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Autore: Emmastory    26/09/2016    5 recensioni
Un mese è passato, e la povera Rain si scopre sola dopo la partenza per il pericoloso regno di Aveiron da parte del suo amato Stefan, che l'ha lasciata in compagnia della loro piccola Terra, di una promessa, e di una richiesta. Conservare l'anello che li ha uniti, così come i sentimenti che li legano. Nuove sfide si prospettano ardue all'orizzonte, e armandosi di tenacia e forza d'animo, i nostri eroi agiranno finchè un'ombra di forza aleggerà in loro. (Seguito di: Le cronache di Aveiron: Oscure minacce.)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-IV-mod
 
 
Capitolo XI

Fuga dalle ombre

Il sole era tornato a splendere, ed erano ormai passati tre giorni. Stefan ed io eravamo svegli, ma nostra figlia dormiva. “Hai ragione. Dobbiamo andarcene, e ora.” Dichiarò, in tono serio e solenne al tempo stesso. “Dov’è Terra?” mi chiese poi, spostando il suo sguardo dall’orizzonte oltre la finestra al mio viso. “Sta riposando. Lasciale fare, ha avuto una notte agitata.” Risposi, guardandolo a mia volta, ma con occhi dolenti. Poteva vederlo, ed io non avevo alcuna intenzione di nasconderlo. Le mie iridi ambrate erano ancora solcate dalle lacrime, che invano, provavo a trattenere per mezzo di sforzi che consideravo immani. Come unici risultati, non ottenevo infatti che forti dolori alle tempie e nodi alla gola, stretti con forza e pressoché impossibili da sciogliere. “Mi ha chiesto una cosa.” Continuai, tacendo subito dopo e avendo come sola intenzione quella di studiare l’espressione ora dipinta sul suo volto, ancora seria e imperturbabile. “Vuole che scappiamo, non è vero?” si informò, quasi certo di quella che sarebbe stata la mia risposta. “Come lo sai?” non potei fare a meno di chiedere, colta alla sprovvista dalle sue parole. “Me l’hai detto tu, è solo una bambina.” Fu la sua risposta, accompagnata da un debole ma convincente sorriso. In quel preciso istante, mi avvicinai, e non appena i nostri sguardi si incrociarono, non resistetti alla tentazione di baciarlo. Le nostre labbra si unirono con incredibile velocità, ma con grande sorpresa, notai che provò ad allontanarsi, negandomi solo in parte quel momento di muta felicità. Non contenta, approfondii quel bacio, prendendogli saldamente le mani e desiderando ardentemente il suo amore. Intuendo il mio volere, Stefan non si oppose, e tornando a guardarmi, pronunciò le uniche parole che avrei voluto sentirgli ripetere all’infinito, ora e per sempre. “Ti amo, amore mio.” Quattro lemmi che ascoltai in religioso silenzio, e a quali risposi prontamente. “Ti amo anch’io. Amo te e le nostre bambine.” Dissi infatti, sorridendo debolmente. “Sei sicura che sia un’altra femmina?” indagò, attendendo con pazienza una mia risposta. “Lo spero.” Sussurrai semplicemente, rapita stavolta dal suo perfetto e magnetico sguardo. Quasi sotto ipnosi, non dissi una parola, e lasciandomi guidare da lui, tornai nella stanza che condividevamo. Sedendomi sul letto, concentrai per un attimo i miei pensieri altrove, e abbandonandomi ad un cupo sospiro, sperai per il meglio. “Cos’hai?” si informò, con la voce ora corrotta da una sottile vena di preoccupazione. “Sono stressata Stefan, stressata.” Risposi, irrigidendomi di colpo e rischiando seriamente di alterarmi. Intanto, il tempo scorreva, e il mio corpo, rigido e teso come una corda di violino, era indice delle mie emozioni. Spossatezza fisica, ma soprattutto psicologica, che agendo lentamente, mi lacerava le membra. Notando ciò che mi stava accadendo, Stefan si avvicinò, e sedendosi al mio fianco, prese a baciarmi. Non negandogli tale possibilità, mi beai di ogni momento. Ad occhi chiusi, abbandonai le mie mani nelle sue, sentendolo stringermele come mai prima. Sempre più concentrata su di lui, lo lasciavo agire come sempre, e mentre ogni attimo svaniva, disintegrandosi inesorabilmente, non tentavo di sottrarmi a quello che era ormai divenuto il volere di entrambi. Sapevamo bene di essere ormai diventati adulti, ma nonostante questo, ci amavamo ancora profondamente, e con la stessa intensità del primo giorno. Ad ogni modo, mia condizione stava iniziando a palesarsi, ragion per cui non potemmo spingerci oltre un dato limite. Riuscendo incredibilmente a trovare una soluzione, Stefan si sdraiò sulle morbide coperte del letto, a pochi centimetri da me e dalla mia nuda pelle. Dato il silenzio presente nella stanza, rimanendo calma e immobile potevo letteralmente sentire il suono prodotto dal mio stesso cuore, che ora batteva impazzito, ma allo stesso ritmo di quello del mio amato. Voltandomi verso di lui, lo chiamai flebilmente per nome, e rispondere a quel richiamo, lui mi guardò. “Credi che potrebbero ritrovarci?” azzardai, ponendogli un quesito dalla difficile risoluzione. “Non pensarci nemmeno.” Mi ammonì, parlando con voce così cupa da sembrare adirato. “Questo non accadrà, stanne certa.” Continuò poi, rassicurandomi come solo lui era capace di fare. “Ma Stefan, Terra dice che…” biascicai, provando un’improvvisa e immotivata paura. “Ascoltami Rain, lo dirò una sola volta. Tu, Terra e la piccola siete sotto la mia responsabilità. Io vi amo, e farò di tutto per proteggervi. Ti è chiaro?” rispose, completando quel discorso con una domanda che trovai retorica. In completo e perfetto silenzio, non proferii parola, ma limitandomi ad annuire, mi accorsi di ciò che stava succedendo al mio corpo. Tremavo incontrollabilmente, ed ero certa che avrei ritrovato la calma solo grazie al mio Stefan e alla sua presenza al mio fianco. Chiudendo gli occhi, inspirai a pieni polmoni, per poi permettere all’aria di uscire attraverso la mia bocca. Improvvisamente, mi sentii venir meno. Caddi preda del sonno solo poco tempo dopo, trovandomi costretta ad ammettere una verità che non potevo certamente continuare a nascondere. I momenti passati con lui mi avevano privata di tutte le mie energie, e solo dormendo le avrei recuperate. Respirando profondamente ancora una volta, rilassai ogni muscolo del mio corpo, avendo modo di sentire, prima di scivolare nella più profonda incoscienza, una singola ma importante frase. “Dormi bene, tesoro mio. Tutto andrà bene, ed io ti aiuterò. Ti guiderò d’ora in avanti in questa fuga dalle ombre.”
   
 
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