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Autore: ChiaraBJ    30/09/2016    3 recensioni
Kim Kruger affida un nuovo incarico a Semir e a Ben: insegneranno tecniche di sopravvivenza ad una classe di una scuola media in un campeggio ai piedi dell’altopiano dell’Eifel. Mentre stanno svolgendo questo insolito incarico, Livyana scompare. Nel cercare la ragazzina Ben incontrerà un uomo all’apparenza innocuo, purtroppo sarà l’inizio di un incubo…
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Tracce

Una goccia di sudore fece la sua comparsa sulla fronte di Mathilde Meisner.
La donna era riuscita ad alimentare il cellulare, ma ora la tensione attorno a lei era palpabile, erano alla prova del nove.
“Semir dammi il numero che devo comporre e se qualcuno ti risponde devi cercare di essere breve e conciso, non so quanto possa funzionare la cosa…”
Il piccolo ispettore gli fornì il numero del distretto della polizia autostradale.
“Bene, inoltro la chiamata…e incrociamo le dita”
Tutti trattennero il respiro, anche il mondo e perfino gli orologi sembravano si fossero fermati.
La chiamata partì e dopo un paio di squilli:
“Polizia autostradale sono Susanne Konig”
Attorno a Semir si levò un unico festante urlo.
“Ehi, mi fate scoppiare le orecchie…” disse la segretaria allontanando la cornetta dall’orecchio.
“Susanne sono Semir, abbiamo bisogno d’aiuto, mandaci soccorsi…subito…siamo sull’altopiano dell’Eifel…il commissario Kruger conosce la posizione esatta…un uomo ci ha rinchiusi in un capanno” disse tutto d’un fiato Semir.
“Ma state bene?” chiese preoccupata la segretaria di fatto interrompendolo.
“Sì” confermò Semir che stava per aggiungere qualcosa, ma fu anticipato dalla segretaria che stava già attivando i soccorsi.
“C’è una piccola stazione di polizia con un paio di agenti della forestale a circa un quarto d’ora da voi, li mobilito subito…” propose Susanne.
“Perfetto, ma non far alzare nessun elicottero, caso mai ti fosse venuta l’idea di mandarci altri aiuti, questo tizio ha in ostaggio Ben e Livyana, non sa che ci siamo liberati”
“Liberati? Ben e Livy ostaggi?” chiese perplessa.
“Sì, senti poi ti spiego, questo al momento è il nostro unico vantaggio…mandate delle auto e riportiamo a casa i ragazzi. Fammi avere un cellulare, meglio se satellitare e caricatori per la pistola. Appena avrò tutto mi metterò sulle tracce di questo criminale…fate presto”
 “Perfetto…” replicò Susanne.
Purtroppo la comunicazione si interruppe.
“Temo che ora sia davvero inutilizzabile ” constatò Semir riferendosi al cellulare “Comunque l’importante è che siamo riusciti a chiedere aiuto, saranno qui nel giro di pochi minuti…spero”
Nell’attesa i bambini furono invitati a preparare i loro zaini, per le tende e il resto ci sarebbe stato tempo più avanti, ora la cosa primaria era riconsegnarli alle loro famiglie sani e salvi.
“Ma come troverai Livyana e Ben? E poi avranno un bel vantaggio…” domandò a Semir Mathilde Meisner.
“Non lo so, davvero, ma un modo lo troverò” replicò il piccolo ispettore.
“Non puoi aggirarti per l’altopiano…è immenso e poi potresti perderti” rimarcò Mathilde, ma Semir sembrava non ascoltarla.

Mezz’ora dopo il piccolo poliziotto si stava issando sulle spalle lo zaino con tutto il necessario per la ricerca del suo amico e di Livyana.
“Semir non sarebbe meglio aspettare i rinforzi?” chiese Mathilde.
“Hanno già troppo vantaggio, prima partiamo meglio è” replicò secco Semir che nel frattempo aveva anche incaricato uno dei due agenti della forestale accorsi sul posto di mandare qualcuno che potesse in qualche modo rilevare impronte ematiche o digitali appartenenti a Erik.
Sapere qualcosa di più su quel criminale, avrebbe potuto rivelarsi utile.
“Papà” si avvicinò Aida ” Riporterai a casa…” e non ebbe il coraggio di finire la frase, le parole le morirono in gola.
Aida voleva molto bene allo ‘zio’ ed ora anche alla nuova ‘cuginetta’.
“Non preoccuparti piccolina riporterò a casa zio Ben e Livy” e detto questo la baciò.
“Semir…vengo con te” propose Mathilde Meisner issandosi anche lei sulle spalle un piccolo zaino.
“Non se ne parla…”
“Esatto non se ne parla” ribadì decisa la donna, che per il modo e la sicurezza che sfoggiava gli ricordava molto il commissario Kruger.
“Senti…” cercò di tergiversare Semir.
“No mi ascolti tu!” tuonò quasi la donna  puntandogli un dito contro.
Mathilde sovrastava il piccolo ispettore di un bel po’ e questa la rendeva quasi minacciosa.
“Come pensi di trovare Ben? Telepatia? E poi tu non conosci queste montagne…io sì e molto bene”
“Senti Mathilde,  capisco le tue ragioni, ma…”
Ma la donna non era decisa a desistere.
“Senti Livyana non è solo sotto la responsabilità di Ben. Io ho organizzato questo campeggio e mia è la responsabilità di tutti i ragazzi…quindi che tu lo voglia o meno io verrò con te e poi so già da che parte sono andati…”
“Come???” Mathilde Meisner era una continua sorpresa.
“Guarda davanti a quel sentiero ci sono dei rami spezzati e alcuni segni a terra…nessun animale lascia delle tracce così…il tuo socio non è uno sprovveduto, sicuramente avrà disseminato indizi ovunque, bisogna solo aver la capacità e la lucidità per vederli”
Semir si avvicinò all’imbocco del sentiero indicatogli da Mathilde.
A terra dei leggeri solchi che per molti potevano essere insignificanti, ma per Semir non c’erano dubbi.
Una ‘B’ e una ‘J’ intrecciate tra di loro a formare una sigla che solo il suo socio era solito usare come firma alla fine dei rapporti.
“Ben” si trovò a dire sottovoce il piccolo ispettore e accucciandosi con le dita sfiorò i leggeri solchi sulla terra.
“Dai muoviamoci, i bambini sono in buone mani, Livyana e Ben decisamente no” propose Mathilde.
“Senti quell’uomo è pericoloso…è armato e decisamente instabile, lo hai visto anche tu” cercò di convincerla ancora una volta Semir, ma poi incrociò lo sguardo severo della donna e alla fine capitolò.
“E va bene…verrai con me…”
“Molto bene” asserì decisa la donna.

I due si misero subito in cammino, con passo svelto, le tracce presenti nel terreno erano ancora fresche.
Mathilde procedeva con passo sicuro. Il piccolo ispettore constatò che la donna era molto allenata, sapeva muoversi bene, mentre lui stesso faceva quasi fatica a starle dietro.
“Ma perché sono andati per di qua?” si chiese la donna fermandosi davanti ad un bivio, notando nuovamente dei strani segni sul terreno “Fra un paio di chilometri il sentiero si interrompe…una frana staccatasi dalla montagna lo rende impraticabile, a meno che non abbiano deciso di proseguire comunque…più avanti c’è un altro bivio” poi fece cenno a Semir di guardare nella direzione che gli indicava “Guarda là…sembra un…uno di quei velivoli ultraleggeri…”
“Sì direi che sembra un deltaplano…” replicò Semir osservando meglio il piccolo mezzo.
I due si avvicinarono ai resti del velivolo, costatando che erano anche in presenza di macchie di sangue.
“Qui attorno non c’è nessuno…nessun cadavere…” sentenziò Semir  dopo aver fatto un piccolo giro di perlustrazione.

Poco dopo il telefono satellitare che aveva con se il piccolo ispettore vibrò.
“Gerkhan, sono il commissario Kruger” disse con tono sicuro, ma Semir l’anticipò.
“Capo abbiamo trovato un deltaplano a motore…direi che è precipitato. Siamo in presenza di sangue, ma attorno a noi non sembra ci sia nessuno, nessun cadavere. Ho il sospetto che chi ha rapito Ben possa essere precipitato con questo velivolo e le ferite che aveva, tra l’altro non gravi, potrebbero essere compatibili con un atterraggio di fortuna…mandi una squadra della scientifica anche qui…potremmo confrontare impronte e DNA”
“Penso che non sia molto lontano dall’aver ragione Gerkhan, so per certo che quella zona è molto frequentata da appassionati di quel tipo di volo”
“Senta da qualche parte sarà pur partito…” chiese Semir.
“Cercherò di farle sapere qualcosa…comunque abbiamo un riscontro sul campione di sangue trovato vicino allo scuolabus”
“Di già? Che efficienza” Semir era sbalordito.
“Sì la forestale dell’Eifel possiede attrezzature atte per ogni evenienza comunque l’uomo che sta inseguendo si chiama Erik Strabe, è schedato mesi fa gli è stata ritirata la patente per guida in stato d’ebrezza…”
“Ma cosa trasforma un piccolo delinquente in un rapitore?” ragionò Semir.
“Questo non lo so, e lei lo deve scoprire oltretutto deve trovare il suo collega e la ragazzina”
“Okay ci aggiorniamo, grazie per le informazioni” concluse la telefonata Semir.
“Mi chiedo cosa spinga un uomo a prendere due ostaggi e addentrarsi in questa…in questa giungla! Non c’è niente di niente…” ragionò ad alta voce Semir.
“Comunque non sono andati per di là” disse la donna indicando il sentiero che si inerpicava “Mentre tu telefonavi ho dato un’occhiata in giro. Guarda le tracce sono anche sull’imboccatura di quel sentiero, Ben gli ha fatto perdere tempo portandolo verso il sentiero interrotto, poi devono essere tornati indietro, le tracce proseguono in quella direzione…verso Laacher See”
I due quindi ripresero il loro cammino.

Intanto Ben, Livyana ed Erik erano finalmente arrivati a destinazione.
Davanti a loro si stagliava Laacher See il più bel lago di origine vulcanica dell’altopiano dell’Eifel.
Le sue sponde a strapiombo erano circondate da una fitta boscaglia ogni tanto si intravedeva una piccola spianata e su una di quelle i tre videro la carcassa di un deltaplano.
“Forza muovetevi, avviciniamoci, là c’è una cosa che mi serve…”

Contemporaneamente Semir e Mathilde Meisner seguendo le orme prima e l’unico sentiero praticabile dopo procedevano a passo sempre più svelto.
Purtroppo i due arrivarono ad un altro bivio.
“E ora?” chiese Semir guardandosi attorno “Da che parte saranno andati?”
“Non siamo molto lontani dal lago e questo sentiero porta dritto verso Laacher See” sentenziò la donna indicando uno dei due sentieri.
“E l’altro dove porta?” si informò Semir.
“L’altro porta verso le cascate,  è ripido alla fine ci sono solo quelle a differenza del sentiero che porta al lago. Da Laacher See poi si possono accedere a vari rifugi, paesi, ci sono strade asfaltate…insomma se vogliamo dirla tutta in caso di fuga le alternative sono molte”
“Mapporca e adesso?” Semir si trovò a dover fare una difficile scelta.
“Io andrei verso il lago” e il tono della donna non fece pensare ad una proposta, ma quasi ad un ordine.
“Vorrei avere la tua certezza, Mathilde, ma se sbagliassimo? E dividerci…non so se sia una buona idea”
“Dovresti avere più fiducia nel tuo collega, forse ti basterebbe la metà di quella che ha Ben in te” sentenziò la donna.
“Scusa, ma temo di non capire”
“Guarda là…a me sembra sangue e vedi quei segni sulla pietra…”
“Potrebbe essere un animale ferito per quello che ne sappiamo noi”  replicò alquanto perplesso Semir.
“Sì però con un po’ di fantasia…a me sembra una freccia”

Semir se ne stava fermo immobile in mezzo al piccolo bivio, indeciso sul sentiero da prendere.
Gli sembrava di essere come in quella scena del film di Indiana Jones in cui il protagonista si ferma con la moto davanti ad una enorme segnaletica  con una miriade di destinazioni.
“Ascolta Semir, Ben non avrebbe potuto segnarti per benino la freccia senza dare nell’occhio, il sangue potrebbe essere di Erik e lui in qualche modo se ne è servito, magari si è ferito apposta…lo hai detto tu stesso mentre camminavamo che Ben ti parla senza le parole…forse dovresti a volte ascoltare di più il cuore e meno la ragione”
“Sì, sicuramente è così…”
Semir quindi prese la sua decisione e il sentiero che conduceva a Laacher See, e più si avvicinava al lago più la sua ansia cresceva.
Mathilde lo seguiva silenziosa, anche lei era in apprensione per la sorte che accomunava sia Ben che Livyana. In cuor suo la donna sapeva che l’ispettore, se avesse avuto per qualche ora il dono dell’ubiquità, lo avrebbe sfruttato  in quel momento.
Non restava altro che sperare che le tracce di sangue fossero un chiaro segnale del passaggio di Ben.

Angolino musicale: Semir che si ‘lancia’ alla ricerca di Ben non si può fermare…e nemmeno Mathilde…Capitolo tutto sommato tranquillo…questo perché il prossimo sarà…da brividi…ringrazio come sempre i miei stupendi recensori e la mia Magnifica Beta Reader…
Bryan Adams Can't stop this thing we started (Non puoi fermare questa cosa che abbiamo iniziato)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=lP4Nnek6DCo
Potresti fermare un uragano Potresti fermare la pioggia che scende…Ma se vuoi fermare me tesoro, non provarci nemmeno Sto andando per una strada, nella tua strada E' un rimedio difficile, lasciateci andare per la nostra strada Non puoi fermare questa cosa che abbiamo che abbiamo iniziato Devi sapere che è vero Non puoi cancellare il percorso che abbiamo tracciato…




 
  
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