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Autore: Danmel_Faust_Machieri    01/10/2016    2 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Beh, direi… quattromila monete, Ashel”
“ Solo quattromila Phones? È un item raro, drop di una bossfight, tra l’altro” gli fece notare il ladro “mi sembrava di averti detto di far basta coi regali!” ridacchiò  “ Sennò questo ladro poi si sente in colpa”
“ Non ti preoccupare, davvero” fece l’amico “anzitutto è il drop della bossfight dove hai ritrovato la tua ragazza” gli tirò un pugno sul braccio, aggiungendo poi in tono sconsolato “e poi sono due mesi che gli cerco una funzione, ma sembra non aver alcun effetto. Il suo valore è puramente narrativo. A me non serve” il ladro lo ringraziò infinitamente, sapeva che era inutile cercare di fargli cambiare idea, se quel ragazzo si metteva in testa di fargli avere qualcosa  trovava sempre il modo di recapitarglielo. Una volta aveva perfino commissionato ad un ladro di infilargli una particolare pozione di soppiatto nell’inventario. Che poi il ladro non fosse riuscito nel compito e fosse stato sgamato subito da Claudio è un altro discorso. Il ragazzo rise ripensando alla faccia del poveretto mentre cercava di spiegargli quali fossero le sue intenzioni, poi diede al mago i soldi pattuiti. 
“ E poi” aggiunse Phones “di persone che conosco che tengono a questi oggetti particolari ci siete te, Nicolò e quello stronzo collezionista”
“  Il signor G. Rusaec?”
“ Proprio lui” il mago ridacchiò “ e a quel simpaticone che pur essendo uno dei giocatori a livello più alto salta la maggior parte delle bossfight sperando poi di comprare gli oggetti che otteniamo non lo vendo di certo” 
“ Ahaha. Buon per me, direi” poi aggiunse ridendo “mi spiegherai perché River abbia avuto la bellissima idea di aggiungere la parola “gold” al suo username”
“Anzitutto perché sembra che sia l’unica cosa che gli interessa” fece una pausa, poi aggiunse “ E poi non dirmi che non ti sei accorto che il suo nome è l’anagramma della parola “saucer” dai!”
Il ladro ci pensò su qualche attimo, poi i suoi occhi si illuminarono “ Maremma boia! È vero!”
Phones scoppiò a ridere “ Buongiorno eh! Qualcuno qui non è molto presente in questo periodo!” poi però ci rifletté un attimo, aggiungendo in tono serio “Che poi se ci pensi non è nemmeno così strano. In questa tipologia di giochi spesso gli utenti usano nomi di altri giochi o di persone famose” sospirò “certo che se avessimo saputo tutto questo avremmo scelto nomi più normali, eh”
“ Saputo cosa, scusa?”
“ Oh ma certo che oggi non ce la puoi fare eh! Del fatto che da questo gioco non si possa uscire, no?” rise, poi imitando una voce metallica aggiunse “Pianeta Terra chiama Ashel, Ashel rispondi. Ci sei?”
“ No, sono sulla luna” disse in tono malizioso
Il ragazzo lo guardò allibito “Dimmi che non era uno squallido gioco di parole…”
I due si guardarono negli occhi, poi distolsero lo sguardo, rimanendo in un imbarazzante silenzio. Salvo poi scoppiare a ridere dopo qualche istante.
“ Quindi, dicevamo…” Claudio cercò di cambiare argomento prima che quella conversazione degenerasse nelle più squallide storie di osteria “ Ti fermi a cena, vero? Tanto oggi non ci sarà praticamente nessuno. Chiama anche River già che ci sei”
“Guarda, passo volentieri” fece con tono schizzinoso, riprendendosi dalle risate “ Il posticino che avete creato non è che sia proprio grazioso, eh!”
Claudio guardò torvo l’amico, poi lo mandò a quel paese. Era facile intuire che lo stesse prendendo in giro, sebbene avesse decisamente ragione. Si trovavano infatti in una sala spoglia, con un tavolo abbastanza grande, in legno bruno, una decina di sedie della medesima gradazione cromatica, una stufa, un paio di credenze e null’altro. Eppure quel posto piaceva tantissimo ai membri della Vitriol. Avevano acquistato quell’appezzamento di terra poco tempo prima, investendo gran parte dei loro averi, non riuscendo però ad arredare degnamente la sede della propria gilda. La casa era sì grande, la potevano tra l’altro espandere ulteriormente, però era vuota. Dei dodici ambienti sei erano al secondo piano ed erano stanze piccoline, quasi tutte occupate, con appena un letto ed un armadio; al pianterreno invece avevano posto due camere da letto un po’ più grandi, una ancora praticamente vuota di Nicolò, l’altra arredata con un letto matrimoniale, un armadio ed una scrivania con uno specchio di Claudio e Luna. Le altre stanze erano la cucina in cui il ragazzo aveva comprato l’oggetto da Phones, la stanza più grande della casa, un bagno( assolutamente non necessario per il gioco, ma che dava quel tocco di quotidianità in più), un’armeria ed una stanza ancora vuota. Di certo non poteva competere con la sede della gilda di Linton, ma il loro punto di forza era l’esterno. Erano riusciti a costruire un ambiente tranquillo e pacifico, in quell’angolo del decimo piano. Infatti subito davanti alla porta d’ingresso di quella rustica casa in mattoni rossi si distendeva un sentiero in ghiaia racchiuso tra due file di aceri. Alla destra del sentiero si aveva un piccolo spazio adibito ad orto ed una costruzione in legno che fungeva da palestra e ricovero per i famigli. La parte sinistra invece per il momento era ancora un prato di erba incolta, soprattutto a causa del fatto che stavano quasi per finire i fondi della gilda e che avevano deciso che per arredare gli ambienti comuni avrebbero usato quelli. Al limitare di quel lotto di zona sicura avevano poi piazzato un portale per il trasporto rapido e qualche malridotto manichino da addestramento. Il sentiero usciva poi dalla loro proprietà e si immetteva sul sentiero principale che, attraversando un boschetto, conduceva da un lato fino alla città portuale di Kual, a non più di un paio d’ore di cavallo. O di qualunque cosa fossero quelle bestie, s’intende. Sembravano cavalli, servivano per il trasporto di persone ed erano veloci, tanto bastava ai ragazzi per chiamarli cavalli. A quelli avevano provveduto personalmente Luna e Claudio, rubandone otto in vari allevamenti al nono piano.  Dall’altro lato il sentiero raggiungeva la pittoresca cittadina di Salieno, anch’essa a pochissime ore di distanza. 
“ Comunque, sono felice per voi” riprese Phones “ Ci vediamo per quel discorso quindi? Nessun cambio di programma?”
“ Assolutamente. Poi ti farò sapere io, tranquillo”
“Vengono anche gli altri due?”
“ Eleonor e Hyrtang? Sì, dovrebbero”
“ Quindi sarà una… tripla coppia?”
Claudio scoppiò a ridere “ Più o meno. Ma non dirlo a quei due, sennò si imbarazzano” ripresero a ridere entrambi, poi si salutarono. Una volta fuori il mago richiamò il proprio famiglio, che comparse improvvisamente da dietro un angolo della casa, inseguito da un Noisy visibilmente più grande da quando era stato ottenuto. Ma l’unica cosa che variavano erano le dimensioni, i lineamenti erano ancora gli stessi.
“ Noto con piacere che stai usando la mia stessa tattica” Notò Phones
“Già. Me lo ha consigliato River. Piuttosto che tenerlo alla forma base e farlo trasformare solo nei combattimenti conviene tenerlo sempre all’ultimo stadio. Anche se è più faticoso è più conveniente per il suo sviluppo”
“ Peccato che possano rimanere solo o nella forma base o nell’ultima raggiunta” il mago fece spallucce “ Mi manca il mio Roque quando era delle dimensioni di un labrador …. Mi sembra poco pratico il non poter passare da una forma ad un’altra ”
“ Pensa poi se non avevano una forma base, invece. Dove li portavi ad allenarsi? Direttamente alle bossfight? Il famiglio di River è una cosa mostruosa! Ok che a lei serve per il suo stile di combattimento, ma è veramente gigante quella bestia!”
Continuarono a chiacchierare ancora per qualche minuto, poi  Phones montò in groppa al proprio famiglio e, salutato Claudio, si avviò verso Kual.  
Il ladro lo guardò allontanarsi. Rientrò poi in casa, ancora non era tornato nessuno. Andò in camera sua, si stese sul letto e lesse finalmente la descrizione di quell’oggetto.
“ Pendente consunto. Sembra un intreccio di parti biologiche”
“ Ah… tutto qui?” pensò il ladro “ E Phones ci ha messo due mesi per liberarsene? Però, chissà quante build s’è costruito per cercarne un effetto!”
Si chiese cosa ci facesse quello scheletro con una roba del genere addosso. Sperò solo di trovare delle risposte quando sarebbe tornato in biblioteca. Iniziò poi a preparare la cena. In quel mondo di gioco cucinare era tremendamente facile rispetto al mondo reale. Ma dava comunque soddisfazione. Con gli ingredienti che trovò in dispensa cucinò del polpettone con sugo e patate dolci, contento del fatto che finalmente riuscisse a trovare del tempo da dedicare alla skill di cucina e che per di più facesse da mangiare ai suoi amici. Si chiese se la nuova sede della gilda sarebbe piaciuta a Nicolò, se sarebbe riuscita a trovarla… lui in ogni caso gli aveva mandato un messaggio con le coordinate di quel posto, lo avrebbe trovato sicuramente. Poi, intanto che pelava e tagliava le patate pensò che quello fosse il momento perfetto per ascoltare della musica. Si rese conto di come il suo cervello stesse iniziando a saltare da un argomento di pensieri ad un altro in una frazione di secondo, senza alcun nesso logico. “Dannata River, lo so che questo è colpa di tutto il tempo che passo con te” pensò. L’ascoltare della musica era inoltre strettamente collegato con la disponibilità del suo personale riproduttore di suoni, ed  il suo riproduttore di suoni al momento non era reperibile. Eleonor … pensando a lei non poté non tornargli in mente la battuta che aveva fatto poco prima Phones. Indubbiamente quei due ragazzini si interessavano l’un l’altro, ma probabilmente erano troppo giovani ancora per rendersene realmente conto. Che poi stavano anche bene assieme. Avevano la stessa età (con grande sorpresa di Claudio, che era certo che Eleonor avesse almeno 17 anni), passavano molto tempo assieme, si capivano e si sostenevano a vicenda, senza contare il fatto che erano un paio di mesi che si erano messi in viaggio in coppia, tipo Phones e River. Tra i due dei 5 qualcosa era nato, adesso bisognava vedere se nasceva la stessa cosa tra i due ragazzini. Sorrise tra sé e sé, poi finì di preparare la cena. 

Il sole stava appena tramontando quando Alessandro tornò alla sede della gilda. Spalancò la porta e si lasciò cadere su una sedia emettendo un lungo sospiro. Lorenzo allora, sentendo quel trambusto, uscì da una stanza lì vicino e guardando l'amico disse: "Nessuna traccia del tuo amico?" e, aperto il menu e cliccato su un'icona, lanciò un fiasco contenente dell'acqua al barbaro. Lui bevve d'un fiato il contenuto della bottiglia e, sospirando nuovamente, rispose: "Niente, nessun giocatore ha visto Cadil nemmeno a questo piano…"
Quando la prima linea sconfisse il boss del quinto piano alla gilda Vitriol venne affidato il compito di esplorare un'area del piano sei prima di aprirlo agli altri giocatori. Nella zona che dovettero perlustrare si trovava una vasta e profonda voragine accanto alla quale si trovava una catapecchia abbandonata. I ragazzi esplorarono la catapecchia e, avvicinandosi, notarono che, collegata ad essa, era stata costruito un sistema di carrucole che serviva a calare una gabbia infondo alla voragine e che, in quel momento, si trovava celata dell'oscurità sotterranea. All'interno di essa trovarono delle leve che potevano ancora essere azionate per calare la gabbia e un set: il set del boia. Il set era composto di guanti, pantaloni e veste; i ragazzi subito lessero la descrizione dei tre oggetti e tutti contenevano queste linee di descrizione: "Questo completo ricorda un'antica usanza dei tempi antichi: si racconta che i criminali venivano calati in fondo alla voragine e dati in pasto alla creatura che abitava i suoi fondali dando vita così a delle grandi esecuzioni pubbliche". Letta quella descrizione i ragazzi decisero che si sarebbero calati sui fondali della voragine; Camilla, Riccardo e Luna sarebbero rimasti nella catapecchia pronti a calare e a rialzare la gabbia con le leve mentre gli altri si sarebbero calati in quell'oscurità. Giunti in fondo al crepaccio i ragazzi accesero le lanterne che avevano nell'inventario e scoprirono la vastità di quel terreno insieme allo scheletro enorme di una creatura mostruosa, probabilmente il mostro della descrizione. Mentre la gilda controllava il perimetro vennero scoperte alcune entrate, sigillate con travi di legno, che conducevano a dei cunicoli scavati molti anni addietro. Lorenzo ruppe le tavole con dei pugni e i ragazzi si divisero per esplorarle. All'interno di esse i ragazzi assistettero ad uno spettacolo incredibile: minerali di colori diversi emettevano luci sfavillanti che si intrecciavano nell'aria creando giochi meravigliosi di colori, come se un arcobaleno inseguisse la sua stessa coda creando nodi e capriole di colori mai visti nel mondo, e, allo stesso tempo, rendendo inutile l'utilizzo delle lanterne; ma quelle gallerie erano anche abitate da dei Mangiapietre, esseri molto simili a degli alligatori ma con la pelle di roccia nella quale erano conficcati dei cristalli di vario colore; queste creature assalivano i viandanti con il loro peso e, a seconda del colore dei minerali conficcati nel loro corpo, erano in grado di castare determinati incantesimi (sputavano palle di fuoco, bombe d'acqua, pietre giganti ecc…). Sconfiggendo questi mostri Alessandro arrivò sul fondo di una galleria dove incontrò un NPC, il ragazzo subito gli parlò e lui gli disse queste parole "Ah… Salve! Il mio nome è Cadil; sono un combattente discendente dalla grande famiglia di Cadmo!" e pronunciò il nome del suo antenato picchiandosi il pugno sul cuore fieramente. Alessandro gli parlò nuovamente "Sai mi sono avventurato in queste grotte perché speravo di scoprire qualcosa sulla mia famiglia e sul mio antenato Cadmo". Parlò con lui una terza volta "Si dice che sia stato Cadmo a creare l'armatura che indosso e che l'abbia tramandata di generazione in generazione. Queste grotte contengono diversi tipi di materiali utili a creare armi e a infonderle quindi credevo che vi avrei trovato delle informazioni. Solo allora Alessandro osservò attentamente l'NPC: egli indossava un'armatura completa (guanti, gambali, corazza ed elmo) di un materiale che non riusciva a riconoscere; sembrava fosse un'armatura fatta con del materiale simile all'osso ma Alessandro non riusciva a capire come un'armatura in osso potesse essere efficiente. Il barbaro provò a parlare un'altra volta con il combattente "Ah! Scommetto che anche tu stai esplorando queste gallerie! Tieni questi oggetti allora, potrebbero tornarti utili!" e donò ad Alessandro la mappa delle gallerie e un marchio del ritorno. Da quel momento ogni dialogo seguente fu "Beh, ci rivedremo in giro!" Alessandro corse allora alla ricerca dei suoi compagni e gli raccontò dell'incontro avuto con l'NPC ma, non appena tornarono al luogo dove i due avevano parlato, questi era sparito. Claudio dedusse subito che si dovesse trattare di una questline che il barbaro aveva attivato con quel suo discorso e, seguendo la mappa, il gruppo decise di continuare l'esplorazione. Osservando attentamente la mappa notarono che due stanze di forma identica si trovavano a due estremità opposte della caverna e decisero quindi di esplorarle scoprendo qualcosa di incredibilmente bizzarro: le due stanze, scavate anch'esse nella roccia, erano praticamente identiche tranne per il fatto che, in una di esse, i minerali che fuoriuscivano dalle pareti erano di colore bianco mentre nell'altra erano di colore nero (all'interno di questa stanza fu necessario per la gilda riaccendere la lanterna), comunque, entrambe le stanze, presentavano dei profondi buchi nel suolo come se un qualcosa fosse stato sradicato da quel terreno.
Dopo aver terminato l'esplorazione delle caverne, trovando unicamente delle gemme che un fabbro avrebbe potuto utilizzare per infondere le armi della gilda, Claudio utilizzò l'abilità dei suoi stivali per ripercorrere verticalmente il crepaccio e avvisare gli altri componenti della gilda di ritirare su la gabbia.
Alessandro da allora cercò in continuazione Cadil, in ogni piano, ma, fino ad allora, le sue ricerche si rivelarono inutili.
"Nemmeno dopo aver ispezionato il piano 12 la prima linea è riuscita a darti qualche informazione?" chiese Lorenzo all'amico mentre si versava un bicchier d'acqua.
"Niente di niente…"sbuffò Alessio sconsolato "Tu invece? Hai trovato tracce di Nicolò?"
"Ma va! È sparito nel nulla… È quasi un mese che nessuno ha sue notizie…"
"Quindi devo supporre che neanche gli altri abbiano scoperto qualcosa… A proposito degli altri" aggiunse il ragazzo guardandosi intorno "Dove sono tutti?"
Lorenzo iniziò ad elencare contando sulle dita "Allora… Camilla è in missione fino a domani sera con Linton, Roberto e Riccardo stanno dormendo perché domani mattina hanno una missione molto presto e Claudio e Luna non ho idea di dove siano ma probabilmente staranno tubando tra loro"
"Ah capisco… A questo punto è meglio che anche noi si vada a dormire… Domani potremmo andare a cercare qualche missione sulla bacheca di Salieno"
"Non è una cattiva idea" osservò Lorenzo mentre si dirigeva verso la porta della loro stanza "Almeno potremo distrarci un po'"

La notte era splendida, i membri della sua gilda stavano dormendo e da Nicolò neppure una notizia. Non rispondeva neppure ai messaggi. Non si poteva dire che Claudio fosse preoccupato, sapeva che l'amico era in grado di cavarsela quindi non aveva nemmeno provato a cercarlo. Saltò, si aggrappò ad un ramo e si tirò su, poi raggiunse la cima di quel primo albero del bosco, quello proprio sul limite esatto della loro proprietà, che gli dava una vista limpida sulla casa e su gran parte della zona circostante. Assaporò la brezza notturna che gli accarezzava il viso, erano passati due mesi da quando aveva ritrovato Luna, eppure la notte molto spesso non riusciva a prendere sonno, anche se lei era nel letto a fianco a lui. Socchiuse gli occhi. In quel mondo erano praticamente tutti composti di dati, ma le coscienze erano le loro, lo sapeva per certo. Amava Luna, ma quello era solo un contenitore. Modellato a forma di Luna e con la coscienza di Luna, ma era solo un contenitore. Ripensò a quei due mesi, un numero assurdo di ricordi irruppe nella sua mente. I nemici sconfitti, i luoghi scoperti, la sparizione di Nicolò... I vari boss che avevano sconfitto… quelli al piano 5, 8 e 10  aveva dedotto essere combattenti simili a Fhue, soldati scelti presenti al famoso rituale, due erano grandi bestie, piene di corna, zanne, speroni… affettuosamente soprannominate “ i grandi ricci gemelli” dalla prima linea. Li avevano incontrati al piano sei e sette. Il boss del piano nove invece era un semplice blocco di pietra senziente, tanto lento quanto resistente, che si divertiva a saltare e schiacciare i giocatori. Le venti perdite di quei mesi le avevano subite tutte in quella bossfight…
Erano inoltre riusciti a batterlo solamente grazie alla presenza dei caster d’acqua, lo stesso Hyrtang aveva dato una mano consistente. E poi il boss del piano undici… era particolarmente orgoglioso di come fosse stato sconfitto quel toro metallico. Un lavoro perfetto marcato Vitriol. I membri della gilda erano riusciti a fermare la sua inarrestabile corsa grazie ad un colpo alla Joe di Maggio sferrato con il piatto della lama di Alessandro e vibrato con un tempismo perfetto ed una forza inaudita sulla testa corazzata della bestia, atterrata poi da un cazzotto alla Tyson sferrato da Lorenzo dopo che Riccardo lo aveva buffato con tantissimi incantesimi protettivi, per evitargli il contraccolpo. A quel punto Camilla aveva concentrato le proprie fiamme in un unico punto, che corrispondeva al collo del mostro, facilitando il lavoro di Roberto e Alessandro, che riuscirono letteralmente a raschiare via parte della corazza in metallo con le proprie lame. A quel punto lui e Luna aveva sferrato entrambi un colpo potente sulla nuda carne del nemico,  andando poi a continuare il taglio ognuno in una direzione, riuscendo a decapitare totalmente la bestia, senza incontrare la resistenza del metallo caldo. Ancora rideva pensando alle bocche spalancante di Linton e dei membri della gilda del sangue del grado, ma soprattutto rideva del grido di rabbia di Orias, privato per l’ennesima volta del piacere dello sferrare l’ultimo colpo al boss.
Due mesi densi. Il tempo passato senza Luna gli era parso infinito, quei due mesi erano volati invece. Si rese conto che anche se  fossero tutti solo contenitori di dati o meno quel periodo lo avevano effettivamente vissuto, erano passati attraverso importanti esperienze. Tutti loro stavano vivendo un qualcosa di unico, irripetibile e tremendamente reale. Per un attimo si chiese nuovamente perché quel mondo era stato creato, perchè creare una tale meraviglia ed adibirla poi a crudele carcere, coi carcerieri pronti a mandarti alla forca? Constatò subito però che mai avrebbe saputo la risposta e come tutte le precedenti volte che quel quesito aveva fatto capolino dal fiume dei suoi pensieri accantonò quella domanda.  Eppure stavano vivendo una vera e propria esperienza di vita…
“ Un’esperienza di vita eh…” pensò “ Già. Un’esperienza di vita. La vita si vive. Un gioco si gioca, è separato dalla vita reale. Può emozionarti, può stupirti, ma è pur sempre solo un gioco. Se questo fosse stato un gioco normale non ci saremmo aiutati l’un l’altro, non avremmo dato il cento per cento per sopravvivere. Non avremmo pianto i compagni morti. Non avremmo vissuto ogni attimo come se esso stesso potesse essere l’ultimo della nostra vita. Non avremmo mai colto dettagli, non avremmo mai gioito di reale cuore delle scoperte fatte… Tutto questo possiamo vederlo come sequestro di persona, come omicidio di massa probabilmente, come follia, pazzia, odio, insensatezza perfino. Però…”
Però più ci pensava e più riusciva a comprendere le ragioni di esistere di quel mondo. Criticava l’ideatore, i programmatori? Li accusava per quello che avevano fatto? Davvero era sua intenzione giudicarli per avergli donato uno scopo nella vita?  Quel posto era troppo bello, le persone erano bene o male schierate sotto la stessa bandiera, quasi nessuno si reputava superiore agli altri e tutti lavoravano assieme per un solo ed unico grande obbiettivo. Era quindi un crimine unire indissolubilmente così tante persone così tanto diverse tra loro? Probabilmente no, in fondo in fondo.
Un rumore sull’albero lo riportò alla realtà. Non perse neppure tempo a domandarsi chi fosse.
“ Non riesci a dormire, tesoro?” la ragazza lo raggiunse sul ramo
“ No, troppi pensieri”
“ Di che genere? Se sono meglio io o se è meglio mollarmi  per mettersi con River?”
“ SI”
“ Eemm… non ho capito bene, sai? Forse intendevi dire di no e che certi pensieri non sono mai passati ne mai passeranno per il tuo cervello, vero?”
“ E se invece io avessi detto sì proprio per intendere una risposta affermativa?”
I due si guardarono negli occhi, poi risero
“ Lo sai che tra me e River non c’è niente, sciocca” 
“ Sarà, ma tra voi due c’è troppa confidenza. Vè che me la detto Roberto cosa è successo il giorno in cui vi siete conosciuti”
Il ladro ridacchiò, ricordando quel giorno di mesi prima e della promessa fatta a Roberto.
“ Lo sai che lei è così con me. E poi adesso sta con Phones, quindi non è più sul mercato”
La ragazza gli tirò uno scappellotto.
“ Un giorno mi spiegherà questa sua fantastica abilità nel dire sempre la cosa meno opportuna alla sua donna, signor Renero” fece la ragazza con un tono di voce che fece rabbrividire il ragazzo
“ Sarò ben lieto di spiegarglielo, signora Renero” disse invece “Quando lei mi spiegherà cosa pensa io intenda con la frase “oltre a te non ci potrà mai essere nessun’altra”, però”
I due si guardarono torvi, poi si baciarono teneramente.
“ Sono contento che siate diventate buone amiche, voi due. Sai, sono sicuro che uscite a quattro divertenti come le nostre non le faccia nessuno”
“Già… andare in giro ad uccidere cose non è da coppiette normali” disse, fingendo un tono tremendamente serio, poi aggiunse “ ed anche con quegli altri due è bello passare del tempo, dai la coppia di fidanzatini”
“ Anche tu inizi? L’ho già detto a Phones, tenetevele per voi queste constatazioni”
“ Ma è vero! Quei due sembrano essere più compatibili di un polo negativo ed uno positivo!
Il ladro le lanciò un’occhiata omicida.
“Niente fisica, grazie. E poi c’è un altro problema per la loro relazione, sai?”
“ E quale sarebbe?”
“ Ecco, vedi: Hyrtang mi vede come un fratello ormai, Eleonor nel suo immaginario mi ha sostituito al suo”
“ Allora? Non ne vai orgoglioso?”
“ Certamente. Ma se entrambi mi vedono come un fratello, una loro relazione sarebbe tecnicamente un incesto, no?”
La ragazza lo guardò estereffata, poi scoppiò a ridere.
“Ma sei serio?” gli chiese, senza riuscire a frenare le risate
“Ma certo che no!” e si unì alla sua donna nel rallegrare la buia aria notturna con le loro limpide risate.
Dopo qualche minuto passato a fissare in silenzio i dintorni la ragazza si fece improvvisamente cupa
“ Sai.. con quei ragazzi mi trovo bene, davvero, ma…”
“Ma…?”
“ Ma mi spiace che non riesca ad andare molto d’accordo con gli altri membri della gilda… sono i tuoi amici di sempre, in fondo, però… non riesco a trovare punti di contatto tra di noi. Scusami”
 “ E DI COSA DOVRESTI SCUSARTI? Credi che se tu non sia amicona con tutti i membri della gilda io possa amarti di meno?”
“ No, ma…”
Lui la strinse a sé, la fissò negli occhi, poi le parlò con voce calma ma al contempo tremendamente decisa “ Ma niente. Tu sei così, è il tuo carattere questo. E ti amo per il tuo essere così tremendamente te stessa. Non cercare di cambiare per piacere agli altri, non hai nulla da invidiare loro. Sei un diamante. Non uno di quelli grezzi, ma uno di quelli lavorati per mesi. Hai raggiunto il grado di perfezione assoluta e dal mio punto di vista sei la donna migliore che abbia mai conosciuto. Non cercare di cambiare per compiacermi, perché per rendermi la persona più felice del mondo mi basta che tu rimanga quella che già sei”
 Luna lo fissava rapita, avvicinando lentamente le labbra a quelle del ragazzo
“ Certo che con un po’ di tette in più…” sussurrò suadente e distrattamente Claudio. Lei si arrestò improvvisamente, poi gli tirò un ceffone.
“ECCO, VEDI? RIESCI A ROVINARE SEMPRE TUTTO!”
“ Shhh, non urlare, che in casa dormono”
“ ED IO INVECE URLO QUANTO MI PARE!”
“ Non vorrai svegliarli vero? Cosa pensi che potranno mai pensare se ci vedono qua, soli soletti?”
La ragazza passò ad un trono provocante “ Perché? Stiamo forse facendo qualcosa di sbagliato?” chiese
“ Bhe, non ancora” 
“ Ecco, all…” ma Luna non ebbe il tempo di finire la frase che il ladro la zittì con le proprie labbra. Poi la prese in braccio e scese tranquillamente lungo il tronco dell’albero, senza interrompere quel bacio passionale. Iniziarono ad amoreggiare lì,  nel bosco, mentre in lontananza si iniziavano ad udire i brontolii del cielo. 
Il giorno seguente sarebbero andati in un altro piano per passare la giornata, amavano entrambi la pioggia, ma non era il clima migliore per passare del tempo di qualità all’aria aperta.
L'urlo bestemmiatore di Lorenzo, allora, squarciò il cielo come un tuono poi, quell'urlo, continuò "SE VOI DUE NON FATE MENO CASINO VI ARRIVA UN CAZZOTTO CHE VI SFONDO ANCHE IL CORPO REALE!"

Il mattino dopo la pioggia iniziò a bagnare la terre intorno alla città di Salieno arrivando fino ai territori della gilda Vitriol e spingendosi anche oltre. Lorenzo ed Alessandro vennero svegliati dal picchiettare della pioggia sul tetto di legno e subito si affacciarono alla finestra. Il cielo era stato reso grigio e basso dalle nuvole che ora celavano totalmente l'azzurro; in lontananza, tra i boschi che circondavano la casa, la gocce fitte confondevano il verde tremore delle foglie e creavano, cadendo su di esse, un suono più grave e magicamente naturale. I ragazzi allora volsero il loro sguardo verso la via che portava all'ingresso dell'edificio e si accorsero che qualcosa di scuro si avvicinava a loro molto lentamente. Scrutando oltre il velo della pioggia  si accorsero che quell'ombra era un carro trainato da un vecchio cavallo alla cui guida si trovava qualcuno avvolto in una lunga cappa nera e con un cappuccio in testa dello stesso colore che gli celava il suo volto.
"Chi diavoli è quello?" domandò Alessandro.
"Non ne ho assolutamente idea" rispose Lorenzo stringendo i pugni davanti a se "Non ho mai visto NPC qui nei paraggi quindi… Penso si tratti di un player"
"Ma chi dovrebbe mai passare lungo questa strada?" disse severamente il barbaro. Effettivamente la sede della gilda si trovava lontano dalla strada principale; c'era solo una via che conduceva fin lì ma si interrompeva bruscamente davanti alla loro porta.
"Avrà intenzioni ostili?" chiese Alessandro a sé stesso e all'amico estraendo lo spadone dal fodero che portava sulla schiena.
"Non ne ho idea" mentre Lorenzo pronunciava quelle parole l'uomo incappucciato fermò il carro "Ma in queste occasioni è meglio non dare nulla per scontato" e si fermarono dall'altra parte dell'uscio. Il chierico fece vedere all'amico che iniziava un conto alla rovescia con le dita a partire da tre, mentre abbassava il pollice l'uomo scese dal carro, quando abbassò l'indice lui si trovava davanti alla porta e allo sparire dell'ultimo dito Lorenzo spalancò la porta e Alessandro appoggiò la punta del suo spadone alla gola dell'incappucciato e disse "Chi siete e cosa ci fate qui?"
L'uomo indietreggiò spaventato, poi alzò lo sguardo rivelando così i conosciuti occhi verdi e, sbarrandoli, urlò "Scherzi vero?! Volevate farmi avere un infarto?!"
"Nicolò!" esclamarono i due ragazzi all'unisono riponendo spadone e pugni.
"Chi dovrebbe essere se no in questi luoghi? Ora mi date una mano a scaricare il carro o mi lasciate qui a prendere l'acqua ancora per un po'?" chiese sarcastico il bardo.
"Il carro? Ma cosa ti sei portato dietro?" iniziò a domandare Alessandro mentre si avvicinava al carro.
"Ho riempito il mio inventario come ho potuto e qui c'è tutto il resto" spiegò Nicolò mentre apriva davanti a se l'opzione per scoprire il carico del carro dal telo con cui l'aveva coperto. Al di sotto di esso i due amici videro qualche centinaio di libri stipati in modo che non rimanesse spazio inutilizzato.
"Ma… Che…" balbettò sorpreso Lorenzo.
"Dai, dai; muoviamoci! È meglio non lasciare i libri sotto questa pioggia incessante!" disse Nicolò mentre si toglieva il cappuccio ed entrava in casa correndo nell'unica stanza lasciata vuota dalla gilda.

"Ora spiegami: come diavolo li vuoi sistemare?!" domandò indignato Alessandro mentre si faceva largo tra mucchi di libri.
La stanza dove si trovavano in quel momento i ragazzi aveva il pavimento ricoperto di montagne di libri di cui alcune arrivavano quasi a sfiorare il soffitto.
"Questo luogo è diventato una trappola mortaleeeeeEEEEEEH!" urlò Lorenzo mentre veniva schiacciato da una di quelle pile alte.
"Porca puttana Nicolò giuro che se esco da qua sotto ti meno male… Aspetta questo è l'Amleto di Shakespeare?" domandò afferrando uno dei volumi davanti a lui.
"Ah, sì; ti ho ricopiato tutte le commedie di Shakespeare in lingua e se cerchi bene dovrebbero esserci anche I tre moschettieri di Dumas e 1984 di Orwell…" spiegò Nicolò mentre lui e Alessandro davano una mano a liberare l'amico dal peso del sapere.
"Ah…" esclamò il monaco rimettendosi in piedi "Allora ti perdono"
"Ma ora ci spieghi come hai fatto ad avere tutti questi libri?" chiese nuovamente il barbaro.
"Vi ricordate la biblioteca di Rajudai?" iniziò a spiegare lui e, dopo l'annuire affermativo degli amici, aggiunse "Viene aperta  per ogni giocatore una volta ogni 20 giorni ed io ho deciso di lasciarmi chiudere dentro per quell'intervallo di tempo in modo di copiare tutti i libri per cui avevo interesse"
"E immagino che tu abbia ricopiato tutti i libri di letteratura italiana, greca, latina e tutti i tuoi amati libri del romanticismo vero?" iniziò a ridacchiare Lorenzo.
"Sì" disse con orgoglio il bardo "E anche i libri sulla lore di questo mondo!"
"Ok ma come hai intenzione di sistemare questo immenso casino?" domandò Alessandro mentre giocherellava con un volume di Ariosto.
"Semplice, mi date una mano a creare un po' di spazio davanti a quel muro?"
I ragazzi iniziarono a spostare i libri liberando completamente una parte del muro e un'area della lunghezza di mezzo metro davanti ad esso. Allora Nicolò digitò sul suo inventario e, nello spazio che erano riusciti a creare, comparve una massiccia libreria in legno di colore ramato divisa orizzontalmente in tre parti e verticalmente in otto scaffali, la parte centrale era aperta mentre le due laterali erano protette da ante in vetro recanti ciascuna una serratura in argento a forma di giglio.
"E questa da dove salta fuori?" disse Lorenzo mentre iniziava ad intuire quale sarebbe stata la prossima mossa dei ragazzi.
"Ho raggiunto la penultima abilità dell' "Area di Competenza" Artigianato Libri che si chiama "Teche e biblioteche" e mi rende possibile creare librerie ed affini" e, mentre diceva questo, iniziava a sistemare i tomi di letteratura italiana sula libreria e, man mano che si creava spazio, collocava nella stanza altre librerie finché nella stanza non ce ne furono esattamente 12, identiche, stipate di libri lasciandone però molti altri ammucchiati per terra. 
"Beh… direi che abbiamo finito" disse Alessandro abbandonandosi per terra.
"Non proprio" sorrise Nicolò.
"Oh mio Dio, ti prego, no! C'è un altro carro?" e il barbaro svenne.
"Ma no! Niente di tutto questo!" e, aprendo nuovamente l'inventario, collocò una teca di vetro e legno nero ponendo al suo interno un libro che prese direttamente dal suo menu.
"Fammi indovinare? Una Divina Commedia?" rise Lorenzo.
"Assolutamente sì!" e la risata di Nicolò gli fece eco "Comunque vi spiego un'altra cosa di queste librerie: quando vi avvicinate ad una di esse potete avviare l'opzione "cerca" " così il bardo si avvicinò ad una delle librerie e davanti a lui comparve il prompt con la scritta "Cerca" e uno spazio in cui digitare "Una volta che scrivete una parola, specificando se si tratta di un titolo o di un autore o, se volete fare una ricerca sulla singola parola, senza indicare altro, ad esempio proviamo… "Saul (Titolo)" i libri relativi si illumineranno" e infatti, dopo aver digitato le parole, il dorso di un libro si illuminò "Ta-dan!"
"Quindi ora abbiamo una biblioteca privata… eh?" sbuffò Alessandro rimettendosi in piedi "Vorrà dire che in questa stanza io non ci rimetterò più piede" ed uscì chiudendo la porta dietro di sé lasciandosi alle spalle la risata dei due amici.

La notte era calata e la gilda Vitriol aveva iniziato ad accendere le lampade per illuminare le stanze della loro sede. I vibranti fuochi tingevano i legni, tessevano tenui melodie di crepitii allegri e donavano pace a coloro che venivano catturati da quella splendente visione, una pace che solo il tepore di un fuoco è in grado di donare. Roberto e Riccardo erano tornati da poco ed erano felici di poter finalmente rivedere Nicolò ma presto si gettarono sui loro giacili perché esausti dopo l'ultima missione, così, Alessandro, Lorenzo e Nicolò presero tre sedie ed un tavolo, si chiusero nella "biblioteca" e si misero a giocare a scopa.
"Sarà… ma io qua dentro sono ancora a disagio…" bofonchiò Alessandro.
"Noioso… Per me dovresti leggere di più…" suggerì Nicolò mentre giocava il sette di spade.
"Senti Alighieri, pensa più a giocare e un po' meno alla letteratura" rise Lorenzo prendendo il sette giocato in precedenza dall'amico con il sette bello.
Mentre i tre bestemmiavano tra un continuo rimbombo di risate la porta d'ingresso si aprì e Camilla irruppe nella stanza mentre Lipton rimase sull'uscio. I tre ragazzi salutarono le due avventuriere ma Camilla, non degnandoli di una risposta, si avvicinò velocemente a Nicolò e gli sferrò un sonoro ceffone sulla guancia destra. Avvenne tutto in meno di qualche secondo, Nicolò un momento prima stava festeggiando per aver fatto gli ori e il momento dopo sentiva la sua guancia pulsare dolorosamente, poggiò la sua mano al segno lasciato dalle cinque dita di Camilla e poi guardò i suoi occhi, gonfi di lacrime ed infuriati. 
"Lasciatemi sola con lui… Ora!" urlò Camilla rivolgendosi al monaco e al barbaro i quali, senza opporsi o rispondere in alcun modo, si alzarono dalle sedie e, varcata la soglia, vennero separati dai due compagni quando Lipton chiuse la porta della biblioteca.
Camilla aveva il capo chino e Nicolò la osservava intuendo il perché di quel gesto, intuendo il perché di quei suoi occhi gonfi e aspetto che si fosse un minimo ripresa, avrebbe ascoltato le sue parole e poi le avrebbe detto un qualcosa.
"SEI UN IDIOTA!  ABBIAMO TROVATO UN MINIMO DI PACE E TU SPARISCI NEL NULLA?! STAI CERCANDO DI DIVENTARE UN SECONDO CLAUDIO?! NON PUOI FARCI STARE IN PENA PER UN MESE SENZA FARCI AVERE TUE NOTIZIE! COSA CAZZO TI PASSA PER LA TESTA?! NON PUOI IMMAGINARE QUANTO IO SIA STATA IN PENSIERO PER TE! COSA TI COSTAVA INVIARE UN MESSAGGIO IN CUI DICEVI "Ehi ragazzi, sparisco per un po', non preoccupatevi"?! SEI UNO STRONZO, UN MENEFREGHISTA, UN EGOCENTRICO! UN EGOISTA!" Mentre Camilla urlava addosso all'amico queste cose, rendendo inutile la chiusura della porta per evitare che gli altri sentissero, le lacrime iniziarono a scenderle lentamente dagli occhi. Nicolò se ne accorse e, consapevole del fatto che la ragazza avesse ragione, iniziò a dire "Hai ragione… Hai completamente ragione… Sono un idiota egoista ed è per questo che mi sono allontanato dalla gilda senza dire niente a nessuno… Dopo che Claudio ha ritrovato la sua Luna una morsa ha iniziato a stringere il mio cuore, un'invidia cupa, malsana, eppure terribilmente umana… Mi ripetevo "Perché lui sì ed io no? Perché Luna è viva mentre Teresa è…" " le parole di Nicolò gli si strozzarono in gola "Mi sono sempre associato agli spiriti dei poeti romantici, agli ideali del titanismo, all'amore di Cyrano, di Dante e di chi si vide strappare il cuore davanti agli occhi da una donna con lo sguardo che racchiude il pianto dei dannati e che si ostina a ripetersi che il suo amore è più forte della morte stessa! Eppure… Ogni tanto temo che queste mie parole si dissolvano nel nulla… Si rompano nel silenzio… E quando ho iniziato a sentire l'invidia ribollire in me… Beh è stato come se il mio mondo stesse per crollare… Allora avevo bisogno di ritrovarmi e, l'unico modo in cui avrei potuto farlo, era immergermi negli inchiostri che mi hanno cresciuto, nelle parole che mi hanno sempre guidato" Camilla ascoltava le parole di Nicolò come se le avesse aspettate da quando li aveva lasciati; aveva bisogno che lui ammettesse il suo errore e che rivelasse quel perché che, la ragazza, aveva solo intuito. "Ed ho capito quanto mi sono comportato da stupido… Non cambierei mai quello che sono: i miei ideali, i miei sogni, il mio amore per Teresa sono le cose a cui più tengo… Era da tanto che non leggevo Aiace e in quel momento mi sono ritrovato… Anche Guccini lo cantava: ne L'Avvelenata lui parte dicendo "Ma se avessi previsto tutto questo… credete che per questi quattro soldi avrei scritto canzoni?", lui inizialmente spiega come avrebbe rinnegato tutto ciò che ha fatto, come avrebbe rinunciato a tutto eppure, enumerando quel tutto, si rende conto che "se io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso"! Anche lui alla fine decide di non cambiarsi, proprio come me! L'invidia resterà ma senza degli ostacoli da affrontare come potremmo dimostrare la nostra virtù?" le parole del bardo si alzavano pian piano, il loro spirito, inizialmente in ginocchio, tornava pian piano ad alzare il capo, fiero, come chi sfida la morte con il sorriso sulle labbra e tornò a volare in quel cielo di ideali antichi e di sogni di giustizia.
"Ma lasciamo stare i mi sproloqui alfieriani" e, dicendo questo, guardò Camilla direttamente negli occhi; quelli di lei erano ancora gonfi del pianto mentre nei suoi tornava a fiammeggiare il suo spirito di pagine rilegate "Sono desolato di avervi, e di averti, fatto patire così a lungo… Sono stato un infame, lo so, ma aveva bisogno di aver la certezza di rimanere nella mia solitudine; se vi avessi detto dove ero diretto e perché mi avreste seguito o avreste provato a darmi una mano ma avevo bisogno di rialzarmi da solo questa volta… Scusami ancora" e sorrise spontaneamente all'amica.
Camilla era ancora arrabbiata con Nicolò eppure quel discorso così spontaneo e sincero aveva disteso la sua anima, l'aveva fatta sentire meglio… Non aveva ancora perdonato del tutto l'amico, il suo modo d'agire era incomprensibile per lei, ma l'avrebbe accettato, aveva solo bisogno di tempo.

Linton stava contemplando il cielo tornato sereno dopo l'acquazzone che aveva celato il sole per tutta quella giornata. Contemplava quelle stelle così lontane, così remote nella sua mente mentre aspettava.
"Scusa se l'ho fatta aspettare così a lungo" disse una voce proveniente da dietro di lei "Ma il ceffone di prima faceva ancora male ahahah" aggiungendo questo Nicolò si fermò accanto al generale.
"Orpheus ti ho già detto di darmi del tu" sorrise lei.
"Ha ragion… Hai ragione, scusami" rispose poggiando la mano destra sulla nuca "E grazie per aver aiutato Minneritt"
"Figurati, lo sai che non mi è d'alcun intralcio… Ma devo ammettere che, quando mi hai chiesto di tenerla d'occhio perché saresti rimasto via per un mese, mi hai spaventata ahahahah"
"Immagino e mi dispiace terribilmente ma temevo che, dicendoti altro, avresti potuto informare anche lei. Comunque la prima linea come sta proseguendo?"
"Da quando te ne sei andato abbiamo sconfitto altri due boss e i tuoi compagni di gilda si sono rivelati incredibilmente abili… A proposito… Ora che sei tornato avrei piacere di domandarti una cosa: accettereste, tu e Claudio, il grado di colonnello?"
"Il grado di colonnello?" ripeté stupito il bardo "Ma è lo stesso di Salazar e Tempesta! Anche i cinque, pur con alcuni privilegi, hanno quel grado… Sei sicura che…"
"Ne sono certa" sentenziò lei interrompendolo "Vi siete rivelati abili tanto nell'azione quanto nella tattica; il grado di colonnello vi concederebbe di partecipare alle sedute per elaborare le tattiche di guerra, di formare personalmente il vostro party e anche di formare la vostra squadra per studiare, sempre che voi lo vogliate e che gli altri siano concordi a ciò, il boss prima della bossfight"
"Beh… È un onore ed un privilegio ricevere questa investitura da lei generale" disse accompagnando le sue parole con un profondo inchino.
Linton arrossì leggermente e rispose all'inchino del ragazzo "Lo prendo come un sì?"
"Assolutamente madame!" rise lui. 
Mentre i due stavano ridendo insieme sentirono i passi di due persone avvicinarsi a loro. Si voltarono all'unisono e videro Lorenzo e Alessandro che, battibeccando, si avvicinavano verso di loro.
"Credo che i tuoi amici siano qui per te Orpheus… Sarà meglio che io me ne vada, state attenti e ci vediamo alla prossima bossfight!" disse lei poi iniziò ad allontanassi dalla sede della Vitriol.
"Arrivederci Linton e a presto!" urlò il ragazzo versa la sua direzione.
"Non dirmi che ora ti viene dietro anche il generale della prima linea" scherzò Lorenzo con sguardo ammiccante.
"Gne gne gne" bofonchiò Nicolò rispondendogli "Smettila di dire puttanate… Ah! A proposito!" ricordandosi di qualcosa aprì il menu e digitando su un paio di comandi fece apparire, davanti a Lorenzo, una finestra che diceva "Accetti dono da Orpheus?". Il monaco accettò il dono e andando a cercare nell'inventario lo trovò "Pipa lunga. Una pipa comune nelle terre vicino a Gredji; molti stregoni aiutano la loro concentrazione fumando in esse particolari misture create da alchimisti più o meno abili che possono arrivare anche a potenziarne temporaneamente le caratteristiche"
"Oh mio Dio che figata!!!" disse digitando sull'oggetto e facendolo comparire davanti a se "È uguale a quella di Gandalf!!!"
"Quando l'ho vista ti ho pensato ahahah" rise Nicolò "Poi ne ho presa una anche per me, ho sviluppato l'abilità di botanico e i livelli necessari nell' "Area di competenza" Alchimia necessari per creare le misture" e mentre aggiungeva questo prese dal suo inventario la sua pipa, di forma molto classica, e un sacchetto che conteneva la mistura di cui stava parlando.
"Mi mancava fumare" esultò Lorenzo mentre metteva parte del contenuto del sacchetto nel camino della sua pipa e, dopo aver digitato sul comando "Accendi" iniziò a tirare boccate dalla pipa.
"Scusa Ale ma dato che te non fumi…" disse Nicolò dopo aver tirato anche lui qualche boccata dalla pipa.
"Non ti preoccupare ahahahah" sorrise lui sereno "Comunque… Sei stato via più di 20 giorni… Cos'hai fatto nel resto del tempo?"
"Bah niente di che: ho livellato un po', comprato qualche oggetto" bisbigliò qualcosa di incomprensibile "Sbloccato nuove abilita e…"
"Scusa, scusa" lo interruppe il barbaro "Cos'hai detto?"
"Sbloccato nuove abilità?"
"Prima"
"Comprato qualche oggetto?"
"Dopo"
Il bardo bisbigliò ancora qualcosa di incomprensibile.
"Scusa?"
"Ho incontrato Lesen e Euridice…" bisbigliò ma Alessandro riuscì comunque a sentirlo.
"COSA CHECCOSA?!" esclamò Alessandro mentre Lorenzo si strozzava con del fumo andatogli di traverso.
"Mi hanno trovato mentre giravo per il primo piano…Non è colpa mia" disse abbozzando un falso pianto in mezzo al fumo che continuava a sollevare.
"Vabbè io non so più cosa dire" disse il barbaro sollevando le braccia e lasciandole ricadere rumorosamente lungo i fianchi.
I tre amici scoppiarono a ridere e rimasero ancora qualche minuto fuori, a contemplare quel cielo che pareva ridere con loro.
   
 
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