Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Tezca    17/09/2016    1 recensioni
Un re caduto, tredici guerrieri, sette principesse: la leggenda del Xblade viene finalmente svelata. Sora e i suoi amici dovranno affrontare il potere di Dark Heart e dei suoi cavalieri. Come andrà a finire?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Due ragazzini armati di spade giocattolo si affrontavano nel mezzo di una radura. Venivano spesso in quel posto segreto per esercitarsi, si azzuffavano, guardavano le nuvole, fantasticavano sul futuro. Entrambi avevano lo stesso sogno: diventare guerrieri forti.
Si sottoponevano a degli strani esercizi inventati da loro e poi si vantavano l'uno con l'altro su chi l'avesse fatti meglio. Alla sera tornavano a casa stremati e pieni di lividi e alle domande dei genitori preoccupati rispondevano con un:
"Nulla."
Un giorno, dopo l'ennesimo pareggio, caddero a terra stremati e ansanti.
"Ancora un pareggio..."
"Già, ma non illuderti, la prossima volta vincerò io."
"Aspetta e spera, amico."
I due risero e in silenzio cominciarono a osservare il cielo, poi Adnera alzò la spada al cielo e disse:
"Giuro che diventerò il più forte, anche più di te."
L'altro lo guardò strano, poi alzò anche lui il legnetto e ripeté le stesse parole del compagno.
Il giorno seguente il loro allenamento fu interrotto da degli strani rumori che venivano dal folto del bosco che circondava la radura. Incuriositi, i due si recarono nel posto sospetto e si trovarono di fronte un essere singolare: una palla completamente nera con due occhi gialli e un buco a forma di cuore.
Non sapendo se fosse amico o nemico, i ragazzini non si mossero. Nel frattempo la palla continuava a fare scatti irregolari e a roteare, poi li fissò e un secondo dopo era scomparsa in un buco nero. I due si guardarono intorno, passarono pochi secondi e l'essere ricomparve dietro uno di loro e lo atterrò.
"Adnera!" Gridò l'altro e parti all'attacco, ma la palla era nuovamente sparita.
Anche il secondo cadde a terra ferito. Ormai non c'era più speranza, li avrebbe uccisi entrambi. La palla spalancò le nere fauci e fece per ghermirli, quando, all'improvviso, si dissolse in un fumo nero. Quando la nebbia scura di diradò comparve dinanzi ai due amici uno strano tipo: aveva grosse spalle, capelli lunghi neri e indossava una lucente armatura.
"State bene?" Disse con voce profonda.
"S-sì" Risposero in coro.
"Ottimo. Che ci fanno, comunque, due ragazzini come voi qui?"
Adnera era impietrito, quindi rispose il suo compagno.
"Veniamo qui ad allenarci, signore."
"Ad allenarvi? E per cosa?"
"Per diventare forti!" Intervenne Adnera risoluto.
L'uomo sorrise e poggiò le mani sulle teste dei ragazzi.
"Non è affrontando una cosa che non potete battere che diventerete forti."
Il suono della voce aveva assunto un tono di rimprovero. Adnera, però, neanche lo stava ascoltando, nella sua testa era subito balenata un' idea e non poteva certo lasciarsi sfuggire l'occasione di metterla in atto.
Si inginocchiò di fronte all'uomo e disse:
"Ti prego, insegnaci a diventare forti."
L'uomo lo guardò storto, poi vide che anche il suo amico aveva assunto la stessa posizione, allora rispose:
"Sono stato affidato a questo posto per un po'. Credo che vi aiuterò a diventare forti."
I ragazzini esultarono di gioia.
"Calma, calma, non sarà certo una gita al parco. Da oggi in poi sarò il vostro maestro e ci vedremo tutti i giorni qui all'ora in cui vi ho salvato, ok?"
I due annuirono e corsero a casa più allegri che mai. Il giorno seguente si presentarono puntuali all'appuntamento e lui era lì, poggiato ad un albero con le braccia conserte.
"Bene. Oggi inizieremo l'allenamento, io sarò d'ora in poi il vostro maestro e tale dovrete chiamarmi, capito?"
La risposta fu un cenno del capo. L'addestramento era intenso e pesante, molto più di quello che facevano di solito e tornavano a casa completamente stremati.
Le sessioni proseguirono per settimane, mesi e i frutti cominciavano a vedersi, i due erano diventati molto robusti e anche abili a tirare di spada.
Un giorno il maestro volle fare una lezione speciale e mostrò ai suoi discepoli la sua arma.
"Questa ragazzi è una spada speciale, questo è il keyblade. Il keyblade dono un potere eccezionale ma anche grandi sventure a chi lo possiede, ricordatevelo."
Anche se non capivano granché, i due non esitarono a dar ragione al loro maestro. Adnera poi tornò a fissare la spada-chiave, la guardava fissa come se fosse risucchiato da essa e sentiva che qualcosa gli stava nascendo dentro, una sorta di desiderio di possederla. Avere quell'arma significava avere la forza, ottenere il potere, e lui doveva possederla. Non ci dormiva la notte, non riusciva neanche più a mangiare da quel maledetto giorno, ma agli allenamenti dava sempre il meglio di sé.
Passarono dieci anni e Adnera e il suo amico erano diventati dei formidabili guerrieri e il loro maestro non aveva più nulla da insegnargli.
"Siete diventati forti e io, ora, dovrò partire. Ho deciso che trasmetterò il potere del keyblade a uno di voi."
In Adnera scattò la scintilla, fremeva all'idea di possedere quell'arma, il suo sogno si stava realizzando. La gioia durò poco e tutti i desideri finirono in pezzi, il maestro aveva scelto il suo amico.
"Adnera non devi essere triste, tu sarai colui che dovrà riportare sempre sulla retta via il tuo amico, è un compito importante."
Ma Adnera non lo ascoltava, continuava a pensare alla sua delusione, agli anni di addestramento buttati.
Il maestro partì il giorno dopo e il ragazzo non ebbe il tempo di parlargli, di esporre il suo rammarico.
"Tornerà." Disse l'amico poggiandogli una mano sulla spalla.
Lo aspettarono a lungo e nel frattempo grazie al keyblade riuscirono a proteggere il loro mondo dagli strani esseri che il loro maestro chiamava ombre. Qualche anno più tardi vennero a conoscenza che il loro maestro era perito in uno scontro. Lo sconforto prese i due giovani e per un po' neanche si incontrarono più. La decisione l'aveva presa Adnera, la morte del suo mentore aveva accesso ancor di più il risentimento nei confronti del suo amico e temeva di poter fare dei gesti di cui si sarebbe pentito. La lontananza non giovò al ragazzo, anzi, lo rese sempre più ossessionato e irascibile, ma poi riusciva a controllarsi e tornare alla quiete spirituale. Cominciò esercizi di posizione per incrementare la sua forza nei colpi e singolari addestramenti per temprare lo spirito, aveva deciso di diventare più forte di un utilizzatore di keyblade. In breve tempo divenne molto potente, tanto che ogni volta la sua spada di allenamento si rompeva. Si reputò pronto a rincontrare il suo amico e così gli scrisse e stabilirono la radura come luogo d'incontro. Quel giorno c'era un temporale violento, Adnera aspettava sotto la pioggia l'altro e intanto faceva grossi respiri per calmarsi. Scoccò l'ora fatale e il compagno si presentò puntuale salutandolo. In quel preciso istante Adnera perse il controllo di se stesso e estrasse la spada, fu talmente veloce che l'altro non ebbe il tempo di reagire e lo trafisse.
"P-perchè?" Furono le ultime parole del suo amico mentre esalava l'ultimo respiro,
Adnera prese il keyblade che era stato evocato per parare il suo colpo e lo guardò.
"Finalmente è mio." Una risata squassò l'aria, ormai l'oscurità aveva preso il cuore di Adnera, il frammento del potere si era risvegliato.
Passarono pochi giorni e una voce lo chiamò dall'oscurità seducendolo con un potere più grande. Adnera non ci pensò due volte ad accettare e senza neanche accorgersene, era diventato il quinto membro dei cavalieri di Dark Heart: il cercatore della forza.
**********
Il cavaliere uscì dal portale oscuro. Era finalmente giunto nel dominio incantato, qui lo attendeva la principessa. Non c'era più tempo di rimembrare il passato, ora era il momento di guardare al presente. Si avviò a grandi passi verso il castello, Aurora lo attendeva.
********
Il dominio incantato, da quanto Aqua non si recava lì. L'ultima volta aveva affrontato e sconfitto Malefica insieme al principe Filippo. Chissà come andavano le cose senza le interferenze dell'oscura maga. Era atterrata nella radura in mezzo al boschetto, davanti a lei si estendeva un lago di modeste dimensioni con acque limpide. La maestra si guardò intorno, se non ricordava male, il castello era alla sua destra. Fece per andare quando le si parò davanti una donna paffuta vestita di turchese: era Serenella, una delle fate madrine di Aurora.
"Oh giovane maestra, come sono felice di vederti!"
"Il piacere è mio Serenella. Dove vai così di fretta?"
La donna era tutta rossa in viso e piuttosto affannata.
"Sto cercando Flora e Fauna. Sono andate al castello di quell'orribile strega e non tornano da diverse ore."
"Ti accompagno allora." Fece Aqua.
Era preoccupata per le due fate, il castello doveva aspettare.
Attraversarono la gola, una volta ricoperta di rovi ardenti, e si addentrarono nel territorio di Malefica. Un posto tutt'altro che accogliente, anche ora che la sua padrona era sparita: rovi su entrambi i lati della strada, terra arida e battuta e nuvoloni neri in cielo. Il viaggio non recò grossi problemi e Aqua fu sorpresa di non aver ancora incontrato nessun heartless, ma allo stesso tempo ne era più che sollevata. Non ci misero molto e presto giunsero in prossimità della magione diroccata. Attraversarono il ponte di pietra che dava su uno strapiombo di cui la nebbia impediva di scorgere il fondo e entrarono nelle rovine. Aqua notò che la grata in acciaio era stata abbattuta con la forza e certamente non potevano essere state Flora e Fauna a fare ciò, così, prese dai dubbi, accelerarono il passo e cominciarono a chiamarle a squarciagola. L'eco rimbombava sulle pareti diroccate e piene di aperture. Imboccarono la prima porta che si trovarono davanti e proseguirono. All'interno non c'era più traccia dei tirapiedi della strega, probabilmente erano scomparsi con essa. Superati i corridoi tortuosi, si ritrovarono nella sala del trono. Le nominarono ancora e una flebile voce rispose, proveniva da un buco nel pavimento. Aqua lo ricordava bene, Malefica l'aveva creato per farla precipitare nelle prigioni, quindi le due donne si dovevano trovare lì.
"Serenella?"
"Fauna? Flora? Cosa ci fate là sotto?"
"Non urlare sciocca! Vieni qui presto!"
La maga turchese guardò la ragazza dai capelli e fece spallucce, poi si recarono nella cella dove si trovavano le altre. Le prigioni si limitavano ad una semplice cella, piuttosto angusta, posta nella parte più remota del castello. Per poterla raggiungere bisognava prima attraversare la stanza dei muri magici, ma questi ultimi non potevano apparire per via dell'assenza di Malefica e quindi riuscirono proseguire senza alcuna difficoltà. Giunti di fronte alla porta della celletta, Aqua alzò il keyblade per aprirla, questa però si dischiuse da sola e una mano fece cenno loro di entrare. Una volta all'interno trovarono le due fate impaurite e molto scosse.
"Serenella perchè sei venuta qui?"
"Ero preoccupata e anche Aurora lo era, perciò sono venuta a cercarvi e poi ho incontrato Aqua."
Flora alzò lo sguardo e vide la giovane maestra, la salutò con un sorriso e il suo volto si illuminò di speranza.
"Oh grazie al cielo che ci sei tu, Aqua."
"Perchè? Qualche problema?"
"Un grosso, enorme, anzi che dico, gigantesco problema."
La fata raccontò ad Aqua che avevano avvertito la presenza di una forte oscurità nel castello di Malefica e così erano partite per indagare. Serenella era rimasta con Aurora per proteggerla. Giunte qui avevano trovato l'entrata distrutta, non sapendosi dare una risposta a ciò proseguirono. Arrivate alla sala del trono si parò dinanzi a loro un uomo in armatura con un keyblade nella mano. Chiese di Aurora ma loro non risposero avvertendo intenzioni ostili in lui. Così quel tizio fece apparire dinanzi loro un ombra enorme che le attaccò. Scapparono e si rifugiarono nelle prigioni.
"E questo è tutto." Concluse la donna vestita di rosso.
"Capisco, quindi quei tipi sono già arrivati. Avete fatto bene a non dirgli dove si trova Aurora, quel tizio vuole portarla via."
"Oh cielo!" Esclamò Fauna, la fata verde.
"Dobbiamo tornare indietro." Disse Aqua e le tre annuirono in risposta.
Uscirono dalla prigione in tutta fretta e tornarono alla sala del trono.
"Facciamo presto, prima che quell'orribile mostro torni!" Disse Flora.
Un terremoto fermò l'avanzata del piccolo gruppo. Le quattro donne si guardarono attorno, poi udirono un tonfo, un altro, e ancora un altro. Il muro dietro il seggio stava tremando. All'improvviso le pietre si frantumarono e crollarono aprendo una grossa apertura.
"è lui!" Gridò Fauna impaurita.
"Ci ha trovate!" Replicò scocciata Flora.
Dall'apertura sbucò un grosso drago nero con ali da corvo. Aveva artigli da uccello e corpo da rettile, un enorme bocca con denti acuminati e spuntoni che gli attraversavano la schiena. Sul petto scuro recava l'emblema degli heartless.
"A lui ci penso io!" Fece Aqua mentre respingeva le fiamme che uscivano dalle fauci del nemico con un reflex.
Il fuoco bloccò le uscite e il mostro si piazzò di fronte alla breccia da lui stesso creata, non c'era modo di fuggire.
Aqua allora partì decisa all'attacco e lanciò un potente blizzaga contro il muso dell'ombra. Il drago accusò il colpo e indietreggiò, la ragazza balzò e calò il suo affondo, ma il colpo fu bloccato dalla zampata dell'avversario. La maestra fu afferrata e piantata a terra e il secondo arto calò su di lei. Parò l'attacco con il Diluvio, ma non poteva resistere a lungo. In quel momento intervennero le tre fate che con una forte luce accecarono il nemico, costretto a lasciare la presa sulla donna dai capelli blu. La keyblader rotolò di lato e si rialzò, curò la spalla sanguinante e approfittò della temporanea cecità dell'heartless. Prima lanciò una zona minata sotto le zampe anteriori, l'esplosione fece alzare gli arti al mostro, poi gli colpì il petto con un altro potente blizzaga. L’essere oscuro cadde riverso pancia all'aria.
Aqua non gli diede tregua e gli saltò sul ventre per continuare ad attaccare, però l'altro si era già ripreso e scaraventò contro una colonna la maestra, poi in preda ad una furia cieca comincio a divampare fiamme e a battere le zampe sul terreno. La stanza tremò ancora e pezzi di soffitto iniziarono  a crollare. Le fatine si assicurarono delle condizioni della donna, che lesta si era rimessa in piedi, pronta al prossimo round. Si allontanò dal raggio d'azione del bestione e correndo intorno a quest'ultimo creò dei globi glaciali che poi si chiusero inesorabili sul bersaglio. Il drago si difese con un intensa fiammata che sciolse il ghiaccio. Aqua usò nuovamente reflex per bloccare le vampe. il suo attacco era fallito, ma a lei non importava, il suo obbiettivo era attivare lo stile "diamanpolvere" e c'era riuscita. Scattò in avanti lasciando dietro di sé una scia di piccoli cristalli e usò un triplo blizzaga per stordire l'avversario. Un colpo di coda spazzò via la magia, ma una parte rimase congelata, Aqua sorrise. Schivata la spazzata, si diresse alle zampe e fece spuntare sotto di esse degli enormi spuntoni di ghiaccio. Il mostro accusò il colpo e indietreggiò, così la donna dai capelli blu poté scaraventargli contro un potente gelo. L'heartless barcollò ma non cadde, spiegò le possenti ali da volatile e con una fiammata bucò il soffitto, poi si librò tra i nuvoloni neri. La sala del trono cominciò a crollare su se stessa e il gruppetto fu costretto ad uscire dal varco creato dal mostro.
"Si dirige a palazzo!" Gridò Flora.
"Aurora!" Replicò Serenella.
"Dobbiamo prenderlo!" Aqua aveva trasformato il suo keyblade nel mezzo di trasporto che usava di solito. Decisa più che mai a salvare Aurora, si gettò all'inseguimento della viverna nera che volava davanti a lei.
 Il cielo era pieno di grossi nuvoloni grigi, Aqua faceva fatica a stare dietro a quell'essere scuro che gli volava davanti, inoltre doveva fare attenzione a non avvicinarsi più di tanto o la grossa coda da lucertola l'avrebbe disarcionata. Procedeva con cautela, ma sapeva benissimo che continuando così non sarebbe riuscita a fermarlo. Tentò di avvicinarsi per salirgli in groppa, fu immediatamente respinta e per poco non cadde, con una mezza piroetta si rimise dritta e proseguì l'inseguimento. A peggiorare le cose ci si era messo anche il vento, che gli limitava ancor di più la vista, perciò decise di indossare l'armatura, così i suoi occhi sarebbero stati al riparo. Stavano ancora sorvolando le terre aride della strega, quando tre luci le si affiancarono, erano le tre fatine.
"Non riesco a salirgli in groppa, se riuscissi ad avvicinarmi senza che se ne accorga potrei abbatterlo facilmente."
"Ci pensiamo noi!" Dissero le donne.
Superarono Aqua e il mostro e gli si pararono davanti, poi risplendettero di una forte luce accecando l'ombra. Il gigante si bloccò di colpo e cominciò a scuotere la testa sofferente, Aqua colse l'attimo e saltò lesta sulla schiena del suo avversario. Cercò di colpirgli il capo, ma fu vano, poi le venne un'idea, congelargli le ali. Stava per lanciare un potente gelo sull'ala sinistra, quando fu disarcionata, in tutta fretta trasformò nuovamente il suo keyblade e riprese quota. Nel frattempo il drago si era ripreso e furioso cominciò a scagliare sfere di fuoco contro la ragazza dai capelli blu. Il reflex aiutò molto la keyblader ad uscire da quella brutta situazione, intanto le fate erano nuovamente pronte ad attaccare e non appena l'ombra si voltò fu investita da una forte luce. Aqua fece un secondo tentativo, si avventò alle spalle del drago e gli congelò l'ala, poi con un fendente la staccò di netto. Il mostro perdeva quota visibilmente e in un attimo si trovarono entrambi in caduta libera. Aqua era riuscita a portarsi sul ventre del rettile, mentre quest'ultimo si era messo pancia all'aria. In un ultimo disperato tentativo, l'ombra cominciò a sputare fiamme, ustionandosi anche il suo stesso ventre e la ragazza rispondeva con dei blizzaga. Una sfera di fuoco gli prese la spalla ferendola, abbozzò una smorfia di dolore e proseguì l'avanzata, riuscì a rispedire nella bocca del mostro una di quelle palle e poi a congelargli le fauci, ora era completamente inerme. La discesa continuava e ormai si vedeva il terreno sottostante, avevano raggiunto la radura nel boschetto. Aqua doveva sbrigarsi a dare il colpo di grazia al gigante, ma questo riuscì a spingerla via dalla sua pancia, poi le diede un colpo con la coda, la ragazza perse i sensi. Nel mentre giungevano le tre fate che vedendo la giovane priva di sensi, dovettero intervenire. Con grande coraggio Serenella cercò di distrarre l'ombra, mentre le altre soccorrevano Aqua. Ripresi i sensi, la ragazza dai capelli blu non perse un attimo, si voltò spalle al mostro e lanciò un potente megaflare, il contraccolpo la spedì dritta contro il suo avversario e con il keyblade lo trapassò da parte a parte. Il gigante nero svanì in una nuvola di fumo nero e la sua sfidante precipitò dentro il lago che dominava la zona. Dopo qualche istante riemerse e a fatica si trascinò a riva.
"Tutto bene, cara?" Chiesero in coro le tre.
L'altra annuì poi si alzò in piedi, si rimise in sesto con un energiga e corsero spedite verso il palazzo, avevano ancora un compito da svolgere: salvare Aurora.
Uscirono dal bosco e attraversarono il ponte in pietra che sovrastava l'enorme fossato, il castello si ergeva proprio davanti a loro. Classica reggia medievale, con tantissime guglie, una più alta dell'altra e ognuna recante una bandiera, era proprio lì che Aqua aveva sconfitto Malefica anni prima. Varcarono il portone sfondato e si trovarono di fronte uno spettacolo orribile: centinaia di soldati erano ammassati a terra, alcuni sbattuti contro le mura, altri contro le grandi colonne. Al centro della stanza un uomo in armatura si ergeva indifferente, la principessa in spalla e keyblade alla mano, conversava con il re e la regina.
"Ehi!" Gridò Aqua. "Lascia andare Aurora."
"Perdonatemi vostre altezze, ma devo interrompere la nostra amabile conversazione." Si voltò verso la giovane. "Guarda, guarda...Aqua giusto? Mi presento io sono Adnera, il dominatore del potere. Ti stai chiedendo come facciamo a conoscerti? Sappiamo molte cose su di voi, eroi del keyblade. Inoltre ti ho già vista, eri impegnata nella battaglia al cimitero, quando ho recuperato quel giocattolo..."
"Cosa? Sei tu che hai preso il Xblade?"
"Già..Xblade...è così che voi chiamate quell'aborto...ti dirò una cosa..."
Nel frattempo Adnera era scomparso per poi ripresentarsi alle spalle di lei.
"Tutti quelli che sono con me possiedono un keyblade di quel calibro, anzi, ti dirò, quello era solo un tentativo fallito penosamente..."
"Cosa? Che cosa stai dicendo?"
"Che c'è? Ti ho scombussolato le idee? Mi dispiace, be, ti lascio riflettere su ciò che ti ho detto, ci vediamo."
L'uomo stava per scomparire in un portale oscuro, quando Aqua lo attaccò. L'altro parò senza problemi e la respinse indietro.
"Non te ne andrai con Aurora!"
"E io che volevo risparmiarti la vita...be in questo caso...mostrami il tuo potere, maestra Aqua, fammi capire a che livello di forza sono giunto in questi anni di allenamento!"
 Aqua studiò con attenzione il suo avversario: era il dominatore del potere eppure non sembrava troppo muscoloso, anzi, dalla sua corporatura si denotava un fisico asciutto e anche abbastanza esile, inoltre era alto più o meno come lei. L'armatura era di un verde smeraldino, unito a un rosso acceso, sembrava quasi che un drago gli si fosse avvinghiato attorno. Il pettorale raffigurava una grande bocca che divampava fiamme, i suoi bracciali e i suoi gambali avevano un tema squamoso, così come il suo elmo. Un testa di drago apriva le sue fauci per lasciar intravedere la visiera scura del cavaliere. Aveva assunto una posa di battaglia piuttosto strana: le sue gambe erano leggermente divaricate, il keyblade, sempre in tema con l'armatura e con un drago sull'elsa e una sorta di vampa sulla lama, era quasi un prolungamento del suo braccio. Lo aveva posizionato di fronte a lui, come se fosse la bocca sulla sua testa a forgiare la spada. L'altra mano invece si andava a posizionare sotto quella dove teneva la chiave.
Aqua rimase piuttosto perplessa quando non trovò nessuna apertura nella sua difesa, nessun punto era scoperto, nessun varco dove poter colpire.
"Che c'è? Non volevi fermarmi?"
Disse Adnera in tono di scherno. Il cavaliere sapeva di trovarsi di fronte una guerriera esperta e doveva fare molta attenzione, perciò si liberò di Aurora, che era solo un peso.
"Be, se non ti decidi, faccio io la prima mossa."
L'uomo fece un gesto impercettibile con la mano, Aqua capì al volo e gridò:
"Giù!"
Tutti coloro che ancora si reggevano in piedi in quella sala seguirono il consiglio della donna e la loro fiducia fu ripagata: un'onda d'urto aveva tranciato a metà il castello.
"Così distruggerai tutto!" Disse la ragazza.
"Per quel che mi importa." Rispose l'altro beffardo.
La maestra allora lanciò una lama di tuono che il suo avversario prontamente bloccò, poi quest'ultimo schivò il fendente volante che ne seguì e con una semplice torsione del busto, sferrò un pugno allo stomaco della giovane, che fu scaraventata contro la colonna più vicina.
Aqua cadde a terra in ginocchio tossendo, per qualche istante aveva anche perso i sensi, ma dove la nascondeva tanta forza questo tipo?
In ogni caso non poteva avvicinarsi con tanta leggerezza, forse era meglio tentare un approccio indiretto, in cui lei era certamente migliore di lui, o così credeva. Evocò dei cerchi magici nel terreno che rapidi si fiondarono sul nemico. La zona minata l'avrebbe colpito sicuramente e le avrebbe permesso di lanciare una nuova offensiva. Le mine si erano appena posizionate, quando Adnera si sollevò creando una sorta di montagna con il pavimento del castello, poi lanciò un graviga zero che attirò verso di sé la ragazza dai capelli blu. Incapace di resistere all'attrazione, Aqua si difese con un megaflare, ma il keyblader lo assorbì con la mano libera e un aura arancio-rossa lo circondò.
"Cosa?" Fece Aqua sorpresa.
Il tizio ne approfittò e rispedì al mittente la magia che la poverina non poteva evitare. In un istante la ragazza si ritrovò a bruciare per mano delle sue stesse fiamme. La sfera però non esplose e continuò ad avvolgere la giovane.
"Mi sono permesso di modificare la tua tecnica." Disse l'altro. "Ora è un inferno infinito, un misto tra la terra e il fuoco. Il mio magnete tiene bloccato il fuoco che continua ad auto alimentarsi. Brucerai in eterno."
Infatti le fiamme non accennavano a diminuire e Aqua stava per svenire, gli mancava l'aria. Lanciò un blizzaga e poi un gelo, ma le fiamme erano troppo forti e bloccarono i disperati tentativi. A quel punto, esausta, la ragazza dovette ricorrere al cannone, trasformò il keyblade e lanciò una bufera di ghiaccio che congelò la palla. All'interno di questo scudo gelido, Aqua recuperò le forze con un energiga e uscì all'improvviso dal suo guscio per sorprendere il suo nemico. Adnera reagì immediatamente e con una piroetta su se stesso, sferrò un calcio sullo stomaco di lei che cadde riversa a terra, poi con il palmo le colpì violentemente il plesso solare spezzandole il fiato. La prese per il collo, la squadrò e poi la scaraventò contro una colonna, in un attimo le fu davanti, le poggiò una mano sul petto e ruotò leggermente la mano. L'onda d'urto che generò, frantumò la colonna dietro la ragazza e quest'ultima finì contro un muro portante.
Era piantata nella parete e non riusciva a muoversi, un braccio le faceva male, forse era rotto. Tossì e riprese fiato, ma durò poco, le pietre dietro di lei si deformarono e generarono degli spuntoni che le trapassarono mani e piedi.
"Non sei poi così forte, Aqua. Pecchi in potenza fisica e la tua velocità è appena superiore alla media, devo ammettere però che con le magie non te la cavi male."
Aqua non riusciva quasi a sentirlo, il dolore era ai limiti della sopportazione.
Adnera proseguì infischiandosene:
"Sei comunque molto potente, lo ammetto. Ora però è giunta l'ora di morire. Mi dispiace eliminarti, ma non ho altra scelta, sei pericolosa."
Aqua sorrise beffarda, non aveva il fiato per rispondere ma le parole di quell'uomo le avevano fatto in un certo senso piacere.
Lo spuntone fatale stava per colpire la ragazza, quando un tornado si abbattè sul carnefice scaraventandolo via.
"Aqua!"
Riconosceva quella voce, Ventus? Guardò in direzione del suono e vide i suoi migliori amici che erano venuti ad aiutarla. La commozione riempì gli occhi della giovane di lacrime, da tanto non vedeva i suoi compagni. Sorrise ai suoi salvatori e poi cadde svenuta.
"Ven, aiuta Aqua! Io penso a quel tipo."
Intanto Adnera si era rialzato, era abbastanza indispettito. Se c'era una cosa che odiava erano i colpi a tradimento, anche se nella sua mente c'era vivido il ricordo del suo attacco improvviso a...a chi stava pensando? Non ricordava, gli appariva un volto, un gesto, lacrime, ma non ricordava il nome e il perché lo aveva ucciso. Poi l'occhio cadde sulla sua arma e allora gli fu chiaro che era per una giusta causa. Scosse la testa e si rivolse ai nuovi arrivati:
"Questa intromissione la pagherete con la vita."
Evocò degli spuntoni di pietra che inondarono il terreno, ma Terra conficcò il keyblade al suolo e con terremoto li distrusse tutti, prima che potessero colpire lui o Ven. Il cavaliere però non aveva perso tempo e si era già presentato di fronte al castano, con un colpo al plesso solare lo mise in ginocchio e poi con un onda d'urto sulla faccia lo spedì lontano. Poi si diresse verso Ven che cercava di liberare l'amica, ma l'altro intervenne bloccando il colpo. Terra e Adnera si trovarono faccia a faccia e, nonostante Terra fosse più grosso di statura, fu facilmente respinto, poi colpì il castano alla pancia con il keyblade e con un calcio lo atterrò.
"Ora muori."
Stava per infliggergli il colpo di grazia, quando Ven si intromise ancora. Adnera era stanco di quel moccioso e con un gesto rapido lo scaraventò al suolo.
"Mi avete stancato!" Il suo colpo si fermò a mezz'aria, Dark Heart lo stava chiamando. "Un vero peccato che debba lasciare il lavoro in sospeso."
Scomparve per poi riapparire vicino alla principessa.
"è stato un onore misurarmi con voi, spero che questo scontro mi abbia reso più potente."
Detto ciò svanì nel solito portale oscuro.
**********
Aqua riprese lentamente conoscenza, le ferite sembravano essere sparite, ma aveva perso parecchio sangue e non riusciva a mettersi in piedi, le girava la testa.
"Non ti sforzare" disse Ven accanto a lei.
Lei gli sorrise e si rimise giù.
"Se ne è andato con la principessa, vero?"
Ven non rispose, si limitò ad annuire. Il viso della ragazza si scurì di colpo.
Il biondino imbarazzato cercò di tirarla su di morale, ma chi voleva prendere in giro? Anche lui si sentiva avvolto dallo sconforto dopo gli eventi del Mondo che non Esiste.
Nel frattempo Terra era tornato con dell'acqua e del cibo. I tre si misero a mangiare e quella sera non proferirono parola, nessuno era in grado di rallegrare gli altri.
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Tezca