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Autore: Hao Sakura    28/09/2016    4 recensioni
Killua e l'autrice tornano con questa fic demenziale ambientata a casa Zaodyeck!
Tra denunce del WWF, sradicamenti delle foreste e cose malinconiche a non finire, la vostra sanità mentale scenderà a zero.
Buona Lettura!
Genere: Avventura, Demenziale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Illumi Zaoldyeck, Killua Zaoldyeck
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Illumi e Killua si lanciavano sguardi colmi d'odio, mentre l'autrice e Milluki li osservavano in assoluto silenzio. L'aria era carica di negatività e i due sprigionavano un'aura oscura, riusciva a percepirlo con chiarezza.
- Killua, fermati!E' una pazzia! - urlò la ragazza con tono disperato. Le lacrime stavano per bagnarle nuovamente gli occhi, non voleva che il suo amico si facesse male.
- Aly, sta tranquilla. Darò una bella lezione a questi due! - rispose l'altro, continuando a fissare il fratello
Lei strinse forte i pugni, avanzò a grandi passi verso l'albino e gli afferrò la spalla. 
- Non permetterò che tu ti faccia del male – annunciò seria, dentro il suo sguardo si poteva leggere una forte determinazione . 
- Ah, ma quanto siamo...sentimentali! - ridacchiò Illumi, intromettendosi nella loro conversazione. I due lo guardavano con occhi duri e gelidi, la bocca serrata. Killua con uno scatto si avventò su di lui, la mano modificata pronta a colpire. Quando, improvvisamente, nella stanza entrarono Kikyo e Silva, seguiti a ruota da Kalluto. L'autrice ed i tre Zaoldyeck avevano un'espressione sconvolta in volto e la bocca completamente spalancata. Il motivo? 
Bé Silva, in quel momento, indossava un costume da ravanello gigante e la madre di Killua aveva in braccio un Cicciobello. 
- PERCHE' PAPA' STA INDOSSANDO QUEL COSTUME!E PERCHE' MAMMA HA IN BRACCIO UN BAMBOLOTTO?! - sbraitò il figlio dai capelli bianchi. 
- Ma come tesoro, non ti piace il mio nuovo giocattolo? - domandò la donna, leggermente delusa.
Gli altri presenti non proferivano parola, probabilmente troppo scioccati. In quell' istante, il pupazzo si mise a piangere e successivamente si esibì in una risata malvagia, che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque. 
- Oh, non piangere!La mamma è qui con te! - Così, la madre dell'albino si mise a cullare, dolcemente, quella sottospecie di giocattolo posseduto. Fu allora che Kalluto si mise a ballare e a cantare per la stanza. Piroettava peggio di una ballerina ubriaca e sulla sua faccia era dipinta un'espressione da ebete. Successivamente, si esibì in salti anti-gravitazionali alla Ilary la Ginnasta.Tutti i presenti lo guardavano straniti e con mille interrogativi. Il giovane prese per mano Killua e cominciò a danzare, sotto la faccia allucinata dell'altro, che intanto cercava di non farsi venire i conati di vomito. 
- Non l'ho mai visto così, sembra in preda ad uno scarico di zuccheri! - disse il padre.
Più che altro sembrava in balia di aver bevuto troppo caffè, ma dettagli.
- LALALALALAAAAAAAAAA! - Gridò il ragazzino, euforico.
“ Finalmente non c'è più mamma che mi rompe le scatole e che mi fa il monologo della giornata ogni due per tre!
SONO LIBERO!” Si ripeté nella sua testa.   
I genitori cercavano, invano, di fermarlo. Lui continuava a festeggiare e sclerare a squarciagola, manco avesse vinto uno Yatch. 
Dopo mezz'ora, il più piccolo dei fratelli crollò a terra stanco morto. Ovviamente, aveva sempre un sorriso demente in volto. 
- Povero piccolo!Forse voleva passare più tempo con la sua mamma! - provò a spiegare Kikyo. 
A quelle parole il bambino si alzò di scatto e corse via dalla stanza, sbraitando come uno scemo.
- Mamma, se non ti dispiace, vorrei riprendere il mio scontro mortale con i miei fratelli – si intromise l'albino.
I due sopraccitati si strofinarono le mani, contenti.
- Certo Kilu!Fai pure!Noi staremo qui a guardare – rispose, spingendo il figlio e incitandolo.
Finalmente la resa dei conti era arrivata, l'amico dell'autrice era pronto a fargliela pagare. Tirò fuori i suoi Yo-yo e creò l'elettricità con il NEN. Li fece roteare un paio di volte, per essere sicuro che fossero a posto. Dopo ciò, si catapultò, senza troppa delicatezza,
contro Illumi e Milluki. Aly lo osservava preoccupata, le mani le tremavano ed i brividi attraversavano tutto il suo corpo.
Era pronto per sferrare il primo di una lunga serie di colpi, quando...
- OH SANTO CIELO!KILU!QUANTA FREDDEZZA NEI TUOI OCCHI E QUALE MAESTOSITA' HA IL TUO NEN!
MERAVIGLIOSO! - Si intromise, di colpo, la madre.
Il figlio si fermò a pochi centimetri dalla faccia dei due.
- Mamma!POTRESTI NON INTROMETTERTI?! - Domandò irritato. Aveva il viso contratto in una smorfia furiosa. Mentre Silva se la rideva sotto i baffi.
- Giusto!Scusa Killu, continua -
Il nostro giovane eroe si preparò di nuovo per sferrare il colpo. Avanzò di nuovo a grandi passi .
- OH MAMMA MIA!FANTASTICO IL TUO PASSO DA ASSASSINO! - urlò nuovamente, interrompendo la battaglia .
- MAMMA, PERFAVORE!HO UN'AMICA QUI! - cominciava ad alterarsi e la pazienza gli stava scendendo.
Ancora una volta dovette ritornare indietro e rifare tutto daccapo. Ma anche questa volta, non riuscì a finire la sua opera.
- OH LORD DEL PROSCIUTTO!IL MIO RAGAZZO CRESCE COSI' IN FRETTA! -
Il poverino, ormai preso dalla rabbia, cominciò a dare furiose testate su un palo. L'autrice lo guardava divertita, si dovette mettere una mano davanti alla bocca per non scoppiare in una fragorosa risata. Seguita a raffica dagli altri presenti.
Peccato che tutti avessero la resistenza di un elefante sul tapis roulant e, quindi, si misero a ridere a crepapelle e a tirare fuori qualche polmone. In quell'istante, dalla porta entrò Goto, la cui faccia era contratta in un'espressione apparentemente turbata.
- Mi dispiace disturbarvi Signori Zaoldyeck, ma è ora della lezione quotidiana – borbottò il maggiordomo, mentre teneva in mano delle scarpine da ballerina.
- E' perfetto!Ragazzi che ne pensate di partecipare anche voi? - chiese Silva con un sorriso a trentadue denti, abbastanza inquietante
- Veramente, noi – provò a dire l'amico della ragazza.
- Perfetto!Muoviamoci! - s'intromise Kikyo decisamente euforica.
Così i nostri eroi si erano precipitati, o meglio dire erano stati trasportati, nella sala da ballo.
Ancora una volta i due amici erano finiti nel posto sbagliato, al momento sbagliato.






La sala aveva un pavimento in parquet ed i muri erano completamente bianchi. Da un camerino uscirono i genitori ed i fratelli di Killua, tutti vestiti con tutù rosa da ballerina.
- Bene, ora che ci siamo tutti possiamo incominciare la lezione! - annunciò Goto, battendo le mani per richiamare l'attenzione.
Inutile dire che il magico duo delle meraviglie si era rifiutato di partecipare. Guardavano solo con poco interesse gli altri che piroettavano allegramente per la stanza. Milluki ed Illumi sembravano delle balene in calore quando si muovevano e il pavimento tremava quando facevano i salti con spaccata, fortunatamente non si era ancora frantumato!
- E Arabeske! - urlò l'uomo.
Tutti senza un'apparente sincronizzazione, fecero il passo di danza richiesto, ma caddero a terra come delle pere cotte.
Aly e l'albino strabuzzavano gli occhi ad ogni esibizione. Purtroppo erano costretti a rimanere fino a fine lezione, valeva dire sorbirsi un'altra ora di tentativi inutili da parte dei familiari. In quel momento, quello spettacolo terrificante venne interrotto da un altro maggiordomo, che era entrato nella sala. Aveva richiesto la presenza dell'autrice, dicendo che c'erano delle persone al telefono che volevano parlarle. Subito la sopraccitata, avendo una scusa per andarsene, corse dietro al servitore, che intanto era uscito. Il suo amico la guardava sofferente, avrebbe dovuto vedere altre pose strane per un'intera ora, ma stavolta da solo.
Si poggiò al muro, incrociò le braccia e si preparò per la tortura.












La ragazza avanzava a grandi passi dietro l'altro, che gentilmente la stava scortando fino al telefono di casa Zaoldyeck. Attraversarono lunghi corridoi, fino ad arrivare all'agognato telefono. Era preoccupata, temeva di sapere chi fosse.
Alzò con mano tremante la cornetta e pronunciò con voce flebile un “Pronto?”.
Purtroppo dové dire addio all'orecchio sinistro, perché una voce maschile le aveva appena rotto un timpano.
- AH!ALY SEI TU! - Gridò violenta la voce dall'altra parte della cornetta.
Aggrottò le sopracciglia, aveva capito, di suo malgrado, il motivo della chiamata
- Chi credevi che fossi?Babbo Natale? - domandò con tono piatto.
- AH!DEVI RACCONTARMI TUTTO!STAI MANGIANDO?!TI ALLENI OGNI GIORNO NEL COMBATTIMENTO?!STAI BEVENDO ABBASTANZA?! STUDI PER LA SCUOLA?!TI CAMBI I VESTITI OGNI GIORNO?! PER CASO SEI DIMAGRITA TROPPO?!NO, PERCHE' SE E' COSI' DEVI ASSOLUTAMENTE MANGIARE DI PIU'!CHIARO?! - Sclerò e domandò a raffica la voce maschile.
- Se magari eviti di farmi diventare sorda, posso risponderti! - ribatté.
Si ammutolì subito e dopo continuò con tono calmo...
- Hai ragione, scusa. Ero preoccupato! - tentò di giustificarsi.
L'autrice strinse forte il telefono, fece passare un dito tra i fili con noia.
- Non sono più una bambina, dovresti saperlo. So cavarmela bene anche da sola, non serve che ti preoccupi per ogni nonnulla! - rispose imbarazzata. La sua faccia era diventata color porpora di botto. Cavolo, ormai era grande.
- Lo so bene, è anche per questo che mi preoccupo - disse a sua volta.
A quella risposta sorrise, commossa.
- Comunque sto bene, piuttosto, lui come sta? - non osò pronunciare il suo nome, quasi fosse un tabù
- E' molto triste, ultimamente. Gli manchi tanto. Non mangia più, non parla più, sta sempre a guardare il cielo pensando a te. A volte piange e non smette. Non riesce a vivere senza te – ammise la voce dall'altra parte.
L'autrice abbassò lo sguardo, tutto il mondo le cadde improvvisamente addosso. Si sentiva male, cominciò a singhiozzare, silenziosamente.
- Dig- Digli che tornerò, digli che deve aspettarmi ed avere pazienza, una volta ritornata a casa non lo abbandonerò più, d'accordo? - fece lei con la voce rotta dai singhiozzi.
- Farò come dici, ora scusami tanto piccola, ma devo lasciarti. Fammi avere tue notizie presto - raccomandò l'altro.
- Va bene, ci vediamo Kuroro... - rispose.
La chiamata venne interrotta e un ronzio fastidioso cominciò a provenire dal cordless.
Rimase lì a guardare la fine del corridoio con sguardo perso, ma soprattutto con una gran malinconia negli occhi...






La luna era luminosa nel cielo, le stelle danzavano armoniose intorno a lei. Come in una festa, nella quale la luna era la festeggiata.
C'era un vento gelido che attraversava il corpo della ragazza, ma lei non sentiva freddo. Avevo lo sguardo spento, la bocca serrata e i capelli che le ricadevano sul volto.
- Ehi, finalmente ti ho trovata – disse Killua, sedendole vicino . Aveva una faccia felice, al contrario dell'altra.
Mise le ginocchia al petto e alzò lo sguardo sugli astri splendenti.
- Hai visto com'è bella la luna oggi? - domandò l'albino con un lieve sorriso.
Alzò la testa, le palpebre basse. Avrebbe tanto voluto essere positiva come lui in quel momento.
- Incantevole... - rispose vaga.
Subito l'amico girò la testa verso di lei, un'espressione turbata era dipinta sul suo volto. Vederla stare così gli faceva male.
- Si tratta di lui, non è vero? - gli bastò capire il motivo della sua tristezza solo osservandola, doveva ammetterlo...la conosceva bene.
Per tutta risposta lei abbassò la testa, annuendo lentamente.
- Ti va di parlarne? -
- D' accordo... - mugugnò la ragazza.
Cominciò a spiegargli tutto l'accaduto, dalla chiamata e dalle informazioni che aveva ricavato da essa. A volte si interrompeva sui pezzi tristi.
- Vedi... lui mi ha salvata da una vita orribile – ammise poi. Tremava come una foglia, non dovevano essere ricordi piacevoli.
L'albino per consolarla, mise una mano sulla sua schiena. Sentiva la pelle lucida attraverso la maglietta, la accarezzava con movimenti lenti. Quando, improvvisamente, si ritrasse da quel contatto come spaventata.
- Che succede? - domandò incuriosito dal gesto brusco.
- Non voglio che mi si tocchi la schiena... ci sono dei ricordi orribili lì sopra, con il tempo ho cercato di cancellarli, ma alcuni sono indelebili...come questo – spiegò triste.
Si girò da un parte e si alzò la maglia, facendo intravedere all'amico la sua schiena. Ciò che vide, raccapricciò non poco il ragazzo. Sulla sua pelle c'erano delle enormi bruciature, in quel punto la carne era nera carbone. L'amico se ne accorse solo dopo aver visto meglio, che quei segni insieme andavano a formare una S gigante cerchiata.
- Chi...chi ti ha fatto questo? - tentò di dire, sconvolto. La bocca era aperta, lacrime di sudore scendevano vive dalla sua fronte.
- Sono stati quei bastardi...sta a significare la mia appartenenza a loro – disse l'autrice, guardandolo con la coda dell'occhio per poi tirarsi giù la maglia e nascondere l'orribile cicatrice.
- Forse è meglio se ti racconto la storia dall'inizio... - aggiunse poi.
Si mise più comoda, si schiarì la gola e cominciò a raccontare la sua terribile storia, storia che l'aveva segnata per il resto della vita.












Varie persone erano nell'atrio gigantesco, avevano tutti delle facce annoiate. C'era chi si girava i pollici, chi guardava per terra con sguardo vuoto e chi camminava avanti e indietro per la stanza.
- Ah!Che noia!Allora ragazzi, quando torna il capo? - domandò una figura femminile stiracchiandosi ed emettendo uno sbadiglio.
- Ha detto che sarebbe tornato a minuti, quindi, abbi pazienza – le rispose un ragazzo, fissandola. Per tutta risposta l'altra roteò gli occhi.
- E' in ritardo!Ci aveva promesso che sarebbe tornato con un nuovo regalo, ALLORA DOV'E'?! - urlò esasperata, capitava che spesso perdesse il controllo.
- Cerca di stare calma – ordinò qualcun altro, stava sfogliando le pagine di un libro con poco interesse.
- NON DARMI ORDINI SCIENZIATO DEI MIEI STIVALI! - gridò, brandendo un coltello ricurvo.
- Posso darti ordini quando e come voglio – disse sprezzante l'altro, sistemandosi gli occhiali.I due si lanciavano saette e fulmini dagli occhi. Subito la figura femminile fece per fare un passo verso di lui, ma qualcos'altro attirò l'attenzione di tutti. Dal portone principale era appena entrata una sagoma bassa e maligna, che guardava tutti trionfante.
- Sono tornato, contenti? - chiese, quello che doveva essere il loro capo, con sorriso beffardo.
- Spero tu abbia una ragione per esserti assentato
tanto – annunciò il ragazzo che prima camminava avanti e indietro per la stanza.
- Certo che ce l'ho!Forza vieni qui, non aver paura! - da dietro di lui spuntò una ragazzina dall' aria sofferente e dallo sguardo spaventato, anche se non lo dava a vedere.
- Allora, non è bellissimo il mio nuovo giocattolo? -
Sulla faccia di tutti comparve un sorriso a metà tra il pervertito ed il sadico, accompagnato da un ghigno a dir poco inquietante.
La ragazzina rabbrividì, ma continuava a rimanere impassibile.
- Grazie, capo!Posso giocarci un pochettino?Per piacere!Giuro che sarò leggera! - domandò con falso sorriso la figura femminile, la quale rivolse al "nuovo giocattolo” un'occhiata famelica.
- Eh, no!Mettiti in fila!Prima ci sono io! - ribatté il ragazzo, prendendo un coltello e sfiorando il collo della giovane, la quale ora aveva un lungo taglio sanguinante.
Guardava i due con una vena di disgusto, che esseri schifosi...ovviamente l'aveva solo pensato, non si sarebbe mai azzardata a dirlo ad alta voce, si trovava in una stanza piena di maniaci, pazzi che potevano farle qualsiasi cosa,
quindi era meglio non rischiare.
- Su, non litigate!Avrete entrambi la vostra occasione!Ti do il permesso, ma fa piano, altrimenti ti ammazzo. Non vorrei che si rompesse – raccomandò lui dandole il permesso, intanto osservava il suo amato oggettino, accarezzandole dolcemente una guancia con fare protettivo. Le sue dita fredde toccavano la sua candida pelle, che al tatto rabbrividiva.
- Sarò felicissima di giocare con lei, mio signore. Faremo una bella chiacchierata per conoscerci meglio, non è vero piccola? - detto ciò, prese la mano della giovane e la trascinò fino ad una stanza completamente buia, se non per la fioca luce della luna che passava per le finestre sbarrate. La fanciulla cercava di resistere, ma la forza di lei era nettamente superiore. Venne sbattuta al muro con violenza, mentre i loro sguardi si incrociavano. Quello della figura femminile era sadico, affamato, desideroso. Per certi versi non sembrava neanche umana, come per il resto di quelle strane persone incontrate in precedenza.
- Cos- Cosa sei tu? - chiese con voce flebile la sua prossima vittima. L'altra la osservava divertita.
- Io?Io sono il tuo incubo peggiore, io sono l'adorabile Moge-ko! - rispose lei, ridacchiando. 








Continua...






Angolo dell'autrice
MUAHMUAHMUAH!Come state amati lettori?
Lettori:*la attendevano armati per maciullarla *
Lo so, avete ragione. Dovrei aggiornare più spesso!Ma capitemi, tra scuola e sport tre volte alla settimana, ho pochissimo tempo libero!
Ma eccomi tornata con un capitolo più lungo!Per farmi perdonare ho rimesso la demenzialità!Contenti, vero?
Lettori:*buttano via le armi e annuiscono soddisfatti *
Abbiamo conosciuto un altro pezzo del passato della nostra sfigata preferita alias il mio alter ego!
Ho deciso di dividere il flashback in due parti, che se no veniva troppo lungo!
In questa prima, abbiamo visto come è avvenuto l'incontro tra l'autrice e quei pazzi. Nella seconda vedremo...be non vi spoilero nulla!XD
Ah, mi stavo per scordare i ringraziamenti della settimana!Ringrazio Zereffina/ tanto lo sapete che la adoro, che ha messo la fic nelle preferite, seguite e ricordate!Grazie alle dolci Tessie e martinacevasco che hanno messo la fic nelle preferite e seguite!
Grazie ad Ayumi Usagi, gentilissima cara, che ha messo la fic nelle preferite e nelle ricordate!
Altro ringraziamento a Chris e Delya che hanno messo la fic nelle preferite!
Per ultima, ma non meno importante, Chichi!Grazie, perché mi fa notare alcuni errori e mi aiuta a migliorare, così come Chris e Tess!:D
Davvero, non so che dire, sarò anche ripetitiva e logorroica quanto volete, ma vi sarò sempre grata per il sostegno che mi date leggendo e recensendo. Infiniti ringraziamenti per tutti i complimenti, assolutamente non meritati, che mi fate. Mi date la forza di andare avanti e proprio oggi siamo arrivate al 9° capitolo di questa cosa malata partorita da codesta mente. Vi voglio bene <3
Tutti:ma come siamo... sentimentali!
-__-” *li bastona con un tavolo(?) *
Alla prossima!
One kiss
Hao
   
 
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