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Autore: Eilan21    27/09/2016    10 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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Dragons





Il mattino seguente Arianrhod si svegliò presto e, guardandosi intorno con gli occhi ancora appesantiti dal sonno, notò che su una sedia accanto al letto erano stati lasciati alcuni abiti per lei. Li prese tra le mani, sentendo la stoffa ruvida a contatto con le dita. Oltre alla semplice veste scura che indossavano di solito le sacerdotesse c'erano un paio di calzari morbidi e uno scialle, in caso l'umidità della sera e del primo mattino lo avesse reso necessario. Indossò la tunica, e impiegò una buona mezz’ora a districare pazientemente con il pettine i nodi che le si erano formati nella bionda chioma, fino a renderla morbida e lucente. Poi raccolse i capelli in due lunghe trecce, aiutata dalla solerte Raven che si era presentata mentre lei era intenta in questa operazione, nonostante Arianrhod protestasse che era sempre stata abituata a cavarsela da sola. Tutte quelle attenzioni la mettevano a disagio e, solo dopo che Raven fu uscita per andarle a prendere la colazione, lei si rilassò. La sacerdotessa tornò dopo poco, accompagnata da una giovane novizia – Arianrhod la classificò come tale perché non portava la falce di luna tatuata sulla fronte – con in mano un vassoio.

La novizia posò il vassoio sul tavolo, e si girò subito verso Raven, che le fece un cenno affermativo.

Mia signora” disse la ragazza con voce timida. “Raven vuole che vi riferisca che la Somma Sacerdotessa richiede la vostra presenza... quando sarete sistemata, naturalmente.”

Arianrhod appariva più disorientata della novizia, quando chiese: “Dove devo incontrare la Somma Sacerdotessa?”

Vi accompagnerà Raven, non appena sarete pronta. La Somma Sacerdotessa è nel suo alloggio privato insieme all'Arcidruido Taliesin.”

La ragazza si congedò, ma Raven rimase, seduta in un angolo, silenziosa e immobile. Quella donna emanava indubbiamente un'aura di calma e autorevolezza, ma Arianrhod avrebbe tanto voluto sentirne la voce. Questo l'avrebbe rassicurata sulla sua natura terrena, perché il suo atteggiamento la faceva sembrare più una dea che una donna in carne e ossa.

Sotto il suo sguardo attento, Arianrhod finì in fretta la propria colazione, poi si spruzzò un po’ d’acqua sul viso per affrontare il colloquio con la Somma Sacerdotessa e l'Arcidruido.

Prese un profondo respiro prima di annunciare a Raven che era pronta; la sacerdotessa scattò in piedi come se non attendesse altro e la guidò verso l'alloggio di Viviana.

Arianrhod entrò con passo incerto. In alcuni momenti aveva mostrato coraggio, ma ora non era uno di quei momenti. Si sentiva più vulnerabile che di fronte a un nemico con la spada snudata.

Vi stavo aspettando”, disse Viviana quando la vide entrare. Fece un cenno per invitarla a sedere accanto a lei. Arianrhod si accomodò, e solo in quel momento notò che, in piedi accanto al camino, stava un uomo di mezza età.

Questo è l’Arcidruido Taliesin, il Messaggero degli Dei”, lo presentò Viviana. La giovane si alzò di scatto e fece un breve inchino in direzione dell’uomo.

E’ un onore conoscervi, signore”, mormorò.

Taliesin le prese la mano con fare paterno. “Posso dire lo stesso, mia signora. E lasciatemi dire quanto mi dispiaccia apprendere della perdita che avete subito. Siete stata coraggiosa come poche fanciulle potrebbero esserlo.”

Arianrhod sorrise, ringraziandolo tacitamente, quindi si accomodò di nuovo sulla sedia.

Ho appena appreso che la Guardia Bianca sarà qui in pochi giorni. Nel frattempo siete nostra ospite e sotto la nostra speciale protezione”, disse Viviana con voce dolce ma austera.

Vi sono immensamente grata per avermi accolto sull’Isola Sacra, mia signora”, rispose Arianrhod.

Chiamatemi pure per nome, e io farò altrettanto. Di qualunque cosa abbiate bisogno, potete chiedere direttamente a me.”

Arianrhod esitò, poi aggiunse: “Perdonate se oso chiederlo ma… perché mi offrite così incondizionatamente il vostro aiuto?”

Viviana represse un’esclamazione ammirata nei confronti della giovane. Non pensava che avrebbe avuto il coraggio di porre quella domanda. E invece, seppure con una nota incrinata nella voce, lo aveva chiesto. Se la discendenza di sangue contava davvero qualcosa, quella ragazza sarebbe diventata un'ottima regina.

Vedendo Viviana esitare, Taliesin parlò in sua vece. “Naturalmente voi sapete che l’Isola Sacra non può permettersi di tendere la mano a tutti i profughi della Britannia, se non altro per ragioni pratiche. La nostra isola deve restare isolata e nascosta dal resto del mondo: troppi nemici hanno tentato di distruggerci nel corso dei secoli, e noi dobbiamo prima di ogni altra cosa preservare i Misteri della Dea. Ma voi non siete una persona qualunque e, se posso parlare con franchezza, Avalon ha ogni interesse di vedervi di nuovo salire sul Trono del Drago.”

Immagino che avere come alleata la Regina di Svezia faccia comodo a chiunque, Arcidruido”, affermò sagacemente Arianrhod, con voce più sicura questa volta, sollevando un aristocratico sopracciglio arcuato.

Taliesin sorrise. “Vedo che siete più scaltra di quanto la vostra giovane età possa far sospettare. Come certo saprete, avendo vissuto qui quattordici anni della vostra vita, il cristianesimo sta prendendo sempre più piede in Britannia, differentemente che nel vostro paese d’origine. I seguaci della nuova religione disprezzano gli antichi dei e vorrebbero vedere distrutti tutti coloro che li adorano. Il loro Dio è unico, dicono, e tutti gli altri non sono che falsi idoli. E’ prezioso per noi che chi siede sul trono di Svezia, un sovrano devoto all’antica religione, sia in qualche modo in debito con noi.”

Arianrhod stette un momento in silenzio, intenta a riflettere. “Vi ringrazio per essere stato del tutto franco con me. E sappiate che, quando sarò di nuovo sul trono, farò di tutto perché il culto degli antichi dei sia preservato. Avalon potrà sempre contare sulla gratitudine e sull’alleanza della Svezia.”

Un’impercettibile espressione di sollievo passò sui volti di Viviana e Taliesin.

Mia cara figliola”, mormorò l’Arcidruido, “se oso rivolgermi a voi in questo modo, lo faccio solo con l’affetto e l’ammirazione che potrebbe avere un padre. Credete in voi stessa, sempre, perché voi siete nata per essere Regina. Non dubitate mai della vostra forza, del vostro coraggio e del vostro valore…”

Il giovane cavaliere è già stato a colloquio con noi” spiegò Viviana. “Ci ha raccontato tutto ciò che è accaduto da quando vi ha trovata. Se siete sopravvissuta fin qui lo dovete anche alla vostra forza e al vostro coraggio. Avrete bisogno di entrambe per riprendervi ciò che è vostro.”

Viviana notò che tutte quelle qualità e altre ancora albergavano in Arianrhod, e il fuoco della determinazione che le brillava negli occhi la rendeva ancora più bella e dignitosa.

Non avete obblighi quest'oggi” la informò Viviana. “E l'isola è a vostra disposizione, purché siate prudente. Vi chiedo di raggiungermi nuovamente questa sera: vorrei mostrarvi qualcosa.”

Vi ringrazio... Viviana” rispose Arianrhod ricordandosi appena in tempo di rivolgersi a lei per nome.

La giovane regina ringraziò anche l’Arcidruido e si congedò da loro, uscendo nei tiepidi raggi del sole del mattino.

E ora cosa avrebbe fatto? Dove sarebbe andata? Non conosceva l'isola a sufficienza da potersi spostare con disinvoltura. Avrebbe certo potuto chiedere a Raven di accompagnarla o ad una delle novizie. Ma non voleva distoglierle dai loro doveri quotidiani, e non era neppure sicura di desiderare la loro compagnia. In realtà sapeva bene chi avrebbe voluto con sé, e quel qualcuno conosceva anche abbastanza Avalon da poterle fare da guida.

Si fece indicare dove si trovava l'alloggio degli apprendisti druidi e si incamminò in quella direzione. Dovette camminare più di quanto si era aspettata, perché la parte dell'isola riservata ai druidi si trovava sul versante opposto di quella riservata alle sacerdotesse.

Fuori dal basso edificio in pietra circondato dagli alberi alcuni apprendisti conversavano tra loro, e non si accorsero della ragazza che li chiamava finché non fu quasi loro addosso.

Si volsero con aria stupita, sia per l'aspetto singolare di Arianrhod, sia per la sorpresa di trovare una donna tra di loro.

Sto cercando il cavaliere della Guardia Bianca, Gareth” spiegò Arianrhod guardandoli negli occhi senza timore di apparire inopportuna. “E' arrivato tra voi ieri sera.”

Uno dei giovani corse dentro e tornò poco dopo con un Gareth altrettanto stupito di trovarla lì.

Senza tante cerimonie la afferrò per un braccio, allontanandola dall'edificio.

Non credo che tu possa presentarti qui, in mezzo ai druidi, come se niente fosse”, l'ammonì, in tono privo di severità.

Perché no?”

Per tutti gli dei, dove sei cresciuta? In mezzo a un bosco?” rise lui, toccato dalla sua domanda ingenua. “I druidi non possono avere contatti con le donne finché non hanno completato il noviziato e preso i voti.”

Mi dispiace, non lo sapevo...” mormorò Arianrhod mortificata. Possibile che non imparasse mai a riflettere prima di agire? Proprio ciò che sua madre Gwenael le aveva sempre rimproverato.

Li hai sconvolti non poco, temo” disse Gareth. “Guarda quel ragazzo come ti fissa ancora. Sembra che debba cadere svenuto da un momento all'altro!”

Arianrhod sbirciò oltre la propria spalla e notò lo sguardo di cui parlava Gareth sul volto dell'apprendista druido. A quel punto non poté trattenere una risata, sperando di essere abbastanza lontana dall'edificio da non essere udita.

Mi sei mancato” disse d'impulso quando quello scoppio di ilarità si fu placato. Subito dopo arrossì, non sapendo nemmeno lei perché.

Siamo stati separati solo una notte” ribatté Gareth in tono neutro. Ma Arianrhod si accorse che ciò che aveva detto gli aveva fatto piacere.

Prometti che non mi abbandonerai più” disse Arianrhod all'improvviso, bloccandogli il braccio. Il suo tono era del tutto serio e indusse Gareth a fermarsi. Di fronte al suo sguardo stupito, aggiunse, a mo' di spiegazione. “Senza di te non riesco a sentirmi davvero al sicuro...”

Gareth sembrò riflettere sulle sue parole per qualche attimo. Decise di prenderle altrettanto sul serio, perché disse: “Quando sono entrato nella Guardia Bianca ho prestato giuramento, un giuramento solenne e inviolabile. Ho giurato ciò che ora tu mi stai chiedendo, in un certo senso. Ho giurato di proteggere a costo della vita la Stirpe del Drago, il suo diritto a regnare, ed ogni suo erede legittimo e legittimo sovrano.”

Credi in quello che hai giurato?”

Ci credo. Ci credevo allora e ci ho sempre creduto. Ma forse non comprendevo davvero ciò che questo comporta; non ho compreso sul serio il suo significato. Per questo penso che sia giusto fare un altro tipo di giuramento. Ma a te, Arianrhod, e solo a te.”

Detto questo si inginocchiò di fronte a lei, sfilando la spada dal fodero. La porse ad una sbalordita Arianrhod dalla parte dell'elsa e disse con voce grave: “Dimmi cosa vuoi che ti prometta. Dimmelo adesso.”

Arianrhod sentì un calore sconosciuto crescerle nel petto insieme al respiro. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, ma le ricacciò indietro.

La sua voce non vacillò quando disse: “Promettimi che non mi lascerai più.”

Mai, mia regina”, rispose Gareth con decisione. “Sarò la tua ombra, ti proteggerò a costo della mia vita.”


La bruma mattutina era quasi del tutto svanita, e stendeva il suo velo pallido soltanto all'altezza del verde tappeto erboso che copriva la riva di Avalon, fin quasi a toccare l'acqua che la lambiva pigramente. I fili d'erba erano imperlati di gocce di rugiada, l'aria era piacevolmente frizzante e lo specchio d'acqua del lago era talmente quieto da sembrare una distesa d'argento colorata dagli scintillanti riflessi violacei del sole da poco sorto. Gareth aveva mostrato ad Arianrhod l'immenso frutteto di mele, vanto dell'isola, che era nota anche come Isola delle Mele. La ragazza ne assaggiò i frutti, dalla polpa acidula e croccante, e li trovò squisiti, i più buoni che avesse mai mangiato.

Si diressero poi verso la riva del lago, dove si sedettero sull'erba ancora umida, a guardare i cigni che nuotavano fra i canneti, e che solo di tanto in tanto si arrischiavano ad avvicinarsi a loro. Arianrhod si rimproverò per non aver pensato di portare un po' di pane con sé, ma Gareth le cedette quello che i druidi gli avevano dato insieme alla colazione. Gli uccelli, dapprima diffidenti, cominciarono ad avvicinarsi sempre più, invitati dalle appetibili briciole che Arianrhod lanciava loro.

Sono davvero degli animali splendidi” commentò ammirata.

A quelle parole Gareth si voltò a guardarla, finché lei non se ne accorse e gliene chiese il motivo.

Perdonami, ma hai detto qualcosa che mia madre ripeteva spesso. Amava i cigni, e si arrabbiava con il mio patrigno quando li cacciava e glieli portava in casa da cucinare.”

Non pensavo si mangiassero. Dalle nostre parti non è usanza.”

Nemmeno da noi è un'abitudine così radicata, ma d'inverno quando c'è poca selvaggina, può capitare che si sia costretti a cacciarli. Dove sono cresciuto ci sono molti laghi, e quindi sono animali molto diffusi.”

Gareth rimase pensieroso per un po', dopo quell'affermazione. Era chiaro che aver ripensato a sua madre aveva portato a galla dei ricordi.

Come si chiamava tua madre?” chiese Arianrhod per tentare di farlo tornare al presente.

Morwenna. Era una donna del popolo, di umili origini, ma possedeva una sensibilità profonda. Non era capace di far del male neppure a un insetto.”

E come ha conosciuto tuo padre?”

Lui venne in Britannia per conto della Guardia Bianca. Fu così che conobbe mia madre e divennero amanti. Nacqui io, ma mio padre non poteva sposare mia madre perché aveva già una moglie e un figlio legittimo in Svezia...”

L'espressione di Gareth si adombrò, e Arianrhod comprese che quello era un dolore profondo per lui.

Sono sicura che tuo padre sia fiero di avere un figlio come te”, gli disse con voce dolce e fu gratificata da un sorriso che le scaldò il cuore.

Non posso lamentarmi, in fondo. Mio padre mi ha comunque riconosciuto e, quando mia madre è morta mi ha mandato a chiamare perché entrassi nella Guardia Bianca. Mi ha dato un futuro, in un certo senso si è occupato di me. Mi ha dato tutto ciò che poteva.”

Tranne il suo amore, pensò Arianrhod. Che in fondo forse era l'unica cosa di cui Gareth aveva bisogno.

E come si chiama tuo padre?”

Arianrhod lo vide esitare prima di rispondere. “E' morto anche lui. Non ha più importanza ormai.”

E Arianrhod comprese, con assoluta certezza, che mentiva.



Angolo Autrice: Ciao a tutti! Eccoci con il nuovo capitolo, in cui si carpisce qualcosa delle origini di Gareth, che ancora lui però non vuole rivelare del tutto. La Guardia Bianca non è ancora arrivata, e per ora la vita scorre tranquilla. Cosa succederà ora? Cosa vorrà Viviana da Arianrhod, invitandola da lei? Lo scopriremo alla prossima puntata! ^_^

Grazie a tutt* per le favolose recensioni. E grazie anche a chi segue/legge/ricorda.

Alla prossima,

Eilan


ps: per chi non avesse letto i romanzi di MZB, l'Arcidruido Taliesin altri non è che Merlino (nella sua versione il Merlino non è una persona fisica, ma un'entità che si incarna in un uomo, in questo caso proprio in Taliesin).


   
 
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