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Autore: Emmastory    28/09/2016    4 recensioni
Un mese è passato, e la povera Rain si scopre sola dopo la partenza per il pericoloso regno di Aveiron da parte del suo amato Stefan, che l'ha lasciata in compagnia della loro piccola Terra, di una promessa, e di una richiesta. Conservare l'anello che li ha uniti, così come i sentimenti che li legano. Nuove sfide si prospettano ardue all'orizzonte, e armandosi di tenacia e forza d'animo, i nostri eroi agiranno finchè un'ombra di forza aleggerà in loro. (Seguito di: Le cronache di Aveiron: Oscure minacce.)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-IV-mod
 
 
Capitolo XII

Perle di saggezza

Ad occhi aperti, ero di nuovo sveglia, e un altro giorno era ormai passato. Per qualche strana ragione, il sole non splendeva, e una fitta nebbia, umida e opprimente, permeava l’aria. Una parte di me era convinta che la colpa di tutto potesse unicamente essere imputata alle odierne condizioni meteorologiche, ma un’altra, impegnata in una dura ed impari lotta contro la prima, mi portava a credere che non fosse vero. Sono ora impegnata a riflettere, e in completa sincerità non penso sia solo e soltanto colpa del tempo, ma bensì di qualcos’altro. Ho la mente occupata da mille pensieri, e il vento ha iniziato a soffiare. Avvicinandomi alla finestra della stanza dove ho passato la notte, poso la mano sul vetro, guardando oltre quest’ultimo con fare rassegnato. “Perché?” non faccio che chiedermi, abbandonandomi ogni volta a tristi e muti soliloqui di cui nessuno oltre al mio diario è a conoscenza. “Perché non possiamo essere come la luna e il sole, vivere una diarchia benevola e priva di ogni contraddizione?” anche questa, una domanda che mi pongo sin da quel nefasto giorno, in cui la mia normale vita è cambiata per sempre, e i famigerati Ladri hanno preso il controllo della mia bella e umile Aveiron. Una città fiorente, e un regno destinato a prosperare, il cui fato è però stato riscritto dalla cupidigia umana. Pensando, non riesco a stare tranquilla, e pur provandoci, sottopongo me stessa a torture inimmaginabili. Sono quindi violenta contro la mia stessa persona, ma non voglio mollare. No. Non ne ho nessuna intenzione, non ora. Seppur lentamente, i giorni passano, e anche se non ho la forza né la voglia di sorridere, sono consapevole della mia fortuna. Data l’attuale condizione di questo regno, o di ciò che ne rimane, sono una delle poche fortunate. Difatti, e come solo pochi sanno, il numero delle donne che come me vive una vita così vicina alla normalità, si conta sulle dita di una mano. Da quando ogni cosa è in rovina, molte non ce la fanno, e scelgono sempre più spesso di lasciarsi catturare dai Ladri, o di togliersi la vita pur di sfuggire alle loro grinfie. Una realtà che osservo in perfetto silenzio da una debita distanza, e che mi viene raccontata ormai da giorni, da due fonti che ritengo affidabili. Mio cognato Drake e mia sorella Alisia. Un altro mese sta per andarsene, ed entrambi non fanno che raccontarmi quello che sanno e vedono. Uno lo fa ogni giorno e ogni qualvolta io gli chieda spiegazioni su questa così assurda realtà, e l’altra ha iniziato a farlo da solo poco tempo, tramite lettere che ricevo e leggo in completa e perfetta solitudine. Può sembrare strano, esagerato, o addirittura folle, ma stando alle sue parole, ciò che mi racconta corrisponde al vero. Dal suo punto di vista, la vita qui ad Aveiron è orribile. Ricorda ancora bene il periodo che insieme siamo state costrette a passarci prima della sua sparizione dalla mia vita, vivendo l’una al fianco dell’altra in una casa troppo piccola per i nostri stessi bisogni. Sempre secondo il suo pensiero, dovrei guardarmi bene da chiunque. Le facce amiche sono e devono essere poche, e i nemici vanno tenuti a distanza. Ora come ora, il tempo scorre, e rileggendo le parole impresse nell’ultime delle sue lettere, piango. “Rain, sono io, Alisia. Tu non ne hai idea, ma so quello che stai passando. Siamo sorelle, ti voglio bene, e non posso certamente lasciarti sola. Sto arrivando, perciò resta dove sei e non osare uscire di casa. Potrai non credermi, ma i miei sono consigli preziosi. In ultimo, resta con Stefan, e per favore, pensa, guarda nel tuo cuore e trova dentro di te la forza che hai e sai di avere. In altre parole, agisci, e fidati di tutti noi.” Ad essere sincera, vorrei davvero che mia figlia avesse notizie della zia, ma dato quello che è stata recentemente costretta a passare, non voglio intristirla e rovinare il suo grande ottimismo. “Tutto andrà bene.” Continua a ripetermi, incatenando il verde dei suoi occhi al marrone dei miei, e ricordandomi in quel modo le parole del padre. Regalandole ogni volta dei flebili sorrisi, accetto la sua idea senza esprimermi o parlare, ma c’è una cosa che lei non sa. Ne è all’oscuro, ma io non ci credo. Chiaro è che Stefan abbia promesso di proteggermi, ma nonostante tutto, io non ce la faccio. Le forze mi stanno abbandonando, e i tentativi di dimostrarmi forte si stanno tristemente rivelando vani. Lentamente, mi sento venir meno, quasi come se la vita mi venisse rubata dalle vene. La luna splende, il silenzio regna, ed io sono stanca. Ho bisogno di dormire, riflettere e pensare, e prima di farlo, affido i miei ultimi momenti di coscienza alla più brillante stella nel cielo di stasera, concentrandomi, anche dormendo, sulla mia amata sorella, e sulle sue veritiere perle di saggezza.
   
 
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