Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: telesette    06/10/2016    1 recensioni
Scaricata per l'ennesima volta dal Joker, salvata in extremis da Batman, Harley Quinn prova seriamente a riflettere su ciò che la vita ha ancora in serbo per lei e ciò che le interessa davvero...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Harley Quinn, Joker, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Harley vide la grande villa dei Wayne, malgrado le manette ai polsi e i due agenti assegnati alla sua sorveglianza, non poté fare a meno di ammutolire per lo stupore.
Quella villa era un vero e proprio castello!
Oltretutto la cosa più sorprendente era che, per esplicita richiesta del signor Wayne, alla signorina fosse riservato il diritto di viaggiare dal carcere a Villa Wayne in automobile anziché sul furgone cellulare addetto al trasporto dei detenuti.
Per Harley fu come ritrovarsi in una specie di sogno: il grande viale alberato che conduceva all'ingresso, i poliziotti che facevano scattare via la serratura delle manette, e persino un elegante maggiordomo sulla soglia che le si inchinava davanti chiamandola "signorina" e chiedendole se aveva fatto buon viaggio.

- Se vuole gentilmente concedermi il suo bagaglio, signorina - esclamò Alfred galantemente. - Sarò lieto di mostrarle la camera e, per qualunque cosa lei abbia bisogno, non esiti a chiedere!
- Cavoli, dici sul serio? - fece Harley sbalordita, sventolando la mano dinanzi agli occhi di Alfred. - Posso davvero chiedere tutto, anche una coca-cola ghiacciata con la cannuccia e il bicchiere di vetro lungo?

Alfred batté le palpebre perplesso.

- Beh... Sì, naturalmente - balbettò. - Se è suo desiderio, farò in modo di accontentarla!
- Che forza, fratello, tu sì che sei a posto - squittì Harley, schioccando un bacio affettuoso sulla guancia dell'imbarazzatissimo maggiordomo. - Sei troppo simpatico!

In quella, Bruce Wayne fece la sua apparizione dinanzi alla villa.

- Bene, Alfred, vedo che hai già conosciuto la nostra ospite!
- Con... permesso, signor Wayne - fece Alfred timidamente, cercando di nascondere il vistosissimo segno di rossetto lasciato dalle labbra di Harley. - Porto in camera i bagagli della signorina!
- Fai con comodo, Alfred - sorrise Bruce. - Sono convinto che miss Quinzel abbia bisogno di guardarsi un po' attorno, dico bene?

Harley fece per rispondere ma, prima che potesse dire qualcosa, uno degli agenti addetti alla sua custodia, ricordò al signor Wayne che, per qualunque necessità, lui e il suo collega sarebbero rimasti di guardia nei paraggi secondo gli ordini del commissario Jim Gordon.
La ragazza si incupì.
Ma chi voleva prendere in giro? Quella villa supermagnifica non era altro che un tipo diverso diverso di prigione, una molto più accogliente forse ma sempre una prigione, e la sua cauzione era stata pagata da un miliardario che aveva solo tanti soldi da buttare via.

- Scusi, signor Wayne - gemette lei guardandolo tristemente. - Posso farle una domanda?
- Ma certo - fece lui gentilmente. - Di che si tratta?
- Ecco... Non sono sicura che sia del tutto esatto ma, mentre ero in cella, qualcuno mi ha detto che avrebbe chiesto ad un suo "amico" di intercedere per...
- Infatti è proprio così - spiegò Bruce tranquillo. - Batman mi ha spiegato la situazione e, per quanto mi sarà possibile, ho già predisposto tutto per far sì che la sua riabilitazione venga pienamente riconosciuta!
- Davvero Batman le ha chiesto di fare questo per me?
- Anche Batman è un essere umano, signorina, proprio come me e lei - osservò l'altro. - Forse le sembrerà incredibile, forse persino un po' assurdo, ma le assicuro che quanto le ha detto è la pura verità: d'ora in avanti, potrà abitare qui tutto il tempo che le occorrerà, il mio maggiordomo Alfred sarà a sua completa disposizione per qualunque necessità, e non dovrà preoccuparsi di alcun tipo di spesa!
- Ma lei si fida davvero ad accogliere in casa sua una che, fino a venti minuti fa, stava in un carcere di massima sicurezza?
- Batman si fida di lei - tagliò corto Bruce serio. - E se lui può accordarle fiducia, non vedo perché non debba farlo anche io!

Harley singhiozzò in preda alla commozione.
Non era abituata a piangere sul serio, anche perché nel caso rischiava sempre di disfarsi tutto il trucco, tuttavia una lacrima cominciò a scenderle ribelle lungo la guancia.

- E'... E' buffo - mormorò. - Mi capita di piangere così di rado che, ora che mi servirebbe, non ho nemmeno il fazzoletto!
- Tenga - esclamò Bruce, porgendole galantemente il proprio. - Non ha motivo di sentirsi a disagio, davvero!
- No, non si tratta di questo - spiegò Harley. - E' che faccio ancora fatica a credere che... Insomma, è meraviglioso sapere che delle persone hanno fiducia in te, non è una cosa che capita spesso!

Bruce le sorrise con fare rassicurante.
In quel momento, la "temibile" Harley Quinn sembrava davvero una ragazzina smarrita e spaesata. Per la seconda volta, da che il Joker era entrato nella sua vita, le si presentava l'occasione di cambiare. Batman, il signor Wayne e quel simpatico maggiordomo di nome Alfred... Tutti loro sembravano così sinceri, così onesti nei modi di fare e di parlare, tanto che Harley sentiva di poter veramente ricominciare daccapo con un altro spirito e una rinnovata fiducia nel prossimo.

- So che le occorrerà del tempo, per rimettere ordine nella sua vita, miss Quinzel - esclamò ancora Wayne con un sorriso ancora più smagliante sul volto limpido e generoso. - Ma sono sicuro che farà del suo meglio e, se la cosa può rincuorarla, mi sono permesso di organizzarle una piccola serata tra le persone più facoltose di Gotham per festeggiare il suo reinserimento nella società... Naturalmente sarà lei l'ospite d'onore!

Harley ammutolì per lo stupore.
D'istinto si buttò ad abbracciare il signor Wayne, con tale impeto che questi quasi rischiò di cadere, non trovando parole sufficienti per ringraziarlo. Lui le spiegò che non si trattava proprio di una sua iniziativa bensì di un'altra persona che, sapendo del suo imminente rilascio, si era presa la briga di fare un giro di telefonate pregando appunto Wayne di organizzare la serata nel migliore dei modi.
Harley non riusciva proprio ad immaginare di chi poteva trattarsi.
Continuò a scervellarsi per ore sulla fantomatica persona amica di Wayne e, quando finalmente giunse l'ora stabilita per la festa in suo onore, quasi si sorprese di come ogni miliardario lì presente la fissasse con ammirazione anziché con paura e timore.
Il vestito che indossava ( anch'esso dono dell'anonima amicizia di Bruce Wayne ) le era stato recapitato in un pacco proveniente dalla più esclusiva boutique della città. Si trattava di uno sfarzoso abito da sera, con scollatura vertiginosa sulla schiena e guanti di seta bianchi, che sembrava cucito su misura per lei. Oltre a ciò, Harley aveva anche ricevuto una stupenda collana ed un paio di costosissimi orecchini per un valore complessivo di almeno duecentocinquantamila dollari.
Sembrava una principessa delle favole, con indosso tutti quei costosissimi accessori, e lo stesso Wayne si disse onorato di presentare una fanciulla così leggiadra ed elegante al cospetto delle persone più importanti di tutta Gotham City.
Harley si sforzò di sorridere, tanto era confusa e preoccupata, in un ambiente così diverso e sconosciuto dal proprio. Aveva una gran paura che tutti si mettessero ad urlare o a chiamare la polizia di lì a poco, tanto le mettevano ansia le centinaia di occhi puntati addosso, ma in realtà tutti gli uomini nella sala erano solo irresistibilmente affascinati dalla sua persona.
Senza dubbio, quella sera, Harley era la donna più bella ed affascinante di Gotham.
Bruce le rimase al fianco tutto il tempo, presentandole uno ad uno i vari ospiti, per poi affidarla alle cure di una persona che lei conosceva già molto bene... e che era rimasta tutto il tempo in fondo alla sala ad osservarla compiaciuta.

- Non posso crederci - mormorò Harley incredula, non appena riconobbe la donna sofisticata dinanzi a lei. - La signorina Vreeland o... o forse posso chiamarti Veronica? Non so, io...

La bella Veronica, lasciando il proprio calice di champagne in mano a Bruce, si fece avanti a stringere le mani di Harley tra le proprie.

- Ti vedo bene, Quinn - esclamò. - Non ti vedo da quando... Beh, da quella emozionante corsa in auto che abbiamo fatto insieme quella volta che mi hai sequestrata!
- Oh, te lo ricordi ancora, vero? - gemette Harley.
- Tranquilla - la rassicurò Veronica. - Non sarei certo passata a comprarti il vestito e i gioielli, se ce l'avessi con te, non ti pare!
- Cavolo - scattò subito Harley. - Avrai speso una fortuna...
- Oh, sciocchezze - ribatté Veronica con noncuranza. - Non ho mai speso più volentieri, te lo assicuro, oltretutto vedo con piacere che ho scelto bene... Sei splendida, semplicemente splendida, te lo assicuro!
- Sì, confermo - fece eco Bruce, ritornando lo champagne a Veronica e offrendone una coppa anche ad Harley. - Si impone un brindisi, voi che ne dite?
- Cin-cin - fece Veronica con un sorriso.

Harley accettò con gratitudine, sorseggiando appena il liquido, tossendo perché le bollicine le solleticavano il naso. Sia Bruce che Veronica non riuscirono a trattenere una risatina divertita. Harley arrossì vistosamente, lasciandosi contagiare da quell'atmosfera festosa, in mezzo a delle persone buone che, proprio come aveva detto Batman, non avevano alcuna intenzione di giudicarla solo sulla base del suo passato.
In quel momento, Harley si sentì davvero felice. 

continua )...

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: telesette