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Autore: FueMarmalade    25/09/2016    0 recensioni
Estratto Cap. 01:
“Di già? Proprio ora che ci eravamo finalmente ritrovati?” le domandò il ragazzo dai sottili occhi neri, avvicinandosi a lei con lentezza “Così mi spezzi il cuore”.
Midori si ritrovò ad indietreggiare, ma inevitabilmente finì con la schiena attaccata al largo petto di uno dei compari di Gatsuo.
Estratto Cap. 02:
“Anche se non voglio farti prendere un raffreddore, non voglio neanche che la condizioni peggiorino, quindi ti aspetto qui finché non hai finito” disse con tranquillità la fanciulla, inclinando il capo da un lato “Ti consiglio però di farlo al più presto; non è tanto consueto stare sotto alla pioggia per così tanto tempo; presumo tu lo sappia già da te, Rukawa-san”.
Genere: Avventura, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaede Rukawa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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{ Sweet Dear Midori }


In quel tranquillo martedì pomeriggio, sebbene fosse autunno inoltrato, i fiori di ciliegio innanzi all'istituto Shohoku parevano essere sbocciati come per magia; incantati dall'innata bontà della graziosa e gentile Midori, la quale si rivelò alquanto sorpresa nello scorgere la rosea fioritura di quegli aggraziati petali. Pertanto, la sua sorpresa equivaleva, invece, allo stupore nel dover guardare negli occhi un Senpai dell'ultimo anno, che prima di quel giorno non aveva mai avuto modo di incontrare in vita sua.

Lontano dai due, vi era la famigerata – e stramba – gang di Hanamichi, che appoggiata ad un muretto poco più in là, scrutava ogni fotogramma con molto interesse.

Scommetto dieci yen che si mette a piangere” affermò Yuji, mettendosi una mano sotto al mento; più che sicuro d'aver fatto centro.

Quindici che gli riserva un inchino dispiaciuto” fece Yohei, le mani ficcate all'interno delle tasche dei neri pantaloni.

Povera bestia” commentò Nozomi, mentre Noma annuiva a braccia conserte nell'ascoltare la parole dei propri compagni.

Poco dopo, un ragazzo visibilmente depresso sorpassò l'entrata dell'istituto ove i nostri amici s'erano postati; poi silenziosamente, questi ultimi, non poterono che fissarlo con curiosità.

Come volevasi dimostrare” Nozomi rivolse l'attenzione agli altri tre e subito dopo Yohei soggiunse: “Essere respinti gentilmente è peggio che ricevere cento frecce ficcate sulla schiena”.

I compari annuirono senza replicare.

Buon pomeriggio, ragazzi” la soave voce di Midori fece sobbalzare l'intero quartetto, portando esso a ridacchiare imbarazzato e a gesticolare di qua e di là con le mani “Oh, Midori-san!” - “Come va la vita?” - “Ti vedo bene, quest'oggi” - “Sei proprio uno schianto!”

La fanciulla allargò un dolce sorriso, ridacchiando divertita dalla buffa scena “Siete piuttosto euforici, noto. E' successo per caso qualcosa in particolare?”

Yohei scosse il capo “Oh, no, Midori-san. Cosa vai a pensare? E' una giornata così tranquilla... Tuttavia, devo ammettere che risulta anche parecchio noiosa!”.

Noiosa perché non avevamo incontrato te, mio bel fiore di loto!” esclamò Nozomi, prendendo una mano della ragazza con gentilezza, facendo sbattere ad ella le folte ciglia scure.

Oh?” mormorò lei. I tre ragazzi guardarono il corpulento compare con le sopracciglia aggrottate, maledicendolo mentalmente per ciò che aveva appena detto e fatto.

Noma storse il naso, – Ma guarda un po' 'sto verme – mentre Yuji continuava a lanciargli dirette occhiatacce – Che tu sia maledetto, Fatzomi – ed infine Yohei, con il viso chino, si grattava una tempia e cercava di mantenere un certo contegno.

Midori rise, portando la mano libera vicino alle labbra, “Come sei buffo!” esclamò. Nozomi arrossì e, lasciando andare la mano di lei, emise una fragorosa risata, che al confronto con quella della fanciulla risultava alquanto fastidiosa e irritante.

Beh, io devo proprio andare” annunciò la fulva, salutando la comitiva con un lieve cenno della mano destra “Ci si vede in giro, ragazzi!”

Detto questo, la ragazza se ne andò via, scomparendo oltre la soglia dell'entrata della scuola.

SEI UN INFAME!” sbraitarono Noma e Yuji contro Nozomi, il quale continuava a ridersela sotto agli inesistenti baffi.

Siete solo gelosi perché Midori ha notato il mio charme!”

Ma quale charme; che hai più grasso che neuroni!” s'infervorì Yuji, prendendo Nozomi per la collottola e avvicinandosi a lui con lo sguardo assottigliato dalla rabbia.

State calmi, ragazzi. Midori non sembra affatto interessata al nostro carissimo amico” disse Yohei con assoluta calma, andando a posare sulle spalle del grasso amico un braccio, stringendogli così una delle spalle “Lei è gentile solo per semplice educazione”.

Yohei portava sempre una calma impressionante e riusciva sempre a riappacificare gli animi di tutti. Più o meno.

Come no!” sbuffò Nozomi, staccandosi dalla presa di Yohei e additando quest'ultimo con l'indice “Vedrai; vedrete: chiederò a Midori di uscire e lei mi dirà sicuramente di sì!”

Gli altri lo guardarono intensamente e dopo qualche secondo scoppiarono tutti a ridere fragorosamente.

Sì, certo; e Hanamichi non è sfigato con le ragazze!” Noma sbatté dei pugni sul muro, tenendosi lo stomaco con la mano libera.

Farsi scaricare da più di cinquanta ragazze è grave; ma farsi scaricare da Midori sarebbe come farsi scaricare da ben cento di loro. Quindi si stipulerebbe un nuovo e grandioso record!” concordò Yuji, mentre Yohei sembrò pensarci su un attimo.

Molto bene” fece il corvino “Se riuscirai ad avere un appuntamento con Midori, ti giuriamo fedelmente che non faremo battutine scomode sul tuo fisico per ben tre mesi pieni”.

Yohei parve serio; tra lui e Nozomi ci fu un lungo ed intenso scambio di sguardi: “E mi pagherete tutti i miei pasti, più quelli extra?”

L'altro non ci pensò nemmeno su: “Anche quelli”.

Come ANCHE quelli?!” Noma e Yuji non parvero tanto d'accordo dell'idea, ma ognuno di loro era sicuro che il pacioccone avesse perso già in partenza. Perciò preoccuparsi non aveva proprio senso, a quel punto.

Accetto”, annuì Nozomi, ghignando, mentre un'aura scarlatta intrisa di determinazione s'accendeva attorno a lui.

Ce l'avrebbe mai fatta, ad avere un appuntamento con la bella e cara Midori?


*** Il giorno dopo...***




Coraggio! Fate venti giri di corsa!” urlò l'insegnante di ginnastica alle studentesse, soffiando sul rosso fischietto ch'aveva al collo e creando così un suono assordante “Uno, due! Uno, due!” disse poi, e dubito dopo le allieve partirono spedite.

Dall'altra parte del campo ove si allenavano i maschi, oltre una visibile recinzione, il quartetto della gang degli amici di Hanamichi, spiavano senza alcun ritegno le giovani studentesse intente ad allenarsi; puntando tutta la loro attenzione su l'unico e solo loro obiettivo: la dolce Midori.

Lei era così bella, dalla risata così cristallina, pura di cuore e dal fisico perfetto; una fanciulla talmente adorabile che poteva essere comparata solamente ad un delicato e bianco fiore.

Non hai speranze” - “Hai perso già in partenza” - Rassegnati, Noz. Ormai è la fine”.

Come potete dire questo, se non ho ancora mosso un dito?!” fece stizzito Nozomi, arricciando le labbra in una piccola smorfia.

Cosa diavolo state combinando, voi deficienti?” fece la sua apparizione il grande 'Re dei Rimbalzi', con le mani sui fianchi. Hanamichi inarcò un sopracciglio e guardò tutti dall'alto verso il basso.

Fai silenzio, Hana” Yohei alzò un poco il busto e allungando un braccio, afferrò il rossino per la canottiera, tirandolo verso il basso e nascondendo anch'egli sotto ai folti cespugli.

Hanamichi fece per imprecare e di conseguenza prendere i compari a forti testate, ma non appena il suo sguardo si posò oltre alla recinzione, le sue gote si infiammarono di colpo.

Haruko in tenuta da ginnastica...! –

Certo, aveva già visto la bruna in quel modo; ma quella era una circostanza del tutto diversa; erano a scuola. E lei era assieme alle sue compagne di classe; ridendo e scherzando con loro in tutta la sua immensa purezza e castità.

La celestiale visione fu quella di vederla assieme a Midori, una dietro l'altra: due bellissimi cigni che danzavano beati verso il lago dell'angelica estasi.

Ma a cosa sta pensando?” domandò Yuji, notando che Hanamichi s'era completamente perso nei suoi pensieri, facendo fuoriuscire dalle labbra una piccola bavetta.

Tra maiali ci si intende”, puntualizzò Yohei, che senza alcun problema continuò a guardare davanti a sé.

Parole sagge, amico.

Parole sagge”, concordò Noma.

... Imbecilli”, affermò Rukawa, guardando il quintetto d'idioti da lontano.


* * *


Non era raro che oltre agli allenamenti quotidiani, Rukawa Kaede si recasse verso il campetto disponibile a chiunque, quello vicino alla scuola. A quell'orario non ci andava mai nessuno, per questo era perfetto per lui, che la compagnia la gradiva come un amante del pesce gradirebbe della carne.

Cominciò a fare dei palleggi, poi dei tiri liberi; più alcuni da tre punti, riscaldandosi un poco, sebbene non ne avesse affatto bisogno a causa dall'allenamento precedente. In quel momento, egli non pensava ad altro se non al Basket: quest'ultimo era il suo unico scopo nella vita, il suo obiettivo.
Era un vero asso, sin dalle medie tutti avevano visto le sue grandi doti per questo sport; avevano cominciato ad idolatrarlo e come se non bastasse, un mucchio di ammiratrici si erano prostrate ai suoi piedi.

Francamente, a Rukawa Kaede dell'amore non importava affatto. La sua unica passione 'amorosa' era la pallacanestro, e nessuna donna si sarebbe mai intromessa tra lui ed essa. Mai.

Sudato, egli respirava con affanno, tenendosi le ginocchia con le mani; la schiena appena chinata verso il basso. Rukawa vide la palla rotolare via, dunque dovette spostare lo sguardo per seguirla con esso, ma quando lo alzò un poco notò delle gambe femminili e candide, immobili innanzi alla recinzione del campetto.

Non appena ebbe tutta la visuale di quel corpo, ecco che la vide: Moroboshi Midori, la quale gli donò un dolce sorriso a bocca chiusa.

Una gocciolina, due, tre goccioline sulle guance pallide dell'undici dello Shohoku; aveva cominciato a piovere già da un pezzo, ma egli s'era concentrato fino a quel punto su ciò che stava facendo, da non rendersi conto nemmeno del tempo che sopra di sé cominciava a cambiare.

La fanciulla stringeva delicatamente il manico dell'ombrello rosso, tenendo in spalla la cartella scolastica di pelle marrone e con l'altra mano una bianca busta della spesa.

Ti prenderai un bel raffreddore, se stai lì” gli fece presente la ragazza, mentre Rukawa la fissava senza dire nulla.

Dopodiché andò a recuperare la palla, facendo subito dopo un ennesimo tiro libero.

Sembrava che la stesse volontariamente ignorando, ma Midori non se la prese. Anzi, ella cercò con gli occhi un'entrata e quando la trovò si addentrò all'interno del campetto, mettendosi in un angolino, in silenzio; muta come un pesciolino all'interno di un immenso acquario vuoto.

Rukawa era ormai abituato a sentirsi osservato; era meno abituato a sentirsi osservato con quel silenzio tanto solenne, senza malizia od altri strambi doppi fini di cui era capace chi si considerava 'sua indiscussa fan'.

Egli riprese subito il rimbalzo, che aveva volutamente fatto per prendere la palla al volo. Poi si girò verso la ragazza e cominciò a fissarla intensamente.

Cosa stava facendo?

Anche se non voglio farti prendere un raffreddore, non voglio neanche che la condizioni peggiorino, quindi ti aspetterò qui finché non hai finito” disse con tranquillità la fanciulla, inclinando il capo da un lato “Ti consiglio però di farlo al più presto; non è tanto consueto stare sotto alla pioggia per così tanto tempo; presumo tu lo sappia già da te, Rukawa-san”.

Quest'ultimo era solito cacciare via con una frase secca e diretta chi lo disturbava od intralciava il suo 'quieto vivere', ma in quell'occasione non successe niente di tutto ciò. Semplicemente, rimase a guardarla, col pallone da Basket tra le mani.

E adesso, cosa diamine gli stava frullando per la testa?

Di certo, lui non era come quel pagliaccio di Hanamichi.

Rukawa si guardò attorno, tornando poi a guardare la ragazza; i muscoli erano parecchio tesi, ma la pioggia non ne era l'unica colpevole.

Lentamente, lui si avvicinò a lei, la quale lo stava aspettando con un lieve sorriso per accoglierlo sotto al suo rosso ombrello, poiché voleva riaccompagnarlo a casa. Inevitabilmente, non appena Rukawa fu di fronte alla fanciulla, vicino ad ella, il suo sguardo blu andò a finire sulle sue labbra piccole e carnose, rosee come i petali di un bellissimo ciliegio.

Ma quelle labbra...

L'undici dello Shohoku non ne seppe il motivo, ma quella bocca – se prima non aveva alcun pensiero fisso, se non la pallacanestro – lo stava attraendo come una calamita, e gli occhi innocenti e profondi della fanciulla, così azzurri e vividi, non lo aiutavano di certo.

Dunque era questa ciò che veniva chiamata: 'attrazione carnale'?

Non ci pensò neanche troppo; in realtà fu un gesto del tutto istintivo: il corvino lanciò la palla alla sua destra, senza staccare gli occhi di dosso alla fanciulla, per poi ritrovarsi l'oggetto rotolare a schiantarsi contro i loro piedi, ma quando ciò accadde ormai era successo l'irreparabile:

Midori sgranò gli occhi, lasciando che la busta della spesa cadesse sul verde prato; sorpresa oltre l'inimmaginabile.

Percepiva il sapore delle labbra del ragazzo sulle sue e le guance assunsero un colorito roseo, che su di lei era oltremodo delizioso. Il ragazzo la strinse per i fianchi, e le dita della ragazza che dapprima stavano stringendo il manico dell'ombrello, si ammorbidirono, facendolo un poco inclinare da un lato.

Quello non era per niente un bacio casto; quello era un tumultuoso bacio che lasciava totalmente senza respiro, senza via di scampo alla razionalità umana.

Ma quell'attimo di annebbiamento terminò presto, per la cara Midori, poiché Rukawa s'era allontanato del tutto da lei e, senza neanche guardarla, si era chinato per raccogliere la palla.

Midori non ebbe il coraggio di dire niente; come il pesciolino rosso ch'ella era, ora in compagnia di un imprevedibile squalo bianco.

Il ragazzo dai corti capelli neri bloccò il pallone tra il fianco e il muscoloso braccio destro, rivolgendo alla fulva un'occhiata fugace, per poi portare lo sguardo fuori dal campo, dove, accanto all'entrata, egli aveva sistemato il proprio 'mezzo di trasporto'.

Andrò in bici”, affermò egli, sicuro di sé, cominciando ad incamminarsi

Ciao” la salutò, infine.

Midori era rimasta come in trance; tutto ciò che in quel momento era capace di fare, fu solamente fissare il vuoto avanti a sé. Nient'altro.

Nient'altro, oltre al pensare a quell'inaspettato bacio dato senza un perché.





   
 
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