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Autore: Betulini2000    25/09/2016    1 recensioni
El secreto de Puente Viejo- Anno 1938. La famiglia Castro Castañeda vive felice e serena a Cuba, il tempo è passato in fretta ed Esperanza e Beltrán sono ormai grandi. All’Havana sono contenti, ma Puente Viejo attira come una calamita. Hanno bisogno di chiarire tutti i dubbi che abitano nella loro mente e, non potendo resistere al desiderio di scoprire quali segreti nasconde il paesino spagnolo, metteranno a rischio il loro. Lanciandosi in questa grande avventura, riusciranno a mantenere il segreto più grande? O verranno scoperti da chi in passato ha fatto tanto male ai loro genitori?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera Beltrán si era coricato molto presto, mentre Esperanza, che non sarebbe riuscita a conciliare il sonno, era andata a fare una passeggiata. Ormai conosceva quelle vie come le sue tasche ed era un bene, perché con la testa affollata di notizie e scoperte sconvolgenti, era difficile decidere che strada prendere. I piedi, che sembravano dotati di un cervello tutto loro, la portarono verso El Jaral, anzi, più probabilmente era stato il cuore a condurla lì. Il caldo che si sentiva quel pomeriggio era evaporato ed in cielo si erano concentrate dense nubi che annunciavano un intenso temporale. La ragazza, tuttavia, non si decideva a prendere la via del ritorno. Pensava, ripensava e meditava su quello che era accaduto poche ore prima: alla fine la verità gliela avevano raccontata gli stessi genitori! Era certa che se avessero chiesto informazioni prima, il viaggio non sarebbe servito, perché Gonzalo e María non avrebbero certo opposto resistenza. Se solo avessero saputo tutta la loro storia,  non sarebbero partiti mettendo a rischio l’intera famiglia. , pensò . I genitori non le avevano mai negato niente, le avevano dato tutto l’affetto di cui un bambino ha bisogno, eppure sentiva che le mancava qualcosa; solo accanto a Manuél si sentiva davvero completa. Smise di rimuginare solo quando una pesante goccia d’acqua la colpì direttamente sul naso, in breve quella goccia fu seguita da innumerevoli sue compagne che sembravano divertirsi ad inzuppare i vestiti della straniera. Un lampo squarciò il cielo ed il conseguente tuono rimbombò tra gli alberi, facendola sussultare.
“Felicidad, che ci fai qui?” si girò e vide un Manuél grondante d’acqua.
“non lo so” la prese per mano e la portò in casa, lei si fece trascinare senza opporre resistenza. Una volta varcata la porta d’ingresso restò piacevolmente stupita dall’eleganza dell’arredamento e si sorprese nell’immaginare la sua infanzia lì. Si vedeva tra le braccia del padre mentre María le dava la pappa cucinata dalla bisnonna Rosario, ma anche seduta sulla poltrona del nonno Tristán mentre la mamma le faceva le trecce con tanto amore, oppure a rincorrere i fratellini per i corridoi, erano immagini tanto vivide e dettagliate da sembrare ricordi.
“ti vado a prendere dei vestiti puliti, o così bagnata ti ammalerai” affermò Manuél toccandole i capelli fradici. Anche lui era nelle sue stesse condizioni, e lei lo trovava incredibilmente affascinante con quel ciuffo bagnato che gli scendeva sugli occhi, evidenziandone il colore cristallino. Tornò qualche minuto dopo con un vestito color pesca, probabilmente di sua madre.
“ecco, metti questo. Puoi cambiarti in una stanza qualsiasi, siamo soli in casa perché come sai i miei genitori sono in viaggio e le domestiche hanno la serata libera”
“grazie” gli rivolse un sorriso e lui fece altrettanto.
“ma sentiamo, come mai ti trovavi da queste parti?”
“stavo passeggiando ed ho perso la cognizione del tempo”
“a quest’ora! E con il temporale alle calcagna! Certo che sai essere davvero irresponsabile ... e se non ti avessi trovata?”
“perché ti preoccupi tanto per me?”
“perché ti amo, e lo sai” le guance le andarono di nuovo a fuoco, le succedeva troppo spesso in sua compagnia. Si avvicinò a Manuél e gli sfiorò la camicia bagnata.
“ora è meglio cambiarci” Esperanza salì le scale ed entrò nella prima porta sulla destra, chissà forse era quella che condividevano Gonzalo e María. Era consapevole che l’edificio era solo una ricostruzione del Jaral originario, ma le piaceva pensare che quell’incendio non fosse mai avvenuto. La stanza era abbastanza grande, con le tende drappeggiate rosso scuro ed un letto matrimoniale nel bel mezzo. La colpì immediatamente il comodino con sopra una fotografia incorniciata: quella del ballo in cui c’erano lei e Manuél. Con tutta probabilità era la sua camera da letto.
“Felicidad, sei qui?”
“si, ho finito. Un attimo solo” si spogliò in fretta ed indossò l’abito pulito. “entra pure” si era cambiato anche lui e si stava asciugando i capelli con un asciugamano. Gli occhi di Espe si posarono su di una chitarra accantonata in un angolo.
“sai suonarla?” la ragazza indicò lo strumento.
“certo, sono un po’ arrugginito perché è da tempo che non lo faccio, ma me la cavo”
“mi faresti ascoltare qualcosa?”sbatté le palpebre a mo’ di cerbiatto per impietosirlo e lui cedette, non riusciva proprio a dirle di no. Prese la chitarra e dopo aver armeggiato con le corde, dalla cassa uscì una dolce melodia che toccò l’anima della giovane. Esperanza si sedette al suo fianco e lo guardò negli occhi, come sempre si sentì a casa, perché era lui la sua casa. Le loro labbra, come calamite si attiravano e, quando giunsero a toccarsi, i ragazzi capirono che non sarebbero riusciti a contenersi.
“devo andare, Manuél” lo disse controvoglia, come un obbligo a cui non avrebbe mai voluto obbedire.
“sta ancora piovendo a dirotto” Espe si alzò con l’intento di uscire dalla stanza, ma lui le afferrò la mano e l’attirò a sé. “non andartene, resta qui con me” disse con un tono più dolce del solito, la baciò e lei si lasciò andare completamente all’amore. Le mani di Manuél iniziarono a vagare sulla sua pelle e presto i vestiti furono superflui, inutili barriere che avrebbero impedito loro di amarsi fino in fondo. E fu solo questo: l’unione di due corpi che sembravano fatti per accarezzarsi l’un l’altro, la fusione di due anime che si erano a lungo cercate e non avevano alcuna intenzione di separarsi. La tempesta ormai era finita, ed in cielo brillavano già alcune stelle che erano sfuggite alla presa delle nuvole, dalla finestra si intravedeva il loro bagliore che rendeva ancora più magico il momento.
   
 
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