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Autore: Emmastory    26/09/2016    3 recensioni
Un mese è passato, e la povera Rain si scopre sola dopo la partenza per il pericoloso regno di Aveiron da parte del suo amato Stefan, che l'ha lasciata in compagnia della loro piccola Terra, di una promessa, e di una richiesta. Conservare l'anello che li ha uniti, così come i sentimenti che li legano. Nuove sfide si prospettano ardue all'orizzonte, e armandosi di tenacia e forza d'animo, i nostri eroi agiranno finchè un'ombra di forza aleggerà in loro. (Seguito di: Le cronache di Aveiron: Oscure minacce.)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-IV-mod
 
 
Capitolo X

Notti agitate e grande tensione

Ero riuscita a dormire, ma nonostante questa sorta di conquista, ero mortalmente certa che qualcosa sarebbe presto accaduto, sconvolgendo le vite di tutti noi, inclusa quella che conservavo e custodivo gelosamente appena sotto il mio cuore. Era strano a dirsi, ma mi sembrava di essere letteralmente tornata indietro nel tempo. Difatti, erano tornati. Gli incubi, l’agitazione, e le lunghe notti insonni. Erano stati miei compagni tempo prima, e sin da quando erano fortunatamente scomparsi con la nascita di Terra, avevo chiuso gli occhi e sperato ardentemente di non assistere al loro ritorno. Per mia sfortuna, le stelle e il destino dovevano aver avuto altri piani quella notte, e per tale ragione, ora eccomi qui, a rigirarmi in un caldo letto che in realtà non mi appartiene, non potendo dormire a causa di alcune ricorrenti visioni oniriche. Ora come ora, il tempo passa, e perfino mia figlia si agita nel sonno, mugolando parole senza apparente senso. Fermandomi ad ascoltare, riesco a carpirne solo alcune. “Mamma… papà… no…” queste tre parole che continua a ripetere con i piccoli pugni stretti in segno di difesa, e le lacrime agli occhi. Notandomi, si sveglia, e mettendosi a sedere, mi guarda. “Aiutami.” Mi prega, piangendo sommessamente e sperando nel mio reale e tempestivo ausilio. “Sono qui, piccola mia. Andrà tutto bene. Non aver paura.” Le dissi, accogliendola fra le mie braccia e carezzandole la schiena e i capelli castani. “Non aver paura.” Le dicevo, ripetendo quella frase al solo scopo di riportare alla sua mente i consigli del padre. Spaventata come mai prima, piangeva e si lamentava, guardandomi con fare sconfitto. “Non voglio più restare qui. Scappiamo.” Disse poi, lasciandomi, con quelle semplici parole, interdetta. Difatti, non sapevo cosa dirle, e in quel frangente, peggiorare la situazione non era che l’ultimo dei miei pensieri. Mantenendo il silenzio, continuai a guardarla. Aveva paura. Nei suoi occhi aleggiava il terrore più assoluto, e i tremori da cui il suo corpo era costantemente scosso ne erano una chiara testimonianza. In quel momento, mi lasciai vincere dalla tristezza, e stringendola ancor di più a me, piansi. “Noi scapperemo, noi e tuo padre. Te lo prometto, bimba mia.” Le dissi, seria e convinta, ma con gli occhi chiusi per evitare di piangere. “Ora ti prego, va a letto. Ne parleremo domani.” Aggiunsi, continuando a versare nello stesso e medesimo stato, a dir poco pietoso e degno di una povera anima in pena. Obbedendo, la piccola si rimise sotto le coperte, stavolta stringendo il suo orsacchiotto di pezza, che a suo dire, era tanto coraggioso da riuscire a proteggerla dagli incubi che a volte infestavano la colorata e viva landa dei suoi stessi e bellissimi sogni. “Con te e papà non avrò paura.” Dichiarò, tornando fortunatamente ad essere felice, e sollevando in alto il pugno chiuso, proprio come un combattente prima di una lunga e ardua battaglia. “Brava, principessina mia.” Sussurrai, non appena si fu addormentata. Evitando di distrarmi, la guardai riposare, finalmente tranquilla. Di lì a poco, mi addormentai anch’io, felice e orgogliosa. La mia piccola Terra, nonostante la tenera età, era ancora in grado, grazie alla dolcezza e al suo essere innocente, di rischiarare l’oscurità e riportare la serenità in quelle che vedevamo come notti agitate e piene di grande tensione.
   
 
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