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Autore: Rumenna    25/09/2016    1 recensioni
[BOYS LOVE] Ivan studia disegno ed è innamorato di Tina. Tuttavia il suo look lascia molto a desiderare. Si farà consigliare dall'esperto Rosemund. Ma cosa potrebbe accadere se un consiglio dopo l'altro i due si avvicinassero sempre di più?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Rosemund è un vero mastino, anche oggi sono sfinito. L'unica cosa che ho imparato è la mimica dello sguardo, avere una postura corretta per me sembra impossibile... dovrei essere felice che sia arrivata finalmente l'ora di pranzo, eppure non riesco a mangiare felicemente...

«Anna, perché mi leghi alla sedia con un lenzuolo?»

«Perché serve per la tua postura! Dico bene, Rosemund caro?»

«Sì! Anna è sempre la migliore!»

«Lo dici solo perché in questi ultimi giorni stai mangiando da re!»

«Sì!»

Dovrebbe guardarsi allo specchio com'è felice in questo momento... la faccia completamente illuminata, gli occhi tagliati per il grande sorriso che gli riempie il volto, le guance strapiene di riso e piselli tanto da farlo sembrare un bambino: ha persino un chicco sulla guancia. In questo momento non mi risulta affatto difficile immaginarlo durante gli anni dell'infanzia. Io invece da bambino ero una specie di sgorbio, assomigliavo ad una ranocchia.

«Anna, la tua cucina mi ricorda quella di mia mamma! Appena finisco con questa sfilata dovrei andarla a trovare!»

«Oh caro, come sei gentile e carino! Tua mamma vive lontano da qui?»

«Ad un paio di ore di treno, ma sai com'è, il negozio mi tiene molto impegnato...»

«Quindi non hai nemmeno tempo per trovarti un fidanzatino? Non ci credo, sei così bello!»

Anna, cosa dici? Rosemund non sa che ti ho parlato di lui! Che figuraaa!

«No! E francamente mi sento meglio così!»

Non gli è sparito il sorriso, per fortuna! Credevo mi avrebbe linciato con lo sguardo...

«Caro, scusa la domanda, ma... i tuoi genitori come l'hanno presa? Voglio dire, l'hanno accettato subito? Sei un ragazzo così caro, mi dispiacerebbe molto se avessi passato un momento difficile...»

Anna, no! Perché? Perché?! Però sono curioso anch'io. Almeno posso usare il suo essere ficcanaso per saperne di più, da solo non mi sarei mai permesso di entrare nei suoi affari privati.

«Sì, non è stato affatto un problema! Mi sono sentito molto più a disagio io di quanto non lo fossero loro!»

Cucchiaiata potente per Rosemund, sempre allegro: forse davvero non è stato un problema... in fondo in America esistono i matrimoni gay. A suo contrario mi sto ingozzando come un maiale per l'imbarazzo... mi sarò ficcato in bocca almeno tre cucchiaiate colme... finirò per straripare!

«Ma Ivan, guardati come sei maldestro! Stai sbavando l'olio, che schifo in presenza di Rosemund!»

NOOO!!! AIUTO!! TOVAGLIOLO, TOVAGLIOLO!! Mi sono asciugato con la testa in fumo.

«Anna, non infierire! Io lo trovo carino così! Non deve sentirsi a disagio in presenza di un amico, vero?»

Oggi Rosemund sembra carino... sarà per via del maglione a fasce colorate che indossa sopra la camicia? Ride di me, ma intanto anche lui è sporco, non è giusto!

Finalmente mi sono liberato del boccone e gli ho parlato chiaramente: «Anche tu hai un chicco di riso sul viso!»

«Oh! Scusa!»

«Oh Ivan, perché gliel'hai detto? Era così carino con quel chicco di riso sulla guancia~♥!»

«A me non dici mai che sono carino!»

«Perché sbrodoli troppo sulla barba! Per fortuna adesso c'è il caro Rosemund che ti ha regalato quella crema, che ti farà sembrare sempre pulito e liscio come la seta appena comprata!»

«Sì, sì. Come no...»

«Non vedo l'ora che sia stasera!»

Non vede l'ora? L'ho sempre creduto in ansia.

«Per farti due risate su di me?»

«No, per essere fiero di te! Sono sempre contento quando vedo Giulia sfilare, mi riempie il cuore di gioia! Mi passi l'acqua, per favore?»

«Sì!» Secondo me gli si riempie il cuore di gioia perché è quello il suo mondo. Secondo me nel suo inconscio non ha mai smesso di amare questo mestiere. Per di più è anche un talento sprecato... mi piange il cuore vederlo lì a coordinare con gli occhi contenti, si vede lontano un miglio che è qualcosa che adora. Ma non sarò di certo io a spingerlo verso i riflettori, da cui a suo dire "è fuggito".

«Rosemund, devo provare ancora fino a stasera? Sono tre giorni che mi esercito per tutto il giorno!»

«La postura. Migliora quella e sarai libero.»

«Ma non posso fare il miracolo in tre giorni! Sono uno sfigato asociale con la schiena ricurva!»

«Non mi importa che cosa sei, stasera devi essere perfetto come un principe!»

«Che barba!»

«Niente barba.»

Mi irrita.

*

«Che ore sono?»

«Sono le sette e quarantatre minuti, Rosemund! Me l'hai chiesto appena quattro minuti fa, anzi, è scattata la lancetta, quindi cinque minuti fa! Sei stressante, ma non avevi detto che non vedevi l'ora tutto contento?»

«Sì, ma adesso mi sto innervosendo, guarda là davanti quanta gente!»

Là davanti? Ho tirato la testa fuori dal grande tendone montato dietro al palco in piazza, usata come camerino, notando una consistente folla di gente, tutta ansiosa che cominci la sfilata. Ansia.

«No, non ce la faccio! Acqua, acqua!»

Giulia mi si avvicina passandomi una bottiglietta d'acqua, tutta intenerita, come se stesse osservando un koala durante il risveglio allo zoo: «Povero Ivan.»

«Povero un corno! Sono un uomo, io! Ti farò vedere di che pasta sono fatto!»

«Sì, certo! Cammina su tacchi di diciassette centimetri, poi torna a parlarmi!»

«Quella è roba da femmine, che vuoi che ne sappia io?»

«Visto che fai tanto lo spavaldo, perché non provi ad indossarle tu?»

«Io? E che c'entro io?»

«Visto che fai lo sbruffone, indossale, avanti! Tanto abbiamo lo stesso numero di scarpe!»

«Non ci penso nemmeno!»

«Ivan? Si può?»

È la voce di Tina!

«Tina?»

Tina è entrata nella tenda, con un cappotto in penne d'oca color verde mela, i capelli lisci, e un cappellino di lana in testa, con le alette per le orecchie ed il pompon color panna.

«Buonasera Ivan. Sei davvero bello stasera.»

Oh mammina!! Mi ha fatto un complimento! E non uno qualunque, mi ha detto che sono bello! SONO BELLO!!! SE LO DICE TINA CI CREDO!

«Chi è, la tua ragazza?»

«Oh. Giulia, lei è Tina, una mia amica di corso.» Avrei preferito introdurla come la mia musa ispiratrice, come la mia dea, come la mia Vergine Maria per i fedeli, ma non ho potuto. A Rosemund non piace Tina, chissà cosa ne pensa quella volpona di Giulia.

«Giulia, tanto piacere!»

«Tina.»

«Sei qui per il nostro Ivan, vero?»

«Sì, sono venuta a vederlo!»

«Allora tu sei quella che ha una cotta per lui? Brava! Ottima scelta! Io l'ho detto fin dalla prima volta in cui l'ho visto,che era il mio tipo ideale, ma sembra che nessuno mi abbia prestato la giusta attenzione.»

Che dice quest'altra?

«Lo so, Ivan ha molte doti nascoste.»

Tina mi ha fatto un complimento, mi sta guardando con quegli occhi da gatta, quanto è sexy...

Rosemund mi passa distrattamente accanto, accennando sottovoce delle parole a denti stretti: «Controllati, sembra che le sbavi addosso. Devi invogliarla verso il bocconcino selvatico, non offrirti come un pasto in scatoletta qualunque offerto dal padrone.»

Che vuol dire "pasto in scatoletta"? Che la considera ancora un cane? O forse ho pensato a voce alta? NO, SAREBBE TERRIBILE!!

«Giulia? Sei qui?»

Un momento, questa voce maschile la conosco.

Giulia ha fatto una smorfia seccata, parlando a voce bassa: «No, Fernando no! Ditegli che sono in bagno!»

«Ma chi è Fernando?» Chiedo a Rosemund senza farmi sentire.

«Quello del negozio...» Mi risponde lui facendo l'occhiolino. Non sbagliavo, è proprio quel tipo abbronzato con i capelli neri.

Rosemund è riuscito a liberarsi di questo Fernando, mentre Tina mi ha salutato con un sorriso molto dolce, al quale ho risposto cordialmente (spero), quando improvvisamente qualcuno annuncia dal palco: «Che la sfilata abbia inizio!»

Cosa? Sta iniziando? Non mi ero nemmeno reso conto che fosse già iniziata la presentazione! Ansia! Panico! Aiuto! Che faccio?

La musica ha iniziato a rimbombare per tutta la piazza, ed il pubblico ha risposto entusiasta con un grande applauso. L'annunciatore ha fatto il nome del primo stilista: mentre Rosemund si precipita a controllare Giulia, io ne approfitto per dare un'occhiata alla passerella. Dietro al palco c'è già una fila di modelli, probabilmente dello stesso negozio, che non aspetta altro che il proprio turno: la ragazza vestita con un vestito elegante a sirena turchese, che intanto è arrivata ancheggiando alla punta del palco, ottiene appieno l'approvazione della gente. Spero di essere all'altezza, mi si sta rivoltando lo stomaco dall'ansia. Improvvisamente sento qualcuno darmi una pacca sulla spalla, facendomi saltare sul posto.

«Ivan, come ti senti?»

È Rosemund, per fortuna.

«Insomma... m-mi sta venendo un po' d'ansia...»

Rosemund, nel suo abito gessato elegante e cravatta bordeaux, mi sorride dolcemente, mentre le luci del palco si riflettono nei suoi occhi oltremare dai lineamenti gentili, che sorridono insieme alle sue labbra. Lentamente alza il suo braccio verso di me, accarezzandomi la grande ciocca di capelli che fuoriesce dallo chignon:

«Non preoccuparti, sei perfetto.»

Scosto lo sguardo, agitato, provando a focalizzare un punto indefinito del pavimento, cercando di calmarmi: «L-lo so che lo dici soltanto per farmi stare tranquillo...»

«Non è vero. Ci ho messo l'anima nella tua istruzione, e so che farai un ottimo lavoro.»

Ci hai messo troppa anima, stupido... come se non me ne fossi accorto.

«Adesso è il turno de "L'Alta Moda Di Rosemund Smith", il cui slogan cita: "Non importa quanto sei brutto, con indosso gli abiti di Alta Moda di Rosemund Smith avrai tutte le donne ai tuoi piedi"! Facciamogli un applauso di incoraggiamento, gente!»

Mi sono voltato di scatto verso il palco, con le orecchie intontite dal caotico battito di mani del pubblico.

«É... è ora... t-t-tocca a noi...»

Il mio battito è accelerato, il mio corpo è irrigidito.

«...Ivan?»

Lo sguardo è fisso sul palco vuoto, mentre le mie gambe sono bloccate dall'agitazione. Mi tremano le mani.

Nella confusione più completa, sento una mano grande, calda, e salda, afferrare la mia tremolante. La osservo riaccendendo il cervello: seguo con lo sguardo la manica dell'abito gessato, arrivo sul petto, fin ad arrivare al viso di Rosemund.

«C-c-che... che fai..?»

«Ti do la forza per andare avanti.»

«M-ma siamo appena dietro al palco all'aperto...s-se passasse un omofobo s-si farà un'idea sbagl––»

Una forza dietro la schiena, che non proviene dalla mano con la quale Rosemund mi sta stringendo, mi spinge verso di lui con vigore, togliendomi la parola, soffocandola con un gesto che non mi sarei aspettato. Dal tatto posso dire con certezza che ciò che mi sta spingendo verso di lui, è la sua stessa mano, tanto grande e calda. L'odore piacevole del suo bagnoschiuma al muschio mi inebria le narici, gli applausi e la musica mi rimbombano nelle orecchie, e il calore umano di Rosemund mi ha privato della parola, in questa fredda sera d'inverno.

 

   
 
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