Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    01/10/2016    2 recensioni
Kim Kruger affida un nuovo incarico a Semir e a Ben: insegneranno tecniche di sopravvivenza ad una classe di una scuola media in un campeggio ai piedi dell’altopiano dell’Eifel. Mentre stanno svolgendo questo insolito incarico, Livyana scompare. Nel cercare la ragazzina Ben incontrerà un uomo all’apparenza innocuo, purtroppo sarà l’inizio di un incubo…
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Particolari agghiaccianti

Il sole stava tramontando , quando Ben, Erik e Livyana arrivati finalmente in prossimità del lago di Laacher See, si avvicinarono ai rottami del deltaplano.
Tra i resti del velivolo c’era un cadavere.
L’uomo aveva gli occhi sbarrati e una grossa macchia di sangue sul petto.
“Livyana non guardare” e istintivamente Ben coprì gli occhi alla ragazzina avvicinandola a sé.
Erik si avvicinò ancora di più ai rottami del velivolo e senza volerlo diede le spalle a Ben abbassando incautamente l’arma.
Ben non aspettava altro, come una furia si avventò su Erik, e in un secondo lo stese disarmandolo.
“Adesso è meglio che sia tu a stare ai miei ordini” gli intimò Ben puntandogli la pistola contro.
“Getti quell’arma o le faccio saltare la testa” ordinò un uomo alle sue spalle.
Ben per un attimo non credette alle sue orecchie, la sua immaginazione mista a stanchezza gli stava facendo brutti scherzi.
“Non glielo ripeterò nuovamente…getti la pistola”
Purtroppo quello che udì non era un’allucinazione.
Lentamente si girò verso la voce non potendo fare altro che quello che gli ordinò l’uomo, Livyana aveva la canna di una pistola puntata alla tempia.

Semir stava sempre proseguendo per il sentiero quando sentì il cellulare vibrare.
“Sì pronto” rispose sempre più in apprensione.
“Ispettore abbiamo trovato un’auto vicino ad uno dei tanti sentieri che portano a Laacher See” lo informò un collega della forestale “Il veicolo presenta segni di effrazione abbiamo fatto alcuni controlli, risulta rubata. Abbiamo fatto subito dei rilevamenti sul posto e mandato le foto di alcune impronte alla vostra scientifica. C’è un riscontro: Lukas Schiffer, di trentasette anni. L’uomo risulta schedato, ha precedenti per piccoli furti, ma potrebbe anche essere l’artefice di alcune rapine in banca, ma la polizia non è mai riuscito a incastrarlo…so che con la ricerca dei due ostaggi può essere irrilevante, ma…”
“Non si preoccupi, ha fatto bene a telefonarmi, magari potremmo incontrarlo e visto come stanno le cose le precauzioni non sono mai troppe… caso mai se avete altre informazioni aggiornatemi tempestivamente…”
“Senz’altro ispettore” e l’agente concluse la comunicazione.

“Lukas” chiamò Erik alzandosi in piedi e, strappando la pistola dalle mani di Ben, lo colpì violentemente con il calcio della pistola al braccio ferito.
Il ragazzo non fiatò nemmeno, ma si portò istintivamente l’altra mano sulla ferita dolorante e ora nuovamente sanguinante.
“Sei in ritardo e di un bel po’…” rimbeccò l’altro visibilmente stizzito.
“Dovevo atterrare col deltaplano qui, ma il motore si è inceppato e sono finito a chilometri da qui, ma adesso ciò che conta è che abbiamo trovato lui” rispose Erik  additando il cadavere.
“Grazie tante, ma ti sei portato dietro quei due…” lo rimproverò Schiffer e con un gesto brusco spinse Livyana che si rifugiò tra le braccia sicure di Ben.
“Senti di loro ci occuperemo dopo  adesso pensiamo a lui…è già passato troppo tempo, non vorrei che il nostro ‘lasciapassare’ si fosse deteriorato” replicò Erik indicando il cadavere “Hai l’occorrente?”
“Sì eccolo” e avvicinatosi ad Erik Schiffer gli consegnò un grosso machete.
“Che vogliono fare” chiese Livyana spaventata, distogliendo lo sguardo dai due criminali.
Il ragazzo non le rispose, ma tra sé pensò “Non lo so, proprio non lo so…”
“Però che schifo, mentre aspettavi non potevi farlo tu” chiosò Erik avvicinandosi al cadavere.
“Non mi ricordavo se era la destra o la sinistra” rispose riluttante Schiffer “E nella borsa c’è posto solo per una, poi ho avuto un contrattempo con la macchina, ho dovuto rubarne una…sono qui da poco pure io”
Un leggero sorriso apparve sul volto di Ben, non sapeva se in quel momento era in compagnia, tra l’altro pessima,  di due criminali che avevano architettato un diabolico piano, due idioti alle prime armi  o due uomini decisamente sfortunati.
“Balle, non volevi farlo punto e basta…e comunque è la destra, quella con l’anello con lo stemma…” detto ciò con un colpo secco mozzò la mano al cadavere.
Ben girò la testa disgustato, stringendo ancora di più la ragazzina contro di se, ma nello stesso istante si guardò attorno.
Sembrava che in quel momento per loro non ci fosse nessuna via d’uscita, oltretutto erano a pochi metri dal ciglio di una parete a strapiombo sul lago. 
“Ecco ora mettiamola nella borsa refrigerante, le impronte digitali devono conservarsi bene altrimenti tutto il nostro lavoro verrà vanificato…”
Sbottò Erik raccogliendo la mano inorridito, poi la mise dentro un sacchetto trasparente deponendola nella borsa, poi consegnò il tutto a Schiffer.
“Visto non è stato tutto inutile” disse soddisfatto Erik “Adesso però è meglio che eliminiamo quei due, poi mi porti all’ospedale, mi fa male il ginocchio e anche un braccio, non posso fare altro, ma per fortuna che la squadra…” ma fu interrotto dal complice.
“Non puoi andare al pronto soccorso, razza di idiota!” lo incalzò Schiffer “Ti farebbero troppe domande, rischieremmo di essere scoperti”
“Senti voglio godermi la vita quanto te, non preoccuparti mentirò bene” replicò l’altro “Dirò quello che ho detto anche allo sbirro…sono caduto durante un’escursione e una volta eliminati questi due non avremo testimoni”
“Va bene come vuoi”  e senza pensarci più di tanto Schiffer freddò l’uomo con un colpo dritto al cuore.
Erik per un attimo restò come pietrificato sul posto con gli occhi sbarrati poi crollò a terra come un burattino a cui avessero improvvisamente tagliato i fili.
Livyana cacciò un urlo, l’uomo puntò la pistola verso Ben che schioccato aveva assistito alla scena.
Tutto si sarebbe aspettato, ma questo proprio no.
Il ragazzo con a fianco la ragazzina indietreggiò di qualche passo fino all’orlo del precipizio, dietro di lui alcuni sassolini cominciarono a cadere dentro il lago.
“Bene dite le vostre ultime preghiere…” e minaccioso Schiffer si avvicinò ai due.
“Livy” sussurrò all’orecchio Ben alla piccola “Fai un bel respiro, trattieni il fiato più che puoi” poi prendendo in contropiede Schiffer prese in braccio Livyana buttandosi dentro il lago.

Il salto sembrò non finire mai, poi Ben sentì l’acqua come aprirsi sotto i suoi piedi.
Subito allargò le gambe e il  braccio libero per frenare la discesa verso il fondo, ma la cosa non fu così immediata.
Il peso e l’altezza da dove erano saltati facilitò la loro discesa verso il fondo del lago.
Il ragazzo pensò che lui avrebbe potuto trattenere il fiato per alcuni minuti, ma Livyana…
Facendo appello a tutte le sue forze Ben cercò di riemergere dall’acqua.
Emerse dopo quella che a lui sembrò un’eternità, appena in tempo per ritornare velocemente sott’acqua.
Schiffer vedendolo riemergere gli stava sparando contro.

Semir e Mathilde arrivarono nei pressi del lago nel momento in cui Schiffer cominciò a sparare verso Ben, dopo che lo avevano visto saltare con in braccio Livyana.
Senza pensarci due volte il piccolo ispettore estrasse la pistola sparando in direzione di Schiffer, purtroppo non riuscendo a colpirlo.

Ormai al limite dell’affogamento Ben riemerse dall’acqua,  in tempo per vedere da lontano la sagoma di Semir che correva verso la sponda del lago mentre Schiffer fuggiva addentrandosi nella boscaglia.
Semir lo lasciò scappare precipitandosi subito in soccorso di Ben.
Il giovane intanto a grandi bracciate aveva raggiunto la sponda del lago e stava issando la piccola sulla riva quando venne raggiunto da Semir.
“Ho chiamato i soccorsi mentre scendevo, saranno qui a momenti…” disse Mathilde raggiungendo i due ispettori.
Ma Ben non l’ascoltò nemmeno, stava già valutando le condizioni della ragazzina.
“Mio Dio Semir, non respira, non c’è polso…” disse Ben disperato posizionandosi di fianco alla piccola per praticarle il massaggio cardiaco, mentre Semir immetteva nei polmoni della piccola l’aria.
“Bambina mia respira” pensò tra sé il giovane ispettore “Non lasciarmi, non ora…non adesso…” e mentre eseguiva le manovre per rianimarla,   pensò che quel tipo di operazione non l’aveva mai praticata ad un creatura così piccola.
E il terrore si impadronì di lui.
Aveva una paura folle di spezzagli tutte le costole.
Semir come se fosse nella sua testa percepì la sua paura “Coraggio Ben stai andando alla grande e i soccorsi saranno qui a momenti…”
Dietro di loro Mathilde Meisner seguiva in apprensione la scena.

Finalmente dopo poche manovre la ragazzina cominciò a tossire ed a sputare acqua.
La donna, ora visibilmente più rilassata, si avvicinò a Livyana, le tolse i vestiti bagnati facendole indossare la felpa che portava lei.
L’acqua del lago era molto fredda e la piccola tremava vistosamente.
Anche Ben tremava, ma Semir pensò che più che per il freddo la sua fosse la normale reazione alla paura di aver rischiato di perdere Livyana.
Pochi minuti dopo all’orizzonte apparve un’eliambulanza.
La ragazzina fu subito trasportata al più vicino ospedale, ma mentre Semir consigliò Ben di accompagnarla, anche per farsi curare la ferita che aveva al braccio, lui con l’aiuto della polizia forestale e altri agenti accorsi finalmente sul posto si mise alla ricerca di Schiffer.

Erano quasi le cinque di mattina quando Semir decise di raggiungere l’ospedale dove era stata ricoverata Livyana sia per sincerarsi personalmente delle condizioni della piccola che quelle di Ben.
Percorse qualche metro di un lugubre corridoio cui lo aveva indirizzato un uomo di guardia alla reception.
Semir ebbe un leggero brivido lungo la schiena quelle pareti davano l’impressione di essere meandri di un cimitero, tanto erano bianche e spoglie.
Il piccolo ispettore trovò Ben quasi subito, stava dormendo in mezzo ad un corridoio seduto per terra con la schiena contro il muro, la testa appoggiata alle ginocchia. Al braccio sinistro una vistosa fasciatura.
“Considerata la tua avversione per il Pronto Soccorso trovo quasi strano che ti sia lasciato medicare…a meno che…” pensò tra se il piccolo ispettore.
Prima di svegliarlo andò a prendere del caffè caldo al distributore automatico, poi si sedette accanto all’amico quindi lo svegliò.
“Ben, ti ho portato del caffè…bevi ti farà bene” gli disse con fare affettuoso quasi paterno.
Ben aprì gli occhi e quegl’occhi a Semir fecero quasi paura.
Erano rossi e gonfi, segno evidente che il socio aveva pianto e parecchio.
“Come sta la piccola?” chiese Semir porgendogli il bicchiere.
“Ha un principio di assideramento e di annegamento, ma i medici mi hanno rassicurato che starà bene…si riprenderà…” rispose stancamente il collega, stropicciandosi gli occhi, poi prese dalle mani del socio il caffè.
“Grazie al cielo” sospirò Semir che aggiunse “E tu come stai?”
“Come vuoi che stia…male…nessuno è al sicuro con me…sono e sarò sempre maledetto…”
“Oh Ben basta con questa storia…” lo interruppe Semir che ormai non ne poteva più di sentire quella storia dell’essere maledetto.
Ma Ben non lasciò perdere l’argomento “Semir avevo promesso ai suoi genitori che l’avrei protetta, che niente e nessuno le avrebbe fatto del male e adesso guarda…è lì dietro a quella porta…ce l’ho mandata io!” il tono di Ben si fece disperato.
“Ben non essere ridicolo, non potevi fare diversamente, quel pazzo vi avrebbe ucciso…ti stava per sparare! Se non vi foste buttati nel lago adesso non staremmo qui a parlare. E poi smettila di sentirti sempre in colpa. Livyana se ti sentisse parlare così sono sicuro che sarebbe la prima a prenderti a schiaffi. Le hai salvato la vita, di nuovo e lei questo lo sa”
Tra i due calò una specie di gelo, Semir non sapeva come consolare il socio e Ben si era chiuso nel silenzio più assoluto.

Passarono alcuni minuti, poi Ben cominciò a sorseggiare il caffè e a Semir sembrò che il ragazzo cominciasse a riacquistare un po’ di lucidità.
“Avete preso Schiffer?” chiese finalmente.
“No purtroppo ci è sfuggito, abbiamo perlustrando tutta la zona e il buio non ci ha certo aiutati, nemmeno le unità cinofile lo hanno trovato”
“Avete saputo chi era il morto? E perché gli hanno tagliato una mano?” incalzò il giovane.
“Il morto era un certo Gerald Fritz” rispose Semir.
“Non mi dice niente il nome” ribatté Ben facendo spallucce.
“Beh mio giovane Padawan” parafrasò Semir per cercare di alleggerire l’atmosfera “Ti faccio presente che Gerald Fritz è…o meglio era il direttore della ‘Bundesbank’ con sede a Colonia”
“Ah però e che ci faceva a bordo di un deltaplano?”
“Non lo so, ma se vuoi accompagnarmi andremo dalla vedova, le porgeremo le nostre condoglianze, chiedendole come mai abbiano tagliato la mano al cadavere del marito. Ah un’altra cosa, hanno portato il corpo all’obitorio, la dottoressa Brenner, mi ha dato alcune anticipazioni in merito…Fritz non è morto per essersi schiantato col deltaplano. E’ morto in volo, un colpo alla schiena”
“Con un fucile di precisione?” chiese Ben.
“Probabilmente” ribatté Semir.
“Sì adesso che mi ci fai pensare ho notato  anche io che il corpo presentava una grossa macchia di sangue in mezzo al petto…” ragionò Ben che continuò “Potrebbe essere andata così: questo Fritz va a fare un giro in deltaplano…viene raggiunto da Erik a bordo di un velivolo simile, ma a motore. Erik gli spara uccidendolo, poi le correnti e un guasto al mezzo li portano ad atterrare in due punti diversi”
“Sì è una buona ipotesi, Erik però deve ritrovare il cadavere, perché per qualche motivo che noi non sappiamo gli serve la mano…non conosce però la zona e fortuna o sfortuna vuole che incappi in te”
Semir si voltò verso il suo socio.
Era ritornato catatonico, se ne stava fermo e immobile a guardare la porta della stanza dove riposava Livyana.
“Resterà di nuovo sola…” rifletté triste.
“Perché non sei entrato, di solito i medici non fanno storie, anzi i ragazzini solitamente sono sorvegliati sempre dai genitori…” domandò Semir.
“Non sopporterei vederla così, immobile distesa in un letto d’ospedale, circondata da macchinari che fanno solo ‘bip-bip’…”
“Farebbe bene ad entrambi, se le prendessi la mano…sei più di un amico, sei il suo tutore, anzi sei quasi un padre per lei” continuò con fare affettuoso Semir.
“Appunto ‘quasi’ e quindi non lo sono”
Semir non seppe cosa rispondere.
Sapeva quanto bene il ragazzo volesse alla ragazzina, ma anche quanto si sentisse in colpa.
“Comunque non resterà sola a lungo mi ha telefonato Mathilde Meisner, ha detto che considerato che noi saremo impegnati nelle indagini si occuperà lei di Livyana”
Ben non rispose fece solo un piccolo cenno con la testa.

I due ispettori restarono così fino all’arrivo della direttrice, poi si avviarono verso l’abitazione della vedova di Gerald Fritz.
Per strada Semir cercò di intavolare un minimo di discorso, ma tutto si rivelò vano, il socio guardava fuori dal finestrino, con sguardo assente.
Tutt’ad un tratto Ben sembrò riacquistare di nuovo la lucidità, nella sua testa gli parve di sentire la voce di Livyana che lo incoraggiava a ritrovare il poliziotto che era in lui.
Smettila di piangerti addosso, cosa dovrei fare io allora? Ho perso mamma e papà eppure reagisco, vado avanti e ho solo dodici anni, quindi vedi di fare lo stesso anche tu…e poi zio Semir ha bisogno di te”
“Coraggio Semir” esordì Ben “Cerchiamo di darci una mossa, catturiamo quel bastardo, risolviamo l’enigma della mano e torniamocene alla normalità che dici?”
Semir si girò per un attimo verso il suo socio per poi tornare a guardare la strada, odiava gli sbalzi d’umore del ragazzo, ma adesso come adesso lasciò perdere qualsiasi spiegazione più o meno logica.
Il suo partner sembrava aver ritrovato un minimo di serenità e lucidità.
La coppia d’oro della CID era tornata in campo ed ora c’era un caso da risolvere.

Angolino musicale: Sorpresa…aggiornamento veloce…
Bruce Springsteen ‘Cross my heart’ (ho giurato)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=CxpMGDXm64Y
La prima volta che ho giurato ti stavo implorando piccola, per favore a fianco del tuo letto, in ginocchio quando ho giurato piccolina mia su di te La seconda volta che ho giurato la pioggia veniva dal sud ero disteso lì con qualcosa di dolce e salato in bocca quando ho giurato dolcezza mia su di te Beh, puoi pensare che il mondo sia nero e bianco faresti meglio a stare attenta a non scivolare in quella zona di mezzo Dove la notte diventa opprimente ed il cielo si scurisce ti ho afferrata, piccola e tu hai afferrato me e noi abbiamo giurato Beh, la vita non è nient’altro che un freddo duro viaggio non mollerò finché non sarò soddisfattolo giuro, sì, lo giuro
beh, lo giuro, piccola mia, su di te.

 
  
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