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Autore: Arcieoctz    18/09/2016    0 recensioni
Pride era un humunculus e, come loro, non era stato creato per amare, forse è per questo che non si è mai affezionato a nessun'umana.
Ma un giorno, una bambina di dieci anni venuta dal Nord gli farà capire che anche lui ha un cuore... ma doveva prima fare i conti con il suo dannato Orgoglio!
Avviso: qui, Selim avrà dieci anni e i fatti narrati trovano luogo dopo l'incontro tra il "bambino" e gli Elrich. (per darvi un'idea del perché la storia sia un what-if)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Envy, Nuovo personaggio, Pride, Un po' tutti, Wrath
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quello stesso pomeriggio, la bambina e il “non proprio bambino” si erano ritrovati davanti alla biblioteca di Central City per cercare i libri utili alla loro ricerca.

“Mia madre mi ha detto che i libri su North City sono situati in questa ala... qui.” disse la rossa fermandosi davanti a una decina di scaffali stracolmi di libri.

I due rimasero ad occhi spalancati: dovevano cercare dei libri utili in mezzo a quel migliaio di volumi!

“Beh, se non cominciamo a cercare adesso, non finiremo più.” affermò Pride a bassa voce, in biblioteca si fa silenzio come gli aveva già ricordato Alphonse Elrich pochi giorni prima. Aveva dovuto fare il bravo bambino, che cosa patetica!

“Sì giusto. Cominciamo.” incitò Noom, sempre in un sussurro e disse: “Io comincio da questo lato dello scaffale, tu cerca nell'altro.”.

E fece come le aveva detto; era una cosa così strana!

Non essere il leader, il più forte, si intende. Ma, ovviamente, non quello che prendeva le decisioni: il Padre, colui che lo aveva creato dalla sua Superbia, decideva tutto: il piano, il suo destino e quello dei suoi “fratelli”, gli ordini da dare... ed il suo compito era quello di obbedirgli.

Era una cosa strana per Pride accettare gli ordini di qualcuno che non fosse suo Padre.

“Hai trovato qualche libro che ti sembra importante?” gli chiese Noom quando arrivarono alla fine dello scaffale.

“Solo una decina di libri sulla storia della città e alcuni libri sulle tradizioni culinarie.” elencò Pride, poi aggiunse: “Suggerisco di vedere prima il resto dei libri, segnandoci i titoli di quelli che riteniamo importanti e poi decidere assieme quali prendere.”.

Noom affermò: “Mi sembra un'ottima idea!”.

Prese la sua cartellina, cercò il suo blocco da disegno e poi ci strappò via, il più silenziosamente possibile, due pagine.

Subito dopo, aprì l'astuccio e ne tirò fuori due matite, che erano ridotte a due monconi.

“Non ne ho altre che siano utilizzabili.” ammise la rossa.

Pride ne prese una e si diresse verso il secondo scaffale.

-Le servirebbero delle matite nuove.- pensò l'homunculus mentre segnava a fatica il titolo del libro che gli sembrava utile alla sua ricerca, -Potrei regalargliene... no! No! No! Che stai facendo?! Devi svegliarti! Quella bambina sta diventando un enorme problema!-.

Giunsero entrambi, con calma, al quinto scaffale dove un libro era stato sistemato dal lato sbagliato, quello dove c'erano le pagine.

-E adesso?- pensò Pride.

Era solo un libro... ma se fosse stato un libro super importante?

-So che non dovrei farlo, ma non ho altra scelta.-

Pride si guardò intorno per controllare se ci fosse qualcuno.

Ovviamente, non avrebbe mai chiesto aiuto! Sarebbe stato troppo per il suo orgoglio.

Una volta sicuro che non ci fosse nessuno, usò la sua abilità innata di homunculus.

Dalla sua ombra se ne allungò un'altra, più sottile e che terminava in forma di mano, che si arrampicò lungo lo scaffale per sfilare il libro che era stato infilato in modo sbagliato in mezzo agli altri.

Appena l'ebbe tra le mani, lesse il titolo: “North City: storia e tradizioni in formato leggero ed essenziale.”.

-Questo potrebbe servire.-

Dall'altra parte dello scaffale, Noom sentì la presenza di una strana energia.

-Sta succedendo qualcosa a Selim, ma che cosa?- si chiese, percependo chiaramente che quel flusso misterioso veniva dal suo compagno.

-Vado a controllare!-.

Pride sentì i passi della rossa che si avvicinava e anche molto in fretta.

In due secondi fece sparire la sua ombra e aprì il libro su una pagina presa completamente a caso.

“Selim.” chiamò Noom temendo che fosse successo qualcosa al suo compagno, invece era lì, tranquillo, col naso immerso in un libro.

“C'è qualcosa che non va?” le chiese Pride mantenendo il suo sangue freddo mescolato alla natura tenera di Selim Bradley.

“Questa domanda te la dovrei fare io. E' successo qualcosa di strano?” gli chiese guardandolo con un'aria seria e sospettosa.

Pride si sforzò di mantenere la calma, non poteva certo alludere ai suoi poteri di homunculus. Per favore! Quella bambina era solo un'umana!

“No, perché me lo chiedi?” domandò lui, Noom gli rispose, come se fosse la cosa più normale del mondo: “Ho sentito uno squilibrio nell'energia del mondo provenire da questa direzione e aveva paura che ti fosse successo qualcosa.”.

Pride deglutì silenziosamente continuando a ordinarsi di credere che quell'umana fosse solo una povera sciocca senza alcun potere sovrannaturale.

Inoltre, cos'era questa storia dell'energia del mondo?

“Che cosa intendi?” le chiese incuriosito, Noom spiegò: “Il mio maestro mi ha raccontato che per comprendere sul serio quando la mia forza interiore è al massimo mi devo concentrare al massimo per riuscire a percepire l'energia che governa il nostro mondo e lo mantiene in equilibrio. Se quest'energia sta aumentando in corrispondenza del mio corpo, potrò battermi in attacco senza alcun problema; invece, se è il contrario, è meglio concentrarsi sulla difesa. Quando ci sono degli squilibri, di norma, sta avvenendo qualcosa di molto particolare e che va contro qualsiasi natura umana.”.

Pride non aveva prestato molta attenzione a ciò che aveva detto, solo alle ultime due frasi quando parlava di cose oltre la natura umana... cioè lui e il suo potere.

“Io non ho sentito nulla di strano.” disse lui subito, Noom ammise: “In effetti, sono solo tre anni che so dell'esistenza dell'energia del mondo e faccio ancora fatica a capirne bene i flussi, forse li ho interpretati male.”.

“Ad ogni modo, ho trovato questo libro e credo che sia importante per il nostro lavoro.” comunicò l'homunculus cambiando il discorso.

“Fai un po' vedere.” ordinò Noom con una voce gentile che, allo stesso tempo, diceva: dammelo o vedrai cosa ti faccio.

Pride le diede il libro e lei lo studiò con estremo interesse.

“Perfetto. Ne abbiamo uno. Continuiamo a cercare, magari troviamo qualcos'altro di interessante.” propose Noom dopo essersi stretta al cuore il libro, come per cercarvi un po' delle sensazioni che aveva sempre provato a North City.

“Mi manca tanto la mia città.” ammise la rossa e aggiunse: “Anche mio padre, tantissimo.”.

Non stava mica per mettersi a piangere! Vicino a Pride! Che avrebbe pensato la gente!

L'homunculus dovette agire d'istinto e le disse, forzando la voce perché avesse un tono comprensivo: “So quanto può essere difficile cambiare casa.”.

Lei gli rivolse un' occhiataccia e urlò (ma rimanendo sottovoce): “No. Tu non lo sai! Nessuno di voi lo sa! Mi mancano i miei vecchi amici, qui sono da sola. Mi manca la neve, la tranquillità... voglio tornare a casa.”.

E con quelle ultime parole... gli diede una librata sulla testa, senza contenere la sua forza.

Pride le prese le mani per forzarla ad allontanare il manuale dalla sua testa, dove si era formato un bollo.

Gentilmente, le portò le braccia all'altezza dello stomaco.

“Non sei da sola. Hai la tua mamma, hai i tuoi nuovi compagni... e hai me.” affermò l'homunculus, si stupì delle ultime due parole che gli uscirono dalla bocca.

La rossa si calmò e lo guardò con dispiacere.

“Scusami. La colpa non è tua, sono io che soffro di nostalgia.” ammise Noom tristemente, poi allungò una mano verso la sua testa e accarezzò il punto dove era rimasto il bollo.

“Ti ha fatto tanto male?” gli chiese preoccupata, Pride affermò: “Tranquilla, ho la testa resistente.”.

“Meno male.” ridacchiò lei, aggiunse: “Pensa se l'avessi fatta sgretolare!”.

L'homunculus ci pensò, ma era un pensiero serio!

Non poteva distruggersi il suo prezioso contenitore! Non avrebbe più avuto un corpo in cui rientrare, sarebbe morto assieme alla luce appena il sole fosse stato anche solo oscurato da una nuvola.

“Meglio non pensarci.” disse semplicemente.

Poi realizzò una cosa: era riuscito a farla ridere!

Per due volte l'aveva intristita e si era sentito uno schifo anche lui; adesso l'aveva resa felice rimediando ad entrambi i danni precedenti e, cappero, si sentiva benissimo!

-Perché mi sento bene per una semplice umana?- si chiese Pride, si rispose da solo -Perché ti sei affezionato a lei.-.

No! No! Impossibile!

Non può essersi affezionato ad un essere umano come tanti altri che fantastica su cose inesistenti.

Poi, sarebbe stata solo una palla al piede: chi la sarebbe venuta a salvare se si fosse messa nei pasticci... cosa che era solita fare?

Lui non si sarebbe rotto la schiena del contenitore per salvare una bambinetta imprudente, mai e poi mai!

Noom rabbrividì quando sentì due cose che le venivano puntate contro la testa.

“Cosa hai fatto al signorino Selim?”

Uno dei due uomini vestiti di nero che avevano accompagnato il suo amico le aveva fatto quella domanda e, ovviamente, entrambi le stavano puntavano addosso le pistole.

“Gli ho solo dato una librata in testa. Non morirà certo per una botta!” affermò Noom, apparentemente senza dare peso alle parole che stava usando.

“Questa bambina è alquanto maleducata ed impertinente!” affermò il secondo uomo in nero.

Pride stava per intervenire, ma la rossa passò all'azione prima che potesse farlo lui.

Velocemente, Noom si spostò dal raggio di azione delle due pistole prima ancora che gli uomini potessero accorgersi della sua fuga.

Si mise in posa da combattimento (immaginatevi la posizione di un uomo che pratica le arti marziali) con le mani a coltello e una gamba pronta a dare lo slancio.

In un secondo, al primo degli uomini finì una gomitata nello stomaco, mentre all'altro arrivò un calcio.

Si piegarono in due per il dolore... e quella fu una pessima scelta.

All'uomo a cui aveva assestato il calcio, Noom colpì le spalle con la mano destra a coltello mandandolo al tappeto; l'altro, che aveva ricevuto la gomitata, si sentì la schiena distrutta dalla testata che gli aveva assestato la bambina. Si accasciò sopra l'altra guardia.

Noom riprese un respiro regolare e si tolse la polvere dai vestiti.

Quando si girò... Pride era rimasto a bocca aperta.

“Scusami! Mi hanno minacciata. Perché non resto io a guardare te mentre le tue guardie del corpo ti puntano le pistole alla testa.” disse lei sconcertata.

-E questo chi se lo aspettava?- si chiese Pride rimanendo ancora incredulo, perfettamente immobile, a fissarla.

Noom raccolse il libro che aveva lasciato cadere per poter combattere.

Guardò il suo compagno e disse dolcemente: “Chiudi la bocca Selim o ci entreranno le mosche!”.

“Quella...” provò a formulare la domanda, ma non riuscì ad arrivare in fondo alla frase.

“E' un'arte marziale che studio da quando avevo sette anni. Mio padre ha insistito tanto per fare in modo che un maestro venuto da Ching, sai quello che mi ha parlato dell'energia del mondo, mi insegnasse come difendermi a mani nude corpo a corpo. La uso solo per auto difendermi, mai per fare del male.” spiegò Noom sorridendo amichevolmente al povero homunculus.

“Vedrò di non minacciarti.” affermò Pride, lei rise: “Meglio per te!”.

In effetti: ha avuto la meglio su due uomini adulti, a mani nude e senza troppe difficoltà.

“Spero di non avergli fatto troppo male.” disse la rossa osservando i due uomini stesi a terra, Pride la rassicurò: “Si riprenderanno, non ti preoccupare.”.

Noom affermò: “Bene! Possiamo riprendere la nostra ricerca.” e si allontanò, col libro sempre stretto al petto e con un sorriso splendente sul viso.

Pride si ricompose e la seguì.

 

Uscirono dalla biblioteca quando il sole stava cominciando a tramontare.

“E' stata una bella esperienza. Mi sono divertita!”

Noom non si era staccata dal suo libro, infatti, dovettero prenderlo in prestito assieme ad un libro sulle leggende della città e sulle tradizioni culinarie.

“Sono contento per te.” ammise Pride, sul serio! Era felice per Noom.

Due secondi dopo che l'ebbe detto, due braccia lo circondarono con una tale forza che per poco non cadeva all'indietro e non rotolavano assieme giù per le scale.

“Grazie per avermi fatto capire che non sono da sola.” lo ringraziò Noom.

Pride, dopo essersi recuperato dallo choc di venire abbracciato da una bambina, ricambiò la sua stretta.

“Adesso devo andare, ho promesso alla mamma di incontrarla nell'ala dove lavora. Ci vediamo domani.”

Noom lo liberò dalla sua stretta e corse di nuovo nell'edificio.

Però, dopo aver risalito un paio di gradini, si voltò per salutarlo con la mano e sorridergli sinceramente.

Pride sentì la stessa sensazione che aveva provato la prima volta che gli aveva raccontato della sua avventura a Briggs, il cuore che batteva forte.

E questa volta c'era anche un'altra cosa.

Sentiva come se uno sciame di farfalle gli stesse volando nello stomaco tentando disperatamente di uscire fuori.

-Mi sarò preso una malattia.- decise Pride, non volendo pensare ad altre motivazioni del suo stato d'animo e fisico.

 

Quella sera, Noom stava tranquillamente cenando con sua madre nella cucina della loro casa (poveramente arredata), dopo aver ordinato del cibo in scatola già preparato dato che sua madre non aveva avuto molto tempo per prenderle tutti gli ingredienti per cucinare lei.

“Dunque, chi sarebbe quel giovanotto che è venuto in biblioteca con te?” le chiese sua madre ad un certo punto.

Noom tirò in bocca in un secondo lo spaghetto che stava mangiando, masticò in fretta e si pulì la bocca per parlare.

“Si chiama Selim, siamo assieme per il lavoro sulle città che ci ha assegnato la maestra.” spiegò la rossa.

Sua madre la guardò con intensità e le domandò: “Selim Bradley? Il figlio del Comandante Supremo?”.

“E' importante?” chiese lei innocentemente.

Sua madre saltò in piedi, corse dietro di lei e la fece volare nell'aria tra le sue braccia come faceva quando era piccola.

“E' assolutamente meraviglioso, bambina mia!” urlò la signora facendo girare un'altra volta sua figlia, che stava per finire preda di attacchi di conato se la cosa si fosse prolungata per troppo tempo.

“Pensa a quale onore! La tradizione della famiglia verrà rispettata: sposarsi con uomini di famiglia di alto livello che sapranno guidare la famiglia e, soprattutto, continuare la discendenza!” affermò la donna appoggiando sua figlia per terra che la guardò in modo strano.

“Cosa stai dicendo, mamma? Io e Selim... siamo solo compagni di gruppo. Poi, c'è qualcosa di strano in lui!” affermò Noom guardando sua madre negli occhi, la quale subito esclamò: “Questa è una bella notizia, no?”, la bambina ribadì: “Gli squilibri nell'energia del mondo non sono mai segni positivi. C'è qualcosa di innaturale in questa città e lui ne fa parte e io scoprirò di che si tratta!”.

La donna sospirò di rassegnazione e si sedette di nuovo al suo posto.

“Dovresti smetterla di credere a tutto ciò che ti ha detto il maestro Lee e cominciare a crescere.” disse sua madre seriamente, aggiunse: “Preoccuparti di cosa farai quando io non ci sarò più.”, Noom affermò: “Io voglio diventare una maestra di arti marziali come il signor Lee e aiutare tante altre ragazze a imparare come difendersi! Non mi servirà certo avere un marito a rallentarmi e, poi, se la cicogna ci consegnasse un figlio dovrei lasciare tutto!”.

La rossa divorò il resto della pasta che aveva nel piatto.

“Grazie per la cena.” disse alzandosi e andando in camera sua.

Si sdraiò sul letto e sprofondò la sua testa nel cuscino.

“A parte mia madre che sta decidendo il mio futuro, questa giornata ha dato abbastanza profitti.” disse decisa la rossa alzandosi e andando a prendere il suo Quaderno dei Segreti.

Fece scivolare velocemente le pagine fino alla scritta fatta col pennarello rosso due giorni prima e, presa una matita, aggiunse qualche nota nello spazio bianco sotto il disegno.

Figlio del Comandante Supremo.

Vive in una casa di lusso.

C'è uno strano ammasso di energia attorno al suo corpo e, quest'oggi, ho sentito un'anomalia: come se la sua energia fosse esplosa rafforzandosi.

Qualcosa di inumano l'ha coinvolto.

 

Noom prese un foglio dalla sua scrivania e, questa volta con la penna blu, scrisse in chiare lettere.

 

Domani, quando sarai a casa sua, cerca di scoprire il più possibile a suo riguardo.

Come farlo:

Parlando con sua madre, con un suo amico, con qualche domestico (di sicuro ce ne saranno una valanga); guardando che tipo di libri gli interessano, come è arredata la sua camera, se ci sono stanze dove non ti vuole fare entrare.

 

-Quanto amo le liste!- pensò piegando con cura il foglietto e infilandoselo nella tasca della giacca che avrebbe indossato il giorno seguente.

Infilò il suo quaderno tra i libri e, appena fu perfettamente allineato con il resto degli scritti, fece scorrere la mano su tutti i dorsi ruvidi dei volumi.

Molti riguardavano le arti marziali, l'Energia del Corpo e quella del Mondo.

Le ritornarono alla mente le parole del suo maestro.

Non fermarti quando raggiungi un obbiettivo, cerca sempre di migliorare.”

Dopo averle dato quella lezione, le aveva insegnato una combinazione di mosse che le aveva fatto giurare di usare solo in caso di reale emergenza.

“Forse non avrei dovuto usare le arti marziali davanti a Selim, potrei averlo spaventato.” si disse Noom, aggiunse: “Mi dispiacerebbe perdere un potenziale amico e... un potenziale marito!” le ultime parole le pronunciò imitando la voce di sua madre.

“So che papà era un soldato, quindi un uomo con tutti i requisiti che ha elencato mamma, però mamma lo ha sposato perché era innamorata! Non avrebbe senso se io sposassi Selim senza essere innamorata di lui, saremmo tristi entrambi.”

Le riflessioni poetiche di Noom Celestovolta!

Poi non aveva certo tutti i torti!

Sentì bussare alla porta e sua madre le chiese il permesso di entrare.

La donna si richiuse la porta dietro le spalle e si sedette sul letto di sua figlia.

“Scusa per come ti ho parlato prima. Non ho potere io per decidere del tuo futuro. Sono solo preoccupata per il mio nuovo lavoro a Central City, questo trasloco ha scombinato la vita di tutte e due... quello che ti voglio dire in breve è grazie.”

Noom rimase con gli occhi spalancati, confusa.

“Insomma, nonostante i pessimi avvenimenti degli ultimi tempi, sei rimasta la mia bambina coraggiosa e intelligente. Sono sicura che se riusciamo a vedere il lato positivo della nostra nuova casa anche per tuo padre sarebbe molto più piacevole vegliare su di noi. Possiamo provarci, vero?”.

La rossa andò ad abbracciare la sua mamma, appena ebbe capito che tutta questa storia era difficile anche per lei ed era stressata ancora più di una mamma normale.

“Certo.” rispose la bambina, la mamma aggiunse: “Nonostante le stranezze del signorino figlio del Comandante Supremo! Sono certa che quando scoprirai il suo segreto, non sarà nulla di sorprendente.”.

Noom rise quando sua madre definì Selim “signorino figlio del Comandante Supremo”, in effetti gli si addiceva parecchio.

“Domani mi dovrò fermare a casa di Selim per fare il nostro progetto, quindi non ti preoccupare se non mi troverai a scuola.” avvertì Noom, non aveva ancora detto a sua madre del loro incontro e prima non le era sembrato il caso.

“Oh, d'accordo. Ma ad una condizione! Dovrai far vedere al caro signorino quanto sanno essere forti e indipendenti le ragazze del nord. Non hai certo bisogno di un bambino nato con la camicia tu per vivere.” affermò sua madre giocosamente.

“Lo farò sicuramente!”

 

Intanto, nella villa della famiglia Bradley, Pride stava mangiando con gran nervosismo.

“C'è qualcosa che ci devi dire, Selim?” chiese Wrath osservando come suo fratello stesse mangiando, il ché gli ricordava vagamente la situazione del giorno prima.

“No.” rispose Pride infilandosi in bocca l'ennesimo pezzo di bistecca che era la sua cena, la signora Bradley domandò: “Sicuro?” facendogli capire che non gliela dava a bere, né a lei né a suo marito.

“Oggi Noom si è quasi messa a piangere in biblioteca, io ho provato a consolarla, ma lei si è arrabbiata ancora di più e mi ha dato una librata in testa. Poi le ho detto qualcosa al quale non avevo riflettuto bene prima di usare le parole e lei si è calmata. Quando ci siamo separati mi ha abbracciato.” concluse per poi bere un lungo sorso d'acqua.

La signora Bradley, nel suo cuore, era gioiosa perché ciò che aveva detto suo figlio adottivo confermava la sua tesi.

Non si poteva dire lo stesso di Wrath che, invece, stava maledicendo suo fratello.

Pride aveva appositamente evitato di parlargli del fatto che Noom studiasse arti marziali da quando era piccola e avesse steso le due guardie del corpo con facilità.

Pensandoci, gli ritornò in mente una cosa.

“A che ora apre la cartoleria?” chiese rivolto ai suoi genitori adottivi, poi specificò: “E' già aperta prima che io vada a scuola?”.

La signora Bradley rispose: “Sì, come mai?” domandò nascondendo la sua curiosità al riguardo.

“E' solo che... vorrei fare un regalo.” rispose leggermente imbarazzato.

La donna capì a chi doveva andare il regalo e si ravvide dal fare altre domande.

Invece Wrath (anche lui aveva capito chi era la destinataria del dono) pensò di andare più a fondo nella faccenda.

Quella notte, l'ultimo homunculus nato bussò alla stanza di suo fratello che, sbuffando, lo lasciò entrare.

“Cosa vuoi Wrath?” gli chiese Pride con la sua voce naturale, era piuttosto infastidito dalla presenza dell'altro.

“Vorrei che tu mi parlassi un po' riguardo a quell'umana, quella bambina.” ordinò (a tono) il minore dei due homunculus.

Pride affermò subito: “Non c'è nulla da dire, tutto ciò che devi sapere su di lei, l'ho già riferito in questi giorni.”.

Wrath disse con certezza: “Secondo me stai tralasciando dei particolari importanti che a nostro Padre non piacerebbero affatto. Lo sai qual'è il tuo compito, il NOSTRO compito. Non possiamo permetterci distrazioni!”.

Le ombre di Pride sgusciarono fuori per intimorire l'altro homunculus.

“Con chi credi di stare parlando Wrath? Io non mi sto facendo distrarre da Noom. LEI non ha alcun potere su di me!” affermò Pride senza rivolgere uno sguardo, che l'avrebbe potuto tradire, al fratello; aggiunse sibilando: “Non ti azzardare a dire nulla di così scioccamente umano a nostro Padre, e nemmeno agli altri!”.

Wrath concluse il discorso, senza sentirsi minacciato dal fratello, dicendo semplicemente: “Come vuoi tu, Pride.”.

Il minore degli homunculus pensò: -Se la cosa dovesse degenerare e il Padre lo dovesse venire a sapere... quella bambina potrebbe diventare un ostaggio.-.

Nota autrice: Rieccoci qui!
Chiedo scusa a quelli che hanno deciso di seguire questa fanfiction per aver tardato ad aggiornare così tanto e spero che gli sia piaciuto questo capitolo!
Spero di aver mostrato un lato nuovo della personalità di Noom, il mio OC di Fullmetal Alchemist preferito!
Detto questo! Saluto tutti quanti voi e vi mando abbracci digitali in quantità!

 

   
 
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