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Autore: Eilan21    04/10/2016    7 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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L'alloggio di Viviana era illuminato a giorno con delle torce, nonostante all'esterno fosse già calato il buio. Arianrhod entrò accompagnata da Gareth, che si congedò per lasciare alle due donne un po' di riservatezza.

Arianrhod non sapeva di cosa Viviana volesse parlarle, e per la verità si sentiva leggermente a disagio di fronte a una donna di tale autorevolezza e saggezza. Mentre la salutava stringendole le mani, si augurò un giorno di diventare come lei, come quella piccola donna dalla chioma scura e dai lineamenti marcati; di poter guidare il suo popolo come lei guidava quello di Avalon, e in tempi tanto difficili per giunta. Ovviamente sempre che fosse riuscita a riconquistare il trono, prospettiva che per il momento sembrava ancora molto lontana e improbabile.

Vieni, siediti qui con me” la invitò Viviana indicandole una seggiola accanto alla sua, di fronte al focolare spento. “Ti dispiace se Raven assiste al nostro incontro? Averla vicino mi è sempre di conforto.”

Certamente” mormorò Arianrhod imbarazzata. La Somma Sacerdotessa chiedeva il permesso a lei? Le sembrava ancora paradossale, sebbene Viviana l'avesse rassicurata di essere una sua pari.

Ma io sono ancora una regina senza un trono, mentre lei è la depositaria del volere della dea. Può esserci differenza più grande?

Voltando il capo fece un cenno di saluto a Raven, seduta poco distante da loro. La donna, muta come sempre, ricambiò.

Posso offrirti qualcosa da bere? Abbiamo del sidro che facciamo con le mele dei nostri alberi. È delizioso.”

Lo assaggio volentieri, grazie.”

Raven riempì loro due coppe da una brocca già ricolma del liquido ambrato. Arianrhod ne prese un sorso e lo trovò squisito, almeno quanto le mele che aveva assaggiato quella mattina. I frutti della terra dell'Isola Sacra sembravano essere nati da un suolo mistico, attraversato dall'energia stessa della terra... e forse era proprio così.

Probabilmente ti starai chiedendo perché ti ho chiesto di venire qui. Prima di tutto volevo parlare con te da donna a donna. Trovo che l'atmosfera sia più rilassata stasera di quanto non lo fosse stamattina.”

Arianrhod sorrise, incerta su cosa replicare. Ammettere che era così le sembrava una mancanza di rispetto verso l'Arcidruido Taliesin. D'altra parte ora che il sidro le aveva scaldato le membra e che Viviana appariva più donna che sacerdotessa, lei si sentiva molto più rilassata.

Il tuo cavaliere, quel bel ragazzo, non ti perde di vista un'istante a quanto sembra.” commentò Viviana.

Arianrhod arrossì, ma cercò di mantenere un certo decoro. “Mi ha salvato la vita, più di una volta. Mi è devoto e io gliene sono immensamente grata.”

Non ho difficoltà a crederlo. D'altronde tutta la Guardia Bianca ti è devota, darebbero la vita per te. E a proposito... ho ricevuto un messaggio dal Duca Fjölnir di Silverdalen. Mi ha comunicato che l'armata è in marcia verso Avalon, e che saranno qui entro pochi giorni.”

Entreranno tutti in Avalon?” chiese Arianrhod curiosa.

Certamente no” sorrise Viviana. “Sarebbe troppo chiederci di trasformare Avalon in un accampamento militare. Ma vogliamo darti il nostro appoggio, questo lo abbiamo chiarito. Per questo ho invitato qui una persona...”

La sua attenzione venne attirata da un cenno di Raven.

E' già qui Raven? Fallo entrare.”

Arianrhod si alzò in piedi di scatto mentre la porta si apriva, facendo passare un uomo. Era basso di statura, con la pelle olivastra e i capelli neri. Indossava abiti di pelle che lasciavano intravedere le pitture azzurre che gli adornavano il corpo, asciutto e muscoloso. Aveva un paio di occhi penetranti che scrutarono Arianrhod attentamente.

E' lei?” chiese senza mezzi termini, rivolgendosi a Viviana.

Sì, ti presento Arianrhod, la legittima sovrana di Svezia.”

L'uomo fece un inchino con il capo, rivelando che sulle spalle portava un arco e una faretra.

Arianrhod, questo è Cynwrig, il capo del Piccolo Popolo. Il loro territorio è confinante con Avalon e loro hanno stretto forti legami con i sacerdoti e le sacerdotesse. Sono fedeli agli antichi dei, e sono strenui difensori della nostra fede.”

E' un onore fare la vostra conoscenza” disse Arianrhod, temendo di mettere a disagio l'uomo nel guardarlo letteralmente dall'alto in basso. Ma Cynwrig non sembrava affatto intimorito o offeso. Guardava la ragazza negli occhi, da pari a pari, con fierezza e orgoglio nello sguardo.

Regina, l'onore è mio ed anche del mio popolo, che io rappresento.”

Il Piccolo Popolo si è offerto di allearsi con la Svezia e di mandare un suo contingente con te, per aiutarti nella riconquista del trono” spiegò Viviana.

Io... non so cosa dire. Vi ringrazio immensamente per la fiducia che riponete in me” disse Arianrhod incespicando nelle parole. Ma poi prese un respiro profondo e si ricompose, ergendosi in tutta la sua regalità. “La Svezia sarà sempre al fianco vostro e di Avalon, in qualunque futura necessità, e nell'obiettivo di difendere la nostra fede.”

Cynwrig apparve compiaciuto, ma la sua espressione era ancora neutra.

Tuttavia...” la interruppe sollevando una mano.

Arianrhod guardò Viviana interrogativamente in attesa che Cynwrig continuasse. Ma la sacerdotessa non appariva sorpresa, segno che conosceva già le obiezioni del Piccolo Popolo. Cos'altro non le aveva rivelato? Lo aveva fatto di proposito?

Vi chiediamo una prova, prima di allearci con voi” continuò l'uomo. “Dobbiamo sapere se gli dei sono con voi, se possiamo fidarci, e se siete degna di salire al trono. So che ne avete diritto per sangue. Ma presso il nostro popolo questo non significa nulla. Dovete esserne anche degna, dimostrare che avete le doti necessarie e il coraggio per farcela. La dea ci parlerà e ci dirà se siete voi colei che è destinata a sedere sul Trono del Drago.”

Arianrhod deglutì, completamente presa alla sprovvista. Le era sempre stato detto che il suo diritto a regnare era sancito dal sangue che le scorreva nelle vene, il sangue di suo padre e di tutti gli Yngling prima di lui. Ed ora arrivava quest'uomo a dirle che ciò non aveva alcun valore per loro. Cosa si aspettavano da lei? Se il suo diritto basato sulla discendenza di sangue veniva meno lei avrebbe anche potuto arrivare a scoprire che, per altri aspetti, non era affatto la regina che tutti si aspettavano, la regina su cui avevano riposto tante speranze.

Quello che Cynwrig ti sta chiedendo” intervenne Viviana, vedendola in difficoltà, “è di sottoporti ad un rituale di solito riservato ai membri del Piccolo Popolo. È un grande onore perché quasi mai viene concesso a uno straniero.”

Un onore? Arianrhod avrebbe voluto lasciarsi andare ad una risata isterica. Lei doveva sottoporsi a qualche oscuro rituale e doveva considerarlo perfino un onore? Si morse le labbra per non lasciarsi sfuggire neppure una sillaba che potesse offendere i suoi ospiti.

Perché gli estranei non vi vengono sottoposti?” chiese.

Perché chi lo superasse entrerebbe di diritto a far parte del Piccolo Popolo. Diventerebbe uno di noi, unito al nostro popolo da un legame indissolubile, più forte del sangue” spiegò Cynwrig guardandola negli occhi. E poi, prima che lei potesse replicare, si inchinò dicendo: “Questa è la nostra offerta, regina di Svezia. Attendiamo la vostra risposta entro il prossimo tramonto della luna.” Poi si congedò, senza aggiungere una parola.

Quando fu uscito, Arianrhod sprofondò di nuovo nella sua seggiola, e rimase in silenzio, fissando dritto davanti a sé. Viviana le si sedette accanto e le mise una mano sul braccio.

Sei spaventata?”

Vorrei sapere in cosa consiste questo rituale. Tu puoi spiegarmelo?”

Viviana scosse la testa. “E' un rituale segreto del Piccolo Popolo. Non posso parlarne. Lo saprai solo quando dovrai sottoportici.”

Mi chiedete di prendere parte a qualcosa che non conosco? Che non so come funziona? Come posso dare il mio consenso?” chiese la ragazza, frustrata.

Fa parte della prova. In ogni caso non devi temerla, sei perfettamente in grado di superarla. Hai coraggio da vendere, e inoltre non permetterei mai che si metta in pericolo la tua vita. È di gran lunga troppo preziosa.”


Quando lasciò l'alloggio di Viviana, Arianrhod a malapena si accorse di Gareth che era rimasto ad attenderla davanti alla porta, nonostante una pioggerella leggera avesse cominciato a cadere.

Gareth! Cosa ci fai qui? Ti sei bagnato” protestò lei, sorpresa.

Hai detto che non avrei mai dovuto lasciarti, no? È quello che sto facendo” sorrise lui.

Non credevo lo prendessi tanto alla lettera...” commentò lei, a sua volta con un sorriso sul volto.

Cosa voleva la Somma Sacerdotessa da te? E quell'uomo del Piccolo Popolo?”

Mentre camminavano verso l'alloggio di Arianrhod, incuranti della pioggia che cadeva sulle loro teste, lei gli raccontò della possibile alleanza con il Piccolo Popolo e del rituale che le avevano chiesto di affrontare per ottenerla.

Certo, è un rischio...” rifletté Gareth.

Credi che sia proprio necessario?”

Se vuoi essere una vera regina dovrai intrecciare delle alleanze, Arianrhod. E farlo richiede dei sacrifici. Il Piccolo Popolo ti chiede questo per concederti il suo appoggio militare. E anche Avalon te lo chiede, perché l'alleanza che verrà forgiata vedrà partecipi anche loro. Anche se cercano di apparire neutrali, non lo sono. Ci sono loro dietro tutto questo.”

Certo, non hanno un esercito con cui sostenermi, e hanno trovato questo modo” mormorò Arianrhod tra sé e sé.

Erano ormai giunti alla porta dell'alloggio, quando Arianrhod si fermò e guardò Gareth.

Cosa dovrei fare secondo te? Aspettano una mia risposta entro domani sera...”

Gareth la strinse per le braccia. Avrebbe voluto abbracciarla: appariva così fragile, bagnata come un pulcino, con i capelli incollati al capo e grondanti pioggia. Ma lei non era fragile, affatto.

Ascoltami: qualsiasi cosa ti chiedano, non ho dubbi che tu ce la possa fare.”

Forse riponi troppa fiducia in me” disse lei con amarezza, abbassando lo sguardo. “Forse tutti gli svedesi, la Guardia Bianca, Avalon, il Piccolo Popolo... tutti loro mi hanno sopravvalutata.”

Gareth sorrise. “Puoi credermi quando ti dico che non è così. E ora vai ad asciugarti prima che ti prenda un malanno”, disse sospingendola verso la porta. Poi sparì, inghiottito dal buio della notte.


Accidenti, non ci riesco!” esclamò frustrata Arianrhod, quando la freccia appena lanciata atterrò malamente sull'erba. Cosa diavolo le era venuto in mente di voler imparare quell'odiosa disciplina?

Era tutta la mattina che lei e Gareth, non avendo altro da fare nell'attesa, si esercitavano a tirare frecce su un grosso tronco d'albero. In realtà era stato Gareth a proporre di allenarsi al combattimento, ma dopo circa un'ora in cui si esercitavano alla spada – Gareth le aveva ceduto la sua e si era accontentato di un bastone – era apparso chiaro che un lungo allenamento per qualcuno che possedeva già la loro abilità non era necessario. Gareth aveva ancora una volta potuto constatare che Arianrhod possedeva un notevole talento naturale nel maneggiare l'arma. Era in grado di fare cose per le quali lui aveva impiegato anni di addestramento. Quando si era arreso nel cercare di insegnarle qualcosa di nuovo, lei gli aveva chiesto di addestrarla nel tiro con l'arco, qualcosa in cui non si era mai cimentata. Avrebbe sempre potuto tornarle utile in futuro. Ma dopo ore che provava a lanciare una freccia dritta - o almeno a non uccidere per sbaglio qualche sfortunato scoiattolo di passaggio - era alquanto esasperata. Riuscire a centrare il bersaglio poi, era pura utopia! A Gareth veniva da sorridere nel notare la sua bocca atteggiata in un’espressione irritata, ma cercava di non farsi vedere da lei perché sapeva che questo l’avrebbe fatta infuriare ancora di più. Ma la incoraggiava continuamente, dandole consigli, aiutandola con una pazienza infinita.

All’ennesima freccia che mancò il bersaglio, Arianrhod lasciò cadere a terra l’arco, spazientita.

Non posso farlo, Gareth. E’ inutile! Si vede che non è proprio cosa per me…”

Gareth sorrise. “E io invece sono convinto che puoi farcela. Il problema è che tu ti fai guidare esclusivamente dalla ragione, mentre per tirare bene occorrono concentrazione e istinto. Aspetta, ti aiuto io. Incocca la freccia.”

Gareth raccolse l'arco e glielo porse, poi si mise alle sue spalle e l'aiutò a tendere la corda dell’arco, guidandola passo passo. Con lui accanto a sé Arianrhod cominciò a rilassarsi finché non scordò tutto il resto. Lasciò andare la freccia, senza bisogno che Gareth glielo dicesse. Fu come se fosse stato il bersaglio a raggiungere la freccia, e non il contrario. Poté vederla chiaramente colpire il tronco e seppe che ce l'aveva fatta.

Emise un gridolino di trionfo e, voltandosi, gettò le braccia al collo di Gareth senza riflettere. Fu un gesto impulsivo, dettato dalla contentezza di essere finalmente riuscita dopo tanti tentativi falliti. Ma improvvisamente si trovò faccia a faccia con lui, il viso a pochi centimetri dal suo. I loro nasi si sfioravano e le loro bocche erano pericolosamente vicine. In un impeto di sconsideratezza Arianrhod percorse quella breve distanza che li separava e gli sfiorò la bocca con la propria. Gareth, rimasto innaturalmente rigido fino a quel momento, improvvisamente le catturò la bocca in un bacio appassionato, in cui entrambi si persero, labbra, menti e anime unite. Fu una questione di pochi secondi prima che Gareth, come tornato in sé, si staccasse bruscamente, respingendola con gentilezza, ma fermamente.

Cercò di ignorare lo sguardo confuso e addolorato di Arianrhod. Lei lo guardava come un animale ferito guarda il suo carnefice.

Mi dispiace...” mormorò abbassando lo sguardo. “Non odiarmi, ma questo è uno sbaglio. Ti prego, dimentichiamolo...”

Lei cercò di rimanere composta, ma il labbro le tremava impercettibilmente e aveva gli occhi lucidi. Tuttavia il suo sguardo non vacillò: cercava lo sguardo di lui, coraggiosamente, come chi non avesse altro da perdere. Ma lui continuava a evitarla.

In un gesto di rabbia impotente Arianrhod scagliò a terra l'arco che ancora teneva in una mano, e con tutta la dignità che riuscì a racimolare si voltò e si allontano, piantandolo lì dove si trovava. Nonostante tutto camminava con le spalle dritte e il mento sollevato, e Gareth pensò che non era mai stata così bella come in quel momento.




Angolo Autrice: Ed eccoci qui, siamo giunti a un punto di svolta nella relazione tra Gareth e Arianrhod. Le cose si fanno difficili per loro, e non sarà una passeggiata trovare un punto d'incontro. Ovviamente c'è un motivo se Gareth l'ha respinta... ma lei, ancora un po' ingenua, non lo ha compreso del tutto. Come se non bastasse ha anche tanti dubbi sul suo futuro ruolo, e ha paura di deludere tutti quelli che ripongono fiducia in lei. E poi c'è la prova che dovrà affrontare per guadagnarsi l'alleanza del Piccolo Popolo... il tempo scorre!

A proposito di questo volevo dare un piccolo cenno storico su questo popolo. Praticamente in ogni cultura esiste la leggenda di un popolo che vive nei boschi, nelle paludi, nei laghi, e che rifiuta i contatti con gli altri popoli. Ma secondo alcuni storici, come ad esempio James Gairdner, questa leggenda ha radici nella storia, e questo popolo non sarebbe altro che una razza di pigmei che viveva in Galles, Cornovaglia e Irlanda, le tre aree dove questa leggenda è più presente. Avrebbero avuto pelle olivastra, capelli scuri e sarebbero stati di piccola statura. Tuttavia, anche se desiderosi di mantenere il loro stile di vita rispettoso della natura, il Piccolo Popolo sarebbe sceso in battaglia a fianco degli altri popoli della Britannia qualora ci fosse stato bisogno, dal momento che erano valorosi guerrieri. Questo accade anche nei libri di MZB, e quindi io ho immaginato che potessero cercare un'alleanza anche con Arianrhod, nel tentativo di arginare l'avanzata cristiana (essi erano infatti devotissimi pagani, legati al culto della dea madre).

Scusate il papiro :)

E niente, spero che il capitolo vi piaccia e come sempre vi ringrazio tutti.

Alla prossima!

Eilan


   
 
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