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Autore: MandyCri    23/09/2016    7 recensioni
Syria, figlia di Emmanuel detto l'antico, il capostipite della razza vampirica è tornata per ottenere una vendetta che cova da venticinque anni.
Deve uccidere Lucas, il Re dei vampiri nobili che ha assassinato suo padre per l'appunto venticinque anni prima.
Lei è l'unica discendente diretta ancora in vita di Emmanuel e per questo diversa dagli altri vampiri che siano nobili o dissanguatori.
La sua strada si incrocerà con André figlio di Lucas e Alice e con quello degli altri “prediletti”, nome con cui vengono nominati André, Annette, Abbie Ann e Thomas, i quattro primogeniti delle prescelte.
Syria otterrà la sua vendetta?
Per capire fino in fondo la storia è assolutamente necessario leggere le prime tre della saga.
Questa storia appartiene alla saga “La maledizione del sangue e della luce”.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione del sangue e della luce'
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Ciao,
non so se ci sia ancora qualcuno che sta seguendo questa storia, lo spero vivamente!
Sono tornata dopo parecchio, ma prima o poi mi rifaccio viva.
Purtoppo gli impegni personali sono diventati ingestibili e non riesco più a scrivere come una volta, ma ogni tanto riesco ad evadere dalla realtà e a liberare un altro capitolo che è dentro di me da parecchio tempo.
Oggi conosceremo un po' più da vicino la prediletta Annette.
Sono sicura che risulterà antipatica alla maggior parte di voi, ma leggete anche tra le righe...
Fatemi sapere che ne pensate, se ne avete voglia.
In verità i vostri commenti, mi spronano sempre a scrivere e mi danno nuove idee.
Grazie a chiunque segue ancora con interesse questa saga.
Un bacione MandyCri


 
§§§



CAPITOLO 4

 

Syria si fece da parte per far sedere le due ragazze.

Era talmente imbarazzata che maledisse se stessa per aver ceduto alle sue debolezze ed essersi recata in quel locale.

L'assassino di suo padre era proprio davanti a lei e le stava sorridendo.

Aveva gli occhi più azzurri che avesse mai visto ed era gentile, proprio come si era immaginata, spiandolo in quei lunghi mesi.

Era proprio il contrario della persona che aveva visto uccidere suo padre.

Dov'era finito il vampiro arrogante che aveva impugnato il pugnale e l'aveva conficcato nel cuore di Emmanuel?

Dov'era finita la persona codarda che si era avvalsa del fuoco provocato dalla donna riccia per colpire a morte l'unica persona che si fosse mai presa cura di lei?

Questo ragazzo non gli assomigliava affatto.

Mentre pensava a tutte queste cose, André le aveva fatto un milione di domande.

Syria era stata addestrata bene da Emmanuel, almeno su questo e sapeva cosa rispondere, quando qualche vampiro o umano che fosse, le porgeva determinate domande.

Syria Adès questo doveva affermare, nata ad Alexandria vent'anni prima e trasferitasi in Ungheria per motivi di lavoro del padre.

Non doveva dire che in realtà di anni ne aveva diciassette, prima della trasformazione.

Suo padre si era sempre raccomandato che per tutti lei doveva essere maggiorenne, anche se, teoricamente, ormai lo era già da un bel pezzo, anche se non sapeva da quanto.

Ovviamente, l'argomento vampiro era da accantonare totalmente, anche se magari a questi ragazzi poteva far sapere che lei era esattamente come loro, ma Syria non aveva intenzione di svelare il suo segreto, in questo caso le avrebbero fatto altre domande,ad esempio, sul come lei riusciva a nascondere la sua identità vampirica.

Emmanuel era stato chiaro anche su questo e lei aveva sempre rispettato il suo volere.

Tra l'altro, mai e poi mai, avrebbe potuto mettere a conoscenza André che anche lei apparteneva alla sua stessa razza, lui, intelligente e colto qual era, si sarebbe incuriosito, portandolo a farle un altro milione di domande a cui lei non avrebbe saputo replicare e, così, il ragazzo avrebbe capito che era analfabeta e questo non poteva permetterlo.

Doveva assolutamente trovare una soluzione a questo suo stato.

Si vergognava talmente tanto della sua condizione.

Poi, avvisandolo che anche lei era una vampira, avrebbe perso l'unica condizione di vantaggio che aveva: la sorpresa.

André era un guerriero, l'aveva visto combattere e sapeva che era spietato.

Non l'avrebbe mai avuta vinta contro di lui, se non temporeggiando per coglierlo alle spalle, quando meno, il bel vampiro se lo fosse aspettato.

Nonostante lei fosse potente, essendo la diretta discendente dell'antico, André era un vampiro secolare e, quando suo padre era morto, i poteri immensi che aveva Emmanuel erano traslati direttamente al Re dei vampiri nobili, quindi a lui.

In tutta onestà, questa cosa lei non l'aveva compresa bene. Perché i poteri del padre non erano andati a lei?

La risposta non l'avrebbe mai avuta da nessuno.

Nemmeno le menti più brillanti dei vampiri nobili, secondo la sua modesta opinione, avrebbero potuto dare una soluzione a quel quesito.

Osservò i quattro ragazzi, sorseggiando la sua coca cola.

Da vicino erano ancora più belli.

La sua vista funzionava alla perfezione, tuttavia anche se aveva origliato le loro conversazioni, non aveva mai avuto il coraggio di guardarli per bene, non tanto per non destare la loro attenzione, anche se sembrava non ci fosse riuscita in pieno, ma, soprattutto, per timidezza.

Cercava di dare loro sempre le spalle e ascoltava cosa si dicevano.

Era difficile che parlassero della loro razza.

Era capitato poche volte ed erano sempre state le ragazze a tirare fuori l'argomento, ma il vampiro biondo, Thomas, le aveva sempre azzittite e, tal volta, anche con una certa ferocia.

Syria era affascinata, in un certo senso, da Annette.

Aveva dei lunghi capelli neri, lisci come la seta, anche i suoi erano più o meno dello stesso colore, ma quando se li era fatti crescere, si erano rivelati pieni di onde e orribilmente crespi, per questo aveva preferito darci un bel taglio!

Gli occhi della ragazza erano grandi di un terrificante color carbone, tanto che non si distingueva la pupilla dall'iride ed erano incorniciati da ciglia lunghissime e folte, aveva un grazioso naso all'insù e una carnagione bianchissima, con le gote più rosee rispetto al suo incarnato naturale.

Syria non riuscì a non paragonarla alle sue bambole di ceramica: Annette aveva la stessa loro aurea eterea, anche se non era così dolce come apparire alla prima impressione.

Anzi... osservandola, sembrava proprio una vipera.

Non le era simpatica.

Probabilmente quel sentimento poco gentile nei confronti della ragazza era cominciato perché, all'inizio, pensava fosse la moglie di André, ma adesso che aveva scoperto la verità, la trovava ancora snob ed arrogante.

Trattava tutti dall'alto in basso, facendo quasi pesare la sua nobiltà.

Non con tutti però, con l'altra ragazza, la biondina, Annette era gentile, ma con il fratello e il suo amico biondo era una stronza di prima categoria.

Abbie Ann invece le era simpatica.

Era altissima, quasi quanto i due maschi e magra da far schifo.

Aveva le gambe che sembrava non finissero mai.

Portava i capelli lunghi fino alle spalle, con una frangetta sbarazzina ed erano di un caldo biondo dorato.

Gli occhi viola risaltavano come due stelle nell'ovale perfetto ed aveva un sorriso che poteva sciogliere un iceberg: era oggettivamente bella e sembrava così delicata, nonostante l'altezza che ispirava protezione.

Syria era sicura che la maggior parte degli uomini dentro il locale avrebbe dato chissà cosa per tenerla tra le braccia.

Sorrideva sempre ed era gentile.

Aveva notato più di una volta la ragazza sgattaiolare via con un vampiro dai lunghi capelli marroni, suscitando l'invidia di tutti i maschi presenti.

Thomas era un colosso di muscoli. Alto, biondo e bellissimo.

La fauna femminile ne era attratta come le api dal miele.

Aveva degli stranissimi occhi gialli che le ricordavano l'ambra al sole.

Syria aggrottò le sopracciglia e arricciò il naso: quel colore le diceva qualcosa, ma non riusciva ancora ad associarlo a qualcosa o meglio, a qualcuno.

Contemplò ancora il ragazzo.

Aveva un naso perfetto, di una finezza indiscutibile, dritto, e proporzionato, una cascata di indomiti ricci biondo chiaro che gli cadevano sovente sulla fronte e sugli occhi ai quali lui soffiava spesso per rimetterli in ordine, in una mossa che gli conferiva un'aria alquanto seducente, tanto che, con il suo acuto udito, ogni volta, sentiva dei sospiri sconsolati da parte delle ragazze presenti.

E poi c'era André.

André era l'eccellenza per lei.

Anche lui aveva un ovale ineccepibile, le ciglia nere e lunghe, incurvate alla perfezione, incorniciavano gli occhi più azzurri che lei avesse mai visto.

Un colore intenso da lasciare senza fiato.

Aveva i capelli neri, lucenti come quelli di Annette, ma al contrario della sorella, terminavano in ciocche ondulate che gli coprivano dolcemente la nuca e nella parte anteriore gli conferivano un'aria vissuta.

Era alto e magro, i muscoli c'erano, ne era certa, ma non erano evidenti come quelli dell'amico.

André aveva un fisico asciutto, proprio al punto giusto.

Syria adorava particolarmente quella cosa, anche se non avrebbe dovuto.

Lo guardò di sottecchi e quando lui la colse in fallo e le sorrise, sentì il cuore accelerare i battiti.

Perché doveva essere proprio lui ad aver ammazzato suo padre?

Maledisse la sua curiosità.

Se non avesse seguito Emmanuel, non avrebbe mai scoperto chi l'aveva ucciso.

Syria ricordava perfettamente cosa era successo quel giorno.

Aveva visto il cielo scurirsi, aveva avvertito la terra tremare, aveva sentito il calore del fuoco che divampava.

E ricordava quegli occhi color lapislazzuli.

Rammentava sommariamente la donna che aveva dato la possibilità ad André di poter trafiggere suo padre con il pugnale.

Ebbe un sussulto e rabbrividì.

Fissò Thomas. Il colore ambrato del suo sguardo era lo stesso degli occhi della donna che aveva causato il fuoco.

Il ragazzo, sentendosi osservato, si girò verso di lei e le sorrise.

Il ciuffo biondo con il movimento, gli cadde nuovamente davanti agli occhi.

Syria si sentì come ammaliata e allungò una mano tremante per scostarlo dalla fronte.

Nel momento stesso in cui toccò i capelli di Thomas, la terrà, sotto i suoi piedi, vacillò.

Spaventata, fece un balzo indietro, alcune persone si precipitarono fuori dal locale spaventate, altre urlarono.

Si guardò intorno e si accorse che i quattro ragazzi erano gli unici che erano rimasti indifferenti alla cosa.

In tutto quel trambusto, suscitato dalla scossa di terremoto, però, non le sfuggì l'occhiata fugace e rancorosa di Annette e l'aria piuttosto incazzosa di André.

Thomas le sorrise nuovamente e si alzò – Quanto rumore per una piccolo tremore! Vado ad ordinare un'altra birra. Vuoi qualcosa Syria? - disse, arricciando le labbra e disegnando con esse qualcosa di molto simile ad un cuore.

Non riuscì nemmeno a rispondere che una scossa molto più violenta di quella di prima, gettò nel panico coloro che erano rimasti all'intero del locale.

La terra continuò a tremare senza sosta e Syria cominciò ad avere paura.

La gente urlava, cadeva e si precipitava fuori dal pub.

Afferrò la borsa e il giaccone e cercò di correre verso l'uscita, ma André la blocco.

Gli bastò allungare il braccio per fermarla.

Syria gemette: quello era un vampiro secolare che riusciva a fermarla con un semplice movimento.

Cosa si era messa in testa quando aveva deciso di vendicarsi?

Non ce l'avrebbe mai fatta.

- Siamo più al sicuro qui. - le disse, perentorio.

Thomas scoppiò a ridere di gusto.

André lasciò la presa, si alzò e si avvicinò all'amico a muso duro.

Abbie Ann gridò ad entrambi di smetterla.

Annette era rimasta seduta e stava fissando lei, con odio.

Si alzò elegantemente e si avvicinò ai due ragazzi.

Lasciò stare il fratello e si piazzò davanti a Thomas – Sei solo un moccioso, smettila! - lo rimproverò con disprezzo.

Thomas la guardò, senza ombra di dubbio, era infuriato per come l'aveva chiamato, ma l'ascoltò.

Alzò le braccia in segno di resa – Ehi amico! Io non ho fatto nulla. - disse, ritornando al suo posto.

Abbie Ann si spostò e si sedette vicino a lui, circondandogli le spalle come per sostenerlo.

Annette abbracciò il fratello.

Syria rimase interdetta a fissarli.

Quei quattro non erano normali!

C'era appena stato un forte terremoto e quelli litigavano, si consolavano a vicenda e non si capiva per cosa!

Aggrottò le sopracciglia perplessa.

- Forse sarebbe meglio uscire.- disse – Io non me ne intendo, però mi sembrano delle scosse potenti... - farfugliò.

Abbie Ann le sorrise – Non ti preoccupare. È tutto finito! - la rassicurò.

Lei non si sentiva per niente al sicuro!

Cosa le aveva detto il cervello? Perché era uscita?

Guardò André.

Il suo volto era ancora teso, la sorella gli accarezzava i capelli con fare protettivo e Syria avvertì un crampo allo stomaco.

Voleva solo vendicarsi, era questo il piano, perché quel ragazzo le interessava così tanto?

Avrebbe voluto raccontarsi da sola la storia che era solo perché voleva vederlo morto, ma la verità era che lo voleva conoscere.

André si era dimostrato completamente diverso dall'uomo che aveva ucciso suo padre.

Il pensiero ritornò ad Emmanuel.

Per quanto fosse stato duro con lei, lui le aveva regalato la vita eterna, l'aveva amata come una figlia per tantissimi anni, le aveva dato davvero tutto.

Meritava di essere vendicato.

Syria meditò sul regalo che le aveva promesso.

Ci aveva pensato ogni giorno dalla morte di suo padre.

Chissà cos'era che le voleva donare Emmanuel...

Da come ne parlava, doveva trattarsi sicuramente di qualcosa di speciale.

Quanto avrebbe voluto che fosse ancora lì con lei.

Se André non l'avesse ammazzato come un cane, lei non si sarebbe sentita così sola e spaesata.

Non avrebbe avvertito la paura ghiacciarle il sangue, avrebbe potuto conoscere tante cose che ignorava.

Chiuse gli occhi per non far vedere agli altri che stava per mettersi a piangere.

Quando li riaprì, Annette la stava fissando con quella sua aria arrogante.

Syria aveva capito che l'antipatia era reciproca.

La sorella di André non era felice di essersi seduta allo stesso tavolo con lei.

Probabilmente si sentiva usurpata del suo ruolo di prima donna.

Del resto era suo fratello, poteva capire che era gelosa.

Cercò di mantenere lo sguardo, ma non ne fu capace e abbassò gli occhi.

Doveva assolutamente andarsene da quel posto e non tornarci mai più.

Al diavolo la vendetta, al diavolo suo padre, al diavolo tutto!

Non si sentiva a suo agio con loro.

Erano strani, tutti e quattro.

Annette e i suoi occhi cattivi.

Abbie Ann con quella sua gentilezza, quasi fuori luogo.

Thomas con la risata facile, ma lo sguardo che incuteva paura.

Ed infine André con quel suo sguardo color lapislazzuli che le riempiva il cuore di gioia.

Aveva sbagliato, aveva sbagliato.

 

***

 

Annette guardò la nuova arrivata con astio.

Cosa ci trovava suo fratello in quella sempliciotta?

Era carina, sì, ma nulla di eccezionale!

André poteva avere chiunque.

Quella ragazza era scialba.

Con quella zazzera tagliata male al posto dei capelli, quei vestiti che si vedeva lontano un milione di chilometri che erano stati acquistati on-line e quegli insulti occhi verde scuro.

Suo fratello meritava di meglio!

E poi era strana e aveva uno strano odore: non si fidava di lei.

L'aveva annusata per bene, dopo aver visto Abbie Ann che arricciava il naso, quando le due si erano presentate.

Abbie controllava l'aria e il suo olfatto era molto più sviluppato di quello di qualsiasi altro vampiro o prediletto che fosse.

L'aria era il suo elemento e sapeva cogliere sfumature a chiunque sconosciute, ma era troppo buona con tutti e se André o Thomas non avvertivano nessun pericolo, lei si adagiava completamente alle loro sensazioni, sminuendo il suo potere.

Suo fratello e il moccioso non avevano fatto caso alla reazione di Abbie Ann, ma lei non l'aveva sottovalutata e si era concentrata sulla nuova ragazza in modo quasi maniacale.

A forza di insistere, era riuscita a cogliere la piccola differenza di odore che emanava Syria.

Aveva provato a insinuarsi nella sua mente e, con molta difficoltà, aveva carpito la sua agitazione.

Era riuscita a cogliere, anche se in modo molto confusionale, i sentimenti contrastanti che provava per André e aveva carpito un'anomala ondata di attrazione nei confronti di Thomas.

Era stato troppo difficile catturare qualche frammento dei suoi stati d'animo, per catalogarla come una semplice umana.

Tuttavia, non riusciva a capire.

Sicuramente non era una dissanguatrice, ma il suo effluvio non era nemmeno quello di un vampiro nobile e c'era qualcosa che la discostava anche dagli umani... che fosse anche lei una prescelta?

Le sole ritrovate erano state sua madre, zia Amanda e zia Aza.

Eppure loro avevano un aroma fortissimo, impossibile non riconoscerlo, quello di questa ragazza era tenue, quasi impossibile da riconoscere anche per un vampiro, se non impegnandosi a fondo.

Tant'è che solo Abbie Ann aveva avuto una misera percezione...

Chi era Syria?

L'avrebbe scoperto, eccome! E le avrebbe dato filo da torcere, perché non si fidava di lei.

Con quegli occhi spauriti ed innocenti, intanto, aveva già messo ko suo fratello e, con quel piccolo gesto, da gatta morta, aveva provato a sedurre il moccioso.

Annette strinse forte i pugni.

Non gliene fregava niente di Thomas e delle sue ragazze da quattro soldi, questo no e non era per niente gelosa, nemmeno per sogno!

Se l'era presa, solo ed esclusivamente, perché lui aveva fatto il “cazzone” con la ragazza che piaceva ad André!

Che poi cosa ci trovava il genere femminile in Thomas, se l'era sempre chiesto.

Era troppo biondo, troppo alto, troppo muscoloso, troppo socievole e poi aveva quegli assurdi occhi gialli...

Annette scrollò le spalle, infastidita dai suoi pensieri e da se stessa.

Non voleva pensare al piccoletto, lei non lo sopportava, lo odiava, addirittura!

C'era mancato poco che André facesse crollare il locale per colpa di quel moccioso cretino che non sapeva tenere il pisello al suo posto!

Latin lover dei suoi stivali...

Fissò Syria con astio e si alzò – Andiamo! - ordinò.

I ragazzi la guardarono allibiti – Voglio andare a casa. - disse, asciutta.

- Noi vogliamo stare qui. Prendi un taxi! - ribatté lo stupidotto biondo.

Annette sentì la rabbia salire in lei e avvertì le scarpe bagnarsi.

Imbarazzata dalla perdita di controllo dei suoi poteri, guardò Abbie Ann, supplicandola con gli occhi: doveva andarsene al più presto, perché in quel momento, non riusciva a governare le sue doti, proprio come André qualche minuto prima con il terremoto.

La ragazza la fissò amorevolmente – Meglio se andiamo... - sussurrò all'orecchio di Thomas e indicò con il mento la piccola pozza d'acqua che si era creata sotto di lei.

Presto si sarebbe allargata, perché la rabbia e l'impotenza avevano preso il sopravvento su di lei.

Thomas scosse la testa con disapprovazione ed Annette sentì l'umiliazione vibrare dentro di lei.

Lui era quello che, dei quattro prediletti, aveva combinato più guai, personalmente era dovuta correre in più di un'occasione a sedare i suoi incendi e aveva cominciato fin da piccolo a creare disordini.

L'aveva rimproverato in milioni di occasioni, l'aveva odiato fino a stare male, perché si era sempre dovuta prendere cura di lui e risolvere i danni che causava, essendo lei complementare a lui.

Non era mai riuscita a comprendere perché tra tutti e quattro, Thomas era quello che non riusciva proprio a controllarsi, finché non aveva capito.

La quasi totalità degli incendi o degli incidenti causati dal figlio di Amanda e Peter erano stati volontari e la verità l'aveva sconvolta.

Thomas aveva già la piena padronanza dei suoi poteri fin dalla tenera età e le sue capacità erano cresciute in modo spropositato alla sua età e nessuno se ne era accorto.

André, Abbie Ann e lei, nonostante avessero già raggiunto l'età matura, non riuscivano a gestire ancora al meglio i loro poteri.

Lui doveva ancora raggiungere lo sviluppo previsto dall'oracolo eppure era già completo.

Questa cosa l'aveva spiazzata e fatta sentire inferiore.

Il suo potere legato all'elemento era stato sempre il più debole rispetto agli altri tre, ne era consapevole.

Poteva inondare, creare l'acqua dal niente, proprio come in quell'esatto momento, far piovere, anche tempeste, ma...

André poteva fare ciò che voleva con la terra, squarciarla se solo ne aveva voglia.

Abbie Ann era in grado di devastare qualsiasi cosa con la forza di un uragano.

E Thomas... bè lui sapeva distruggere tutto con il fuoco e per tutto intendeva anche ciò che riguardava il mondo vampirico.

Un vampiro poteva resistere ad una tempesta, ad un terremoto, ad un uragano, ma nulla poteva contro il fuoco: bruciava proprio come un normale essere umano e moriva. Legato poi alla facoltà di immobilizzare di cui era dotato, lo rendevano letale...

Ancora adesso, quando i sentimenti, di qualsiasi natura essi fossero, sottomettevano la ragione, l'unico che riusciva a sedare il proprio potere, era solo il moccioso.

Questa scoperta l'aveva destabilizzata e il rancore che aveva provato per Thomas, si era trasformato in paura o, forse, più verosimilmente, in invidia.

Annette aveva capito che Thomas era più forte di lei, senza ombra di dubbio.

Lo sguardo deluso del ragazzo la trafisse e lei abbassò gli occhi per nascondere le lacrime.

Non voleva fare vedere la sua debolezza a nessuno, tanto meno al piccoletto!

- Andiamo. - disse Thomas, con tono duro, poi si rivolse a Syria – Hai bisogno di un passaggio?

La ragazza negò con il viso.

Annette sgattaiolò veloce verso l'uscita, Abbie Ann la rincorse, capendo chiaramente la sua umiliazione.

André la seguì con Syria al suo seguito.

Nel locale rimase solo Thomas, perché doveva nascondere la pozza d'acqua che lei aveva creato, facendola evaporare con il fuoco e senza farsi scoprire da nessuno, perché lui era complementare a lei...

 

 

 

 

 
   
 
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