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Autore: Naoya    28/09/2016    1 recensioni
I Nex sono un popolo alieno pacifico, tecnologicamente molto avanzato e con una mentalità aperta. Vivono su un pianeta due volte e mezzo più grande della Terra e nonostante la vastità delle loro terre ed etnie presenti, sono un popolo unito. Ma poi, tutto cambiò quando uno scienziato pazzo attaccò i Nex per vendetta; un traditore che aveva dissertato il suo stesso popolo per ben due volte. Ora i Nex sono in fuga e in cerca di speranza, viaggiando di pianeta in pianeta aiutando e ricevendo aiuto dalle popolazioni presenti nell'universo; ma un popolo in particolare attira la loro attenzione: il genere umano.
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Passarono alcune settimane ed Elisa riprese ad allenarsi insieme ad Io cercando di dimenticare la sua esperienza, durante una sessione di addestramento i due stavano simulando una lotta corpo a corpo disarmati. La ragazza si avventò sul Nex cercando di colpirlo ma l'alieno riuscì a parare ed evitare i suoi colpi come se nulla fosse e, nell'istante in cui i loro occhi si incrociarono, Io prese il braccio della ragazza dopo che aveva sferrato un pugno per poi buttarla a terra dicendole «Combatti con rabbia e risentimento… se continui così, finirai in rovina...»
Lei si calmò e dopo essersi seduta cominciò a bere dell'acqua dalla sua bottiglietta fissando con un aria triste il pavimento, Io vedendola in quello stato si sedette vicino a lei ed Elisa gli disse «Credevo di essere diventata forte… mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso».
«Per quanto si possa essere forti, tutti possono avere momenti di debolezza».
La ragazza sospirò e continuò a fissare il pavimento per poi rispondergli «Vorrei essere come te».
Il Nex scherzosamente rispose «Non è facile essere me, specie perché devo costantemente badare una chiacchierona».
I due si guardarono negli occhi e la ragazza sorpresa rispose «Da quando in qua hai cominciato a fare battute?»
Io distolse lo sguardo e con imbarazzo rispose «D-da quando… ecco, si insomma...»
«Se devi dire qualcosa dillo! Non è da te esitare così».
L'alieno nascose il suo viso nella sciarpa dall'imbarazzo e la ragazza vedendo quella reazione cominciò a stuzzicarlo spingendolo e tirandolo a se «E dai, non fare il timido ora».
Elisa, presa dal momento di euforia, finì per spingere troppo forte il ragazzo ed entrambi caddero al suolo finendo l'uno sopra l'altro. La ragazza guardò Io e notò che tra i suoi capelli riusciva a vedere il suo occhio destro tenuto sempre nascosto tra i suoi capelli, avvicinò la mano e gli fece una carezza sul viso per poi sfiorargli i capelli, il Nex vedendo quel gesto disse alla ragazza «Non farlo… potresti pentirtene».
«Di cosa? Di aver visto il tuo occhio destro?»
Io distolse lo sguardo ed annui per poi dirle «Se ci tieni vederlo, fallo. Ma a tuo rischio e pericolo».
La ragazza non esitò e tolse i capelli ma il ragazzo chiuse il suo occhio, vide una cicatrice sulla sua palpebra che partiva dalla fronte fino ad arrivare quasi all'altezza della punta del naso «Apri l'occhio, non ti mangio mica».
«… Sicura?»
«Sicurissima». Rispose dolcemente la ragazza.
Io la guardò per poi aprire lentamente la sua palpebra mostrando così il suo occhio: aveva un intenso colore rosso con alcune linee nere nere che davano un senso di movimento alla sua iride. Elisa rimase meravigliata ed esclamò «È... è bellissimo!»
«Non hai paura?»
«No, perché dovrei?»
L'alieno allungò la sua mano sul volto della ragazza e le disse «Sono diventato così... da quando ho cominciato a stare con te».
Due lacrime scesero dagli occhi di Io: quella nell'occhio sinistro era fatta di acqua, mentre quella che scese dall'occhio destro era fatta di sangue; singhiozzando il ragazzo continuò «Tu mi hai reso ciò che sono ora, mi hai reso forte… molto di più di quanto lo ero in passato».
Vedendo il dolore nei suoi occhi, Elisa seguì il suo istinto e strinse tra le sue braccia il ragazzo il quale, sfogò tutto ciò che aveva dentro. Dopo un po' i due si sedettero nuovamente vicini, la ragazza guardò il Nex per poi dirgli «Toglimi una curiosità, perché sei il guardiano dell'ombra? Insomma ci sono altri elementi come la terra o il fulmine».
Dopo qualche istante di silenzio il ragazzo rispose «Sono chiamato così, perché sono privo di elemento. Non ho nessuna affinità, non sono speciale come gli altri. Tutto ciò che possiedo sono le mie abilità che ho acquisito durante gli addestramenti. Quando fummo attaccati io non ero altro che un semplice soldato, per quanto i miei compagni anche di grado superiore erano abili, furono tutti brutalmente uccisi da quelle macchine. Fui portato in salvo da una mia superiore che per quanto fosse severa aveva anche un cuore d'oro, si sacrificò pur di salvarmi la vita e quella sciarpa che portavo fino a poco tempo fa era il suo ultimo ricordo, la sua ultima volontà. La mantellina che portava bianca come la neve si era intrisa del suo sangue e poco prima di lasciarmi la strappò e me la diede dicendomi che avrei dovuto mettere fine a questa follia. Corsi via più veloce che potessi ma quei robot furono in grado di raggiungermi e ferirmi gravemente, mi ritrovai a terra privo di forze con due di quelle bestie che mi guardavano con il loro unico occhio rosso. Pensai di essere spacciato, quindi accettai il mio destino, ma proprio quando persi le speranze qualcosa distrusse quelle macchine per poi caricarmi sulle sue spalle. Quando mi risvegliai ero su un'astronave, accanto a me c'era la mia sorellastra Lilac con al suo fianco Master Zero, quest'ultimo mi rivelò che ero diventato un guardiano».
«Non ricordi chi possa essere questa misteriosa persona che ti ha salvato?»
«Ho sempre pensato che fosse Master Zero ma non ho mai avuto una prova concreta che confermasse la mia ipotesi. L'unica cosa che sapevo per certo era che dopo quel giorno il mio occhio destro non era più lo stesso, acquisii l'abilità di vedere nel buio più profondo, di percepire i pericoli e le emozioni negative altrui, questo forgiò la mia personalità negli anni che seguirono. Ma… da quando ho conosciuto te... sento di essere tornato, almeno in parte, come ero un tempo».
Elisa rimase in silenzio ascoltando quella storia e qualche istante dopo il Nex aggiunse «Tu sei l'unica che abbia visto il mio occhio e che abbia ascoltato la mia storia. Se l'ho fatto è perché…»
«Perché?»
«Perché...» Io esitava a finire la frase ma si fece coraggio e sussurrò «… Perché ti amo».
La ragazza arrossì a quella rivelazione e balbettando rispose «T-tu… mi ami?»
Il Nex annuì nascondendo il volto nella sciarpa per poi dirle «È strano… quando sono con te sento di dimenticarmi di tutte le mie ansie e preoccupazioni. Vederti così triste quel giorno ha fatto soffrire anche me».
Elisa capì quanto era stato male il ragazzo per lei; era come se stesse provando quella stessa sensazione di vuoto ed abbandono che aveva provato il Nex quella volta e, mossa dal sentimento, lo abbracciò «Mi dispiace... mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire così per causa mia».
«Non sono arrabbiato… sono solo stanco...» Rispose il Nex con un tono malinconico.
I due rimasero ad abbracciarsi per qualche minuto, poi quando si separarono, Io colse di sorpresa la ragazza baciandola sulle sue labbra. Elisa rimase immobile, era spiazzata, non tanto per il gesto in se quanto per le emozioni che stava provando in quel momento; il suo cuore batteva molto forte mentre le calde labbra del ragazzo toccavano le sue, ed in quel momento, capì i suoi veri sentimenti.

Nel frattempo nella fascia di Kuiper, la gigantesca astronave stava facendo rotta verso la Terra. Il ragazzo presente sul velivolo si avvicinò al Nex anziano e gli disse con un tono sarcastico «Dottor. Yomkar, non crede che siamo stati sleali? Siamo molto in anticipo sulla tabella di marcia».
«In guerra non esistono regole e se possiamo anticipare i nostri avversari tanto vale farlo».
«Piuttosto la nostra cimice come se la sta cavando?»
«Egregiamente, grazie al suo contributo abbiamo sviluppato nuovi prototipi, siamo stati in grado di fare un upgrade ai tuoi sistemi ed ho colto l'occasione per costruire due robot dalle doti eccezionali».
«Eccellente, sono proprio entusiasta all'idea di mettere piede sulla Terra».
«Comprendo il tuo entusiasmo ma cerca di aspettare. Manca poco al nostro arrivo».

Angolo autore: Ciao a tutti, fin'ora la storia è stata piena di emozioni e momenti toccanti tra i nostri protagonisti umani ed alieni ma dal prossimo capitolo in poi ci sarà azione a non finire. Rimanete sintonizzati se non volete perdervi il meglio :) bye bye
   
 
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