Anime & Manga > Sword Art Online
Segui la storia  |       
Autore: Danmel_Faust_Machieri    17/09/2016    3 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"A cena con il generale della prima linea?!" esclamò sorpreso Riccardo dopo che Claudio e Nicolò gli avevano comunicato l'invito di Linton "Ma… Come ci dovremmo vestire? In modo elegante? Non ho vestiti del genere! Oh San Gerolamo…"
"Stai calmo!" rispose Roberto stravaccato su una sedia "È un capo militare… Non farà caso a certe cose!"
Il resto della gilda Vitriol aveva raggiunto i due capi-gilda intorno alle 19:30 di quel giorno e la cena si sarebbe svolta alle 20:00 nella sede della gilda del comandante che si trovava poco fuori dalle mura.
"Data l'ora non ci converrà partire?" Domandò Lorenzo guardando l'ora dal suo menu. 
"Non hai tutti i torti!" disse sereno Nicolò mentre si spostava verso la porta che conduceva all'esterno della locanda "Andiamo, andiamo! Linton ci aspetta!" 
I sette procedevano, nella notte, lungo un sentiero che avevano trovato infondo alla scalinata in marmo finché non videro un'immensa struttura bianca dalle cui finestre traspariva la vibrante luce delle torce .
"Non ha caso è il generale della prima linea ahahahah" ridacchiò Claudio realizzando che, per avere una sede del genere, la gilda avrebbero dovuto spendere chissà quanti soldi.
La gilda si fermò davanti al portone di ingresso: un grosso portone in legno rinforzato con decori ramati che ritraevano soli e lune.
Roberto bussò sonoramente alla porta e, dopo qualche secondo, comparve Linton, vestita con lo stesso abito che aveva indosso quando Nicolò la incontrò per la prima volta.
"Siamo qui perché ci ha invitati il generale Linton" disse severo Roberto facendosi grande dell'invito ricevuto, non sapendo di essere difronte al generale in persona.
Lei lo fulminò con lo sguardo e poi cercò i visi di Claudio e Nicolò.
"Quindi questa è la vostra gilda?" domandò Linton sorridente.
"Sì generale" rispose Nicolò ricambiando il sorriso di lei.
Roberto si sentì strozzare il cuore dalla rovente mano della vergogna e il suo volto divenne un faro in grado di guidare le navi sicure al porto. 
Nicolò notò che lo sguardo del generale scorreva rapidamente i vari componenti della gilda con un'espressione perplessa finché non vide Camilla alla quale sorrise teneramente.
"A questo punto potete anche accomodarvi" accordò la donna spalancando ulteriormente la porta e accostandosi ad essa per lasciare libero il passaggio ai sette ragazzi.
Ciò che da lontano avevano solo identificato come un edificio all'interno si rivelò essere un vero e proprio palazzo signorile vastamente decorato: corredi di mobili che parevano antichi erano sparsi per le stanze in cui passavano mentre seguivano la sica di un tappeto granata decorato di ricami dorati; piante dai fiori sgargianti e dalle forme assurde rendevano l'aria densa di profumi orientali; candele e lampadari illuminavano quel regno in cui si riversava lo scintillio dei metalli e dei rari monili che erano poggiati sulle mensole o conservati all'interno di mobili con teche di vetro. I ragazzi si guardavano intorno estasiati da tanta preziosa armonia e, in mezzo a quel continuo estasiarsi, Nicolò si stupì di non vedere alcun giocatore abitare quei luoghi e tirò così un sospiro di sollievo. 
I ragazzi, seguendo la camminata elegante e aggraziata di Linton, giunsero davanti ad una porta chiusa.
"Cos'è la confusione dietro a quel portone?" domandò Alessandro.
"Di che confusione parli?" chiese Riccardo "Io non sento niente"
"Come fai a non sentirlo?" disse il barbaro.
"È normale" rispose pacatamente Linton "Questa porta è molto spessa solo chi ha un'elevata caratteristica di "Ascoltare" può sentire lo schiamazzo della mia gilda ahahahah"
"Ah… Quindi la tua gilda è qui…" deglutì preoccupato Nicolò.
"Certo che è qui!" esultò lei spalancando la porta e rivelando un'immensa stanza gremita di persone sedute intorno a varie tavolate sulle quali troneggiavano montagne di cibi che, solo a guardarle, si sentiva la pancia andare avanti per conto suo.
Almeno quaranta persone erano seduti intorno a 2 tavoli, disposti parallelamente tra loro, e osservavano la porta che si era appena aperta; seduti ad un terzo tavolo, perpendicolare agli altri e vuoto, si trovavano Salazar e Tempesta che, probabilmente, stavano aspettando gli ospiti.
"Signori!" proruppe Linton rivolgendosi ai suoi sottoposti "Vi presento la gilda Vitriol! Gilda Vitriol" disse poi rivolgendosi ai 7 ragazzi "Vi presento la Gilda del Sangue di Drago!"
"Eh sè…" sbuffò Alessandro "Sei tu Dovakin?" e i suoi amici scoppiarono a ridere tutti tranne Camilla, la quale non aveva colto la battuta, e Nicolò che ripeteva poesie nel tentativo di scongiurare uno dei suoi attacchi.

"Certo che la vostra gilda è strana" disse Tempesta mentre masticava rumorosamente un cosciotto di un qualche volatile.
"Spiega meglio, Cuor di leone" lo canzonò amichevolmente Claudio.
"Nel senso: la vostra gilda è probabilmente la meno numerosa che io abbia mai visto"
"Vabbè ci credo" commentò Roberto "La vostra è formata da quasi cinquanta persone ma credo che le gilde degli altri players siano ampie quanto la nostra"
"A dire il vero non è così" gli rispose Linton dopo aver poggiato il calice da cui stava bevendo "La maggior parte delle gilde presenti in questo mondo sono formate da circa 20 componenti ma la vostra non arriva nemmeno alla decina…"
"Cosa vi possiamo dire? Ci piace essere pochi ma buoni" rise Claudio.
Linton si volse verso Nicolò per sapere cosa ne pensasse ma lo vide assorto nel mangiare pacatamente una bistecca, Camilla intanto gli parlava e Linton si stupì del fatto che lui non le rispondesse e del fatto che lei non si alterasse in nessun modo per l'apparente scortesia del ragazzo.
"Comunque avrei una domanda" disse sereno Riccardo interrompendo i pensieri del generale "Ora come ha intenzione di procedere la prima linea?"
Salazar si girò verso Linton e, dopo che lei annuì con la testa, iniziò a dire "Come prima cosa utilizzeremo 10 giorni per esplorare il piano, ma questo riguarda solo un'élite scelta, per quando riguarda tutta la prima linea, una volta trovata la stanza del boss, un primo gruppo di esplorazione, studierà il movente, la mappa della stanza, possibili debolezze o resistenze del boss, al termine di questo primo studio la squadra d'esplorazione si ritirerà e analizzando i dati raccolti studieremo una tattica d'assedio"
"Capisco…" commentò il chierico "E si procede così per ogni piano?"
"Per ogni piano!" confermo Tempesta "Ma abbiamo già messo in conto che l'esplorazione di qualche piano possa richiedere più di 10 giorni ma, fortunatamente, ad oggi non è mai capitato"
"Mmm…" rifletté Claudio qualche secondo.
"Ah ecco!" disse Cuor di leone ridacchiando "Uno dei nostri "Consapevoli"  avrà sicuramente qualcosa da ridire!"
 "Consapevoli?" si limitò a ripetere Alessandro chiedendo implicitamente il perché di quell'epiteto.
"I vostri superiori non ve l'hanno raccontato?"  ridacchiò nuovamente il guerriero "Questi due di sono buttati all'interno di questo gioco mortale consapevolmente!"
"Certo che lo sappiamo!" rispose il barbaro alterato "Mi chiedo come voi siate arrivati a scoprirlo"
"Colpa della pietra nella chiesa della Città d'Inizio…" si limitò a dire Claudio dopo aver inghiottito un nuovo boccone.
"Già" confermò Salazar "Alla Città d'Inizio un giocatore, qualche giorno fa, si accorse di due nomi il quale log-in risultava posteriore rispetto al lancio di questo gioco: "Orpheus" e "Ashel". La voce iniziò a girare e un qualcuno, non si sa chi, iniziò a parlare di loro come de "i Consapevoli"; un epiteto di cui, voi due" disse rivolgendosi ai due ragazzi "non vi libererete tanto in fretta".

Quando la cena si concluse i componenti della Gilda del Sangue di Drago si ritirarono nelle loro stanze e Linton, dopo aver congedato Salazar e Tempesta, riaccompagnò la gilda Vitriol verso la porta.
Quando tutti furono fuori Linton chiamò Camilla "Mineritt, puoi fermarti qui un attimo?"
Gli altri ragazzi si voltarono di colpo a quella richiesta così strana. Camilla si voltò a cercare lo sguardo di Nicolò "Voi andate avanti" disse il ragazzo rivolgendosi al resto della gilda "Io resto qui ad aspettare Mineritt; ci vediamo dopo alla locanda o domani mattina" concluse sorridendo.
Camilla allora tornò all'interno dell'edificio e Linton la fece accomodare su una poltrona mentre Nicolò si sedette a trascrivere poesie seduto fuori dalla porta.
"Mi dispiace chiedertelo così" iniziò a dire Linton "ma per caso tu sai il motivo del perché Orpheus è stato zitto tutta sera?"
Camilla si trovò spiazzata da quella domanda: sicuramente Linton non sapeva dell'agorafobia di Nicolò ma sarebbe stato giusto parlarne?
"Sai avevo invitato voi a cena anche per parlargli un po'… ma non mi sembrava dell'umore adatto"
"Ni… Orpheus non sarà mai dell'umore giusto" sospirò la ragazza.
Linton fece finta di non aver sentito l'errore della maga fatto nel pronunciare parzialmente il nome del giocatore dietro al nickname "Non sei una giocatrice esperta vero?" domandò il generale.
"A dire il vero no… I ragazzi mi avevano convinto a provare questo gioco… ed eccomi qui con loro" disse abbozzando un sorriso amaro.
"E là fuori eri come la loro sorella maggiore vero?"
"Come fa a saperlo?" domandò la ragazza confusa.
"Riconosco il tuo sguardo" rispose sorridendo.
Camilla arrossì d'un tratto poi riprese il controllo e chiese a sua volta "Lei invece? Perché si trova in questo gioco? E come ha fatto a diventare generale della Prima Linea?"
"Non darmi del lei, dammi del tu" iniziò a dire Linton "Io sono una… Insegnante di latino a Boston e la passione per i giochi me la sono portata avanti sin da bambina. Per quanto riguarda la prima linea… Diciamo che sono una brava combattente ed una delle poche che si è preoccupata per gli altri una volta caduta in questa trappola mortale…" e accompagnò la sua ultima parola con un sonoro pugno sul tavolino davanti a se "Voglio liberare tutti da questo incubo… Voglio riportarli alla loro vera vita… E ti sono grata per esserti unita alla nostra causa" concluse con le lacrime agli occhi.
Camilla allora si voltò verso di lei rivedendo in quegli occhi immersi nel pianto la forza che avrebbe sempre sognato di vedere negli occhi di tutte le donne del mondo… Quella forza che voleva sentire vibrare nella sua anima… La ragazza sentì affiorare le lacrime.
"Siete un gruppo di ragazzi forti, e tu forse più degli altri… Non so perché Orpheus si sia comportato così a cena ma se non me lo vuoi dire ci sarà un motivo valido… Vai pure, ti ho già intrattenuto troppo" concluse Linton con un sorriso bagnato di qualche lacrima; poi la donna si accostò alla porta e l'aprì sorprendendo Nicolò nell'andare avanti e indietro mentre urlava ad un Caronte (o a un Minosse) invisibile "Vuolsi così colà dove si punte ciò che si vuole e più non dimandare!"; quando il generale aprì la porta il ragazzo si fermò e poggiò il bastone da passeggio poggiandoci sopra entrambe le mani.
"Te sei strano forte; lo sai?" rise Linton asciugandosi le lacrime.
Prima che Nicolò poté obbiettare, Camilla rispose uscendo "Lo sa, lo sa" e il bardo sorrise compiaciuto.

"Come hai intenzione di comportanti durante gli scontri con i boss dei vari piani?" chiese furiosa Camilla a Nicolò mentre tornavano verso la locanda.
"Cosa intendi dire?" domandò lui al posto di rispondere.
"Sei agorafobico! Nelle lotte potremmo essere più di qualche centinaio di giocatori e tu come credi di comportarti? Già oggi a cena Linton si è accorta che ti comportavi in maniera strana!"
"Linton…" pensò il bardo "Credi che si sia chiamata così riferendosi al figlio di Heathcliff in "Cime tempestose"?"
"Non cambiare discorso!" 
"Va bene, va bene…" sospirò lui "Non mi preoccupano troppo le boss-fight… Nel momento in cui mi verrà chiesto di distrarre il boss in un determinato momento, quando mi verrà chiesto di colpirlo ad una gamba o di difendere un altro player mi concentrerò esclusivamente su quell'ordine e non mi farò distrarre da nient'altro!" concluse convinto.
"Sei sicuro che possa funzionare?" domandò la ragazza preoccupata.
"Assolutamente no…" rise lui "Vedrò come andrà la prima boss-fight e se mi rivelerò essere più di impiccio che altro abbandonerò la prima linea… Non voglio mettere ulteriormente in pericolo giocatori che si sono votati alla ricerca della libertà!" pronunciò quelle parole al ritmo del battito echeggiante del suo cuore e i suoi occhi brillarono come fiamme verdi. 
Camilla lo guardò e forse per la prima volta intuì quello spirito, quel fuoco che gli pulsava dentro e che lui aveva alimentato con le parole dei suoi amati poeti… ma per la prima volta, in quello scintillio, vide altro: vide il dolore che quella notte gli aveva sbranato l'anima, un dolore che, grazie a lei, aveva cominciato a combattere e che forse l'aveva condotto fin lì, all'interno di quel gioco mortale… Nicolò era lì per quello? Perché non voleva vedere altre persone ridotte come la sua Teresa? Forse lei si stava solo sbagliando… Nessuno poteva capire quel ragazzo eppure… 
Nicolò si voltò e guardò Camilla… Le sorrise e disse "Smetti di scrutare la mia anima, finirai per impazzire come me ahahahah! Dai, raggiungiamo gli altri" e si incamminarono sotto ad una notte che non aveva stelle in grado di brillare quanto gli occhi dei due.

Alla locanda la gilda aveva affittato 4 stanze per risparmiare qualche moneta: in una dormivano Claudio e Nicolò, in un'altra Roberto e Riccardo, nella terza Alessandro e Lorenzo e nell'ultima Camilla da sola. 
Alessandro stava camminando su e già per la stanza "Cosa ne pensi del piano della prima linea?" domandò al compagno di stanza fermandosi in mezzo ad essa.
"Mi sembra eccellente…" rispose il chierico steso sul letto "Perché me lo chiedi?"
"Vedi… Ho ripensato alla loro tattica d'azione" spiegò lui "Vogliamo fermarci a questo piano per 10 giorni… e poi affrontare il boss… Siamo solo al piano 3 e mi sembra che 10 giorni siano eccessivi… Pensa che ci sono altri 97 piani e se per ognuno dovremo star fermi 10 giorni usciremo da questo gioco tra circa tre anni…"
Lorenzo, che in quel momento stava sistemando il suo inventario, si fermò di colpo: l'amico aveva ragione, procedendo a quel passo sarebbero invecchiati in quel gioco; poi non avevano messo in conto che qualche piano potesse richiedere più di dieci giorni, quindi il tempo si dilatava ulteriormente. Lorenzo venne fulminato da un dubbio: ma alla fine sarebbero davvero tornati al loro mondo? C'era veramente una via d'uscita da quell'universo? Oppure il creatore del gioco si divertiva a guardare i players divenuti simili a topi che si affannano a scorrazzare per un labirinto senza via d'uscita? Un terrore improvviso l'assalì al solo pensiero di quella eventualità.
"Eppure forse è giusto così" tornò a pensare a voce alta Alessandro "È meglio essere prudenti ed uscire tra 3 anni che morire definitivamente, no?"
Lorenzo lo guardò in faccia e rivide dipinta su di essa la speranza, speranza che doveva avere anche lui, speranza che li doveva spingere a combattere.
"Ti posso fare un'altra domanda?" chiese il barbaro.
"Dimmi pure" rispose il chierico tornando a sistemare il suo inventario.
"Tu hai conosciuto Teresa? La…" 
"La fidanzata di Nicolò? Sì, l'ho conosciuta" lo precedette lui "Quindi l'ha raccontato anche a te… È un bene, vuol dire che sta iniziando ad aprisi di più. Comunque la conoscevo da prima di lui perché vivevamo nello stesso paese, era una ragazza veramente bella, faceva perdere la testa alla stragrande maggioranza dei suoi coetanei… Io naturalmente non mi sono mai invaghito di lei, sia ben chiaro! Però lo ammetto: era bella. Anche figa ma soprattutto bella. Mi ricordo che un giorno, mentre io e Nicolò fantasticavamo davanti ad una tazza di tea delle nostre ipotetiche storie d'amore, capii che lui sarebbe stato il ragazzo perfetto per Teresa… Anzi, capii che lui sarebbe stato il ragazzo di Teresa. L'anno dopo iniziarono ad uscire insieme e, quando Nicolò corse da me a dirmi che si era fidanzato, io gli dissi subito "Con Teresa, vero?" lui mi guardò con un'espressione che non dimenticherò mai e disse "Come fai a saperlo?" ahahahahah" 
"Ma erano così innamorati?"
"Oh sì… Erano  perdutamente innamorati e quando lui la perse… Beh… Non credo esistano parole per descriverlo… Però ora che lo rivedo capisco che si sta riprendendo… Non dimenticherà mai Teresa, sia ben chiaro, ma ha capito che deve andare avanti anche per lei"
"Me lo ero immaginato"
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. Alessandro trasalì di colpo e urlò "Chi è?"
"Sono io grulli!" la voce di Nicolò risuonò per la stanza.
Il barbaro aprì la porta, il bardo entrò e piantando gli occhi in quelli del chierico iniziò a dire "So che è tardi ma ho un dubbio che non mi riesco a togliere dalla testa: Lorenzo, secondo te Linton si chiama così per il figlio di Heathcliff in "Cime tempestose"?"
Lorenzo scoppiò in una sonora risata "Innanzitutto come ti è venuto in mente che detesti quel libro? E poi ammetto di aver pensato la stessa cosa!"
"Fantastico!" esultò Nicolò contento "Ora vado, notte!"
Ed uscì dalla camera chiudendo con indelicatezza la porta.
"Sì sì" rise tra se Alessandro "Si sta riprendendo"

La mattina seguente il messaggio di Hyrtang colse Claudio un pochetto alla  sprovvista. Anzitutto perché non se lo aspettava, ma soprattutto perché gli veniva chiesto di raggiungerlo nella cittadina di Repigon, ma non specificava per quale motivo. Aveva ancora nove giorni prima del boss del piano 3, doveva livellare se voleva realmente parteciparvi. Però, in fondo, sentiva il bisogno di abbandonare Nicolò e la gilda per un po’ di tempo. Aveva quasi dato per scontato di riuscire ad incontrare Luna durante il raduno organizzato da Linton ma sebbene avesse analizzato ogni singolo viso presente all’anfiteatro, niente. Di lei neppure l’ombra. Cercava di darlo a vedere il meno possibile, facendo il coglione con le sue infantili sfide con Roberto, col mantenere sempre il sorriso e col suo role play del ladro spaccone, ma la distanza dalla sua amata lo stava lentamente logorando. Ogni notte mille pensieri e congetture lo tenevano sveglio. Si chiedeva dove fosse, se stesse bene, se fosse già morta… Doveva fare qualcosa. ne avrebbe parlato subito con Nicolò e sarebbe partito quel giorno stesso, sfruttando come movente della sua partenza la richiesta dello sciamano. Anzi no, niente parole, un messaggio su cui diceva che sarebbe andato ad aiutare Hyrtang qualche giorno. Semplice, diretto, che non lasciasse spazio ad altre domande. E così fece. Si ritrovò al portale cittadino verso le nove, dopo una decina di minuti dall’invio del messaggio.  Poche righe, un saluto, la promessa di tornare il più presto possibile e lo smile di un occhiolino. Attraversò il portale ed in un istante si ritrovò  fuori dalla tranquilla Repigon, quella semplice cittadina che avevano attraversato tanto in fretta qualche giorno prima. Si diresse subito nella piazza del grande albero, luogo dell’appuntamento, e studiando con lo sguardo la città si rese conto di quanto essa fosse molto più viva di quando era passato la volta precedente. Quasi sicuramente a causa della riunione molti dei giocatori cui era stato vietato l’accesso alla città del terzo piano erano tornati lì, ad oziare all’ombra delle frasche degli alberi. Quando finalmente raggiunse la piazza principale vide davanti a sé lo sciamano  di schiena, appoggiato su un masso a fianco della bacheca, a tracciare solchi nel terreno col suo bastone. Sembrava quasi stesse disegnando un omino stilizzato che prendeva a bastonate un…. Bhe, un qualcosa, dal disegno non era assolutamente chiaro cosa rappresentasse l’altra figura.
Si avvicinò senza farsi sentire, poi appena gli fu alle spalle gli diede un amichevole manata sulla nuca, scompigliandoli i capelli, dicendo:
“ Uè Picasso, che si dice?”
Quello svenne scosso da un sussulto, poi si voltò e, alzato lo sguardo, esclamò “ Ti venisse un colpo Ashel! Mi hai fatto paura!”
Il ladro rise “Ops. La prossima volta che vorrò farti uno scherzo ti avviserò, soddisfatto?”
“ Sarà meglio, piccolo ignorantello”  e gli sorrise di rimando
“ Beh,dato che sono qui puoi dirmi il motivo per cui mi hai chiamato, no? Vediamo di non perdere troppo tempo, ho molto da fare”
“ Beh, ad essere sincero sono un paio di motivi…” disse il ragazzino, alzandosi da masso e guardandolo negli occhi “ Anzitutto grazie… per il famiglio insomma”
“ Ah, c’è l’ hai fatta alla fine?” chiese curioso il ladro
“ Sisi, ci ho provato un paio di volte, ma l’ho ottenuto”
“ Ahahaha” lo interruppe Claudio “ Un paio di giorni? Certo che sei scarso!” si accorse che Hyrtang lo guardava con aria interrogativa “ Beh, sai no che io detengo il record di ottenimento del famiglio?”
L’espressione perplessa dello sciamano si mutò in stupore “ Hai fatto meglio di… dai, la ranger dei 5?”
“ Di River? Certo!” poi rise, cambiando argomento, non gli piaceva vantasi più di tanto, in fondo “ Dai, chiama il tuo famiglio, voglio vederlo” 
Hyrtang sfoggiò un sorrisetto compiaciuto, poi batté un paio di volte il piede a terra. Una folata di aria fredda vorticò davanti a lui, condensandosi in un tenerissimo cucciolo di pinguino, con la pancia che era totalmente ricoperta, o forse era proprio fatta, di un blocchetto di ghiaccio irregolare. Li fissavo coi suoi occhietti dolci ed inclinava il collo a destra ed a sinistra, studiando la nuova figura che gli si parava davanti. 
“ Che tenero!” esclamò il ladro, avvicinandosi per accarezzarlo “Come lo hai chiamato? Piede Felice?” il pinguino però gli diede una beccata sulla mano, non troppo forte, ma abbastanza decisa per farla ritrarre immediatamente
“ No” Hyrtang accarezzò il capo del suo famiglio “Pen-Pen”
A quel punto anche Claudio chiamò il proprio famiglio, poi i due parlarono qualche minuto di come li avessero ottenuti, di come li curassero e cosa gli davano da mangiare, sembravano quasi due che al parco si incontrano coi cani al guinzaglio ed iniziano a parlarne. Infine, Hyrtang rivelò il vero motivo per cui aveva chiesto a Claudio di in fondo 
“  Senti, lo so che magari ti potrà sembrare… stupido ma…” evidentemente lo sciamano non riusciva a chiederlo, così Claudio gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. A quel punto lo sciamano, conscio che il ladro lo avrebbe aiutato, gli chiese di accompagnarlo fino al terzo piano. Gli spiegò che aveva sentito della riunione del generale, di cosa era successo, e si era reso conto che sentiva la necessità di combattere per uscire di lì. L’unico problema era il fatto che lui viaggiasse da solo, ed aveva troppa paura di morire per avanzare più di tanto. Claudio a differenza delle previsioni non rispose subito, aveva bisogno di rifletterci qualche minuto. Si allontanò un attimo, arrampicandosi sui rami del grande albero della piazza e sedendosi su uno di essi. In fondo lui doveva cercare una persona, non poteva fare da baby sitter ad un ragazzino in cerca di gloria. Luna…  si era buttato dentro LSO per riabbracciarla, perché senza di lei sapeva che avrebbe vissuto una vita a metà, ed ora sembrava quasi fare di tutto per evitare la ricerca. E sapeva il perché. Sapeva che nonostante tutte le volte che si era ripromesso di ritrovarla e che si era convinto che lei stesse bene c’era sempre quella costante, insistente, concreta possibilità che fosse morta. Scacciò per l’ennesima volta quel pensiero dalla sua testa, poi lo riprese, lo cullò, salvo poi scacciarlo di nuovo. No, luna non era morta. Non  poteva morire. Non doveva. Se avesse scoperto questa terribile verità sarebbe sicuramente andato via di testa, avrebbe cercato il suicidio o peggio, avrebbe potuto fare del male a qualche altro player e ciò, col passare del tempo, non se lo sarebbe mai perdonato. Cosa avrebbe fatto allora? Avrebbe seguito la sua strada, la sua ricerca solitaria? Avrebbe dato una mano a quel ragazzino? Sarebbe fuggito ancora da un’ipotesi o ne avrebbe cercato conferme? Si mise una mano tra i capelli, iniziò ad ansimare. Troppi pensieri, troppe supposizioni. Morta, viva, dispersa… dov’era? Un fruscio, a destra. Scrutò tra le fronde del grande albero e vide un nido di qualche specie volatile, mentre altri giocatori che passavano vicino a lui lo guardavano di sottecchi e mormoravano qualcosa tra di loro. Potevano pure andarsene al diavolo per quello che lo riguardava, non gliene fregava nulla di quelli lì. Si sentiva soffocare. Ora necessitava di Aria. Salì qualche ramo più in alto, mentre a terra Hyrtang non capiva il perché di quel gesto e lo guardava stranito. Arrivò finalmente  in cima all’albero, lontano dagli sguardi e dai mormorii indiscreti, si affacciò fuori dalla nuvola verde e chiuse gli occhi. Stette fermo così qualche istante, godette di quel silenzio. Il vociare della città era sotto di lui, ovattato dallo stesso albero che lo ospitava, era distante, insignificante … era da solo lassù, finalmente. Nessun inutile peso da portarsi a zonzo per i piani di gioco, nessun giocatore a cui badare il culo… Aah sarebbe dovuto rimanere da solo, altroché gilde e salvare le persone intrappolate nel gioco. 
“ Porca miseria smettitela!” pensò “ Sei un idiota. Scendi da questo cazzo di albero e mettiti in marcia”
Aprì lentamente gli occhi, poi si trovò a ridere da solo. Era ufficiale, stava impazzendo. E diamine se si stava divertendo.
Scese dall’albero, deciso su come si sarebbe mosso in quei giorni e, prima di ogni altra cosa raccontò il motivo del suo ingresso nel gioco ad Hyrtang. Lo avrebbe aiutato, ma secondo le sue regole, il patto era quello. E per capire le sue regole lo sciamano doveva prima sapere tutta la storia. Non voleva forzarlo a seguire una persona di cui sapeva poco e nulla ed obbedire senza obiezioni ad ogni singola parola. Il ragazzo accettò le condizioni ed ascoltò in silenzio la storia di Claudio, di come era entrato e della sua ricerca di Luna. Finito il racconto gli spiegò che avrebbero prima chiesto in giro se i giocatori presenti in quel momento a Repigon avessero mai visto una ragazza con gli occhi etero cromatici che rispondesse a grandi linee alla descrizione di Luna, poi si sarebbero diretti nell’eventuale luogo indicato. Se era una città non ancora visitata dallo sciamano Claudio avrebbe rubato una qualche cavalcatura alle stalle cittadine, dal momento che il loro prezzo era proibitivo, e vi si sarebbero diretti, altrimenti avrebbero comodamente utilizzato i portali. Poi  prima di iniziare a guadagnare qualche livello per la bossfight imminente, anche a costo di interrompere le ricerche di Luna,  avrebbe trovato un modo per portare velocemente Hyrtang al piano tre. Ed il modo già lo aveva in mente, andava solo convinta una persona. Ma a questo ci avrebbero pensato a tempo debito.     

“ Due giorni e nemmeno uno straccio di notizia! Maremma boia, non è possibile!” il ladro tirò un pugno contro un cartello lungo il sentiero
“ Calmati Claudio” cercò di tranquillizzarlo lo sciamano “ Un paio di persone che ci hanno dato informazioni ci sono state, e per di più quel ragazzo a Kokari ci ha detto di aver visto qualcuno che risponde alla descrizione della tua ragazza in questa zona il giorno del concilio dei capigilda” lo guardò e sorrise “Probabilmente sta bene. Tranquillo”
“ Sai cosa me ne faccio io delle tue probabilità, Aldo?”
“ Ti ci pulisci il culo?” rispose ironico quello
“ Esatto. Diamine! Rajudai è un gran casino, non riusciremo a cavarne un ragno dal buco. E poi ci sono pochi giocatori e troppi NPC qui”
Il ragazzino annui e diede una pacca sulle spalle a Claudio. I due avevano legato parecchio in quei giorni, un po’ per curiosità, un po’ per simpatia, un po’ per necessità. Il vero nome di Hyrtang, scoprì Claudio, era Aldo Storti e veniva da Cagliari. I suoi avevano una fattoria fuori dalla città in cui allevavano pecore ed altri animali e lui era cresciuto fin da piccolo in mezzo alla natura, per questo aveva scelto la classe di sciamano. Erano stadi due giorni frenetici, passati a girovagare come trottole impazzite tra Kokari, Rajudai e Repigon, raccogliendo poche informazioni, molte delle quali, tra l’altro, errate. Ed ora si trovavano a perlustrare la zona fuori dall’ultima città del piano zero, molto vicini, tra l’altro al luogo in cui Claudio e Nicolò si erano accampati prima di arrivare alla città portule.
“ Piuttosto “ iniziò a domandare Hyrtang “per il nostro accordo? Tutto a posto?”
“ Si tranquillo. Domani sera saremo a Mariedo e da lì River ti scorterà fino al piano tre. Soddisfatto?
“ Certamente” sorrise “ E dimmi un po’, che tipo è questa River?”
Il ladro scoppiò in una fragorosa risata “Fuori dalla tua portata, stanne certo! In più ha un carattere piuttosto… estroverso. Ma quello solamente col suo compagno e con me, quando è con gente che non conosce mi è stato detto che si comporta da madre…”
“Aaah peccato. In giro si dice che sia una gran figa”
“ Fidati, lo è” disse il ladro, scompigliando i capelli al ragazzino
Camminarono ancora qualche minuto, chiacchierando del più e del meno, ma con gli occhi sempre vigili e fermando ogni player che incontravano per domandargli di Luna. Non ebbero fortuna, come ci si poteva aspettare, però il ladro notò con piacere che in molti iniziavano a riconoscere lui come uno dei due “consapevoli”. Quasi mai queste parole erano pronunciate con troppa ammirazione. Ma in fondo gli altri non sapevano le motivazioni che avevano spinto i due ragazzi ad entrare nel gioco, quindi molto spesso Claudio si limitava ad ignorare i commenti poco gradevoli sul proprio conto. E quando ignorare non bastava si passava alle parole dure ed agli scontri verbali, spesso seguiti da un alleggerimento dei borselli  dei giocatori appena questi si fossero girati per andarsene. 
“ Aaah, il role-play è una cosa fantastica Aldo” ripeteva spesso il ladro. 
Erano circa le sei e trenta del pomeriggio quando Claudio si fermò di colpo.
“ Lo senti?” domandò allo sciamano
“ No, cosa?”
“ Nell’aria… c’è qualcosa” tese le orecchie “ Massì senti!” ed era vero, dopo qualche istante se ne accorse anche Hyrtang. Si intuivano infatti muoversi nell’aria note lontane di un liuto. La melodia era familiare, ma nessuno dei due riusciva a capire dove la avessero già sentita. Si mossero nella direzione da cui proveniva il suono, ed in breve Claudio si ritrovò davanti allo stesso monumento di settimane addietro. Solo che adesso non c’era alcun NPC, solo una ragazza seduta di schiena. Capelli corti e castani,che si fermavano bruscamente poco sopra alle spalle, era vestita con una tunica da chierico. Quel  motivo gli ricordava tremendamente qualcosa. Certo, mancava l’accompagnamento, le note erano poche ma decise ed era praticamente impossibile riconoscere il brano. Si fermò di colpo. Impietrito. Impossibile riconoscerlo a meno che qualcuno non te lo abbia fatto ascoltare fino allo svenimento, giustificando con la frase “ Scusami Cloud, ma ogni volta che sento queste note ripenso a quell’ultima scena, immersi nella natura, e mi chiedo fin dove può arrivare l’amore di un padre per una figlia. E se questo giustifica una tale menzogna …”. Capì che brano era.  Si rese conto di aver ascoltato quelle note chissà quante volte negli ultimi anni nella sua Firenze, intanto che lei le suonava con la sua chitarra. Una lacrima gli rigò il viso. Guardò quella ragazza. Certo un liuto non  era una chitarra, ma probabilmente la cosa più simile che si potesse trovare là dentro. Poi quei capelli erano esattamente i suoi…  per di più aveva dato per scontato che scegliesse la classe di chierico, propensa come era ad aiutare gli altri. Ed infine la avevano vista proprio da quelle parti recentemente. Era lei. Lo sapeva. Ne era certo. Voleva correre, abbracciarla, baciarla. Ma non riusciva a muoversi. Qualcosa lo tratteneva. Paura? Ansia? Ma no! Lei era viva, era lì. Si scosse, fece cenno ad Hyrtang di stare fermo. Iniziò a camminare lentamente verso la ragazza, godendo di ogni metro che lo avrebbe ricongiunto a lei. Era praticamente un mese che non si vedevano. Le arrivò alle spalle. Lei non si era accorta di nulla. Con la voce tremante dall’emozione la chiamò. La ragazza smise di suonare, si voltò lentamente, quasi come se fosse stata scoperta a fare qualcosa di sbagliato e cercasse di prendere più tempo possibile. Quando la ragazza si fu completamente girata l’unica cosa che riuscì a dire un impietrito Claudio a quegli occhi etero cromatici fu
“ S-Scusami … ti avevo sentito suonare e ti avevo scambiata per un’altra” si girò, fece per andarsene, quasi non riusciva trattenere le lacrime. Credeva di averla trovata, ne era certo. Si era illuso di avercela fatta ed invece… nulla. Si sentiva uno sciocco. Voleva gridare, piangere, prendere a pugni qualcosa, qualcuno. Sentire le ossa della sua mano scricchiolare, il dolore fisico pulsare insistente e coprire così quello del suo cuore. Ma soprattutto rivoleva lei.
“ Hey, aspetta” fece improvvisamente la ragazza “ Conosci questa canzone?”
Claudio si fermò, trasse un profondo respiro. Via le lacrime, via il dolore. Era ora di tornare a coprirli indossando una delle sue maschere di allegria e spensieratezza. Si voltò.
“ Si, scusami. Me la suonava spesso una persona molto importante”
“ Ah… Beh…” la ragazza fu presa alla sprovvista, non sapeva cosa dire “ …Sono Eleonor. Piacere”
“ Beh, piacere Eleonor. Io sono Ashel” indicò poi lo sciamano, facendo cenno di avvicinarsi “Lui è Hyrtang” poi tornando a guardare la ragazza gli fece notare che il suo username fosse decisamente normale per trovarsi in un RPG
“ Beh” rispose lei “ Perché non è il mio username, è il mio nome. Sai “QueenOfLight” suonava decisamente stupido”
La ragazza rise. Hyrtang sorrise. Ma Claudio non ci riuscì.
“ Era importante vero?” chiese Eleonor
“Cosa scusa?”
“ Quella persona che suonava per te. Era importante, giusto?”
“ Già. Molto” rispose Claudio “ E’ molto importante”
“ Quindi è ancora viva? Buon per te” la ragazza si mise nuovamente a fissare l’orizzonte “direi che sei decisamente più fortunato di me”
“ Cioè?” chiese Hyrtang
“ Mio fratello” la ragazza si incupì “ Sapete… eravamo entrati qua dentro assieme… lui mi aveva sempre protetta, i nostri genitori erano divorziati da qualche anno e… e lui si è preso cura di me. Loro erano assenti, pensavano solo a strumentalizzarci per ottenere più vantaggi dalla fine di un matrimonio nato già morto…” iniziò a piangere “ Non gliene fregava un cazzo di noi”
Claudio guardò quella ragazza.  Si sere conto di quanto stupido fosse stato a pensare che fosse l’unico a portarsi un  dramma sulle spalle. Le si sedette accanto, facendo cenno ad Hyrtang di rimediare qualcosa da bere.
“ Eleonor… vuoi parlarne?”
“ No Ashel” si asciugò le lacrime “Sto bene”
“ Chiamami Claudio. Io so il tuo nome, mi sembra giusto che tu sappia il mio”
La ragazza scoppiò nuovamente in lacrime ed affondò il viso nel petto del ladro, riprendendo a singhiozzare
“ Lu-lui è sempre stato presente per me. Ed ora… ora non c’è più”
Il ladro la strinse “ Hey… se hai bisogno di sfogarti fallo pure. Non aver paura di mostrare quello che provi” sì sentì un po’ una merda per quella frase così ipocrita detta in una situazione così particolare. Poi continuò
“ La persona per cui ti avevo scambiato era la mia ragazza. Colei che doveva essere la madre dei miei figli… è entrata qua dentro senza che sapessi nulla, ed io mi sono buttato a riprenderla” 
La ragazza lo guardò qualche istante. Lo studiò, poi riprese
“ Sai. Questo… questo liuto era suo, me lo aveva regalato quando ne aveva trovato uno più potente… sapeva quanto adorassi suonare” fissò lo strumento, bagnandolo con le lacrime “ E’ successo durante la battaglia col cavaliere con due spade… non avevo visto un nemico che mi aveva aggrata” fece una pausa, si asciugò gli occhi coi lembi delle maniche “eravamo dietro, nelle retrovie, separati dal gruppo principale, stavamo rifiatando quando… quando quella creatura mi ha attaccato e mio fratello mi ha dato una spallata all’ultimo istante, prendendo in pieno il colpo del pugnale di quello stronzo… era un bardo, aveva poca difesa ed era affaticato… il colpo lo ha.. lo ha…”
Il ladro capì cosa la ragazza intendesse, non gli lasciò neppure pronunciare quella parola. Eleonor bevve un sorso dalla borraccia che gli aveva portato Hyrtang.
“ Poi quel.. quella cosa è tornata a rivolgere le sue attenzioni verso di me. Stava per colpirmi, sarei morta sicuramente. Ma poi una freccia, una singola freccia si pianta nel cranio di quel bastardo. Ed io sono sopravvissuta” fissò Claudio con gli occhi gonfi “Sai… è stata una dei 5 a salvarmi.. quella ragazza coi capelli rossi. Stava sfidando il boss assieme agli altri player più forti eppure” fece una pausa, rivolgendo il suo sguardo verso i ruderi delle case “Eppure ha trovato il tempo per una nullità come me… si è anche presa un colpo di striscio, deviato all’ultimo da un paladino in armatura bianca… io ho usato un marchio, sono scappata in lacrime, senza mai poter ringraziare quella ragazza”
Un paladino  bianco? Orias che proteggeva qualcuno? Questa era bella. Probabilmente aveva solo visto l’occasione per un bel colpo in pieno petto. 
Claudio pensò ad un modo per tranquillizzare quella ragazza, o per lo meno un modo per scacciarle i pensieri nefasti dalla testa e sostituirli con altri, più … pittoreschi. Aspettò che la ragazza si calmasse, poi la aiutò a salire su un tetto diroccato. Rimasero a fissare l’orizzonte per tantissimo tempo, in silenzio, ognuno a pensare rinchiuso nel proprio intimo, ma a bearsi assieme della visione del sole che lentamente si tuffava nel mare. Hyrtang era quello più vicino al bordo, avendo paura che la parte più al centro potesse crollare da un momento all’altro, Claudio al centro ed Eleonor, la più leggera,  accanto.
Silenzio, tranquillità. Nessuno per strada, nessuno a disturbare le loro riflessioni.
“Sai Claudio? Sei strano” disse improvvisamente la ragazza. Il ladro la guardò con aria interrogativa 
“ Non sono stupida. Ho visto come tu ti sia girato quasi in lacrime prima, quando hai visto che non ero la ragazza che cercavi,  salvo poi rivoltarti  sorridente”
“ E Quindi? Dove vuoi arrivare?”
“ E quindi credevo che fossi diverso… più freddo, distaccato…”
“ Ma no! Quello freddo qui è Aldo!” lo sciamano lo mandò  cagare
“Dico davvero… nessuno mi ha mai chiesto come stavo, neppure se mi vedevano in lacrime… invece voi vi siete fermati e mi avete dato il vostro supporto… grazie. Avevo veramente bisogno di sfogarmi”
“ Ognuno qui ha la propria storia” iniziò a dire Hyrtang “ Non dobbiamo né negarla, né nasconderla” fece un sospiro “io a differenza vostra non ho alti ideali per combattere, un passato travagliato o un lutto recente. Sono capitato qui, in mezzo. E sto conoscendo persone fantastiche, straordinariamente forti… quindi direi che sono io che devo ringraziare te” si prese un attimo di pausa, per rifiatare “ E’ anche per persone come voi che voglio dare il mio contributo per uscire da questo gioco” castò una piccola magia di acqua, per ammorbidire il terreno, poi saltò giù “Il che ci porta a doverci separare. Noi partiamo domani da Repigon, voglio unirmi alla prima linea e questo ladro si è offerto di accompagnarmi. Si sta facendo tardi Ashel, dobbiamo andare” 
Il ladro balzò giù e una volta a terra fece cenno alla ragazza di fare lo stesso. Una volta che la ragazza si fu buttata Claudio la prese al volo, poi la appoggiò delicatamente a terra.
“ Addio Eleonor. Se avrai mai bisogno di aiuto, sai a chi rivolgerti” disse sorridente 
 I due salutarono la chierica, poi si incamminarono verso Rajudai, per utilizzare il portale e dirigersi a Repigon.
Non fecero in tempo a fare dieci passi che una terza figura si aggiunse a loro due.
“ Sai Hyrtang?” fece Eleonor “Hai ragione. Voglio dare il mio contributo ad uscire dal gioco. Lo volevo anche prima, certo, ma dopo la morte di mio fratello non sono mai riuscita a lasciare il primo piano” Si strinse a Claudio “ Però ora so che ci sono persone che meritano il mio sostegno, persone che hanno bisogno di me…” si fermò, guardò Claudio negli occhi “ io vengo con voi”.
Nessuno dei due ebbe nulla da obbiettare, non provarono neppure a farle cambiare idea. Sapevano per cosa volesse combattere quella ragazza e non era giusto negarglielo. Claudio  le inviò la richiesta di affiliazione al party, mentre Hyrtang gli presentò Pen-Pen . Eleonor, dal canto suo, riprese a suonare il liuto, allietando la marcia dei tre fino alla città. Il sole tramontava alla loro sinistra e Claudio non faceva altro che bramare trepidante la comparsa della luna…
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sword Art Online / Vai alla pagina dell'autore: Danmel_Faust_Machieri