Film > Il Gladiatore
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Autore: fiphina    17/09/2016    1 recensioni
"Germania, 179 d.C.
La guerra contro le popolazioni barbare continua ad infuriare. L'imperatore Marco Aurelio decide di recarsi a Carnantum, affinché la sua presenza fisica sia motivo di incoraggiamento per i soldati che combattono; L'anziano uomo porta con sé il figlio diciottenne Lucio Aurelio Commodo, l'erede al trono.
Il ragazzo è molto riluttante a seguire il genitore, ma non sa che la sua vita prenderà una piega del tutto inaspettata nella terra lontana e selvaggia dove sta per andare..."
Storia ambientata prima degli eventi de "Il gladiatore".
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Commodo, Nuovo personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo sei: 
Profonde verità

Priscilla era furibonda e offesa per le parole di Commodo. Era solo un egoista!

“Meno lo vedo meglio è!” Pensò frustrata.

Ora voleva solo distrarsi e dimenticare quell’incontro: decise di andare a farsi un bagno alle terme.

-Ti sei scusata con il principe, Priscilla?- La interruppe il padre, entrando nella sua tenda.

-Come mi avete ordinato padre! Ma forse è l’imperatore Marco Aurelio che dovrebbe discutere con suo figlio! Con permesso- Lo sorpassò la fanciulla, lasciando il genitore non poco sorpreso.

Commodo nel frattempo era divorato dal senso di colpa, nonostante provasse ad esserne indifferente l’immagine di lei con lo sguardo offeso e amareggiato non abbandonava i suoi pensieri.

Dopotutto, seppur la considerava una presuntuosa maleducata, il passo  per chiedere scusa l’aveva fatto.

Così, convintosi, andò a cercarla per pareggiare i conti ma non la trovò da nessuna parte. Alla fine decise di interrompere la ricerca, l’orgoglio in lui tornò ad essere sovrano: aveva provato a trovarla ma non era certo colpa sua se non ci era riuscito.

Si passò una mano sul collo. Faceva freddo ma l’andare avanti e dietro l’aveva fatto morire di caldo, perciò gli venne in mente l’idea di rilassarsi alle terme, anche per sbollire tutti i pensieri negativi dei giorni trascorsi.

Una volta arrivato li, non essendoci mai stato non sapeva esattamente dove andare. Provò ad entrare in una stanza già piena di calore.

Non si accorse che c’erano dei vestiti poggiati in un angolo.

Si spogliò della parte superiore dell’armatura e quando stava per fare lo steso con il resto, all’improvviso cogliendolo di sorpresa, una figura femminile riemerse dall’acqua calda in maniera elegante e con un movimento deciso nello scostarsi i biondi capelli.

L’acqua le arrivava appena sopra la vita ma il resto del corpo era completamente scoperto, occupato solo da due ciocche di capelli ricadenti sul petto, segnando le morbide curve.

Commodo rimase senza fiato, incapace di reagire, a occhi spalancati e le labbra dischiuse. Pur essendo una normalissima donna, ai suoi occhi era subito apparsa con una creatura rara, come una dea.

Arrossì violentemente quando scoprì chi fosse.

Quando Priscilla ebbe la visione più nitida agì prendendo lo stiletto che aveva poggiato sul bordo della vasca.

-Beh? Te ne vai o vuoi soltanto guardarmi?- Affermò duramente.

Solo a quelle parole il principe si riscosse, distogliendo lo sguardo.

Sapeva che non aveva giustificazioni; Doveva solo chiedere scusa stavolta. Proprio mentre stava, forzatamente, per farlo, sentì altre voci venire in quella direzione.
Allarmato e non sapendo dove andare saltò dentro la vasca.

Priscilla era allibita  -Esci subito, mascalzone!-

Ma lui non l’ascoltò neppure e per nascondere entrambi le tappò la bocca e la portò in apnea con lui.

Quando le due serve se ne furono andate tornarono in superficie.

-Se non esci subito non rispondo di me!- Ringhiò Priscilla tra i colpi di tosse e l’imbarazzo per essere stata afferrata e attaccata a lui anche solo per pochi secondi.
Come aveva osato toccarla?

-Ti chiedo perdono principessa!- Disse Commodo serio.

-Non avrei dovuto, la mia è stata un’azione sconsiderata!-

-Non me ne faccio niente delle scuse, principe!- Ribatté la ragazza.

Il giovane perse le staffe e la prese per le spalle, non stringendo troppo ma trattenendola. Puntò i suoi occhi su quelli zaffiro.

-Senti! Ora basta mancarmi di rispetto, principessa! Ti ho cercato questa mattina senza però trovarti, perché volevo scusarmi per il mio comportamento. Ma non è colpa mia se non ti ho trovata, come non è colpa mia quello che è successo ora! Invece cosa penserebbe tuo padre o tua madre di te?- Sbottò Commodo.

-Sei solo una maleducata!-

Priscilla lo guardò con una smorfia di disprezzo –Io non ho una madre!- Proferì, tuttavia senza dimenarsi.

Il principe venne spiazzato da ciò che udì.

-Cosa?- Ripeté in tono diverso.

-Non ho una madre! Principe! E se ora siete stato colto  da improvvisa compassione, sappiate che non ne ho bisogno!- Infine si dimenò dalla sua presa diventata stranamente debole, e Priscilla fece per andarsene.

Un’istante dopo si voltò a guardare Commodo che l’aveva appena bloccata, e lei già si immaginava la sua espressione di compassione e le parole che in tanti le avevano ripetuto per la perdita subita.

-Che cosa vuoi?-

-Possiamo andare in un luogo più appartato? Ho bisogno di parlarti…-

-Se mi devi dire qualcosa, lo puoi fare anche in questo momento!-

-Andiamo in un altro posto, qui c’è troppa gente.-

Priscilla alzò gli occhi al cielo, non credeva che ci fosse qualcosa di più importante della confessione che aveva appena fatto, ma si arrese e decise di seguire il principe fuori dall’imponente edificio.

-Allora? Che cosa mi devi dire?- Domandò la fanciulla quando trovarono un luogo dove non c’era nessuno, fuori da Carnantum e vicino al bosco in cui si erano incontrati per la prima volta.

-Non sei l’unica ad aver perso la madre-

-Cosa?-

-Ecco…- Disse Commodo in difficoltà, fino a quel momento l’unica donna della sua vita con cui si era confidato era stata Lucilla.

-Avevo solo sei anni quando mia madre si è ammalata. Tutti i medici che l’hanno visitata non hanno saputo dare un nome alla malattia o a trovare una cura. Se n’è andata dopo un solo mese…-

Erano passati quattordici anni da quel terribile giorno ma Commodo conservava ancora il ricordo dell’ultima volta che sua madre gli aveva parlato: la bellezza era completamente scomparsa dal suo volto, come un fiore travolto dal freddo invernale. Chissà se sarebbe stato fiero di lui.

-Io l’ho persa quando avevo appena quattro anni. Un’ altra tribù ha attaccato il nostro villaggio e lei è stata una delle vittime…- Rispose Priscilla. -Ti manca?-

-Si mi manca ogni giorno. Lei era la persona a cui confidavo tutto, adesso c’è mia sorella ma sento la sua mancanza.-

-Anche io la sento. Anche se ho un padre… lui non la può sostituire-

-Lo penso anche io- Mormorò il ragazzo, l’improvvisa piega inaspettata che aveva preso il discorso avvicinò quei due giovani che erano così diversi l’uno dall’altra.

Le impensabili confessioni sulle rispettive madri stavano facendo cambiare opinione sia a Commodo che a Priscilla.

-Quindi, sei così arrogante e presuntuoso perché non ricevi più attenzioni da tua madre?-

-Tu non hai un padre che si preoccupa più della politica e dell’esercito che di suo figlio. Io e lui non abbiamo un buon rapporto, in realtà, non abbiamo proprio un rapporto.-

La principessa stava piano piano scoprendo che il carattere del giovane non era dovuto all’essere stato viziato, era solo un modo per difendersi e per evitare di soffrire e Commodo si stava rendendo conto che lo stesso valeva anche per la fanciulla. 




Spazio delle autrici: 
Ariciao da Mackenzi94 e Fiphina cari lettori!! Questo capitolo è un po' particolare, qui vengono fuori maggiori dettagli sul passato dei due che, come avrete notato, è stato per entrambi tormentato. Speriamo vi possa piacere e come al solito non ci dispiacerebbe ricevere qualche commento! Alla prossima e un grazie a tutti... 
Le antiche romane Fiphina e Mackenzie94!


 
   
 
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