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Autore: EllynPhilips    25/09/2016    1 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRISCA
Quando arrivarono, la casa era deserta. Prisca salì al piano superiore e posò la roba nella sua stanza. Poi scese a bere un bicchier d'acqua e a mangiare qualcosa.
Frits era già li, e stava riscaldando l'acqua per farsi un thè.
- Ne vuoi un po? - le chiese vedendola entrare.
- No, grazie. -
- Ok. -
- Frits? -
- Mmm...? - fece lui, mettendo le bustine di thè nell'acqua.
- Devo chiederti una cosa. - gli disse, cercando di ottenere la sua attenzione.
- Che cosa? -
- Riguardo a quello che è successo prima....-
- Senti, - disse lui - non voglio più parlarne, va bene? Non è importante. -
- Si che lo è. Oggi ho capito e scoperto parecchie cose. Quello che è successo mi ha fatto riflettere. -
- Su...? -
- Su come continui a guardare Blanda. Sul fatto che, ogni volta che entra in una stanza la guardi, e poi distogli lo sguardo. Come se volessi concederti per alcuni secondi il lusso di fissarla, ma poi cambi idea perché sai che non è giusto. - disse.
- Non me ne sono accorto. - disse versando lo zucchero.
Prisca andò subito al sodo. - La ami ancora, non è così? -
Il cucchiaio gli cadde dalle mani e atterrò sul pavimento con un sonoro tac . Lo zucchero si sparse tutta la stanza.
Frits non le rispose, ne la guardò. Prisca aveva ragione, era ancora innamorato di lei.
- Come puoi pensare ancora a lei dopo quello che ti ha fatto due anni fa? -
- E' più forte di me, non riesco a non pensarci. -
- Non ci riesci? Il fatto è che non vuoi dimenticarla. Tu pensi che in lei ci sia veramente qualcosa degno di essere amato. Devi capire che non è così. L'ha anche dimostrato con Lange. Cos'altro deve succedere per far si che tu te ne renda conto? -
- A dirlo sono buoni tutti, ma la verità è che innamorarsi è facile, dimenticare non lo è altrettanto. - rispose finalmente.
- E' difficile, ma non impossibile. - ribatté lei.
Il ragazzo si voltò verso di lei, puntando gli occhi nei suoi. - Come se non ci avessi provato. - disse alzando la voce.
- Frits, lo so che non è facile, io..- iniziò Prisca, ma fu subito interrotta da lui.
- No! Non dirmi che mi capisci, non puoi! Non sai cosa significa morire dietro a una stessa persona per 5 anni. Non sai cosa si prova a pensare di essere riuscito ad averla, e poi vederla andare con il tuo migliore amico. Non dirmi che capisci, perché non puoi! - Prisca sobbalzò per la sorpresa.
Perché la stava trattando in quel modo? Stava cercando solo di aiutarlo, prendendosela con lei non risolveva le cose.
Lei lo sapeva.
- Certo, nessuno può capirti. Tu sei l'unico che si sia mai trovato in una situazione del genere, vero? -
- No, però... -
- Però niente! Prima di dare aria alla bocca, pensa a quello che dici. - poi uscì dalla stanza.
Avevano fatto tanto per loro, ma infondo erano degli sconosciuti. Non voleva scoppiare a piangere davanti a lui, o a sua sorella. Proprio a lei veniva a dire che non poteva capire cosa si provasse ad amare una persona per 5 anni. Lei amava Camron da quando ne aveva memoria! Era la persona che poteva capirlo meglio, anche riguardo al fatto che la sua ragazza si era messa con il suo migliore amico. Camron non era il suo ragazzo, ma lei sapeva cosa voleva dire vedere le due persone che più ti stanno al cuore mettersi insieme senza che tu possa fare niente. E senza nemmeno poterli ostacolare. Lei non aveva potuto farlo, non aveva mai avuto dei diritti su Camron, mentre Frits aveva potuto fare qualcosa. Almeno lui aveva potuto tentare!
Lei era stata ferma a guardarli giorno dopo giorno, scoprendo poi per caso che lui l'aveva trasformata...Tra i due, era messa peggio Prisca, che tra l'altro era fuggita dalla sua cerimonia per evitare di farsi odiare dai suoi amici. Quindi che non andasse da lei a dirle che non poteva capire!
Salì in camera e si rinchiuse li tutto il giorno. Sentì la serratura di casa aprirsi verso le otto e un quarto.
Constant e Rey si erano degnati di tornare a casa per cena, che gentili! Non che lei avesse intenzione di scendere a cenare... Infatti non uscì dalla sua stanza.
Si mise l'mp3 nelle orecchie, stendendosi sul letto chiuse gli occhi. Che andassero pure tutti al diavolo! Constant incluso, che non le raccontava mai nulla.

CONSTANT
Quando aprì la porta di casa, seguito a ruota da Rey, c'era un silenzio innaturale. Inizialmente pensò che non ci fosse nessuno, però, concentrandosi, sentì la presenza di Prisca al piano di sopra, e, qualche secondo dopo, vide apparire Frits dal salotto.
- Alla buon ora! - disse salutandoli. - Abbiamo avuto altro da fare. - disse sua sorella.
- Immagino...- disse Frits malizioso. - Immagini male! - disse subito Constant. - Eravamo al cinema. -
- Beh, grazie per l'invito. Sono sicuro che, non appena la ragazza che è di sopra, lo saprà, sarà davvero contenta di essere stata esclusa per la millesima volta anche lei dall'uscita! -
- Non era un uscita di gruppo. - disse Rey alzando gli occhi al cielo. - Adesso falla finita. -
- Non è mai un uscita di gruppo. - puntualizzò lui.
- Dettagli...- gli rispose Rey.
- Mi raccomando, non esagerare troppo con la mia sorellina. Ha soltanto 18 anni. - gli disse.
- Anche Prisca ne ha 18, ma non credo tu ti faccia problemi se vuoi farci qualcosa! -
- Non è la stessa cosa, noi non stiamo insiem....Aspetta. Stai dicendo che avete fatto qualcosa? - chiese assottigliando lo sguardo.
- No! - esclamò.
- Io vado in camera. - annunciò Rey. - Notte. - si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio sulla guancia, poi sparì su per le scale.
Ancora non riusciva a spiegarsi come avesse fatto Rey a diventare tanto importante per lui in così poco tempo. Gli era successo solo con Prisca. Lei era stata la prima persona a cui aveva voluto veramente bene dopo la morte dei suoi genitori.
Era la sua migliore amica....e lui le stava mentendo da parecchio tempo. Aveva notato quella mattina che forse durante atletica, Prisca si era accorta di qualcosa, ma non ne era tanto sicuro. Però, da quando aveva detto "Non sono arrabbiata per quello" , e aveva guardato lui e Rey, Constant aveva iniziato a pensare che lei sospettasse qualcosa.
Sapeva di doverglielo dire, ma era meglio che non lo sapesse. Si sentiva anche in colpa per non aver passato molto tempo con lei. Erano trascorsi parecchi giorni, forse settimane, dall'ultima volta in cui avevano dormito insieme e si erano salvati a vicenda.
Forse l'ultima volta in cui erano stati abbracciati era stata la notte in cui sognò la morte eei suoi genitori. Poi lui si era avvicinato senza volerlo a Rey, e, solo ora, si accorgeva di averla trascurata.
Era arrabbiata con lui per questo? Forse. Si sentiva sola? Forse si, forse no. Anche lei stava sempre in compagnia di Frits, certo, era un po obbligata a scuola, dato che stavano "insieme", ma non era da sola.
- Prisca è per caso arrabbiata con me? - chiese a Frits.
- Non che io sappia...Perchè? -
- Perchè non è scesa a salutarmi...-
Ad essere sinceri ci era rimasto un po male. Le cose, da quando erano arrivati in Germania, erano davvero cambiate. Prima erano praticamente una cosa sola. Non facevano niente separati. Erano come gatti siamesi, facevano proprio tutto insieme. Stavano ventiquattro ore su ventiquattro appiccicati. E il loro rapporto non faceva altro che migliorare. Più passava il tempo, e più, se possibile, si avvicinavano. Almeno, questo era quello che Constant aveva sempre provato.
Poi, erano arrivati in Germania e... a malapena si parlavano.
Solo i primi giorni di scuola erano stati uguali agli altri, Prisca, addirittura, il primo giorno di scuola, solo dopo poche ore in cui erano stati separati, non appena lo aveva visto gli si era buttata letteralmente tra le braccia da quanto aveva sentito la sua mancanza, e per lui era stato lo stesso. Poi, col passare dei giorni, forse si erano abituati a stare separati tutta la mattina, e da quando Rey era diventata così importante per lui, anche il pomeriggio non la vedeva e la sera...la sera cenavano e poi andavano a letto.
Constant non sapeva nemmeno più se lei avesse avuto altri incubi. Se lo avesse sognato ancora...
Il giorno sembrava sempre che stesse bene, ma Constant pensava solo che fosse una brava attrice. A suo parere, la notte soffriva ancora molto. Lui voleva esserci, ma non era più venuto a chiamarlo e lui, beh...non voleva disturbarla in qualche modo, se avesse avuto bisogno di lui, lo avrebbe cercato come aveva sempre fatto, vero? Anche se si erano allontanati un po, lei sapeva che Constant era sempre li per aiutarla in qualsiasi momento.
Diede la buonanotte a Frits e salì al piano di sopra. Quando passò davanti alla porta di Prisca, provò qualcosa di strano. Sentì una piccola tensione nel filo che gli univa. Era lievissima, ma era chiara. Prisca non stava molto bene. Di solito, la vibrazione che sentiva era più calcata, forse era diminuita dal fatto che il loro rapporto di amicizia era un po calato. Possibile?
Appoggiò una mano sulla porta. Doveva entrare a vedere come stesse? O era meglio di no? Forse voleva non essere disturbata da nessuno. Magari non da lui.
Da quando in qua si faceva paranoie del genere? Al diavolo! Se stava male sarebbe entrato a consolarla.
- Vai in camera di Prisca? - disse la voce che riconobbe come quella di Rey. Il ragazzo tolse la mano dalla maniglia e si voltò nella direzione da cui proveniva.
Rey era dall'altra parte del corridoio, in camicia da notte, con le braccia incrociate. E lo stava guardando un po scocciata.
- Si. - disse avvicinandosi a lei.
- Perché? - chiese una volta che furono a pochi metri di distanza.
- Ha bisogno di me. -
- Come fai a saperlo? -
- Io so sempre come sta. - rispose alzando le spalle.
- Non andare da lei...-
- Che cosa? - chiese lui stupito. - Non stai dicendo sul serio. - Non poteva dirlo davvero. Perché non sarebbe dovuto andare dalla sua migliore amica se aveva bisogno di lui?
- Si invece. Resta...Resta qui, con me. - lo supplicò.
- Non posso. -
- Perché fai tutto questo per lei? -
- Perché le voglio bene. E' la mia migliore amica. Gli amici è questo che fanno, si aiutano a vicenda. -
- Ma perché proprio in camera sua? Non voglio che... -
- Non vuoi che..? - la incitò, alzando un sopracciglio.
- Che fai come facevate prima. - disse abbassando la testa. - Che dormi con lei... - disse infine.
- Non capisco che ci sia di male. L'ho sempre fatto quando non stava bene, e quando non stavo bene... -
- Ma se stai male devi venire da me. - affermò. - E se sta male lei, chi l'aiuta? -
- Frits. -
- Frits non è il suo ragazzo, ne il suo migliore amico. Quindi devo aiutarla io. -
- Ma tu sei il mio ragazzo! Non puoi dormire con le altre ragazze! -
Le sorrise dolcemente, scompigliandole i capelli. - Rey...non sarai mica gelosa, vero? -
- Affatto! -
- Speriamo. -
- Tu la ami? - gli chiese dopo un po.
- Perché me lo chiedi, se sai già la risposta? Tu meglio di tutti puoi vedere quello che provo. Puoi vedere quello che provano tutti. -
- Si, ma...Non ho mai visto un rapporto come il vostro. Il mio potere potrebbe sbagliare qualche volta. -
- Ha mai sbagliato? -
- No. -
- In questo caso puoi vedere che cosa provo per lei, e cosa prova anche lei per me. - disse. - Cosa vedi? -
-...La più pura delle amicizie. - sussurrò, abbassando la testa. - In entrambe le direzioni. - Constant sorrise. Ne era sicuro.
- Se per caso ti vengono altri dubbi riguardo al fatto che la ami o meno, o che lei ami me, basta che la guardi. -
- Che intendi dire? -
- Quella sera che Prisca vi incontrò, mi raccontò tutto, ma non del fatto che ci fosse un altro filo partire da lei. Anche se non me l'ha detto, io so che c'è. -
Rey annuì.
- E di che colore è? - la incitò.
- Così dorato da accecarmi ogni qual volta lo vedo. Infatti cerco sempre di evitarlo. -
- Cos'è l'oro? - chiese, anche se era sicuro di saperlo già.
- L'amore vero...Quello che non finisce e non finirà mai, qualunque cosa accada. -
- Allora ricordalo. - Poi le accarezzò una guancia, e posò le labbra sulle sue, in un dolce e casto bacio. - Dormi bene. -
Poi Rey gli sorrise e tornò in camera. Quando chiuse la porta, Constant si voltò, ripercorrendo il corridoio fino alla camera di Prisca.
Entrò senza nemmeno bussare.

PRISCA
Prisca sentì la porta aprirsi e richiudersi. Non si girò per vedere chi fosse entrato, sapeva che era Constant.
- Prisca...-
- Vattene. - disse solo.
- No. Sono venuto per sapere come stavi. -
- Ah, davvero? -
- Ti sembra strano? - chiese sorpreso.
- Abbastanza. E' da settimane che non mi consideri, e ora vieni qui a chiedermi come sto, come se davvero ti interessasse. E' ovvio che lo trovo strano. -
- Mi dispiace, avrei voluto passare del tempo con te, però...- disse interrompendo la frase a metà.
- Però cosa? Non sai nemmeno tu che scusa inventarti. Vuoi che termini io la frase per te? "Mi dispiace, Prisca, avrei voluto passare del tempo con te, però ero troppo occupato con la mia nuova ragazza, sai, ora che c'è lei non ho più bisogno di te, grazie.” - disse ironica.
- Ma che accidenti dici? Io ho sempre bisogno di te. -
- Non sembrerebbe. Tu non hai più bisogno di me come io di te. Ora hai dei nuovi amici, una nuova ragazza. Ora che stai con Rey, hai un altra persona per cui vivere. Mentre prima ero la persona per cui andavi avanti, ora sono solo una delle persone che fanno parte della tua vita. Una delle tante. -
Sentì il letto abbassarsi sotto il peso di Constant, poi un braccio cingerle i fianchi. - Lo sai che quello che dici non ha assolutamente senso? Sei la persona che mi ha salvato, la mia migliore amica. Frits, Sash, Karlie...loro sono solo amici di passaggio. Rey...a lei ci tengo davvero, e sta diventando sempre più importante per me, ma se un giorno dovrò scegliere tra amore e amicizia....- disse scuotendo la testa. - Sai che se ce ne fosse bisogno sceglierei te. Siamo stati noi due dall'inizio, non ti abbandonerò certo perché ho trovato altre persone...-
- Non ti chiederei di farlo. - sussurrò nel buio della stanza. - Se dici così mi fai sentire un egoista che ti vuole tutta per se. -
- E non è vero? -
- Beh.. si. - dovette ammettere. - Ma non è giusto. Sono davvero felice che tu abbia trovato Rey, mi dispiace solo che per questo ci siamo allontanati.-
- Anche a me. -
Prisca si girò dall'altra parte, guardandolo negli occhi. - Quindi sono la tua migliore amica, giusto? -
- Si. -
- Allora perché cavolo non mi hai detto che ti eri messo con Rey?!? Lo sapevate tutti, TUTTI, tranne io! - disse alterandosi un po.
- Avrei voluto farlo, solo che non potevo. Non volevo che, nel caso ci fosse stata la necessità di scappare, tu ti fossi sentita in dovere di restare o lasciarmi qui solo perché mi ero affezionato a una persona. -
- E quindi avevi intenzione di tenermelo nascosto fino a quando non fossimo scappati? -
- Il piano era quello...- disse guardando altrove.
- E se non ce ne fossimo andati mai? Se qui non sarebbero riusciti a mai trovarci, e io non l'avessi scoperto, avresti continuato a mentirmi giorno dopo giorno, anno dopo anno? -
- ... -
- Mi complimento con te. Bell'amico. -
- Te l'avrei detto prima o poi. -
- Si, poi...-
- Mi dispiace, ok? -
- E...? -
- La prossima volta che accadrà qualcosa di importante te lo dirò. -
- E...-
Constant sospirò. - Non ti mentirò più. -
- Nemmeno sulle sciocchezze.-
- No, nemmeno su quelle. -
- Promesso? - chiese per esserne sicura.
- Promesso. - affermò.
- Bene. - disse prendendogli la mano e girandosi dall'altra parte, pronta per dormire.
Solo che qualche minuto dopo Constant si schiarì la gola.
- Che c'è? - - Se vuoi che rimanga a dormire qui, dovrò pur spogliarmi, o vuoi che venga in jeans sotto le coperte? -
- Mmm...- sussurrò lei con gli occhi chiusi. - Come ti pare. - e gli lasciò la mano per farlo alzare.
Quando lo sentì andare verso la porta, si tirò su. - Dove vai? -
- A prendere il pigiama, o vuoi che entri in mutande nel letto? - chiese sorridendo.
Prisca gli tirò un cuscino. - Stupido. - disse ridendo anche lei. - Ho un tuo pigiama nello zaino. Credo tu ce l'abbia messo per sbaglio. - poi si ristese.
- Ok. -
Lo sentì tornare indietro, rufolare nel suo zaino e prendere il pigiama.
Qualche minuto dopo si infilò sotto le coperte con lei e le prese la mano.
- Era solo questo che ti turbava? - le chiese riferendosi a Rey. - O c'è altro? -
Prisca, che si stava quasi per addormentare, sussurrò un masticato : "Te lo dico domani”

Buonasera a tutti! Ecco qui un altro capito, spero vi piaccia!
Alla prossima,
Ellyn.
   
 
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