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Autore: simoasr94    01/10/2016    2 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
Quel giorno Merlin decise che non poteva andare a lavorare, sentiva qualcosa di strano dentro di se,come una cosa che gli bruciava nel petto e allora si alzò di soprassalto, che stesse per accadere? Senza troppi convenevoli i suoi occhi diventarono d’oro e si ritrovò sulle sponde di Avalon. [...]
Ormai la giornata era quasi finita, Merlin avrebbe dovuto tornare a casa, ma non aveva la forza di alzarsi e l’unica cosa che poteva sentire erano gli occhi bruciargli per le troppe lacrime. Ci aveva creduto con tutto se stesso. Improvvisamente sentì dei passi dietro di se e una voce chiamarlo “Ehi.. ehi tutto bene?”, nel sentire quella voce sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi, quella voce gli era rimbombata nella testa negli ultimi mille anni. [...]
Con tutta la forza che aveva in corpo si tirò sulle gambe, si asciugò le lacrime e con gli occhi ancora arrossati si voltò: era Arthur. Quando il moro si voltò Arthur sentì una fitta al petto e si bloccò, in quegli occhi c’era qualcosa che apparteneva anche a lui, che era suo da sempre, ma come poteva essere?!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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YOUR TOUCH IS MY MEMORY

DODICESIMO CAPITOLO

 
“A quale terminal arriva?” chiese Morgana in preda all’agitazione “Sempre il 3. Non è che cambia con il passare dei minuti” rispose Arthur sorridendo nel vedere lo sguardo perso tra la folla della sorella. Tutti erano nervosi per il rientro di Mordred, un fratello che torna dopo tutti quei mesi è una cosa che va celebrata. Anche vedendo gli altri cosi felici Merlin non riusciva a stare tranquillo, non sapeva come avrebbe reagito, non riusciva a fidarsi; dopotutto stiamo sempre parlando della persona che ha ucciso Arthur.
 
Una voce annunciò l’atterraggio del volo da New York, “Aguzzate la vista per me ragazzi, io non so neanche dove siamo” scherzò Gawain “Stai facendo qualcosa per quell’occhio a parte scherzare?” chiese Elyan “Si…” intervenne Parcival “Sta aspettando il miracolo”. Tutti erano sulle punte dei piedi per riuscire a vedere tra la folla che era presente agli arrivi.
 
Finché a Morgana non brillarono gli occhi vedendo lui; i riccioli castano scuro che circondavano quel visetto tondo e perfetto e facevano da cornice a due occhi smeraldi. Quando la vide fece un sorriso che avrebbe riportato in vita un morto, era veramente perfetto “Morgana” si sentì gridare. Tutti si girarono verso la voce solo per vedere la mora che già aveva iniziato a correre nella sua direzione. Stettero abbracciati per un tempo indefinito, nessuno aveva il coraggio di interromperli perché in quell’abbraccio si celava il vero amore, quello che niente, neanche un oceano, può separare.
 
Gli abbracci che seguirono con gli altri furono altrettanto lunghi e colmi d’affetto. Quando arrivò il turno di Arthur, Merlin non riusciva a capire come si sentiva  “Fratello..” pronunciò Mordred “Ce l’hai fatta a tornare, non ce la facevamo più” rispose il biondo “Mi siete mancati da morire” quando si staccarono Mordred guardò verso Merlin. Il mago poté guardarlo negli occhi, il suo sguardo era pulito, genuino, ma lui non sapeva cosa fare “Amico..” intervenne la voce del Re “Lui è Merlin.. il mio ragazzo” il riccio sorrise e tese la mano “Merlin.. ho sentito tanto parlare di te. Io sono Mordred, il ragazzo di Morgana” Merlin fece un sorriso tirato, poco convinto e tese la mano “Mordred.. anche io ho sentito parlare di te. Piacere di conoscerti” i due si scrutarono. Mordred si sentiva strano, è come se quegli occhi li conoscesse da sempre, è come se gli stessero scavando dentro per creare una voragine dove poi sarebbe precipitato.
 
Nel momento in cui le loro mani si unirono nessuno riuscì a capire che cosa successe. Tutte le grandi vetrate dell’aeroporto esplosero, le luci si fulminarono. La gente iniziò a correre per la paura. I ragazzi si spaventarono, Mordred con ancora la mano stretta nella morsa di Merlin si abbassò su se stesso per coprirsi dai vetri. Merlin era ancora li, in piedi, immobile, con gli occhi dorati e il cuore che batteva all’impazzata. Quando finalmente riuscì a lasciare la mano del giovane riuscì a far incontrare i suoi occhi con quelli di Arthur che lo guardava preoccupato, prima che sentì i sensi mancare e si sentì cadere per terra.
 
Quando riprese i sensi si trovava nel letto di casa sua, sentiva delle voci provenire dal salone. “Ma si può sapere che cavolo hai combinato? Mi hai fatto prendere un colpo” Arthur era vicino a lui, non lo aveva lasciato un secondo “Arthur…” pronunciò il mago flebilmente “Cosa è successo?” “Rivedere Mordred non è stato indifferente per te, ma tranquillo è tutto ok” gli rispose carezzandogli dolcemente la testa “Non sono riuscito a controllarla. Quando ci siamo guardati negli occhi ho sentito un flusso fortissimo nel mio corpo che non sono riuscito a fermare, mi dispiace. Sono un casino”
 
Merlin si sentiva frastornato, colpevole, sbagliato… come sempre! “Smettila Merlin, niente cantilene noiose. Rivederlo dopo aver riacquistato la mia memoria ha fatto effetto anche a me, ma si sa che io riesco a controllarmi più di te. La tua reazione è perfettamente normale. Sono morto tra le tue braccia per causa sua. Sinceramente avevo ipotizzato che appena lo vedessi gli dessi un cazzotto o lo trasformassi in polvere. Quindi tutto sommato è andata bene” sorrise Arthur, facendo di rimando sorridere anche Merlin “Devi solo renderti conto che ora non è quel Mordred lì, è un bravo ragazzo, innocente, innamorato perso di quella vipera di mia sorella. E vuole molto bene anche a me” il biondo fece una pausa “Neanche in questa vita la sua esistenza è stata facile, è cresciuto praticamente da solo e quando alle medie ha conosciuto me e Morgana ci si è attaccato in modo quasi morboso, voleva solo qualcuno che gli volesse bene e che lo facesse sentire parte di un qualcosa. Poi con mia sorella è andata come è andata. E siamo diventati tutti una famiglia” Merlin ascoltava il biondo parlare e cercava di ragionare “Si Arthur capisco cosa vuoi dirmi… Sono tutti di là?” chiese cambiando argomento.
 
“Si, hai fatto prendere un colpo a tutti, hanno pensato che qualche vetro ti avesse ferito” Arthur non riusciva a smettere di accarezzarlo “Merlin non posso neanche pensare di perderti. Quando ti ho visto svenire davanti a me, mi sono tornati in mente dei momenti a Camelot che mi hanno fatto provare davvero il panico” Merlin sorrise “Quali momenti?” “Tanti! Non hai fatto altro che metterti in pericolo continuamente” “E lo farei ancora, per salvare te” Arthur si abbassò e lo baciò dolcemente sulla bocca “Ti amo più di qualsiasi cosa. Da due vite angelo mio”.
 
Con non poca fatica Merlin cercò di alzarsi dal letto “Cosa vuoi fare?” chiese Arthur come un padre protettivo “Voglio andare in salotto dai nostri amici, voglio fargli vedere che sto bene e cercare di parlare con Mordred”. Mentre a passi lenti si recavano verso il salone sentirono la televisione accesa e si sentiva solo la voce della giornalista “Si è pensato ad un attacco di tipo terroristico per lo scoppio avvenuto oggi al terminal tre dell’aeroporto di Londra. Secondo la polizia locale non c’era alcuna presenza di ordigni. Per ora l’origine del grande scoppio, che per fortuna ha provocato solo pochi feriti non gravi, rimane ignota”. Distogliendo lo sguardo dal televisore Lancelot corse verso il mago “Merlin… amico come stai? Hai fatto prendere un colpo a tutti ma che ti salta in mente? Non fare mai più cose del genere”, ad Arthur non sfuggì la reazione dell’amico e non capiva perché una piccola parte di lui si sentiva eccessivamente infastidito. “Lancelot calmati. Sai, non sapevo cosa fare e svenire mi è sembrata una cosa simpatica. Comunque sto bene grazie” disse Merlin ridendo verso l’amico “Non fare lo spiritoso Ragazzo del Lago, ci hai fatto prendere un colpo.” Si intromise seriamente Morgana “Merlin… vuoi capirlo che aver incontrato noi è la tua maledizione… non ti abbandoneremo mai” continuò.
 
 Il mago si diresse verso la mora per andare a dargli un tenero bacio sulla guancia pieno di affetto “La tua maledizione è che sto iniziando a volerti davvero bene” poi si girò verso Mordred “Ehm… So che non è il miglior modo per presentarsi. Non devo averti fatto un’ottima impressione” il riccio sorrise, era cosi bello, e il suo sguardo… era cosi pulito “Non dirlo neanche per scherzo, l’importante è che tu stia bene.”  Merlin lo scrutava, vedeva solo del buono in lui questo era certo, ma non riusciva a togliersi dalla mente Arthur morente tra le sue braccia e solo per colpa sua “Quindi…” iniziò il mago “Eri in America?!” “Si” rispose il giovane “Sono andato a fare un master, è stata un’esperienza unica ma cavolo… si sente parecchio il distacco da casa” e cosi dicendo si girò spontaneamente verso Arthur e Morgana
 
“Ehi Ragazzo del Lago, secondo te come sta messo il mio occhio” si intromise tra i due Gawaine “Sta messo che se non vai in ospedale per me puoi rimanere cosi” lo canzonò Merlin “Merl te l’ho detto. Non vado in ospedale, è una questione di principio. E poi guarda, le grappette che mi hai metto sul sopracciglio stanno cicatrizzando tutto” “E allora cosa me lo chiedi a fare?” “Per avere un parere medico” sorrise il giovane sornione.
 
Merlin tornò a rivolgersi a Mordred che nel frattempo si era gustato tutta la scena “A cosa è dovuto il soprannome che ti hanno affibbiato?” chiese curioso “Io e Arthur ci siamo conosciuti al lago di Avalon, lui era con gli altri a fare un pic-nic e io ero lì… da solo” le ultime parole le disse rivolte a Mordred con una velata rabbia che non sfuggì all’interlocutore che si sentì quasi costretto a chiedere con un pizzico di timore “C-come mai solo?” Neanche Merlin seppe cosa stesse succedendo in quel momento, voleva sputargli in faccia tutto quello che aveva fatto, era riuscito a perdonare Morgana e ad affezionarsi a lei come una sorella, ma l’unica cosa che voleva per Mordred era che soffrisse.
 
Una parte di lui si vergognava di quello che provava, un’altra parte invece era troppo impregnata di rabbia “Sai…” disse con voce ferma, e senza distogliere mai lo sguardo da quello di Mordred “A volte non hai scelta, a volte trovi qualcuno che si diverte a scegliere per te. E qualcuno per me aveva scelto la solitudine, fin quando non sono finalmente riuscito a riprendermi ciò che era mio, la mia vita e tutto il resto” guardava Mordred con gli occhi carichi di odio, il ragazzo iniziava a sentirsi a disagio, iniziava a sentirsi accusato ma non sapeva neanche lui di cosa. Arthur stava seguendo da lontano la loro conversazione e quando guardò in faccia Merlin il suo cuore sembrò fermarsi.
 
Lo avrebbe attaccato ne era certo, gli avrebbe fatto Dio solo sa cosa… “Morgana!!!!” il biondo quasi urlò per attirare l’attenzione di tutti. Ci riuscì con il risultato che tutti si voltarono verso di lui con aria decisamente interrogativa “Sai… sorellina” iniziò avvicinandosi a Merlin e Mordred “Penso che anche tu vorrai parlare un po’ con il tuo fidanzato visto che non lo vedi da mesi” Morgana non riusciva a spiegarsi lo strano comportamento del fratello, aveva interrotto le conversazioni di tutti per quale motivo? “Si, ma ora sta parlando con Merlin, posso anche parlarci dopo, abbiamo tanto tempo” “Se non lo allontano da Merlin non ci giurerei” pensò il biondo tra sé e sé “Lo so ma… a me è presa voglia di stare un po’ con il mio di fidanzato e… Mordred… perdonami, ma devo rubartelo” nessuno in quella stanza, tranne Merlin, riusciva a spiegarsi il comportamento di Arthur. Mordred acconsentì a distaccarsi da Merlin, si sentiva decisamente turbato dal suo sguardo accusatorio.
 
Il biondo portò di corsa Merlin nell’altra stanza “Che cavolo ti sta prendendo? Merlin devi calmarti” Arthur gli aveva preso il viso dalle mani, il mago aveva la pelle fredda, gli occhi persi e iniziava a piangere, come dopo un grosso calo di tensione. “Merlin guardami cazzo! Sono io, sono Arthur e sono qui davanti a te” “No, no” Merlin non riusciva a formulare nessuna frase. In quel momento Arthur capì; stava rivivendo tutto. “Amore, amore… calmati. Per favore. Io sono quello che deve sempre stare calmo ma cazzo, mi stai facendo andare in panico, ti prego” “Ti ha ucciso Arthur… ti ha ucciso. Io non ce la faccio, non posso accettarlo. Non posso accettare che ora sia diverso… io, io ho vagato nel mondo per anni cercandoti come un disperato, come un pazzo malato e solo per colpa sua. Ci ha impedito di vivere insieme, ti ha impedito di vivere nelle terre che tu hai unito. Mi ha tolto tutta la felicità e ora io devo toglierla a lui” il suo sguardo era cupo, non sembrava neanche più lui.
 
“Merlin ma che cazzo stai dicendo?! Non sei tu. Il mio Merlin non avrebbe mai ucciso nessuno per vendetta, non è da te” “Dopo la tua morte ho ucciso molte persone per vendetta” “Morti che non ti hanno portato a nulla. Uccidendo quelle persone io non sono tornato da te se non dopo mille strazianti anni. Merlin… ti prego… ragiona” “Io devo andarmene” disse con voce bassa e categorica e voltando le spalle ad Arthur “C-cosa?” il biondo si sentì perso anche al solo pensiero che Merlin se ne andasse “Non posso stare qui, non posso stare con voi se non riesco ad accettare la presenza di Mordred, e a conti fatti in questa epoca sono io che devo andarmene e non lui” “Merlin, non deve andarsene nessuno. Tu devi calmarti e usare quella merda di cervellone da medico / stregone che ti è stato dato. Adesso mi hai stancato. Non puoi andartene. Non puoi farti ritrovare, ridarmi vita, perché per me io ho ricominciato a vivere dopo averti ritrovato, e poi rilasciarmi cosi. Non pensi a me? Cosa farò io senza di te?” “Ho passato la mia unica ed interminabile vita pensando a te. Anche ora che voglio andarmene lo sto facendo pensando a te…” “Cazzate!” lo interruppe bruscamente il biondo “Te ne stai andando perché sei un codardo! Perché non puoi accettare che in questa vita Morgana e Mordred sono quelli che sono stati nella vita precedente prima di cambiare. Non sono mai stati come Nimueh o come Morgauese, loro erano cattive, cattive e basta, il loro cuore era formato solo da odio, ma Morgana? Morgana è diventata in quel modo perché è stata lasciata sola, sola nelle grinfie di quella manipolatrice e Mordred…” a quel punto si interruppe consapevole che non poteva continuare “Mordred cosa? Dai Arthur illuminami. Pensiamo cosa hai fatto al povero Mordred per fare quello che ha fatto: quando era un ragazzino che cercava di salvarsi dalle grinfie di tuo padre ci siamo messi tutti in pericolo per salvargli la vita e lo abbiamo riconsegnato alla sua gente, quando è cresciuto lo hai preso a Camelot, lo hai fatto cavaliere e lo hai trattato come il tuo pupillo molte volte anche mettendo da parte me. E poi? Quando Kara ha provato ad ucciderti tu sei stato magnanimo e gli hai dato una scelta, bastava che ti chiedesse scusa, ma lei no… ha continuato per la sua strada e tu non hai avuto scelta, hai dovuto ucciderla per adempiere davanti al popolo alle leggi del regno. Lui era consapevole che tu avevi fatto tutto il possibile per salvare la sua amata ma lo ha apprezzato? NO! Sai come ha fatto Morgana a sapere che ero un mago? È stato Mordred. Mordred ha tradito il giuramento fatto a Camelot. Mordred ha fatto si che tu partissi da solo e…” qui Merlin si bloccò e parlò con voce più ferma “…io sono stato quello che non lo ha ucciso nonostante ero a conoscenza della profezia. Ho cercato di impedirla, di impedirla senza il bisogno di uccidere nessuno. E la mia scelta ha portato al disastro. Sono io quello sbagliato, sono io che devo andarmene.”
 
Arthur era interdetto dal monologo del compagno. Sentirsi gettare in faccia tutte quelle cose è stato peggio di un cazzotto. Sapeva che doveva riprendere la situazione in mano “Merlin…” parlava con voce calma, sentiva che c’era per forza bisogno di smorzare i toni “… è passato. Un passato che non risuccederà mai più. Non possiamo fargli pagare cose successe in un’altra vita, cose che non sa nemmeno di aver fatto. Dov’è il mio Merlin? Quello sempre eccessivamente buono con tutti? Quello che prima di prendere una decisione drastica pensa al modo più giusto per non far del male a nessuno? So che hai sofferto tanto, perché tu a differenza di tutti noi non hai vissuto un’altra vita, non hai avuto mai pace. Ma ora io sono sulla tua stessa barca, ora è come se anche io fossi vivo da oltre mille anni. Io non posso credere al fatto che dopo avermi aspettato per un’infinità di tempo tu voglia davvero andare via da me. Non ci crederò mai. Merlin… io e te separati non siamo niente. In questa vita mi sono sentito una nullità praticamente sempre, fino al giorno che non ho messo gli occhi su di te a quel cavolo di lago, e a Camelot… la mia vita sarebbe stata schifosamente vuota, noiosa e monotona senza di te, sarei stato semplicemente un altro Re annoiato e stanco. Ma sei arrivato tu con i tuoi modi e mi hai sempre trattato come un tuo pari, mantenevi la facciata solo davanti alle persone per poi darmi dell’asino in privato. Mi hai insegnato l’amore, il coraggio… caspita Merlin il mio coraggio non sarà mai e poi mai paragonabile al tuo. Mi hai insegnato a non agire di impulso, a pensare e mi hai insegnato com’è unica la sensazione di rendere qualcuno fiero di te. Quando vedevo nei tuo occhi la fierezza e l’orgoglio quando mi guardavi, mi sentivo vivo e amato. Anche quando ho sposato Ginevra tu sei rimasto li vicino a me, e anche se i tuoi occhi soffrivano sei stato pronto a sorridermi quando l’unica cosa che io volevo era baciarti davanti a tutti. Non ci sono persone nell’intero universo che meritino di stare insieme quanto lo meritiamo noi”
 
Merlin era pietrificato, anche le lacrime si erano fermate sentendo quelle parole, a differenza sua, Arthur iniziava ad avere la voce rotta dalla commozione “Io… ora che grazie a te ho ripreso i miei ricordi posso assicurarti, che non voglio passare più neanche un secondo lontano da te. E se proprio non riesci a perdonare Mordred e vuoi andartene puoi farlo, ma sappi che tutti i tuoi poteri non basteranno per tenermi lontano da te e quanto è vero che mi chiamo Arthur Pendragon verrò a cercarti in ogni angolo di questo pianeta.”
 
Dopo queste parole nella stanza calò un innaturale silenzio, nessuno dei due disse più una parola, l’unica cosa che Merlin fece, senza parlare, fu andarsi a rifugiare tra le braccia del compagno. Poggiò il viso nell’incavo tra il collo e la spalla, sentì le braccia di Arthur forti che gli cingevano le spalle. Quella era casa sua, quello era il suo posto, le braccia del suo uomo. Dove sarebbe mai potuto andare senza di lui, senza Arthur non aveva senso esistere, non aveva senso nulla. “Senza di te non ha senso che io esista” sussurrò Merlin, Arthur senza rispondere strinse l’amore della sua vita ancora più stretto a se.  
 
Non sapevano neanche quanto tempo fosse passato prima che tornati in salone trovarono gli altri intorno al tavolo intenti a divorare delle pizze e a guardare una partita di calcio. “E queste?” chiese Arthur indicando il cibo “Ci era venuta fame e non avendo notizie di voi abbiamo chiamato la pizzeria. Ne abbiamo prese anche per voi tranquilli” Leon fece cenno ad Arthur di andarsi a sedere. Il solo pensiero di staccarsi da Merlin lo infastidì ma dovette acconsentire e lasciare che il suo compagno si sedesse vicino a sua sorella “Tesoro, non sapendo cosa ti piacesse ti ho preso una margherita, ho fatto male?” chiese Morgana passando la pizza a Merlin. Il moro era estasiato da lei, provava un affetto che non avrebbe mai pensato di poter provare nei suoi confronti, era  consapevole che per Morgana, per quella Morgana, quella vera avrebbe davvero fatto di tutto “Beh… si. Ma considerando che adoro la boscaiola e l’hai presa tu, te ne ruberò un triangolino” la mora sorrise acconsentendo. Merlin non guardò neanche una volta in direzione di Mordred ma poteva sentire lo sguardo del riccio su di lui, da una parte non poteva biasimarlo ma ora non voleva pensarci.
 
Dopo essere rimasti fino alla fine della partita tutti si dileguarono per i loro impegni.  Merlin si gettò sul divano “Sono distrutto” Arthur gli fece eco mentre si dirigeva in cucina “Ma come? Dai incazzati un altro po’ che ti farà bene” “Sarcastico…” sorrise il moro. “Sai Stregone” iniziò Arthur andando a sedersi vicino al mago “Io non vorrei aumentare la tua ansia sopraffina, ma stasera avresti una cena che ti aspetta” a quelle parole Merlin trasalì e sgranò gli occhi “Cacchio la cena con tuo padre. No. E’ ufficiale… non ce la faccio. Augura a tuo padre buona cena.” e cosi dicendo si mise un cuscino in faccia. In tutta risposta Arthur non potè fare a meno di ridere come un bambino “Molto bene. Devo trovare il modo di far sapere a Kilgharra che lo Stregone più potente che abbia mai camminato su questa Terra ha paura di un avvocato. Perfetto” il moro lo incenerì con uno sguardo “Certo, perché ora tuo padre è solo un avvocato” “Merlin ti sfugge solo un piccolo particolare” e cosi dicendo prese il viso di Merlin tra le mani “Insieme siamo invincibili. Possiamo affrontare chiunque, anche mio padre” finì dando al moro un tenero bacio sulle labbra. “Ti amo” soffiò delicatamente Merlin “E scusami per prima” Arthur sorrise “Eri veramente andato fuori di testa” “E tu eri andato in panico, e mi hai dato del codardo” il biondo sorrise “Poi ti ho anche detto che il mio coraggio non sarà mai paragonabile al tuo. Idiota” “Asino”.
 
 
“Allora? Che ne pensi? E’ fantastico vero?” chiese la mora tutta d’un fiato. Mordred stava assaggiando il suo cappuccino quando si accorse che aveva gli occhi di tutti puntati addosso “Ho paura che… se rispondo di no vengo incenerito da tutti” scherzò il giovane “Dai fratello” gridò Gawain “Vuoi farci credere che non ti piace? Che non ti ha dato un senso di familiarità?” Mordred si bloccò quasi pensieroso “Beh.. in un certo senso si” “Lo sapevo” “Appunto” “Ecco” “Ma era ovvio”. Tutti fecero eco e il ricciolo non riusciva a spiegarsi le loro reazioni “Perché?” “Perché ha fatto lo stesso effetto a tutti noi” disse mestamente Lancelot “All’inizio sembrava un caso, ma poi… abbiamo visto che era successa la stessa cosa a tutti. E Arthur… con lui è come se fosse stato un colpo di fulmine” Mordred sentiva le loro spiegazioni ed intanto sorseggiava il suo cappuccino “E’ come se… fossero destinati da sempre… e anche come noi ci siamo da subito sentiti legati a lui… è come se facessimo tutti parte di un unico destino” ragionò ad alta voce Gwen “Io lo penso da sempre sai…” sussurrò Parcival all’orecchio di Gawain “… che io te siamo stati da sempre destinati ad essere una cosa sola” in tutta risposta Gawain si girò e fece una tenera carezza sulla guancia del compagno “Vedo che Merlin e Arthur non sono l’unica novità che mi sono perso.” Si intromise Mordred rompendo l’attimo “Ci ho messo anni ad acchiapparlo, non me lo lascerò più sfuggire” sorrise Gawain. “Sono felice per voi ragazzi, era ora che vi svegliaste”. Tutti continuarono a bere le loro cose e Mordred vedendo con quanto affetto i suoi amici descrivessero Merlin evitò per il momento di dire cosa lui avesse provato, Merlin gli aveva lasciato un senso di disagio e, anche se era strano, di senso di colpa. Ci avrebbe parlato, era si un bravo ragazzo ma non uno che si faceva passare la mosca sotto il naso e il comportamento di Merlin, era stato indubbiamente strano anche se sembrava che era stato l’unico a notarlo.
 
Angolo Autrice:
Lo so lo so avete ragione. È passata una vita e sono imperdonabile. Ma vi giuro che ho delle buone ragioni per averci messo cosi tanto. Mi siete mancate/i tantissimo e mi è mancata la mia storia. Spero che il tempo passato non vi faccia perdere la voglia di seguire la mia storia. Un grazie infinito a chi recensisce, chi mette la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate. Vi voglio davvero bene ed è anche grazie a voi se ho ricominciato a scrivere, come vi ricorderete avevo scritto che pensavo di finire la storia qui ma ora posso dirvi che mi è talmente mancata che non voglio pensare di o quando smettere. Se volete lasciare una recensione sono sempre ben accolte, per stavolta vanno bene anche quelle con le parolacce per il tempo che vi ho fatto aspettare. Alla prossima e vi prometto che non passerà più cosi tanto. 
   
 
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