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Autore: Jashin99    20/09/2016    1 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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I walk a lonely road,
The only one that I have ever known,
Don't know where it goes,
But it's home to me and I walk alone,
I walk this empty street,
On the boulevard of broken dreams,
Where the city sleeps,
And I'm the only one and I walk alone
I walk alone

(Boulevard Of Brocken Dreams-Green Day)


Quel giorno sembrava un giorno come tanti nel villaggio di Rosemary o, per meglio dire, nelle sue rovine: il sole era alto in un cielo non rosso come nelle zone di confine ma nemmeno azzurro come a ovest del regno, mentre un vento rinsecchito sollevava la rena per farla depositare poco più avanti.
Calpestando il terreno sabbioso, alla ragazza dall'occhio destro bendato tornò in mente la storia di quel piccolo borgo: prima semplice villaggio di campagna, a seguito dell'invasione dei seguaci di Zeref fu raso al suolo, per poi essere ricostruito in pietra e trasformato in un importante centro commerciale di Fiore, grazie a chissà quale miracolo dell'intelligenza umana; ma, con l'arrivo dei demoni, essendo a Nord-Est del continente, fu subito meta delle loro incursioni, e quando l'esercito riuscì a riconquistarlo non ne era rimasto che uno scheletro circondato da una terra arida; sembrava che la linfa vitale di quel posto fosse stata succhiata via, assieme a tutti i suoi abitanti.
Fu per questo che la ragazza sorrise.
I territori brulli e secchi erano i suoi preferiti: zone morte, ma non scomparse, cariche di rancore e di odio per chi le aveva ridotte in quel modo, riflettevano un po' la sua anima.
Camminò per quella che era stata una larga strada ma che ora era solo un fiume renoso circondato da cadaveri di edifici bianchi, infine arrivò in una larga piazza circondata da alcune colonne marmoree semidistrutte.
Si guardò intorno: era deserta, come il resto della città.
Si domandò se sarebbero davvero venuti, tsch, che domanda stupida. aveva a che fare con degli esperti del mercato nero delle armi, non certo dei tipi da tirarsi indietro da un buon affare per un po' di sabbia nelle scarpe; di sicuro, però, avevano ispezionato l'area circostante, in tal caso chissà se avevano già trovato i suoi “inseguitori”...
Un nervo tra la palpebra sinistra e il sopracciglio pulsò un paio di volte: era un tic nervoso che aveva preso circa un anno prima, ma era anche una sorta di segnale premonitore che l'avvertiva che stava per accadere qualcosa di grosso.
Strinse la mano destra sul manico della valigetta d'acciaio che si era portata dietro, mentre sotto la tonaca la sinistra si abbassò fino al coltello sulla sua cintura; la prudenza non era mai troppa, soprattutto in quei casi, soprattutto sapendo cosa sarebbe accaduto dopo.
Poi intravide una sagoma umana staccarsi dall'ombra di un edificio davanti a lei e avanzare nella sua direzione; in mano teneva due valigette nere uguali alla sua.
Aggrottò le sopracciglia, cercando di capire chi fosse; ma l'uomo (o la donna) era in controluce, perciò era difficile da identificare.
Quando però vide due lenti scintillare all'altezza degli occhi, le venne un sospetto, che si tramutò in certezza quando quello si fermò a qualche metro da lei: era un giovane uomo vestito di un giubbotto blu e di un maglione grigio, nonostante il caldo, e dalla bizzarra chioma allungata in alto con la brillantina.
Rustyrose.” Intuì.
Non mi sarei mai aspettata di trovarlo qui.”.
L'ex membro di Grimoire Heart sogghignò.
-Cubellios.- Disse con una sorpresa beffarda: -Mi sorprende che la mia compratrice sia proprio tu.-.
Il nervo pulsò di nuovo.
Non le piaceva che qualcun altro conoscesse la sua vera identità, men che meno un tipo viscido come Rose.
-Se proprio devi chiamarmi per nome, Rustyrose, usa almeno quello vero-kina.- Disse lei.
Rustyrose finse di sussultare per l'imbarazzo.
-Oh, perdonami, Kinana.- Si corresse: -Anche se, in realtà, pensavo che fossi morta qualche mese fa.-.
-Lo stesso pensavo io di te-kina.- Replicò fredda lei: -Strana la vita, eh?-.
L'uomo allargò le braccia in tono confidenziale; Kinana non perse l'occhio di dosso dalle due valigie.
-Avanti, Kinana, non essere così rigida! Siamo stati alleati un tempo!-.
Il nervo pulsò ancora.
Non le piaceva neanche che le si ricordasse quella parte del suo passato, e lui l'aveva fatto già due volte; solo una persona ne aveva il diritto, ma ormai lui non c'era più.
-E io ti posso dire che mi sento offesa dal fatto che tu non ti fidi di me-kina.-.
Lui trasalì nuovamente, emulando abilmente la sorpresa.
Quindi mollò le due valigette, che caddero al suolo sollevando un po' di sabbia; Kinana le fissò come ammaliata, notando appena il gesto che Rose fece con le mani.
Rialzò il volto solo quando da dietro le colonne spuntarono uno dopo l'altro una squadra di uomini in tuta militare, che le si avvicinarono cautamente puntandola con i loro fucili.
Dal gruppo si staccò un uomo più o meno dell'età di Rose dalla grande mole, dalla pelle pallida e vestito solo di un paio di mutande e di un mantello giallo e blu, che si avvicinò all'altro.
Kain Hikaru.” Lo riconobbe Kinana: “Dunque è vivo anche lui.”.
-Vi prego, ragazzi, abbassate le armi! Siamo tra amici qui!- Esclamò Rusty; i mercenari gli ubbidirono.
Kinana li squadrò attentamente.
Non più di una trentina.
-Allora, tornando agli affari, le armi, come hai visto, ce le ho.- Riprese Rustyrose.
-Ma se ancora non ti fidi...-.
Ad un suo cenno, Kain si abbassò e aprì le due valigette.
Kinana abbassò lo sguardo: dentro ciascuna c'erano una coppia di fucili d'assalto con le rispettive munizioni.
Il trafficante batté le mani.
-Ti presento i miei quattro bambini, i miei MagZ 74: gittata 300 metri, capacità di fuoco selettivo, supporto di proiettili di Impatto Magico, ma un normale FMJ è sufficiente. Canna standard da 505 mm, intrisa di Magia del Fuoco e dell'Acciaio, più un po' di Magia Perforante che fa sempre bene. Ambidestri, anche se ho la sensazione che userai un solo lato...-.
Il nervo pulsò un'altra volta.
-Sei diventato perspicace, Rusty, e anche attento al mio viso: l'ultima volta guardavi solo il mio seno...-.
Lui fece spallucce.
-L'ultima volta eri nuda. Gli altri fucili sono nel camion qua dietro, ora mostrami i soldi.-.
-E ve-vedi di no-non fregarci!- Sbottò Kain, rimettendosi in piedi.
-Non me lo sognerei nemmeno di mettermi contro un bel fusto come te-kina.-.
Kain sobbalzò, rosso in viso, e Rustyrose si passò una mano tra i capelli.
-Visto, Kain, te l'avevo detto che avevi fatto colpo. Adesso, tornando a noi...-.
-Certamente.- Kinana prese la valigetta tra le mani e la rivolse ai due; tenendola con la destra da sotto, sganciò con la sinistra le due chiusure, che saltarono con un CLIP.
Rose e Kain deglutirono mentre Kinana si apprestava a sollevare il coperchio.
Lo socchiuse appena, creando una sottile fessura nera nella quale era visibile qualcosa luccicare nella valigetta.
Poi, con uno scatto repentino, la ragazza lo spalancò completamente, e una nube di fumo circondò i due uomini davanti a lei.
Come se avesse avuto soldi da perdere con degli spacciatori di petardi.
-Ma cos...-.
Kain non riuscì a finire la frase che Kinana gli perforò lo stomaco con un pugno; il ragazzo aprì la bocca per gridare, ma uscì solo un fiume di sabbia, e, lentamente, il suo corpo iniziò a decomporsi.
-Piccola bastarda!- Urlò Rusty nella nebbia.
Kinana gettò via la valigetta e si liberò dell'ingombrante tonaca, rivelando una tuta di fibre nere dotata di una grossa cintura munita di armi di ogni genere, e rivestita di bracciali, gambali e di una protezione al petto all'apparenza di cuoio ma in realtà di duro metallo.
La nebbia iniziò a diradarsi e Kinana vide Rusty puntarle contro il dito.
-Apritevi, Porte di...-.
Kinana batté un piede sul terreno e la terra sotto al ragazzo si chiuse a tenaglia su di lui, schiacciandolo; la sua mano rimase fuori e si agitò per qualche secondo, quindi si immobilizzò e penzolò inerme.
I mercenari attorno a lei, ora che il loro capo non era più in pericolo ma definitivamente morto, le puntarono contro i fucili e iniziarono a far fuoco; Kinana, però, fu più svelta e, agitando le dita, creò una barriera di terra attorno a sé.
I proiettili colpirono la barricata senza nemmeno scalfirla; Kinana sogghignò, solo una granata magica avrebbe potuto distruggerla.
Poi la prima raffica terminò e Kinana li sentì ricaricare i proiettili.
Più stupidi di quanto credessi!”.
Abbassò la barriera e afferrò due piccole sfere da una tasca della cintura; le strinse tra le mani e un paio di lame curve uscirono dai loro poli.
Le lanciò contro due nemici; le sfere fischiarono in aria e si conficcarono tra i loro occhi, i due mugugnarono un gemito di dolore e si accasciarono al suolo.
Gli altri finirono di ricaricare e ricominciarono a sparare, ma lei non aveva paura: la terra era dalla sua parte.
Batté un'altra volta il piede e delle spine di roccia sbucarono dal terreno, impalando molti nemici.
Iniziò a correre, anzi, a slittare sul suolo, evitando con maestria i proiettili che potevano esserle fatali; giunta in prossimità di un avversario, gli balzò addosso e, coltello in mano, lo sgozzò con un colpo secco.
Altri quattro, dietro al primo, le rivolsero contro i fucili, ma lei prontamente afferrò il cadavere, lo girò e lo usò come scudo.
PEW PUW PEW
I brandelli di carne del morto volarono dappertutto, infine Kinana con un poderoso calcio alla schiena lo fece volare addosso ai compagni, non prima di avergli applicato una Bomba Magica sul dorso, così, quando li raggiunse, esplose, e loro con lui.
Quindi Kinana prese altri due Globi Artigliati e uccise un altro paio di nemici; adesso ne rimaneva solo una decina.
Si piegò in avanti e, usando il terreno sotto i suoi tacchi come propulsore, si avventò su un altro mercenario; questi le scaricò contro l'intero caricatore, ma anche stavolta Kinana lo anticipò e spiccò un salto in avanti, sorvolando.
Quello, come previsto, alzò lo sguardo e Kinana, una volta sopra di lui, gli prese il mento con una mano, appoggiò un piede sulla sua schiena, spinse in avanti e...
CRACK
La colonna vertebrale dell'altro si ruppe e lui crollò al suolo; Kinana, invece, atterrò rotolando, diretta verso altri nemici.
Quando fu a portata di tiro di uno di essi, si mise seduta e riprese a scivolare sulla sabbia; contemporaneamente prese dalla cintura due pistole e BANG BANG, lo colpì al petto prima che potesse farlo lui; dietro di lui ne trovò un altro e gli riservò lo stesso trattamento, continuando così per altri tre.
Stava per eliminarne un altro quando vide che lui le stava lanciando addosso una granata; rapida lei lanciò un pugnale che la fece detonare a mezz'aria.
Kinana sorrise un'altra volta, ma il ghignò le si gelò all'istante, perché un proiettile del tipo le trapassò la spalla destra.
-Urgh!- Gemette.
Prima che potesse ferirla di nuovo, però, alzò l'altra mano e gli scaricò tre colpi sul cuore.
Kinana smise di slittare e si rialzò, premendo la ferita con la mano.
Le sembrava di avere un riccio che si agitava sopra la sua clavicola, crivellandola con spine d'acciaio.
Grandioso, Magia dell'Espansione.
Soffocò la smorfia di dolore che le stava salendo in viso e si apprestò a rifugiarsi dietro a una colonna, salvandosi da una scarica che l'avrebbe sicuramente uccisa.
Si sporse appena per vedere quanti ne erano rimasti.
Digrignò i denti.
Quattro.
E si stavano avvicinando rapidamente.
Batté il tacco e altre due spine ammazzarono altrettanti nemici; ma Kinana sapeva di non avere abbastanza magia per poter usare quel trucco ancora.
Mise via la pistola destra: stava gradualmente perdendo la sensibilità al braccio, o meglio, stava perdendo la capacità di muoverlo, mentre un fottuto serpente infuocato si divertiva ad attorcigliarsi sulle sue ossa; almeno era il braccio con l'occhio cieco.
Avvicinò la pistola rimanente al viso e contò i colpi.
Il nervo pulsò di nuovo.
Quattro.
Due per ciascuno dovrebbero bastare-kina.” Pensò.
Si sporse di lato e sparò due volte; ma il dolore alla spalla le offuscò la mira, e riuscì solo a ferirne uno alla coscia, facendolo zoppicare.
Un secondo prima che l'altro riprendesse a sparare si rimise al sicuro.
Merda!” Pensò.
Me la devo rischiare!”.
Inspirò profondamente e contò fino al tre; allora, gridando come una forsennata, si gettò di lato e sparò in direzione del mercenario non ferito, che reputava giustamente il più pericoloso.
Ma l'essersi buttata sul lato ferito non aveva giovato alla sua vista, e il bossolo non lo sfiorò nemmeno.
Fu quasi sicura di averlo visto sogghignare mentre riprendeva a sparare, e Kinana pensò di essere davvero finita.
Ma per qualche miracolo la raffica si limitò a farle esplodere il fianco sinistro, e lei, stringendo i denti, sparò il suo ultimo colpo.
Il proiettile trapassò l'uomo alla gola, lui si inginocchiò e cadde riverso al suolo.
Kinana si fermò e alzò il viso al cielo, contorcendosi dal dolore e maledicendosi per quel momento di panico che aveva appena avuto.
Però sapeva bene che non era ancora finita: rimaneva ancora lo zoppo.
Solo che la ferita doveva essere più grave del previsto, perché notò con la coda dell'occhio che se la tamponava con aria afflitta.
Tsch! Per un taglietto del genere-kina? E io allora che dovrei fare?”.
Comunque non poteva certo sprecare un'occasione del genere: non riuscendo più a muovere il braccio destro, fece leva con il sinistro e si rimise forzatamente in piedi.
Le due ferite le procuravano un dolore indicibile, ma a quello ci avrebbe pensato dopo: prese di nuovo in mano il coltello e lo lanciò in aria; il pugnale roteò un paio di volte e si conficcò nel petto del mercenario.
Lui si immobilizzò, infine crollò al suolo.
Kinana affannò più volte, e si ritrovò ad alzare un angolo della bocca in un ghigno di vittoria.
Bene, e anche questa è fatta! Ora devo solo fermare l'emorragia...”.
Ma ecco che sentì il rombo di un motore avvicinarsi dal vicolo davanti a lei, e il rumore di due paia di ruote pesanti sfrecciare nella sabbia.
Kinana indietreggiò e dalla strada emerse un possente camion di colore scuro, alla cui guida c'era un tipo simile a una scimmia, dalla bizzarra capigliatura afro viola con al centro il simbolo bianco di una mezzaluna e con due vistosi occhiali da sole sugli occhi, affiancato da un secondo tizio somigliante anche lui a una scimmia, ma pelato e con due profonde occhiaie che gli conferivano un aspetto un po' vecchio.
Però quello che la preoccupava sul serio era il terzo scimmione, dai lunghi capelli biondi allungati in alto in un ciuffo e con lo stesso simbolo del primo sul naso, che stava in piedi sul tetto del camion e imbracciava un lanciarazzi.
Kinana si accigliò.
Naked Mummy!”.
Maledizione a te, Rose!”.
Il gorilla sorrise poco amichevolmente, rivelando numerosi denti d'oro, e fece fuoco.
-Merda!- La ragazza corse di lato ed evitò per un pelo il razzo, che esplose alle sue spalle; il boato fu assordante e la forza d'impatto la mandò gambe all'aria facendola cadere in avanti, Kinana batté la fronte nella sabbia e per poco non perse i sensi.
Il camion si fermò a pochi metri da lei e sentì gli sportelli aprirsi, o forse erano le sue orecchie che si divertivano a torturarla.
Rialzò la testa che pesava come un macigno e notò che gli atri due primati erano scesi e si dirigevano verso di lei, sogghignando con i loro fottutissimi denti d'oro e puntandole contro i loro fucili d'assalto; il gorilla, invece, con un balzo atterrò al fianco della scimmia dall'aspetto anziano.
-Eheheh!- Ridacchiò la scimmia afro.
-Che strano modo di rincontrarci, Cubellios!-.
-Zatow, maledetta scimmia pulciosa!- Sbottò lei, non riuscendo a trattenere numerosi ansimi di dolore.
-Tu e la tua gilda non eravate stati catturati-kina??? E come fai a conoscere il mio vecchio nome???-.
-Eheheh! Rustyrose ci ha liberati e ci ha raccontato tutto! Voi bastardi di Oracion Sèis vi siete sempre imposti sulla nostra gilda e ci consideravate dei semplici sgherri! Ma ora la situazione si è ribaltata, giusto fratello Gatow?-.
Il gorilla grugnì, caricando un altro razzo.
-Maledetti!- Ringhiò furiosa Kinana, cercando di rialzarsi; ma se già le risultava praticamente impossibile rimanere sdraiata con tutto il dolore che stava provando, l'idea stessa di risollevarsi le costava spasmi in tutto il corpo.
-Non ti muovere!- Urlò la scimmia anziana, facendo per fare fuoco.
-Eheheh! Stai tranquillo!- Lo bloccò Zatow.
-Lascia pure che ci provi! Sarà più divertente vederla esplodere!-.
Kinana abbassò di nuovo il viso, digrignando i denti per le fitte ma soprattutto per l'umiliazione.
Scoprì addirittura una lacrima scendere dalla benda, e capì che non era solo vergogna, ma paura.
Non voglio morire così! Non posso morire così!”.
Erik...”.
Sopra i continui rimbombi che le distruggevano le orecchie, la ragazza sentì la voce roca e sibilante dell'unico uomo che l'aveva fatta sentire amata, nonostante se ne fosse ricordata solo da poco tempo, in quelle che erano state le sue ultime parole.
Si trovava al centro di un cratere, inginocchiata, tra le mani il corpo malridotto di un uomo dai corti capelli viola e una cicatrice sull'occhio destro.
-Sei ferito gravemente. Se c'è qualcosa che posso fare per te...- Disse lei.
-Non toccarmi!- Sbottò lui.
-Sei stato tu a chiamarmi-kina?- Chiese lei.
Lui sussultò.
-Lo sento...-.
Si alzò di scatto, la prese per le spalle, la spinse a terra e si mise sopra di lei, fissandola con aria quasi spaventata.
Lei arrossì sorpresa e un po' imbarazzata, poi gli accarezzò una guancia.
Il suo viso era così bello, i suoi lineamenti erano appuntiti e aggressivi, ma avevano un che di maturo e ammaliante.
E di familiare.
-Tu... il tuo occhio...-.
Lui la guardò sorpreso, poi distolse lo sguardo.
-Ho rinunciato ad esso per avere più potere...-.
Si rimise seduto e lei fece altrettanto.
-Non preoccuparti, mi basta sentire le voci...-.
-Come ti chiami?- Domandò lei.
-Erik.- Rispose lui.
-Erik.- Ripeté lei.
Poi lui si voltò di scatto e lei si allarmò.
Sul bordo del cratere apparvero due uomini, uno dall'aspetto raffinato, vestito di un lungo mantello bianco, e l'altro molto trasandato, abbandonato a sé stesso.
-Immagino tu sia Cobra degli Oracion Sèis.- Disse il primo.
-Abbiamo già catturato i tuoi compagni, quindi seguici senza fare storie.- Aggiunse il secondo.
-Il Concilio, eh?- Ringhiò Erik.
Kinana si piegò in avanti, appoggiando le mani a terra.
-Aspettate-kina! Quest'uomo è... lui è...-.
Kinana percepì le sue mani farsi più calde e il terreno sotto di lei iniziare a bollire, ma quasi non se ne accorse: non voleva che lo portassero via, non dovevano portaglielo via, o ne avrebbe sofferto, ne avrebbe sofferto molto!
I due uomini si allarmarono.
-Magia? Hai intenzione di fare resistenza?-.
Erik trasalì, tirò un lungo sospiro, poi urlò: -Ok, ragazzi, vengo!-.
Kinana si immobilizzò.
-Tu vai.- Le disse gentilmente.
-Ma...-.
Erik si voltò e si incamminò verso i due.
-Aspetta-kina!- Lo supplicò lei: -Eri tu quello che mi chiamavi, vero? Ehi!-.
L'uomo si fermò.
-Non so di cosa parli.- Disse freddamente, senza nemmeno girarsi.
Quelle parole le fecero male.
Però capì subito le sue vere intenzioni.
-Chi è quella ragazza?- Chiese il tipo con il mantello.
-Mai vista prima.- Rispose Erik, riprendendo a camminare.
-Sembra sia capitata qui alla ricerca di un amico.-.
-Capisco.- Fece l'altro.
-Molto bene.-.
Erik si voltò quasi impercettibilmente verso Kinana.
-Sai, è una bella cosa sapere di avere un amico. Ha un effetto tranquillizzante. Ti auguro di trovare il tuo.-.
Detto ciò, i tre si allontanarono.
Kinana rimase sola, con le lacrime che affioravano sul suo viso.
-Erik.- Sussurrò.
-Mi hai chiamato, non è così?-.
Alzò la bocca in uno strano sorriso, come se dietro al dolore di averlo perso sentisse una sorta di gioia, gioia di averlo finalmente rivisto, gioia di poter sperare di rivederlo ancora, gioia di avergli potuto parlare dopo tanto tempo.
-Hai sentito la mia voce?-.
Erik...”.
TUNF
Batté un pugno sulla sabbia.

No, non morirò così! Non prima di averti vendicato!”.
Mise le labbra a terra e iniziò a mangiare la sabbia.
Come il primo granello di quella terra maledetta sfiorò la sua lingua, una forza indefinita si mosse nel suo stomaco e risalì nel suo corpo, inondandola di potere.
Appoggiò la mano a terra e la fletté, tentando di rimettersi in piedi.
Subito le fitte si fecero più forti, il rimbombo si amplificò, le risate dei gorilla aumentarono.
Il dolore che sto provando...”.
Piegò le ginocchia.
...non è nulla...”.
Rialzò il viso.
Rispetto a quello che ho provato nel perderti!!! E nel diventare quello che sono ora!!!”.
Cacciò un urlò disumano che fece raggelare le tre scimmie; finalmente il male si affievolì, un fuoco arido attraversò le sue vene, i suoi muscoli si gonfiarono, le sue ossa si rinsaldarono, il suo animo si riprese.
Un'aura marroncina la circondò, mentre sentiva la pelle del suo corpo mutare in scaglie di serpente.
Kinana sapeva cosa le stava succedendo: una magia molto antica e distruttiva, temuta da chiunque fosse abbastanza saggio da conoscerla.
-DRAGON FORCE!!!- Gridò, rialzandosi totalmente.
I tre arretrarono impauriti.
-I...impossibile!- Balbettò Zatow.
-Da dove trova tutta quella forza???-.
Kinana abbassò lo sguardo sui suoi pugni.
-La forza del dolore è potente!!! Più delle vostre stupide armi!!!-.
-Eek! Fratello Gatow! Presto, uccidila!- Urlò terrorizzato Zatow.
Kinana sghignazzò compiaciuta.
Fate bene ad avere paura, stolti!!!”.
Gatow, non meno spaventato del fratello, alzò il lanciamissili contro di lei.
La ragazza piegò bruscamente la testa all'indietro e trattenne in bocca più aria che poté.
Contemporaneamente, udì il razzo partire.
-Ruggito del...-.
La sua gola si riempì di sabbia, si rimise eretta e soffiò un potentissimo getto che investì i tre nemici.
-...DRAGO DI TERRA!!!-.
BOOOOOOOOOOOOOOM
Ci fu una grande esplosione davanti a lei, era il missile, ma Kinana non si fermò, e continuò a soffiare fino a che non si ritrovò senza più un alito in bocca.

Allora smise e ansimò, contemplando il suo operato.
Il camion era esploso, Gatow e Zatow erano volati in direzioni opposte e avevano sfondato i muri di un paio di quelle che erano state case, la terza scimmia, invece, era finita addosso all'autoveicolo, e ora giaceva incastrata sul cofano, in una posizione a croce, coperta di sangue da capo a piedi.
Eppure respirava ancora.
Infine scivolò giù dal cofano e atterrò sulle gambe, anche se Kinana sapeva che sarebbe crollata subito.
Ma decise di anticiparlo e, con uno schiocco di dita, lo fece affondare nel terreno lasciandogli fuori soltanto la testa; lui alzò gli occhi bianchi al cielo e soffiò un sospiro che pareva la sua ultima esalazione.
Kinana gli si avvicinò a grandi passi; ogni volta che poggiava il piede a terra, la sabbia tremava tutta, mai si era sentita tanto forte in vita sua.
Poi, quando arrivò davanti alla scimmia, sollevò un piede in aria, lo tirò all'indietro e gli sferrò un poderoso calcio sulla fronte.
Il membro di Naked Mummy piegò violentemente il capo di contraccolpo e spalancò la bocca.
Vedendolo in quella posizione, alla ragazza venne un'idea “divertente”; dopo averla messa in atto, gettò una rapida occhiata ai buchi sulle pareti, senza riuscire però a scorgere nessuno degli altri due scimmioni; allora prese la pistola carica dalla cintura e la puntò verso quello a destra, preparandosi a far fuoco.
Ma ecco che la terra iniziò a vibrare; Kinana udì nuovamente il suono di un autocarro che si stava avvicinando, ma stavolta era molto più potente, perché, come capì subito, ne stavano per arrivare in massa.
Merda!” Pensò Kinana.
Percepì l'aura attorno a lei attenuarsi e il dolore iniziare a ricomparire.
La Dragon Force si sta esaurendo-kina!”.
Iniziò ad indietreggiare, portandosi fino al centro della piazza, dove gli ultimi resti dei piedi di Kain si stavano sbriciolando.
Puntò la pistola davanti a sé, pronta a sparare non appena avesse visto un veicolo avvicinarsi; ma sapeva già di avere le spalle al muro, e di trovarsi in una brutta situazione.
Il rumore si fece più vicino, infine dalle varie vie intorno alla piazza sbucò uno sciame di camion neri, che si posizionarono con un gran fracasso davanti a lei e ai suoi lati.
Kinana ne studiò attentamente uno, il più vicino a lei.
Impossibile non riconoscere la croce ansata sul suo fianco.
Le Mosche dell'Esercito.
Guardò alle sue spalle con la coda dell'occhio.
La via era libera, ma seminarli in quelle condizioni era impossibile.
Gli sportelli dell'Espada che puntava si aprirono e ne uscì un uomo imponente e muscoloso, dalla testa tonda e calva e con una lunga barba ondulata, vestito di un kimono scuro e di un paio di sandali geta; era seguito da un ragazzo con brillanti capelli azzurri raccolti in una lunga coda e con due grosse sopracciglia squadrate, vestito di una tunica verde e con in testa un vistoso copricapo verde; dopo di lui scese un ragazzo...cane, con un paio di orecchie canine tra i lunghi capelli castani, un piccolo nasino marrone scuro e un viso simile ad un muso, vestito solo di un paio di jeans e col petto scoperto.
Kinana li riconobbe subito, tutti ex-membri di spicco di Lamia Scale, ormai sciolta: dall'ultimo sceso erano Toby Horhorta, Yuka Suzuki e infine Jura Neekis, meglio conosciuto come “Iron Rock Jura”, uno dei Dieci Maghi Sacri.
Kinana non poté non sobbalzare preoccupata dal suo arrivo, perché anche se fosse stata in condizioni normali non avrebbe avuto molte possibilità di batterlo.
Il nervo sopra il suo occhio palpitava come impazzito, e ciò non l'aiutava certo a concentrarsi.
Doveva trovare una via di fuga, o l'avrebbero arrestata e per lei sarebbe finita; già, ma come?
-Kinana-dono.- Disse Jura.
-Abbiamo rintracciato te e i contrabbandieri, ma a quanto pare siamo arrivati troppo tardi per loro; ora ti prego di seguirci senza fare resistenza.-.
Il suo tono era calmo, ma imperioso, il suo era un ordine più che una richiesta.
-Seguirvi? Scordatelo-kina! Non voglio certo marcire in galera prima di aver raggiunto il mio obbiettivo!-.
Jura si lisciò la barba arruffata con una mano.
-È vero, normalmente verresti imprigionata per tutti i crimini che hai commesso, tuttavia le circostanze attuali non consentono che un mago potente come te possa finire in prigione, ed essendo anche un ex-componente di Fairy Tail...-.
Kinana sputò a terra in segno di stizza.
Fairy Tail? Quando prima aveva riconosciuto Cobra come l'unica persona con cui si fosse trovata bene, non aveva pensato alla sua vecchia gilda; è vero, con loro aveva passato bei momenti, ma ormai non aveva più niente da spartire con quegli smidollati.
-Se è un invito ad arruolarmi, sappiate che...-.
Si dovette interrompere; una fitta più forte delle altre le lacerò il fianco.
Istintivamente, tentò di coprirsi la ferita con la mano destra, ma il braccio la fulminò di nuovo.
-Urr!- Gemette.
Yuka aggrottò le sopracciglia, -Oooon!- fece Toby, Jura continuò a lisciarsi la barba.
-Kinana-dono, quelle ferite sono molto profonde. Se accetti di venire con noi, le guariremo.-.
Kinana fece una smorfia con la bocca, per coprire con la strafottenza il dolore.
-Come se avessi bisogno del vostro aiuto!-.
Jura smise di grattarsi la barba e appoggiò la mano sul fianco.
-Kinana-dono, non riuscirai mai a sconfiggere E.N.D. da sola.-.
Quelle parole la fecero raggelare.
Cosa?! Sono già a conoscenza del mio obbiettivo-kina?! Sono davvero così prevedibile?!”.
Squadrò uno ad uno gli altri autocarri; non ne era ancora uscito nessun soldato, ma sapeva che erano solo in attesa di un gesto di Jura per farsi sotto.
Se mi hanno trovato così facilmente allora è proprio così!”.
Merda! E ora che faccio?”.
Come l'ebbe pensato, alle sue spalle strombazzò un clacson.
-Uh?- Kinana si girò, perplessa, non poteva essere un Arrancar.
Dalla strada dietro di lei arrivò improvvisamente un camioncino bianco, molto più piccolo dell'Espada, con le porte scorrevoli sui fianchi, che si fermò sterzando di lato sul limite del colonnato, sollevando un polverone.
Lo sportello si aprì di colpo e tre uomini si sporsero in avanti, allungando le mani verso la ragazza.
Uno era un uomo dai tratti molto spigolosi e il naso a punta, dai capelli neri coperti da una lunga bandana blu; il secondo era molto più grosso del primo, a stento stava nel furgoncino, e aveva lunghi capelli argento raccolti in una coda di cavallo, due cuffie nere sulle orecchie, un collare sul collo ed era senza maglietta; il terzo era il più basso, aveva lunghi capelli biondi sparati in aria in due ciuffi obliqui a v, lunghe basette e indossava una giacca di pelle nera.
-Kinana-sama!!! Venga, presto!!!- Gridarono facendo anche traballare il mezzo.
Tra lo sconcerto generale per quella strana apparizione, Kinana non riuscì a bloccare un risolino.
Guarda guarda, sembra che i miei “inseguitori” siano la mia ultima speranza-kina!”.
Ma ci starò lì dentro?”.
-Ehi!- Esclamò Yuka.
-Ma voi siete di Quatro Cerberus!-.
-Kinana-sama!!!- Ripeterono i tre.
Kinana sbuffò rassegnata.
Essia!”.
Si lanciò verso il camioncino, anche se con quelle due ferite non era semplice.
-Kinana-dono!- Urlò Jura.
-Fermati!-.
Kinana arrivò davanti al camioncino e si girò di profilo, ghignando.
-Fossi in voi, invece di guardare me, guarderei alle mie spalle!- E, alzando il pulsante del detonatore, lo premette.
I tre si girarono e si accorsero solo allora che in bocca alla scimmia mezza sotterrata alle loro spalle c'era una bomba.
-Dannazione!- Yuka e Toby si coprirono gli occhi; Jura, dal canto suo, batté un pugno sul pavimento, creando una cupola di roccia attorno alla scimmia, contenendo l'esplosione.
Ma queste cose Kinana le vide di sfuggita, nell'ultima fessura creata dallo sportello prima di chiudersi totalmente, poi si sedette affannando.
-Kinana-sama!- Fecero i tre avvicinandosi; a dirla tutta lo spazio era così piccolo che quasi ce li aveva addosso.
Kinana gettò una rapida occhiata al sedile del guidatore, e vide che era occupato da un quarto uomo, di cui era visibile solo una grande pelliccia di cane marroncina che gli faceva da poncio e una strana cresta rossa sul capo, mentre di fianco a lui era seduto un tipo grosso come quell'altro, se non di più, che aveva in testa un cappello da giullare con tanto di cappello a sonagli.
Ci sono tutti e cinque...”.
-Kinana-sama!- Fece naso-a-punta.
-Come si sente???-.
Lei lo trucidò con lo sguardo.
-Mi hanno sparato due volte e ora sono stretta in un furgoncino con voi addosso, come vuoi che mi senta???-.
Al che i tre trasalirono spaventati; allora Kinana, rivolta al guidatore: -Sbrigati prima che ci sparino anche loro!-.
Anche lui sobbalzò e premette il pedale sull'acceleratore; solo che ripartirono un po' bruscamente, e Kinana volò tra le braccia di capelli-a-v; lui la guardò arrossendo, e lei ricambiò con un'occhiata furibonda.
-Levami le mani di dosso!-.
-Eek!- Lui la spinse in avanti e per poco non finì a terra.
Che razza di idioti!”.
Cercò di rialzarsi per vedere dove stavano andando, ma subito i tre la fermarono.
-Kinana-sama, non si alzi!-.
-State zitti-kina!- Sbottò lei, riuscendo finalmente a mettersi in piedi e a guardare dal cristallo del guidatore.
Come temeva, non stavano andando molto lontano.
-Siamo troppo pesanti! Ci raggiungeranno subito!-.
Capelli-a-v ghignò.
-Warcry, hai sentito la signorina? Metti il turbo!-.
-Ok!- Rispose Warcry, stranamente piangendo, tirando una leva vicino al cambio.
Subito Kinana si sentì di nuovo spingere all'indietro, ma stavolta la sensazione non durò solo un attimo, bensì molto più a lungo; e, guardando fuori, notò che gli edifici di fianco a lei schizzavano via a una velocità incredibile.
Questo mezzo è stato potenziato con magia di alto livello!” Intuì.
Forse ho sottovalutato questi tizi...”.
Poi però vide che il lato destro della strada si era sollevato di qualche metro, inclinando pericolosamente il percorso.
-Dev'essere stato Jura-kina!- Esclamò: -Dannazione! Se solo avessi ancora un po' di magia...-.
-Ci pensiamo noi!- Esclamarono i tre.
-No, dovete evitarla!- Replicò lei, trucidando con lo sguardo quel branco di idioti.
Come risposta, loro spalancarono lo sportello.
-Ah!- Gridò lei, incredula e infuriata.
-Ma che fate??? Così peggiorate la situazione, lo capite o no???-.
I tre unirono le braccia sopra le loro teste, si piegarono di lato sulle ginocchia e ulularono.
-Auuuuuuuuuuuuu!!!-.
Kinana, con l'occhio bianco dalla rabbia e dall'indignazione per essere trattata così, spalancò la bocca e li puntò con un dito.
-Che significa “Auuuuuuuuuuuuu”??? Siete davvero così stupidi???-.
-Non si preoccupi, Kinana-sama!- Fece naso-a-punta, alzando un pollice.
-Si tenga stretta e lasci fare ai Wild 4!!!-.
-Certo che mi preoccupo-kina!!! E poi siete in tre, più due cinque, non in quattro!!!- Sbraitò, mentre la conversazione cadeva sempre più nel ridicolo.
Fece appena in tempo a guardare in avanti che si sentì scivolare verso lo sportello aperto, segno che avevano preso la rampa.
Dannazione!”.
Si aggrappò ad una sbarra che correva trasversalmente nello sportello del bagagliaio, e si ritrovò immediatamente a penzolare: ormai erano capovolti.
Solo che i tre si abbassarono, misero le mani a terra, che tra l'altro sfrecciava a sì e no ottanta chilometri orari, e fletterono le braccia.
-Wild...-.
Kinana sgranò l'occhio.
Non vorranno mica...”.
-FOUR!!!-.
Stesero le braccia e contro ogni pronostico ribaltarono il camioncino prima che si rovesciasse del tutto.
-Urr!- Gemette Kinana schiantandosi sul pavimento del mezzo.
La montagna di muscoli chiuse lo sportello e i tre si misero di nuovo in quella posizione stramba ululando.
Kinana li fissò allibita.
Non si erano schiantati? Aveva funzionato? Ci erano riusciti con la sola forza delle braccia?
-Ben fatto ragazzi!- Dissero i due davanti.
I tre sogghignarono.
Kinana aprì la bocca per parlare, anche se non sapeva esattamente cosa avrebbe detto, ma una fitta incredibile la attraversò in tutto il corpo, e sentì di iniziare a perdere i sensi.
-Argh!- Urlò, tenendosi la spalla ferita con una mano.
-Signorina!- Si allarmarono i tre.
Nonostante lei cercasse in ogni modo di impedirlo, le palpebre di Kinana si socchiusero; vide i tre grugni farsi sempre più vicini, poi la vista l'abbandonò e svenne.



La porta del laboratorio si aprì scorrendo sul muro.
La giovane demone, all'apparenza una ragazza molto bella e formosa, dagli occhi viola e dai lunghi capelli scuri tra i quali spuntavano due corna da ariete, e vestita di un kimono azzurro leopardato senza scollatura, si fermò sull'uscio a osservare il silenzio e l'oscurità che avvolgevano quella stanza, interrotti solo dai luccichii e dai bip delle macchine rigenerative.
Quindi, superando con scarso interesse alcune capsule, si avvicinò al fondo del laboratorio, dove giacevano i suoi compagni, i Nove Cancelli dell'Ade.
Il suo volto impassibile fu attraversato da un lampo di preoccupazione.
Kyouka-sama...”.
TUNF
-Uh!-.
Un forte rumore la fece sussultare; si girò e vide che nella capsula di fianco a lei il Cambiato numero 298 aveva battuto il pugno sul vetro, e ora contorceva il volto in modo ripugnante.
Ha perso un braccio durante l'ultimo scontro.” Ricordò lei.
Al contrario di noi Demoni di Zeref, per i Cambiati la guarigione accelerata è fonte di grandi supplizi. Ma è la punizione giusta per aver tentato di imitarci.”.
Ancora non capiva come mai il Master concedesse ad alcuni umani di schierarsi dalla loro parte, né aveva tollerato la trasformazione a suo tempo di Doriarte e di Minerva: quegli scarafaggi dovevano essere eliminati dal primo all'ultimo, senza eccezioni.
TUNF
Il demone batté la fronte sul vetro e urlò; ma il suono apparve distorto dal liquido rigenerante, e dalla sua bocca sembrarono uscire solo bolle d'aria.

Sayla decise di ignorarlo e di passare oltre: aveva già perso abbastanza tempo con quell'umano.
Fece per spostarsi quando un'ombra nera la oltrepassò, camminando speditamente per il corridoio distante due file di capsule dal suo.
Sayla si voltò e intravide nell'oscurità una chioma di capelli bianchi sparire oltre la porta.
Ad un primo stupore si sostituì una gran furia.
Già, anche lei doveva morire; anzi, soprattutto lei.
Con una smorfia di indignazione sulle labbra, si avvicinò frettolosamente all'ultima area del laboratorio; una volta arrivata, si fermò davanti alla prima capsula alla sua sinistra.
Attaccata ad una decina di tubi alle braccia, alle gambe, al corpo e a un respiratore al viso, c'era una giovane donna dai lunghi capelli verdi, vestita di un mantello a righe con alcuni manicotti alle braccia e di un reggiseno viola; i lunghi artigli, le zampe rapaci e il volto affilato le conferivano un aspetto che assomigliava a quello di un aquila, mostrando un'eleganza e maestosità che la rendevano bella come una dea.
Sayla appoggiò il palmo aperto sul vetro e lo fece scivolare, emulando una carezza.
-Kyouka-sama...-.
La donna continuava a tenere gli occhi chiusi, e respirava appena.
Sayla strinse le dita e soffocò il pianto.
Quanto pativa nel vederla in quello stato! Era così vicina a lei, ma anche così lontana!
Una crudele barriera invalicabile le separava, molto più spessa del semplice vetro, e molto più dolorosa per entrambe.
Ogni giorno veniva a controllarla, ogni giorno si rendeva conto che non migliorava affatto.
Non era semplicemente stata sconfitta o disintegrata, era stata uccisa: il suo corpo era collassato dallo sforzo, il suo cuore si era fermato.
Ma avrebbe ripreso a battere se lei non l'avesse abbandonata, ne era certa, per questo non doveva perdere le speranze, doveva continuare a vegliare e a prendersene cura, come Kyouka aveva sempre fatto con lei, cosicché un giorno avrebbero potuto finalmente tornare insieme.
Prese dalla tasca del kimono un volume, lo guardò un po' insicura e lo aprì.
-Kyouka-sama, ieri abbiamo finito il libro, perciò oggi ne inizieremo un altro...-.
Lei non rispose.
Sayla alzò titubante lo sguardo: il petto dell'Etherious si alzava e si abbassava ritmicamente, come al solito.
-...anche se è una storia scritta dagli umani, ma il Master ha insistito perché te lo leggessi. Non l'ho ancora letto, perciò lo scopriremo insieme, è contenta?- Concluse sorridendo, ricordandosi di come il suo sorriso l'avesse sempre rallegrata.
Non ottenendo alcuna risposta, però, abbassò lo sguardo sul libro e aprì la prima pagina.
Quindi iniziò a leggere.
-“In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, pieni di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima...[1]-.
La sua voce lenta e melodiosa si perse nei corridoi laboratorio, che le rispose con un attento silenzio.



[1]Citazione dal primo capitolo de “lo hobbit o la reconquista del tesoro” di J. R. R. Tolkien

   
 
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