Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush
Segui la storia  |       
Autore: MaryS5    18/09/2016    2 recensioni
Carlos è un bravo ragazzo che vive felice con la sua dolce metà. Sembra andare tutto bene. La vita fila liscia, ma un giorno qualcosa turberà l’animo del giovane. Sarà costretto ad affrontare una prova che metterà a dura prova i suoi nervi. Sarà affiancato dai suoi migliori amici, ma ….Riuscirà a farcela?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexa, Big Time Rush, Carlos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5

Una voce ovattata lo riscosse. Via via che provava ad aprire gli occhi la voce si faceva sempre più chiara.
<< … No non era lei … … si … non l’ha presa bene, ma capisco la sua reazione …. Sentito che gli hanno fatto fare?... … si … è ancora addormentato … no ..no … non so … vedremo … >>. Riconobbe la voce di James.

Era coricato su un lettino di plastica leggermente rialzato nella spalliera. Si trovava in una stanza piccola, una specie di infermeria.
Logan era accanto a lui, seduto su una sedia. Stava guardando un paravento bianco dove, dall’atro lato, una figura andava avanti e indietro. Dalla voce intuì fosse James.
L’amico accanto a lui si girò e lo vide sveglio. << Oh … Carlos come ti senti? >>, chiese premuroso a bassa voce.
Il latino si sentiva stordito ed esausto. Non aveva più lacrime per piangere. Con un’espressione statica gli rispose. << Che è successo? >>, << Ti hanno dato un sedativo. Stavi per distruggere tutto >> ridacchiò appena, giusto per sdrammatizzare. Carlos trovò quel tentativo pessimo e di cattivo gusto, ma appena scorse il livido violaceo e, in alcuni punti, ancora rosso, sotto l’occhio destro di Logan si sentì in colpa.
Si mise immediatamente seduto. << Sei ancora debole devi sta… >>, << S-sono stato io? >> lo interruppe Carlos, riferendosi al livido. Logan sembrava indeciso se rispondere o no mentre l’altro cercava una risposta nel suo sguardo.
Si agitò sulla sedia. << Eri sconvolto e … .. non l’hai fatto apposta … tranquillo >>. Sembrava sincero, ma il latino stava malissimo anche per quel comportamento indifferente. Avrebbe preferito che gli avesse urlato contro, che lo avesse preso a schiaffi, che gli avesse ricordato la situazione difficile in cui erano capitati.
<< M-mi dispiace … >> cominciò, << Carlos! >> James uscì dal suo nascondiglio, << Sei sveglio! >>. Lo vide zoppicare appena. << Ho fatto male anche a te? >> chiese deluso dalla sua mancanza di autocontrollo. << N-no! Ma che dici! >>, si vedeva che mentiva. Aveva smesso di zoppicare però. << Mi dispiace >> disse ancora.
Qualcuno bussò alla porta, ma nessuno dei tre invitò quel qualcuno ad entrare e nessuno entrò da lì. Carlos non aveva idea di chi fosse e non gliene importava granché, ma gli altri due sapevano che era il poliziotto, rimasto fuori ad aspettarli.
<< Andiamo a casa >> disse Logan sorridendo. Con il quel sorriso forzato il livido risaltava molto di più.
Carlos sospirò abbassando il capo. Lo sguardo gli cadde sulle mani che teneva nelle gambe. Una fascia gli copriva le nocche. Evidentemente non aveva fatto male solo ai ragazzi, ma anche a se stesso.
Logan gli prese il braccio e se lo passò intorno alle spalle per aiutarlo ad alzarsi. Il latino accettò il suo aiuto senza protestare e si alzò lentamente. L’effetto del medicinale era ancora presente. Un giro di testa lo fece quasi cadere. L’altro, di conseguenza, barcollò lievemente.
Era certo che l’amico non fosse abbastanza forte da poter sostenerlo per tutta la strada di ritorno. James afferrò l’altro braccio per aiutare Logan, ma non lo passò intorno alle spalle per via della differenza di altezza, riuscì comunque a mantenere la presa salda.
Aprendo la porta si ritrovarono davanti il poliziotto che sembrava alquanto turbato. Quello fece per dire qualcosa, ma James con un gesto lo fermò e proseguì tranquillo.

Per il tragitto che andava dalla stanza alla macchina le persone che incrociavano li guardavano. Come se non avessero mai visto niente di simile!! Carlos trovava irritante tutto ciò, così, per evitare di incrociare sguardi, teneva la testa bassa.
Un paio di dottori provarono a fermarli insistendo sul fatto che il latino sarebbe potuto rimanere un po’ di più, visto il grande Shock che aveva provato, ma i ragazzi concordarono sul fatto che fosse stato meglio se fossero tornati a casa.
Quando uscirono dall’edificio il poliziotto propose di raggiungere la macchina solo e poi venirli a prendere. I ragazzi annuirono e quello corse via. Era meglio evitare sforzi, sia per Carlos che per loro.
I tre si sedettero su una panchina bianca poco lontano dall’ingresso. Il latino si tratteneva dal piangere mentre stava tra i due con la testa tra le mani. James, alla sua destra, trafficava con il cellulare. Forse stava mandando un messaggio a qualcuno.
Una vocina sottile lo incuriosì. << Io ti conosco … >>. Carlos alzò appena lo sguardo e vide una bambina con un camice bianco, scalza, che fissava Logan ammirata.
<< Fai parte dei Big Time Rush? Sei Logan Henderson?? >> disse con innocenza mentre i capelli castani svolazzavano leggeri spinti dall’arietta fresca. Sia l’interpellato che James impallidirono. Carlos non li vide. In quel momento non avevano proprio bisogno di un bel pubblico che vedesse il latino completamente a pezzi.
Logan si alzò in fretta avvicinandosi alla piccola. Le si accovacciò davanti e le sussurrò: << Si, ma oggi sono in incognito, non dire a nessuno che mi hai visto. Ok? Sarà il nostro segreto >>, non voleva essere cattivo o sbrigativo, ma quello non era proprio il momento adatto. << Va bene, non dirò a nessuno di averti visto. E non lo farò nemmeno per James e Carlos >>, disse quella spostandosi appena e indicandoli. I ragazzi impallidirono nuovamente, mentre il latino rimaneva impassibile. Non credevano che li avesse visti tutti quanti.
La bambina trotterellò davanti a Carlos. Logan, preso di sorpresa da quel movimento, non riuscì ad afferrarla in tempo. Cosa sarebbe successo?? E se il ragazzo fosse andato ancora in escandescenza?! La piccola gli poggiò una manina nel ginocchio. James era impietrito dal terrore. Lei inclinava appena la testa guardandolo con curiosità.
Carlos studiò la sua espressione immaginando di trovare domande, aspettative, desideri, tristezza ( visto che lui sembrava non voler partecipare alla sua contentezza), ma … …. non lo stava giudicando, non pretendeva niente.
Lei gli prese una mano. Sembrava così grande tra quelle piccole di lei. Si avvicinò al suo orecchio. << Non ti preoccupare, andrà bene >>. Poi si allontanò e gli lasciò la mano non smettendo di guardare la sua espressione perplessa. << La mia mamma mi ripete sempre che fino a quando sarò buona e gentile non mi succederà niente di brutto >>.
James la fece allontanare nel modo più gentile possibile. << Promettiamo che ti verremo a trovare …. quando non saremo più in incognito >>, lo informò il più alto abbracciandola e lasciandole un bacio sulla guancia. << Non solo te, anche i tuoi amici >>, continuò Logan salutandola a sua volta. Lei sembrò capire la situazione poiché li salutò con la mano e scappò via.
I ragazzi non avevano detto quelle parole solo per levarsela di torno. Sarebbero tornati e avrebbero mantenuto la loro promessa. Nessun Rusher sarebbe stato dimenticato.


Qualche istante dopo una macchina della polizia si fermò davanti all’ingresso. I ragazzi entrarono e per tutto il viaggio di ritorno non spiccicarono una parola.
Carlos non voleva guardare fuori dal finestrino nonostante gli fosse accanto. Fissava i tappetini neri senza vederli veramente. Aveva paura. Che avrebbe fatto adesso? Non ne aveva idea, ma era troppo stanco per pensare alle azioni future. Non voleva fare assolutamente niente, se avesse potuto rimanere in quella macchina, in quella posizione, con quel silenzio per tutta la vita sarebbe rimasto, fino alla fine.
Purtroppo arrivarono piuttosto in fretta. Scendendo, appena sentì i latrati dei cani, si sentì un bugiardo. Non aveva portato a casa Alexa. Era colpa sua.
Si precipitò di corsa dentro casa scacciando via Sidney e Sasha, che gli saltavano addosso. La porta era aperta quindi fu semplice correre dentro prima di tutti gli altri. Si buttò sul divano e si mise un cuscino in faccia, come a volersi proteggere dal male che gli stavano provocando tutte quelle brutte notizie.
Voleva sparire. Voleva morire. Ispirò profondamente per ovattare ancora le voci confuse intorno a lui. Quel cuscino aveva il suo odore, sapeva di lei. Delle lacrime bagnarono il tessuto, ma non ci badò. Sentì le voci dei due poliziotti. Uno stava dicendo che aveva trovato tutto quello di cui aveva bisogno, mentre l’altro … … beh … forse gli proponeva di andare via. Sì, voleva che se ne andassero, che lo lasciassero solo finalmente. Con il braccio pressò il cuscino nell’orecchio già dolorante in modo da non sentire altro che i suoi respiri.
Qualcosa gli sfiorò il braccio. Chi era ancora?? Non voleva sentire nessuno. Si strinse nel cuscino nascondendo prudentemente il viso bagnato di lacrime. Qualcuno gli accarezzò la spalla, ma lui non voleva rivelarsi alla luce. Si crollò e aspettò dispettosamente una risposta. Quel qualcuno allora picchiettò delicatamente sulla spalla. Sconfitto decise di abbassare il cuscino.
La luce lo accecò un istante, ma riuscì ad abituarsi in fretta. Kendall lo guardava da sopra la spalliera del divano. << Sono andati via >>, lo informò sedendosi accanto. Carlos ricambiò il suo sguardo, abbattuto. << N-non era l-lei >>, disse finalmente. << Lo so … >>, l’altro provò a cambiare discorso non sapendo come consolarlo. << Il poliziotto non ha preso quasi niente, solo le cose essenziali. Dice che le riporterà al più presto… >>, << Non mi importa >> sbottò il latino nascondendo il viso tra le braccia.
<< È tardi … che ne dici di andare in camera a riposare un po’? >> suggerì il biondo. Carlos non voleva dormire, ma desiderava stare qualche minuto da solo, così si alzò mogio. Gli altri due lo guardavano dagli stipiti della porta. << Noi restiamo qua. Se hai bisogno di qualcosa >>, lo informò James. Il latino annuì per poi superarli e dirigersi nella sua stanza.
Appena dentro chiuse la porta, beandosi del silenzio, si tolse le scarpe e si gettò sul letto matrimoniale. Abbracciò sconfortato il cuscino di Alexa immergendosi nel suo profumo delicato. Provò a chiudere gli occhi e immaginare che fosse accanto a lui, ma non gli riuscì molto bene. Nel giro di pochi minuti la stanchezza lo fece crollare.

Il buio della casa. Il silenzio interrotto da respiri irregolari. Il caldo. Il sudore. Il suo profumo. La sua mancanza. Carlos si svegliò in un sussultò. Si ritrovò quasi a terra. Sudato, spaventato e assetato. Decise di andare il cucina a prendere un po’ d’acqua. Quella stanza gli procurava un senso di claustrofobia.
Il contatto con il pavimento freddo lo fece rabbrividire, nonostante continuasse a sudare. Gli girava forte la testa e non vedeva bene dove si stesse dirigendo per via del buio. Passò per il salotto. Non c’era nessuno. La casa era deserta, a parte lui. Probabilmente i ragazzi avevano preferito tornare nelle loro dimore.
Il silenzio era spaventoso, ogni piccolo rumore lo faceva trasalire. Aveva caldo, troppo caldo. Anche il pavimento sembrava bollente ormai. Afferrò il primo bicchiere che riuscì a scovare. Non aveva pensato nemmeno ad accendere la luce. Lo riempì con l’acqua del rubinetto accanto a lui e lo tracannò in un lampo. Sperava in un minimo di sollievo che non arrivò. La bocca continuava a rimanere secca e la gola assetata.
Si sporse nel lavandino per riempire ancora il bicchiere, ma si bloccò con la mano sulla manopola sentendo un rumore.
BUM BUM BUM. Sembrava che qualcuno stesse sbattendo un ferro contro qualcosa. Forse erano i vicini. Chissà perché amavano infastidirlo.
BUM BUM. Uscì dalla porta della cucina e si ritrovò in giardino. Voleva dire quattro parole a quegli insolenti.
BUM BUM BUM BUM. Il rumore si fece più forte, ma non c’era nessuno lì intorno. I raggi della luna illuminavano il percorso, ma contemporaneamente lanciavano una luce macabra.
BUM BUM BUM. Ancora quel rumore. Rimbombava quasi della sua testa.
BUM BUM BUM BUM BUM. Provò a seguirlo arrivando ad un enorme cassonetto verde scuro. Non ricordava ce ne fosse uno.
BUMM BUM. L’aria era sempre più soffocante. BUM BUM BUM. Non c’era dubbio, il rumore proveniva da lì.
BUMM BUMMM BUM. Non voleva aprirlo, ma qualcosa gli diceva di doverlo fare.
BUM BUMM BUM. Non riuscì a trattenere la sua mano che spalancò subito il pesante coperchio.

Non si vedeva molto, il contenuto era quasi tutto nascosto dall’oscurità. Si sporse appena. Non vedeva ancora bene. C’era qualcosa di bianco, sembrava un tubo o… spinse la testa verso l’interno. No c’erano due tubi bianchi. Ma no… non erano tubi.
Erano … gambe. Le seguì con lo sguardo. C’erano anche due braccia e un … un … viso…. Era un cadavere!
<< AAAAHHHHHHHH!!!! >> lanciò un urlo a dir poco terrorizzato. Si ritrovò seduto nel letto. Sudato. Ancora vestito. Si passò le mani sul viso. L’immagine dell’espressione di Alexa, con gli occhi spalancati, le labbra cosparse di sangue, aleggiava ancora nella sua mente.






Salve gente! Come va? 
Come potete vedere in questo capitolo non è successo niente di che, è una specie di capitolo di passaggio, ma nessun particolare è da tralasciare, nemmeno il più banale ;). Carlos è distrutto dal dolore ed è quasi pronto ad arrendersi, non sa proprio dove sbattere la testa, poverino.
Dal prossimo capitolo cominceranno le sorprese ....
Grazie a tutti quelli che hanno letto la storia fino a qui, chi è capitato in questo luogo disperso solamente per controllare se questa storia è degna dei propri livelli, chi si annoiava ed è passato di qua, chi ha deciso di seguire ogni capitolo per scoprire le peripezie dei ragazzi e sopratutto ringrazio chi ha speso qualche minuto del suo tempo per lasciare una piccola recensione a questa povera scrittrice senza ispirazione che desidera migliorare e far provare forti emozioni sia a se stessa che ai gentili lettori.
Ringrazio in particolare crazy lion che sta seguendo passo dopo passo la storia nonostante non conosca particolarmente i BTR, grazie perchè mi rendi felice con le tue fantastiche recenzioni.
Adesso scappo. Beh .... Spero che fino a qui vi sia piaciuta. Lasciate una recenzione!  a presto!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush / Vai alla pagina dell'autore: MaryS5