Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: La ragazza noname    27/09/2016    0 recensioni
Adolescenza. Ognuno di noi ha vissuto o sta vivendo l'adolescenza a modo proprio. Ed Elly? Dopo la morte del padre, il mondo gira al contrario per lei. Come si ottiene la serenità? è questa la domanda che ogni giorno tutti ci poniamo. Quale è la cosa giusta da fare? è giusto chiudersi in se stessi? O forse aprire il proprio cuore può essere d'aiuto? Elly non è un modello da seguire, nella sua vita piena di alcool, droga e una madre assente. Quanto siete disposti a rischiare per essere realmente felici? Quanto avete paura di voi stessi e della vostra vita?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Trailer storia:
https://www.youtube.com/watch?v=fGdYqPB5Vu8

Risultati immagini per foto tumblr
Capitolo 2.

Le parti scritte in corsivo rappresentano i flashback dei personaggi

Intorno al mio corpo era tutto un insieme di colori indistinti.
Ero stesa sul pavimento ai piedi del letto e non c’era rumore solo colore. Un vortice di colori cosi intensi da lasciarmi quasi abbagliata. Giravano, danzavano, saltavano da una parte all’altra della stanza.
Uno strano suono piano a piano cominciò ad entrare nella mia testa come un trapano, sempre più forte. Mi tirai su e cercai con lo sguardo di attraversare quella massa di colori che sembrava volessero soffocarmi. Riconobbi la suoneria del mio telefono e riuscì ad allungare solo la mano sul letto per prenderlo per poi scivolare di nuovo sul pavimento e scoppiare a ridere. “Pronto” dissi con una voce un po’ troppo alta forse
“Elly, ho trovato la tua chiamata” disse la voce dall’altro lato
“Chi sei?” chiesi ridendo
“Elly sono io, Toby” rispose
Ah si, Toby. Il mio migliore amico. Innamorato follemente di me. Cosa ci vedrà di speciale in me non lo so. “Non mi avrai mai”  dissi per poi essere inghiottita dal buio
 
Silenzio. Un secondo prima nella mia testa c’era solo caos e ora silenzio.
Provai ad aprire gli occhi e la forte luce al neon bianca mi creò qualche problema.
“Ah finalmente” disse una voce, era sicuramente Peter
Mi poggiò la mano sulla fronte e mi spostò i pochi capelli dal viso. “Come ti senti?” mi chiese
“Confusa” risposi prontamente “dove sono?”
“Ospedale” rispose mio fratello con amarezza “io e Toby abbiamo sfondato la porta perché non rispondevi e ti abbiamo trovata sul pavimento, avevi perso i sensi per..”
“Peter mi dispiace” affermo subito con le lacrime agli occhi
“Prendi ancora quelle pillole Elly, mi avevi fatto una promessa” disse quasi arrabbiato
“Lo so” risposi “ti giuro che era da tanto che non le prendevo, ma ieri..”
“Ieri niente Elly, vuoi morire?” urlò “Perché se è così fallo fuori dalla mia casa, fuori dalla mia vita e fuori da questa città perché io non voglio assecondare queste tue pazzie” concluse dandomi le spalle
Piansi. In silenzio.
“Soffro anche io per la mancanza di papà, ma non decido comunque di suicidarmi” aggiunge
“Non volevo suicidarmi ho solo perso il controllo”
“Questa volta..” disse avvicinandosi alla porta
“Mamma?” chiesi esilmente
“Ha il telefono spento sarà come al solito a lavoro” rispose prima di uscire e chiudere la porta
Mi guardai i polsi magri e osservai il braccialetto con il numero. Non ero mai finita in ospedale ho sempre avuto il controllo di quello che assumevo. Mandai giù il nodo alla gola e mi tirai su con la schiena passandomi le mani fra i capelli.
“Come ti senti?”
Sobbalzai. Non mi ero resa conto che Toby fosse entrato.
“Sono stata meglio” rispondo abbassando la testa
“Non sei mai arrivata a tanto Elly” disse incrociando le braccia e restando a distanza “Ti procuro quelle pillole perché mi hai promesso che avresti fatto attenzione, e guarda in che guai ci hai cacciati”
Non rispondo. Mi alzo dal letto e cerco le mie scarpe.
“Non accadrà più” decido di dire
“Infatti, da me non avrai più niente” afferma per poi uscire dalla stanza
 
“Signorina dalle sue analisi risulta la presenza di un farmaco molto pericoloso nel suo sangue” afferma il dottor Cal guardandomi severo
“Lo so” dico guardando Peter che evita il mio sguardo
“Non sporgeremo denuncia e non esporremo il caso alla polizia di Chicago, ma sarà obbligata a frequentare queste sedute” dice consegnandomi un foglio
AIUTIAMOCI INSIEME
Patetico. Non avrei mai frequentato un corso dove tutti ci diciamo i problemi e ci abbracciamo facendo finta che sia tutto finito.
Sto per polemizzare, ma Peter risponde prontamente. “Sarà così dottore, grazie mille”
 
“Non andrò a questo centro di recupero” urlo sbattendo la portiera dell’auto
“Invece ci andrai e non farai storie o sarò il primo a denunciarti” risponde mio fratello mettendo in moto
Il mio cuore accelera e sento di esplodere da un momento ad un altro.
Arrivati a casa troviamo mamma ad aspettarci in cucina. “Ciao ragazzi”
Io e Peter ci guardiamo prima di non rispondere. “Cosa sono queste facce?” chiese
Guardo Peter supplicando con lo sguardo di non dire niente. “Sono andato a prendere Elly a scuola era rimasta in punizione” dice poi andando verso il salone
“Punizione per cosa?” chiede la donna evidentemente poco interessata
“Mi conosci rispondo male a chiunque, niente di grave” dico per poi salire le scale
“Elly perché la porta della tau stanza è rotta?” chiede poi
“Non riuscivo ad aprirla e Peter mi ha dato una mano a romperla” rispondo per poi entrare in camera
Mi getto sul letto e passo le mani sul mio viso cadaverico. Sfilò il telefono dalla tasca dei jeans e scorro le ultime chiamate per poi aspettare risposta da Toby.
“Hei dimmi..”
“Toby senti..” dico subito contenta di sentirlo
“Ci siete cascati vero?” risata “Questa è la mia segreteria lasciate un messaggio dopo il..”
Attacco.
Prendo un respiro profondo. Sono una stupida.
 
Apro gli occhi toccandomi la fronte e maledicendo un terribile mal di testa.
Guardo al lato del letto e leggo sulla sveglia del comodino le 23.22
Mi alzo ed esco nel corridoio notando mia madre già immersa nel suo sonno, mentre la stanza di Peter vuota.
Scendo silenziosamente le scale.
 
Cammino a passo veloce con le mani nella mia felpa. Fa più freddo del previsto. Devo parlare con Toby.
Raggiungo la piazza e noto subito il mio gruppo. Mi avvicino silenziosa.
“Hei donna del mistero” dice Tim dandomi il cinque
Sorrido e abbasso il cappuccio della felpa e guardo Toby seduto sulle scalinate. “Possiamo parlare?” chiedo con sguardo quasi triste “Per favore” mi sbrigo ad aggiungere
Lui si alza e i indica di seguirlo. Ci sediamo poco lontani, la vista del lago e della città di notte ci fa da sfondo.
“Mi dispiace se ti ho messo nei casini” dico subito osservando la nuvoletta di fumo uscire dalla mia bocca
“Non sono arrabbiato per questo Elly” dice guardandomi negli occhi
Lo guardo confusa e so che ha capito che a questo punto aspetto una spiegazione.
Sospira prima di continuare. “Perché hai detto quella frase oggi al telefono?”
Ora capisco. Io e la mia stupida  bocca. “Toby io ero completamente strafatta, non sapevo cosa dicevo” mi giustifico ed era vero
“Elly quando ho deciso di confidarti i miei sentimenti per te, non l’ho fatto perché mi aspettavo qualcosa da te. Volevo semplicemente essere onesto con la mia migliore amica” dice deluso “è stato umiliante oggi” conclude prima di alzarsi e lasciarmi sola
 
“Peter dove sei?” chiedo al telefono
“Sono a casa di Hanna” risponde freddo
“Ancora? Ma è la mezza, non puoi venire a prendermi?” chiedo con un pizzico di disperazione
“Non può Toby?” chiede
Sospiro. “No”
Passano interminabili secondi di silenzio. “va bene dove sei?” mi chiede
Sorrido. “Vicino al lago, poco più avanti seduta su una panchina”
Attacca. Incrocio le gambe e mi accendo una sigaretta.
“Vedo che ne hai comprato uno nuovo” dice una voce alla mie spalle
Mi giro confusa per poi sbuffare nel vedere il viso di Zack. “Lasciami in pace” dico dandogli di nuovo le spalle
“No” dice lui sedendosi al mio fianco
Mi allontano. “Non hai niente di meglio da fare?” chiedo con finta calma nella voce
“I miei amici sono un po’ ubriachi” dice indicando con un dito un gruppo di ragazzi seduti quasi vicino la riva “io non mi stavo divertendo e ti ho vista qui tutta sola e ho pensato di venire a farti compagnia”
“Non mi serve grazie” rispondo alzandomi
“Facciamo così” dice alzandosi a sua volta “tu mi chiedi scusa per essere piombata avanti alla mia auto e per avermi lanciato l’accendino in faccia e io me ne vado”
“Scordatelo”  rispondo acida
“Allora resto qui” dice
“Me ne vado io” dico camminando
“Elly” grida
Mi giro a guardarlo scocciata.
“Perché ti comporti così con me io non ti conosco neanche” dice con uno sguardo quasi dolce
“Se non mi conosci perché te ne esci con frasi del tipo ‘dimentico che sei Elly Davis’?” dico incrociando le braccia e guardandolo con tono di sfida
“Tu sei famosa per la tua scontrosità” dice ridendo
“è solo un pregiudizio” dico
“E perché tu non ne hai nei miei confronti?” aggiunge
Lo guardo nervosa. Sbuffo. Ha ragione, ma non posso dirglielo.
Per fortuna il rumore del clacson di Peter mi riporta alla realtà e mi salva da quella conversazione. Salgo in auto senza dire una parola ma sento lo sguardo di Zack fisso su di me.
“Non hai salutato Zack Miller” dice Peter ridendo “una nuova fiamma?”
“è lui la fiamma e spero si spenga presto” dico guardando fuori dal finestrino
 
“Tranquillo papà, ti dimostrerò come sono diventata brava” dico ridendo e mettendo in moto
“Io non mi fido tanto” ride “ forse dovremmo aspettare tua madre” aggiunge
“Papà hai bisogno delle medicine e io non so quali sono e mamma torna tardi lo sai, quindi ti accompagno io in farmacia” dico guidando cauta
“Potrei guidare io” dice Peter dal sedile posteriore “Non capisco perché hai detto si a lei e a me no”
“Perché sono la figlia preferita” dico ridendo mentre papà mi accarezza la guancia
 
Apro gli occhi. Mi accorgo che sono ancora le cinque del mattino. Sono tutta sudata e ho il cuore a mille.
Esco sul balcone della mia camera e mi accendo una sigaretta. Mi manchi papà.
Una lacrima riga la mia guancia.
“Non riesci a dormire” dice la voce di Peter
Scuoto la testa. “Brutti sogni”
Mi stringe. “Andrà tutto bene te lo prometto Elly”
“Ho sognato il momento prima dell..” le lacrime smorzano la mia frase
Peter mi stringe e mi bacia la testa. “Non è colpa tua”
“Mi manca così tanto” sussurro
 
Sono fuori alla sede dell’AIUTIAMOCI INSIEME. Entro sotto lo sguardo severo di Peter che evidentemente non si fida.
“Ciao, puoi dirmi il tuo nome?” dice una signorina fin troppo gentile per i miei gusti
Mi guardo alle spalle e noto dietro la porta di vetro che la macchina di Peter non c’è più.
“Ho sbagliato posto” dico per poi svignarmela
Cammino circa dieci minuti per poi trovarmi fuori la casa di Toby. Prendo un profondo respiro e poi busso.

 
--------------------------------
SPAZIO AUTRICE
Secondo capitolo.  Vorrei ringraziare le più di cento persone che hanno letto il mio primo capitolo in un giorno, sono felice anche se mi sarebbe piaciuto ricevere qualche commento giusto per farmi una idea di come può piacere la storia.
Spero capirete con il tempo che non è la classica storia di una ragazza trasgressiva, ma comunque tempo al tempo.
Oggi vi mostro il volto di Peter: 

Risultati immagini per isaac lahey gif
Vi informo inoltre che ho creato anche il trailer della storia per chi volesse passare a dare uno sguardo ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=fGdYqPB5Vu8
Baci e alla prossima!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: La ragazza noname