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Autore: Betulini2000    01/10/2016    1 recensioni
El secreto de Puente Viejo- Anno 1938. La famiglia Castro Castañeda vive felice e serena a Cuba, il tempo è passato in fretta ed Esperanza e Beltrán sono ormai grandi. All’Havana sono contenti, ma Puente Viejo attira come una calamita. Hanno bisogno di chiarire tutti i dubbi che abitano nella loro mente e, non potendo resistere al desiderio di scoprire quali segreti nasconde il paesino spagnolo, metteranno a rischio il loro. Lanciandosi in questa grande avventura, riusciranno a mantenere il segreto più grande? O verranno scoperti da chi in passato ha fatto tanto male ai loro genitori?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ma come fate a sapere il mio nome? Chi ve l’ha detto?” il panico s’impossessò di lei.
“non me l’ha detto nessuno. L’ho scoperto io stesso, mi è bastato visitarti”
“in che senso, non capisco” si rese improvvisamente conto di essere svestita.
“ascoltando il tuo respiro con lo stetoscopio, mi sono soffermato ad osservare i tre nei sulla tua spalla ed ho capito all’istante chi eri” la ragazza si rimproverò mentalmente di essere stata tanto imprudente da far scoprire la propria identità, ma in fin dei conti che altro poteva fare? Se era incosciente non avrebbe potuto evitarlo in alcun modo. Benedì il cielo che Lucas fosse al corrente da sempre della loro fuga a Cuba.
“per quale motivo tu e Beltrán, perché ormai sono certo che sia quello il vero nome di Jorge, non avete detto niente a nessuno?”
“don Lucas, abbiamo mantenuto il segreto perché se nessuno ne fosse stato a conoscenza, sarebbe stato più semplice tenere all’oscuro la Montenegro ed adesso anche Fernando Mesía”
“privando così i vostri famigliari della compagnia dei loro piccolini, che non vedono dalla tenera età? a me sembra ingiusto”
“avrei una gran voglia di dire la verità, soprattutto ai nonni e poterli finalmente abbracciare da nipote”
“ed allora fallo, abbiamo mantenuto questo segreto per sedici lunghi anni, continueremo ad essere muti come tombe”
“sapete che vi dico? Avete ragione, non appena ne avremo l’occasione Beltrán ed io racconteremo tutto ai nonni. Grazie per il consiglio, e per continuare a mantenere il nostro segreto”
“questo ed altro per i nipotini di Aurora” nonostante non provasse più amore per la zia di Esperanza, Lucas continuava a sentire un grande affetto nei suoi confronti e i due mantenevano un rapporto epistolare piuttosto continuo. Espe conosceva molto bene la zia Aurora, che più volte era andata a trovarli a Cuba e riempiva di regali lei e tutti i suoi fratelli, la adorava e si rallegrava che fosse riuscita a realizzare il suo sogno di diventare medico, nonostante le difficoltà era diventata una delle dottoresse più importanti di tutta Parigi.
Lucas la accompagnò alla pensione e si raccomandò di non far sforzare troppo Felicidad per quel giorno, cosa che ovviamente Emilia ed Alfonso accettarono senza battere ciglio. Era ora di pranzo, Beltrán aveva appena portato ai tavoli  gli ultimi ordini, così si era seduto con la sorella ed avevano iniziato a mangiare le animelle che rendevano famosa Emilia in tutto il paese.
“fratello, Lucas lo sa.”
“cosa?”
“lo sai bene, l’ha scoperto visitandomi. Ha visto ciò che non doveva vedere ed adesso sa chi siamo davvero”
“o mio dio. Ed ora che facciamo?”
“ciò che mi ha consigliato lui. Lo diciamo ai nonni” lui acconsentì, convinto che fosse la scelta migliore.
“e come pensi di svelare la verità?”
“ti fidi di me?”
“dipende” gli lanciò un’occhiata torva.
“lascia fare a me” fece l’occhiolino al fratello e lui alzò gli occhi al cielo.
 
“Felicidad, posso entrare?”
“entrate pure, donna Emilia.” La locandiera varcò la soglia con in mano un vassoio.
“ho pensato che ti avrebbe fatto piacere bere una limonata, non vorrei che ti sentissi male un’altra volta.”
“non accadrà, è stato solo uno spavento, non vi preoccupate. Non dovevate disturbarvi, è già tanto che mi permettete di non lavorare questo pomeriggio, cosa che a mio avviso è assolutamente assurda. Non sono mica malata!” la forestiera cercò di alzarsi dal letto.
“non se ne parla neanche, ragazza. Tu per oggi resterai qui a riposarti”
“come mai vi preoccupate tanto per una persona che appena conoscete?”
“è che mi ricordi tanto mia figlia María. Siccome viveva alla Villa, alla tua età non la vedevo quasi mai, e lo rimpiango da tutta la vita. Tu invece sei qui e sei dolce, sensibile e bella proprio come lei. Sai? La mia nipotina avrebbe dovuto avere esattamente la tua età …”
“c’è una spiegazione a quello che provate”
“e cioè?” la Ulloa la guardò stranita.
“questo …” Espe portava una camicia da notte molto scollata che lasciava nude le spalle, quindi le bastò girarsi per far impallidire Emilia. Proprio lì, sotto l’omero c’erano i tre nei della stirpe di Pepa, la locandiera non poteva credere ai suoi occhi. Nella mente della moglie di Alfonso si riproposero le immagini del parto di María, quando tutti si accorsero che la bambina aveva quei segni sul corpo che testimoniavano la paternità di Martín.
«come la volete chiamare?» disse il dottor Lesmes. A quella domanda rispose Gonzalo:
«Esperanza, perché non l’abbiamo mai persa, perché l’abbiamo mantenuta viva ed ora siamo qui»
«Esperanza Castro Castañeda,  ci suona come musica celestiale» disse poi sua figlia.
Adesso le sembrava di rivivere la scena, quei nei, che avevano reso Gonzalo e María le persone più felici sulla faccia della terra, le avevano permesso di riconoscerla, ed il suo nome uscì come una magia dalle labbra della donna.
“Esperanza, nipote mia” sul volto dell’anziana signora cominciarono a scendere lacrime di gioia.
 
   
 
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