Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Penny83    20/09/2016    3 recensioni
«Non ho scelto di diventare Re. Non ho scelto di proteggere la mia gente dal più grande esercito che sia mai esistito, fatto di uomini che non si possono uccidere perché sono già morti. Lo devo fare e basta. Però ho scelto te. Tu sei la mia scelta. Ho scelto di combattere perché tu potessi tornare a casa, ho giurato di tenerti lontana dall’oscurità il più a lungo possibile, ma a volte lo rendi dannatamente difficile».
Sei il motivo per cui vivo, combatto e respiro. Sei tutto quello che ho.
Per sempre.
Non le aveva mai parlato così. Mai con quella intensità. Sansa lo sapeva, lo percepiva ma fino allora era rimasto taciuto sotto la superficie sottile della loro nuova vita condivisa.
Come poteva dirgli che per lei era lo stesso? Che lui l’aveva strappata da un diverso tipo di oscurità? Che aveva ricominciato a ricostruire se stessa partendo da lui? Una casa, una vita, un futuro. Sansa voleva vivere di nuovo e voleva farlo con Jon.
Con Jon e nessun altro che Jon.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avrebbero trascorso la notte in un fortino abbandonato sulla strada per Grande Inverno. Tormund era ferito e Jon furioso. Quando cani, metalupo e uomini furono di ritorno, con una coppia di cervi come bottino, annunciò che la partita era finita e sarebbero tornati a casa.
Il viaggio era stato carico di tensione. Jon non le aveva rivolto la parola, Brienne e Tormund non facevano che litigare, negando rispettivamente che l’uno avesse salvato all’altra la vita. Giunti al rifugio, Jon si era asserragliato in una delle stanze annunciando che non avrebbe cenato e che sarebbe andato a riposare.
L’angoscia per quelle parole non dette aveva stretto il nodo alla gola di Sansa ancora più forte.
«Posso entrare?»
Non si era nemmeno voltato, troppo intento a estrarre un altro mantello dalla sacca da viaggio.
«Se dicessi di no, cambierebbe qualcosa?». Senza guardarla l’aveva raggiunta e le aveva avvolto il mantello intorno alle spalle. «Fa freddo, copriti».
Aveva gli occhi fissi sulla chiusura, una spilla semplice che raffigurava il metalupo degli Stark. Gliela agganciò intorno al collo. Le dita agili, lo sguardo cupo. Sansa non sapeva cosa dire.
«Jon… »
«Sansa, non ho voglia di litigare».
«Non sono venuta per litigare».
Per cosa allora?
«Ho visto cose peggiori di un orso e nessuna di loro aveva le zanne».
Finalmente alzò lo sguardo su di lei. Sansa vi scorse quello che vi vedeva sempre quando il fantasma di Ramsey aleggiava intorno a loro: senso di colpa, frustrazione, rabbia.
«Sai cosa ho visto dall’altra parte? Sai che cosa c’è dopo?»
Era un pensiero che non si permetteva mai di formulare.
Jon era morto.
I suoi confratelli lo avevano ucciso.
Lady Melisandre lo aveva riportato indietro prima che lei varcasse i cancelli del Castello Nero. Prima che potesse vederlo freddo e immobile sul tavolo su cui era stato deposto.
«Non c’è niente, solo oscurità. Dopo, non c’è niente. Non ci ricongiungeremo con nostro padre, o con i nostri fratelli. Non rivedrai tua madre. Tutto quello che c’è, è qui e adesso. Tu sei qui, adesso. Tu sei tutto quello che ho. Per sempre. Fino a quando non ci sarà più niente».
Tutto quello che ho.
Per sempre.
«Non ho scelto di diventare Re. Non ho scelto di proteggere la mia gente dal più grande esercito che sia mai esistito, fatto di uomini che non si possono uccidere perché sono già morti. Lo devo fare e basta. Però ho scelto te. Tu sei la mia scelta. Ho scelto di combattere perché tu potessi tornare a casa, ho giurato di tenerti lontana dall’oscurità il più a lungo possibile, ma a volte lo rendi dannatamente difficile».
Sei il motivo per cui vivo, combatto e respiro. Sei tutto quello che ho.
Per sempre.
Non le aveva mai parlato così. Mai con quella intensità. Sansa lo sapeva, lo percepiva ma fino allora era rimasto taciuto sotto la superficie sottile della loro nuova vita condivisa.
Come poteva dirgli che per lei era lo stesso? Che lui l’aveva strappata da un diverso tipo di oscurità? Che aveva ricominciato a ricostruire se stessa partendo da lui? Una casa, una vita, un futuro. Sansa voleva vivere di nuovo e voleva farlo con Jon.
Con Jon e nessun altro che Jon.
«Ho paura quando ti allontani, ho paura di non vederti tornare. È l’unica cosa di cui ho paura ormai. Non potrei sopportarlo. Non voglio starmene in attesa da qualche parte ad aspettare in preda al terrore. Non mi importa dei rischi che corro, mi importa solo di non allontanarmi da te».
Non esiste altra oscurità per me se non quella in cui mi trovo quando non ci sei.
«È importante per me, San. Ho promesso di proteggerti».
«Lo stai facendo».
«Non abbastanza. Non avrei mai dovuto portarti qui, la colpa è mia: non riesco a dirti di no».
«Per fortuna. Non ci saremmo ripresi Grande Inverno, altrimenti».
Jon batté le palpebre e la osservò per una manciata di secondi.
No, non era giusto che un uomo fosse così bello.
Poi scoppiò a ridere.
Così bello da fare male.
«Per gli antichi Dei, Sansa Stark credo di non conoscere nessuno più ostinato di te».
Le prese la testa tra le mani e le baciò la fronte. Quando si staccò da lei, Sansa cercò il suo sguardo.
Tante punture di spillo sulla sua pelle.
«Il giorno che abbiamo litigato stavi per dirmi qualcosa. Non riesco a smettere di pensare che fosse qualcosa di orribile».
Sentiva le lacrime pungerle gli occhi. Non ricordava nemmeno quando fosse l’ultima volta che aveva pianto e nemmeno perché avesse voglia di farlo in quel momento.
Jon l’abbracciò e Sansa appoggiò la testa contro la sua spalla.
Casa.
Sono a casa.
«Non potrei mai – mai – pensare qualcosa di orribile che ti riguardi».
Un mormorio contro la sua fronte.
«Però non me lo vuoi dire».
«Non era niente di importante… Basta tormentarti».
Si staccò da lei e le prese la mano.
«Andiamo, ti accompagno al tuo alloggio. Accenderò il fuoco».
Prima di vederli avevano sentito le voci. La discussione sembrava accesa e Jon aveva rallentato il passo. Sansa sovrappensiero era inciampata contro di lui, ma l’aveva afferrata e messa al sicuro dietro di sé. Non che ce ne fosse davvero bisogno, ma era stato più forte di lui.
«Ammettilo donna. Ti ho salvato la vita».
Tormund sembrava divertito. Jon immaginava che il braccio gli facesse male – l’orso glielo aveva quasi strappato dalla spalla – ma molto presto il bruto avrebbe trasformato l’episodio in un altro dei suoi improbabili aneddoti.
«Se non fossi intervenuta, staresti cercando il tuo braccio in mezzo alla neve ma non è me che devi ringraziare. Non ne sarebbe rimasto granché senza le cure di Lady Sansa».
Sua sorella si era offerta di lavare e ricucire la ferita. Ne era capace – si era occupata delle sue, dopo la Battaglia dei Bastardi – e temeva di sapere come avesse imparato. Alla Barriera aveva scorto le braccia candide striate di lividi, l’aveva sentita tremare toccandole la schiena.
Non aveva voluto mostrargli le cicatrici. Non erano un bello spettacolo – aveva detto con un sorriso – ma almeno le aveva risparmiato il viso.
«La sorella del corvo ha il cuore gentile, non come il tuo. Quasi mi pento di averti salvato il culo».
A Tormund Sansa piaceva. La chiamava la Regina baciata dal fuoco, la diceva fortunata. Si prendeva gioco di Jon quando la sorella faceva di testa sua o gli si opponeva durante un concilio. Era una consolazione pensare che se gli fosse successo qualcosa Sansa avrebbe potuto contare su qualcuno oltre a Brienne. Sempre che prima non si uccidessero tra loro.
«Nessuno ti ha chiesto di farlo».
Le cose si mettevano male e Jon si preparò a intervenire all’ennesima rissa. Stava per dire a Sansa di aspettarlo dietro l’angolo quando un silenzio irreale riempì il corridoio. Non era un silenzio perfetto. C’erano lievi rumori di sottofondo.
Respiri.
Jon si sporse per guardare e Sansa si alzò sulle punte dei piedi per sbirciare oltre la sua spalla.
«Cosa stanno facendo?»
Sembrava interdetta. Nemmeno Jon riusciva a muoversi. Forse per timore di fare rumore e interromperli. Se fosse successo, Tormund lo avrebbe ucciso.
«Mi sembra abbastanza ovvio».
Jon non avrebbe saputo dire chi finalmente avesse rotto gli indugi ma sicuramente non avevano l’aria di voler smettere tanto in fretta.
«In quel modo?»
«Conosci altri modi?»
Era la domanda sbagliata da fare. Era chiaro che Sansa non fosse mai stata baciata così.
Aveva gli occhi lucidi, le labbra dischiuse. Tormund una volta aveva detto che la sorella del corvo era bella come una tempesta di neve. Una pura bellezza del Nord.
«Si sono azzuffati come gatti fino adesso. Com’è possibile?»
C’erano dei momenti – momenti come quello – in cui Jon si rendeva conto che Sansa aveva conosciuto solo orrore. L’unico amore che aveva ricevuto era stato quello della sua famiglia. Una famiglia che non c’era più. Uccisa, tradita, dispersa. Jon era tutto quello che ne rimaneva.
«A volte capita, dopo una battaglia. Ci si sente… Ci si sente… »
Era l’ultima cosa al mondo che avrebbe voluto spiegare alla sorella.
«Anche a te è capitato? Dopo Grande Inverno?»
Lo sguardo blu dei Tully si era fatto più tagliente e lo fissava dietro le palpebre socchiuse.
«Mi sono sfogato in un altro modo».
E ho lasciato che potessi farlo anche tu.
Sansa annuì. Sembrava più tranquilla ma non soddisfatta. Li osservava affascinata.
Jon doveva ammettere che era uno spettacolo singolare e si augurava non degenerasse nel bel mezzo del corridoio. Conoscendo Tormund non era da escludere.
«Ed è la stessa cosa?»
No, non lo è.
«No».
Nulla era meglio che stare con la donna amata, renderla felice, condividere qualcosa di così intimo con lei ma non ci teneva a spiegarlo a Sansa. Non era il tipo di fratello che, con un sorriso di superiorità sulle labbra, illumina la sprovveduta sorella in merito alle cose della vita.
La tua sorellina minore e basta.
Jon avrebbe dato qualunque cosa perché fosse davvero così ed era stato sul punto di dirglielo.
Confessare.
Farsi odiare, mettere fine al tormento. Poi aveva realizzato che l’avrebbe lasciata sola. Di nuovo. E aveva promesso.
Se Sansa fosse stata solo una sorella per lui, non avrebbe capito così bene la scena che si stava svolgendo sotto i loro occhi, l’urgenza – soffocata fino a quel momento – di far scontrare bocche, denti, sospiri e molto altro.
Sansa non era inesperta perché giovane. Non era nemmeno inesperta, ma non aveva mai visto due persone innamorarsi davvero, baciarsi davvero e un mucchio di altre cose che Jon era stato tanto fortunato da provare. Sansa no. A dispetto di ciò che Tormund credeva, Sansa non era stata fortunata. Gli dei le avevano riservato Joffrey, Ditocorto. Ramsey Bolton.
Brienne afferrò Tormund per le pellicce e lo spinse dentro la sua stanza. Le guance di Sansa si colorarono di rosso ma si ricompose subito e gli lanciò un’occhiata di avvertimento.
«Non ti azzardare a giudicarla Jon Snow».
«Rubare un uomo del popolo libero è una mossa sorprendentemente audace. Brienne di Tarth ha tutto il mio rispetto».
Sansa gli regalò un sorriso. Un po’ timido, un po’ no.
Bella come una tempesta di neve.
Diavolo di un Tormund. Aveva sempre ragione.
Tornarono nei suoi alloggi. Era tardi e Sansa si era rifiutata di dormire nella stanza accanto a quella di Brienne. Jon non poteva biasimarla.
Il giaciglio non aveva l’aria di essere comodo ma non si poteva andare troppo per il sottile. Sansa si rifugiò sotto mantelli e pellicce e fece spazio al fratello. Quando Jon la raggiunse si accoccolò tra le sue braccia, la testa sulla sua spalla. Passò qualche minuto, abbastanza da fargli credere che si fosse addormentata.
«Jon?»
La voce sottile, leggermente incrinata, non prometteva niente di buono.
«Com’è?»
«Cosa?»
Prese tempo nonostante avesse capito il senso della domanda. Sapeva che se la rigirava nella testa da quando aveva visto Brienne e Tormund.
«Baciarsi. Baciarsi così».
Era molte cose. Cose alle quali Jon non desiderava pensare mentre se ne stava al buio, abbracciato a lei.
«È piacevole».
«Piacevole?»
Poteva immaginare il lampo stizzito nello sguardo blu dei Tully.
«San, cosa vuoi che ti dica?»
«La verità».
La verità.
Come se fosse facile parlarne. Parlarne con lei.
Significava pensarci e Sansa era così vicina. Poteva sentirne il respiro sul lembo di pelle lasciato scoperto dal mantello.
«Non saprò mai cosa significa baciare qualcuno che amo».
Non era sicuro che quello che c’era tra Brienne e Tormund fosse amore. Almeno non ancora. Sebbene non potesse vederla si voltò verso di lei.
«Non sempre la passione è amore».
«Un’altra cosa che non saprò mai».
Alla Barriera Jon aveva temuto che le ferite di Sansa fossero troppo profonde per guarire. Che il suo cuore gentile si fosse spezzato per sempre, che non avrebbe più sentito sua sorella ridere. Si era chiesto se non fosse stato un errore permetterle di vendicarsi – avere il sangue di qualcuno sulle dita – sebbene avesse tutto il diritto di reclamare quella vita e ottenere giustizia. Si era chiesto se l’aveva perduta per sempre. Non aveva idea di come starle vicino, ma aveva fatto il possibile perché Sansa si sentisse al sicuro, accudita, amata, rispettata e si era reso conto che quel cuore gentile era troppo forte per essere spezzato. Per desideri e prospettive felici, però, era ancora presto.
«La guerra un giorno finirà e sei giovane… Non sarai costretta a sposare qualcuno che disprezzi. Solo qualcuno che avrai scelto».
Un giorno qualcuno ti porterà via da me.
«Non accadrà, non mi sposerò. Resterò a Grande Inverno con te».
Un groviglio di emozioni contrastanti gli si gonfiò nel petto.
Sollievo, disperazione, rimpianto.
Speranza.
«Saresti costretta a sopportarmi per un bel po’ di tempo».
Fino a quando non ci sarà più niente.
Allora riuscirei a trovarti? Riuscirei a trovarti nell’oscurità?
«Sempre che tua moglie non mi cacci».
C’era una nota cupa nella sua voce. Un dolore soffocato che abbracciò quello di Jon e si trasformò in qualcosa di caldo che scorreva sotto pelle.
«Non ci sarà nessuna moglie».
E Jon sentì Sansa sorridere nel buio.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Penny83