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Autore: Tera_Saki    24/09/2016    4 recensioni
[Storia Interattiva, iscrizioni aperte fino al 31 Agosto.]
Quando un gruppo di scienziati crea artificialmente la prima cellula eucariote, l'intero mondo guarda al Giappone con ammirazione e invidia. Quando un gruppo di invincibili ragazzi creati in laboratorio si accanisce con inaudita ferocia contro la squadra di calcio migliore del Giappone, il mondo si volta, fingendo di non vedere.
Quando undici ragazzi si vedono malamente scartati a favore di un modello più avanzato, è lì che la follia comincia.
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Dal testo:
La consapevolezza di avere forma e arti ti lascia confuso. Muovi le dita in spasmi primitivi, mentre assapori gli impulsi nervosi che le terminazioni artificiali ti mandano.
I suoni raggiungono le tue orecchie soffocati da un muro d'acqua. Non comprendi ciò che mormorano, ma c'è in essi una sfumatura a te sconosciuta.
Emozione, la classifica il tuo cervello, e un brivido elettrico pervade le tue membra.
Genere: Dark, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Karl – Plastica

 

Approfondisci il bacio con un ringhio. Kole apre gli occhi, gioca con la tua lingua, mordendoti le labbra, e punta le iridi liquide nelle tue. È solo sesso. Ma il vuoto freddo in quegli occhi ti tormenta anche nei sogni, ghiaccio che brucia sotto la sua pelle e infiamma lentamente la tua.

Kole ti infila una mano sotto la maglietta, senti le sue dita scivolare bollenti sul petto, poi sul ventre. Si blocca prima di scendere più in basso, ritira la mano, abbandona le tue labbra, e del suo tocco rimane solo una sottile scia infuocata. Senti in bocca il sapore amaro d'insoddisfazione, ma non protesti.

Mentre Kole esce silenziosamente dalla stanza, ti lecchi piano le labbra, avvertendo sulla pelle il metallo gelido del piercing. Scendi dal letto, e aiutandoti con le braccia sali sul davanzale della finetra. Non ti piace il controllo che quel ragazzo riesce ad avere su di te; Dio, ti fa impazzire ogni volta che ti guarda in quel modo.

Passi le dita fra i capelli biondi -al diavolo la riscrescita scura- fino a formare un ciuffo. Con la mano sinistra tiri fuori una sigaretta dalla tasca della felpa e la accendi. Questo posto è una noia, pensi, una noia mortale. Sei stufo anche degli allenamenti, la superiorità dei Pagani, in partita, è palese, perfino imbarazzante.

Inspiri una boccata di fumo, lo senti scendere in gola e riempire i polmoni, ma proprio non riesci a toglierti dalla testa le dita di Kole. Sbuffi irritato, e stai pensando di andare in città per divertirti un po', quando un pallone ti colpisce violentemente l'avambraccio, facendoti perdere la presa sulla sigaretta.

-Cazzo- soffi infuriato, e lanci un'occhiata tagliente in direzione della responsabile del tiro. Scendi dalla finestra con un salto -Mi hai rovinato la sigaretta, Meghara-

La ragazza non sembra provare il minimo rimorso -Beh, se sei così bravo come dici, avresti dovuto evitare quella pallonata-

Le punti addosso un gelido sguardo irritato -Se solo una bambina viziata-

-Da che pulpito, Lathsveiz-

Sbuffi arrogante -Ma per favore-

Ti dirigi verso la Palestra senza guardarti indietro, inarcando solo lievemente un sopracciglio alla vista dell'abbigliamento aperto della ragazza, che lascia ben poco alla fantasia. Apri con violenza la porta del corridoio, come se fosse lei la responsabile di quella sigaretta sprecata.

Scendi con sicurezza le scale di metallo, sentendo in quelle pareti asettiche un vago sentore di familiartità. In fondo il tuo mondo è tutto lì, rinchiuso in una capsula meccanica, una vita artificiale che, malgrado tutto, non riesci a sentire come tua. Una vita di plastica, Karl.

Avverti dei rumori oltre l'ingresso della Palestra, perciò decidi di cambiare direzione. Non ti piace allenarti insieme agli altri, non ti piace allenarti in generale, principalmente perchè non ne hai il minimo bisogno. E poi, i tuoi compagni non riescono neanche a sfiorare il tuo livello, se in partita facessi davvero gioco di squadra finirebbero per rallentarti.

Una vera seccatura, insomma. Che decidi di saltare, per il momento, addentrandoti in profondità della struttura, in un solitario momento di spirito di avventura. Svolti l'agolo di un corridoio deserto, e ti trovi di fronte ad una porta mai notata. Aggrotti le sopracciglia, un paio di mesi prima quella stanza non esisteva, ne sei certo.

Provi ad aprirla, ma la trovi chiusa a chiave, perciò fai per andartene, quando improvvisamente si apre, rivelando la statura corpulenta di un Inserviente dei Laboratori. L'uomo sembra sorpreso, ma si riprende quasi subito.

-Non dovresti stare qui-

Alle sue spalle, per pochi attimi, puoi vedere un familiare luccichio metallico, un tubo che collega una serie di macchine in ombra. Un occhio artificiale, la pelle di plastica, poi la porta si richiude, e tu puoi solo sperare che quello fosse il riflesso di una luce.


 

Angolo autrice

 

Spero di avervi fatto una sorpresa, soprattutto alla creatrice del personaggio, iniziando il capitolo con una scena di questo genere. Sinceramente, Karl e Kole ce li vedo molto bene insieme, mi piacerebbe conoscere anche il vostro parere.
Ho voluto evidenziare, nella seconda parte del capitolo, che questa cosa di avere un corpo “finto” pesi molto sui membri della squadra, e ho volutamente spezzato in questo modo l'atmosfera di normalità giovanile data dalle e l'atteggiamento di Karl.
Grazie infinite per le vostre recensioni fantastiche, davvero, mi sollevano il morale ogni volta. Un bacio, ci vediamo al prossimo capitolo,

Kyem

  
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