mia nuova storia? Io, onestamente, spero di interessarvi pian piano di più, perché ci tengo davvero tanto. E poi è la prima ff che scrivo su Cameron, che tesoro.
In ogni caso, come vi avevo promesso si scopriranno pian piano sempre più cose su questo misterioso Grayson: chi è per Khloe, che fine ha fatto, cosa ha fatto. Vi siete già fatti un parere su di lui?
E finalmente è arrivato il pezzo forte, è entrato in scena Cam! Beh, vi dico solo che da questo primo incontro fra Khloe e Cam (Che ha trovato la sua agenda, omg) scaturiranno moltissime cose…
Spero solo di avervi incuriosita abbastanza da invogliarvi a proseguire con la lettura, fatemi sapere ciò che ne pensate.
Alla prossima, xhimmelx. 


   
 
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