Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: iamsemiautomatic    17/09/2016    7 recensioni
A Diana era stata preclusa la possibilità di avere poteri magici quando, da piccola, ogni possibile traccia di questi le fu strappata via dal corpo, a causa degli esperimenti condotti da una Setta di umani . Ma a qualcuno serve la sua magia, e sarà disposto a far di tutto affinché la ragazza possa manifestare ancora una volta i suoi poteri. Nel frattempo, nel Regno di Leykios dei macabri ritrovamenti sembrano presagire il ritorno di una stirpe considerata ormai estinta, e un Esercito della Morte incombe sul Regno. Tre avvenimenti, apparentemente diversi, sono collegati in realtà tra di loro, e hanno un unico scopo: il caos.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Come al solito, le mie introduzioni sono a dir poco pessime, spero di non avervi fatto scappare a gambe levate! Se passate di qui, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, anche le critiche costruttive sono ben accette! Buona lettura :)
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO

 

Coremita volò più veloce che poté, sfrecciando tra gli alberi della foresta. Non sarebbe stato difficile scappare da lui: conosceva quel luogo a memoria. Nonostante fosse notte, lei ci vedeva perfettamente e riusciva ad evitare ogni ostacolo.
Con il cuore in gola, Coremita si costrinse a superare i suoi limiti, ad andare sempre più veloce. Doveva uscire da lì. Doveva tornare a casa.
Mentre ogni parte del suo corpo si sforzava di non cedere, nella testa della fata echeggiava la voce della madre che le aveva ordinato di stare fuori da quella foresta.
Coremita avrebbe tanto voluto ascoltarla, ma non era riuscita a resistere.
Quella voce, che proveniva dagli alberi fitti.. quella luce strana..
La fata era troppo curiosa per restare a casa. Doveva scoprire. Doveva vedere.
Così quella notte, mentre nel suo villaggio si dormiva da ore, non riuscendo a chiudere occhio, la ragazza era uscita dalla sua casa , per fare una passeggiata. Aveva camminato così tanto da aver superato il limite tra il sentiero della strada principale e la foresta. Rendendosi conto del pericolo stava per tornare, quando si era sentita chiamare e, voltandosi verso la fitta vegetazione, una figura luminosa, eterea comparve davanti a lei, supplicandola di seguirla. Quella voce l'aveva ipnotizzata: le gambe si erano mosse quasi contro il suo volere, portandola in quella che si era rivelata una trappola mortale.
Se continuo così riuscirò a salvarmi.. spero, pensò, con il fiato corto. Si girò per un istante, ma fu proprio quello, che la fece scontrare violentemente contro un albero.
L'impatto fu tale da farla cadere, tramortita. Passarono pochi minuti, e la fata dai lunghi capelli azzurri riuscì a mettersi in ginocchio, massaggiandosi la fronte.
No, devo muovermi!, protestò dentro di sé quasi immediatamente, rialzandosi, tremante. Tentò di volare, ma una fitta lancinante alla pancia la fece cadere di nuovo.
Si portò le mani proprio in quel punto per poi scoprire, una volta averle guardate, che erano piene di sangue. Lanciò un urlo disperato.
Lacrime, tantissime lacrime cominciarono a rigarle il viso, mentre la fata si accorgeva di essere stata colpita da una freccia.
Una risata crudele echeggiò nella foresta: la voce le parve lontana, ma in realtà chi l'aveva colpita si trovava proprio alle sue spalle.
Sforzandosi al massimo, cercò comunque di muoversi , ma ecco che un'altra freccia si conficcò nel suo corpo, stavolta trafiggendole la spalla.
Rantolò, incapace di urlare per il dolore, e si accovacciò a terra, prona.
Subito, una mano la prese per i capelli, le dita si strinsero fra le ciocche , per poi strattonarla con forza, facendola voltare. Un' altra mano prese le frecce, levandole dal suo esile corpo e strappandole brandelli di carne.
Coremita scoppiò a piangere, avrebbe voluto urlare, ma non ci riusciva. Fissò la figura davanti a sé.
Indossava una maschera che raffigurava una tigre bianca, che lasciava intravedere solo la bocca e il mento. Da così vicino, la fata poté vedere che gli occhi erano fatti di stoffa molto leggera, in modo da permettere a chi indossava la maschera di avere la visibilità.
La persona davanti a lei, perché di un essere umano si trattava, o almeno di questo era certa la povera fata, rise sommessamente.
-Finalmente ti ho presa-, le sussurrò, avvicinandosi al viso di lei e tirandole ancora di più i capelli. Aveva una voce maschile, ma lei non riuscì ad identificarne l'età.
Il sangue che sgorgava dalle sue ferite stava sporcando sia le vesti di Coremita che dell'uomo che la teneva.
La ragazzina gli sputò addosso e di tutta risposta lui emise quello che parve essere un ringhio, per poi alzarsi, trascinandola con sé. Ignorando i lamenti della fata, la trascinò per svariati metri, fermandosi poco dopo. Nel silenzio assoluto la lanciò a terra, schiena rivolta verso il cielo nero, e si mise in ginocchio accanto a lei.
Sospirò, mentre posò pesantemente un piede sulla testa di Coremita, per bloccarla a terra, la parte sinistra del viso schiacciata sul terreno umido. Poi, dopo aver posato la balestra, prese dalla sua sacca una daga seghettata. Da quella posizione la fata non poteva vederlo, infatti riusciva a scorgere solo le sue mani, ma da un verso emesso dall'uomo intese che era soddisfatto. Tentò di parlare, ma la bocca era piena di terra e sangue, e a stento riusciva a respirare. Le ferite provocate dalle frecce continuavano a sanguinare copiosamente e il dolore aumentava. Mugolò, singhiozzò, ma ciò non fece turbare minimamente il suo assalitore, il quale mise la mano libera dall'arma sulla schiena di lei.
-Bene, questo.. farà male- aggiunse, prima di cominciare a tagliarle le ali.
Stavolta, un urlo si liberò dalla bocca di Coremita. Il primo di una serie di strazianti grida che proseguirono per tutta la notte.

 



N.d.A.: anche questo Prologo, è piuttosto corto, ma spero di aggiornare il prima possibile dal momento che il Capitolo 1 avevo già iniziato a scriverlo. Non so bene cosa dire, in realtà, a parte le solite cose: mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensiate , anche se effettivamente dal prologo non si evince molto, e se ci sono errori fatemeli notare. Grazie per essere passati di qui!

 

Ah, per quanto riguarda il titolo della storia, si riferisce al termine gaelico usato per indicare la Banshee, che letteralmente significa “donna fata”. Nelle antiche leggende irlandesi e scozzesi, la Banshee era uno spirito femminile che si aggirava attorno a paludi e fiumi, nelle sorgenti o nelle colline . In genere sono legate ad alcune famiglie, per cui quando un membro della famiglia protetta muore, o è in procinto di morte, la Banshee piange e si dispera. Nel fantasy moderno le caratteristiche di tale creatura sono cambiate, e in effetti nella mia storia ho voluto unire le caratteristiche delle leggende antiche e delle storie moderne, anche se al momento non posso dirvi altro. 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: iamsemiautomatic