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Autore: Altair13Sirio    21/09/2016    4 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Quando Riley chiuse gli occhi, le luci del Quartier Generale si spensero e le emozioni cominciarono a disperdersi.
<< E’ andato un altro giorno. Buonanotte a tutti…>> Si congedò Rabbia alzando una mano e incamminandosi verso la propria abitazione. Prima di andarsene pigiò il pulsante che spediva tutti i ricordi della giornata agli “archivi” della memoria a lungo termine. Mentre si allontanava dal centro della sala, dalla sua finestrella Gioia poté vedere che sul suo viso era dipinta un’espressione afflitta, stanca. Che cosa aveva?
Paura e Disgusto rimasero davanti alla console per alcuni minuti, discutendo di chi fosse il turno notturno quella volta. Disgusto faceva sempre di tutto per non rimanere sveglia a controllare i sogni della ragazza e Paura finiva sempre per fare gli straordinari, ma da un po’ di tempo le loro discussioni non erano più tanto animate come una volta.
<< L’altro ieri l’ho fatto io. >> Diceva l’esserino verde.
Paura annuiva dandole ragione. << Se questa notte lo faccio io, domani prometti che resterai tu? >> Le chiese con una mano sul mento.
Disgusto annuì sorridendo. << D’accordo. Rabbia se n’è andato come al solito… >> Mormorò infastidita ruotando la testa verso la figura sempre più piccola del capo. Si stirò la schiena emettendo un sospiro.
Paura piegò la testa di lato. << Rabbia ha fatto il suo turno ieri. Non prendertela con lui… >> Alzò lo sguardo verso l’ometto rosso che continuava ad allontanarsi fino a sparire dentro la propria abitazione. << E’… Un periodo difficile. Credo che sia molto stanco… >>
Disgusto incrociò le braccia guardando la casa di Rabbia. Non era riuscita a saltare il proprio turno ultimamente a causa del comportamento intransigente dell'ometto rosso. << Forse hai ragione… >> Mormorò poco sicura. << Però non possiamo lasciare che continui per sempre! >>
<< Non so cosa dirti… >> Si limitò a rispondere Paura stringendo le spalle.
Disgusto sospirò scuotendo la testa. << Buonanotte, Paura. >> Fece alzando una mano e voltandosi per ritirarsi nella sua casa.
<< Ci vediamo domani, Disgusto. >> Rispose l’omino viola voltandosi verso la console, sporgendosi per vedere nello schermo. Ancora non compariva niente, quindi pensò di voltarsi e andare a prendersi una sedia assieme a qualcosa per tenerlo sveglio. In realtà non c’era neanche bisogno di fare il turno di notte, ormai… Riley non sognava più nulla da parecchio tempo, ma Rabbia aveva voluto tenere quella tradizione, come se sperasse che un giorno la loro ragazza avrebbe ripreso a fare bei sogni… In realtà non c’era niente ormai, Riley non sembrava neanche volere quei sogni. La sua vita era abbastanza, ogni giorno era vissuto all’estremo, e la ragazza di notte voleva solo riposare…
Sia Paura che Disgusto pensavano che fosse una fatica inutile, ma dato che non gli costava molto, e tutti e tre facevano i turni regolarmente, non c’era niente di cui lamentarsi. Spesso Paura si era addormentato sulla sedia, di fronte a quello schermo nero, mentre Disguto a volte aveva addirittura lasciato la console prima che Riley si svegliasse. Non sapevano come conducesse il suo turno Rabbia – probabilmente sempre con le mani sulle cloche, pronto a reagire a qualsiasi stimolo – ma non pensavano che fosse molto diverso dal loro…
Ed eccolo lì, un’altra nottata in bianco da passare di fronte a uno schermo vuoto, segno che nella mente di Riley non passasse più nessun desiderio, nessun sogno… << Che razza di situazione… >> Mormorò alzando una mano verso lo schermo, tenendo una tazza di caffè nell’altra mentre con un gomito si appendeva allo schienale della sedia. Era noioso dover stare lì senza far niente, quindi Paura aveva imparato a conversare con sé stesso per tenere alto il morale, o almeno la sua concentrazione. << E’ stata una giornata entusiasmante, eh Paura? >> Chiese prendendo un sorso di caffè dalla sua tazza. Sorrise in modo rassicurante e disse:<< Oh, certo! Come ogni giorno, non ci si può fermare un istante! >> Sbuffò stancamente poggiando la schiena alla sedia e alzando lo sguardo verso l’alto. << Riley odia tutti quanti, come al solito, e noi siamo felicissimi di condurre questa vita piena di stress e imprevisti, vero? >>
L’omino viola alzò la voce nello stesso momento in cui lo schermo del Quartier Generale diede un segnale di vita. Si spavento in un primo momento e cercò di nascondersi sotto la console dei comandi, quando vide una piccola linea bianca illuminare lo schermo nero per poi allargarsi a mostrare il viso di un ragazzo dai capelli castani e il sorriso ampio in viso. Era Andy, e quella scena l’aveva vista quel pomeriggio, quando Riley era uscita assieme a lui per “insegnargli ad essere un duro”. Quella avrebbe dovuto essere un’ottima notizia, ma per qualche ragione fece scattare l’allarme nella testa di Paura.
<< Oh no… >> Disse venendo fuori dal suo riparo. Mise le mani su alcuni pulsanti senza premerli e si spinse in avanti per vedere meglio. << Riley sta… Sognando Andy? >> Commentò quasi inorridito da quella visione. Non era possibile, proprio ora che Rabbia aveva deciso di evitarlo ad ogni costo! Doveva fare qualcosa per impedire che la ragazza se ne affezionasse.
<< Trovato! >> Esclamò schioccando le dita. << Scollegherò la testa di Riley dagli studios dei sogni! >> Si inginocchiò e mise la testa sotto alla console commentando da solo la sua idea:<< Gran bella pensata, Paura! >> Prima che potesse staccare la spina, però, una voce alle sue spalle gli chiese di fermarsi. Si voltò e vide Gioia che aveva deciso di fare capolino dalla finestrella della sua casetta.
<< Ti prego… >> Mormorò lei pentendosi subito del suo gesto sconsiderato e ritraendo subito la mano che aveva allungato per fermarlo. << Lascialo acceso… >> Chiese poi poggiando il mento sul davanzale della finestrella, lasciando scoperta a malapena la parte superiore del viso, mostrando gli occhioni spalancati e timorosi che fissavano Paura.
Paura alzò lo sguardo preoccupato verso lo schermo e osservò la scena che vide proiettata su di esso: Riley stava guardando Andy mentre cercava di arrampicarsi su di un albero con scarsi risultati; quando il ragazzo cadde lei non riuscì a controllare le proprie risate, e lui per smettere di farla ridere la tirò a sé, facendola cadere; i due continuarono a ridere senza fermarsi. Sospirò sconfortato. << Accidenti… >> Si grattò la testa prima di tornare a sedersi sulla sua sedia e prendere il suo caffè che aveva poggiato sulla console. << Così ti caccerai in un mucchio di guai, Paura… >> E si costrinse ad andare contro gli ordini di Rabbia e lasciare accesa la console, godendosi la replica di quello che aveva vissuto quel pomeriggio Riley. Normalmente non avrebbe lasciato accesa la console, sapendo che avrebbe potuto compromettere i loro piani, ma il modo in cui Gioia gli aveva chiesto di lasciare acceso lo schermo l’aveva colpito dritto al cuore. Che poi non sapeva neanche se ce lo avevano un cuore…
La piccola emozione dorata si illuminò un poco quando capì che Paura non avrebbe staccato la spina, e si rilassò; con meno timore di prima, Gioia poggiò le braccia incrociate sul davanzale della finestra e vi poggiò sopra la testa, fissando con aria sognante lo schermo. Le piaceva Andy?
Di fronte alla supplica di Gioia, che stranamente si era affacciata dalla sua finestrella e gli aveva rivolto la parola, Paura decise di mettersi comodo e non pensare più ai problemi; si sedette sulla sedia che si era portato dietro e riprese a sorseggiare il suo caffè caldo, seguendo con sguardo distratto la replica di quello che era accaduto nel pomeriggio, con Riley e Andy che chiacchieravano e la ragazza che insegnava al ragazzo i tanti segreti della città.
Senza farsi notare, sbirciò con la coda dell’occhio quell’esserino dorato che, con sguardo sognante, fissava lo schermo con incredibile attenzione; la vide partecipare alla scena, reagire a tutto quello che accadeva dentro quello schermo, ed emozionarsi per quell'evento che, da ormai troppo tempo, non si ripeteva più. Quella vista lo fece sorridere, e sospirando tornò a guardare lo schermo. << Spera solo che Rabbia non lo scopra, stellina… >>
   
 
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