Crossover
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Autore: DragonSlave    08/05/2009    6 recensioni
[Harry Potter e la Camera dei Segreti - Death Note] Chi è la stramba creatura scalza in camera di Harry? Che ci fa 'Guida a Tomb Raider' nella lista dei libri di scuola? Quale nuova minaccia si profila all' orizzonte per il mago minorenne più sfigato e peseguitato dell' intero universo? Ma soprattutto, perchè Tsugumi Ohba e J. K. Rowling sono impegnate in una caccia sfrenata all' autrice? Se volete scoprirlo, non vi resta che leggere! ATTENZIONE: Sono presenti SPOILER, perciò se non avete ancora finito di leggere Death Note, o non avete visto l' intero anime, vi consiglio di conservare questa fic per il futuro.. ;)
Genere: Parodia, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                                                                 Capitolo 2: Anglia

 

Il rumore che fece il piatto, cadendo e rompendosi, probabilmente l’ aveva sentito tutta Privet Drive, perciò Harry non poté stupirsi di vedere zio Vernon piombare, fumante di collera davvero malcelata, in cucina. Dove, tra parentesi, lo trovò con la faccia ricoperta dagli schizzi di panna della torta che Elle aveva ingoiato per intero.

"Cosa.. Come.. Hai mangiato tutta la torta?!" urlò zio Vernon, il faccione dipinto degli struggenti colori del tramonto.

Tutto quel che accadde dopo non fu molto piacevole per Harry, e gli fece ardentemente desiderare di ficcare personalmente in bocca ad Elle tutto il sale che fosse riuscito a trovare.

La scomparsa della torta avrebbe potuto essere facilmente superata, dopotutto, per i Dursley, (nel senso che avevano trovato nell’ insanità di Harry un’ ottima scusa [scusa?] con i Mason, non perché avessero perdonato quel disgraziato del nipote, a cui avevano già promesso qualcosa come l’ impiccagione) ma i guai erano destinati a non finire lì.

Infatti un grosso gufo (esemplare dei nemici giurati di zio Vernon) era piombato sulla testa della signor Mason, facendo scappare i graditi ospiti che, non c’ è bisogno di dirlo, né firmarono nessun contratto, né si fecero più vedere dai Dursley, e lasciò cadere l’ unica lettera dell’ estate indirizzata a Harry.

Era una missiva dell’ Ufficio per l’ Uso Improprio delle Arti Magiche, che avvertiva Harry che il Ministero della Magia sapeva che in casa sua era stato praticato un Incantesimo di Librazione, e che diffidava Harry dal compiere altre magie in quanto mago minorenne, pena l’ espulsione da Hogwarts.

A difesa di Harry, bisogna dire, oltre al fatto che non era stato lui ma Elle a compiere l’ incantesimo, che un mago che manda a sbattere un gufo su un babbano, non può pretendere di ammonirne altri perché hanno compiuto magie in presenza di questi ultimi, vi pare?

Ma Harry non badò a queste piccole incongruenze, perché ora era occupato a non morire di stenti, dato che i Dursley, per punizione per un po’ tutto (per aver fatto rumore in camera sua, per aver mangiato tutta la torta, per avere rotto il piatto, per aver fatto scappare i Mason, per non aver detto loro che in quanto minorenne non poteva praticare la magia quando era fuori da scuola, e, soprattutto, per l’ imperdonabile difetto di esistere), l’ avevano chiuso in camera sua e, per tornare a richiamare la metafora sui carcerati, zio Vernon aveva anche fatto mettere delle sbarre di ferro alla finestra.

Così Harry se ne stava buono buono sdraiato sul letto tutto il giorno, a ringraziare intimamente Elle per la dedizione che aveva messo nel tenerlo fuori dai guai. Certo.

Se lo sognò pure: su una pila di sale e limoni, se ne stava in quella sua posizione ingobbita, e gli diceva: "Harry Potter non deve preoccuparsi, signore. Adesso Harry Potter è al sicuro, ed Elle potrà finalmente trovare qualcuno che gli insegni come ci si mette seduti." Detto questo, si accucciava con le ginocchia sotto al mento, ma cadeva dalla pila di limoni e sale, facendo un casino della miseria.

Si svegliò di soprassalto, accorgendosi che il rumore che aveva sentito non era provocato dal rotolare di Elle e dei limoni, ma da un sordo bussare che proveniva dalla finestra.

Infatti, attraverso le sbarre, lo fissava confuso il suo amico Ron Weasley.

 

* * *

 

Harry ricambiò lo sguardo, altrettanto confuso: che ci faceva Ron attaccato alla finestra del secondo piano? Aveva forse imparato a volare come quel genio di Voldy nel settimo libro?

"Ron, ma che ci fai..?" fece per chiedere Harry, avvicinandosi alla finestra e aprendola, ma quello che vide fornì la risposta da sé: Ron si era sporto dal finestrino posteriore di una vecchia Ford Anglia ferma a mezz’ aria, sui cui sedili anteriori sedevano i gemelli Fred e George Weasley, i fratelli maggiori di Ron.

"Ma che fine avevi fatto?" chiese in quel momento Ron "Ti ho scritto un sacco di lettere ma non mi hai mai risposto, maleducato! E poi arriva papà, e dice che ti sei beccato un richiamo ufficiale dal Ministero.."

"Ah, stà zitto.." fece Harry, con aria scocciata "E’ una storia lunga.."

"Beh, comunque, tu adesso vieni con noi." disse Ron.

"Cos’ è, un rapimento?" chiese Harry "E poi guarda che non potete fare incantesimi fuori da Hogwarts, ve lo dico per esperienza.."

Ma mentre il nostro leale amico cianciava allegramente, Ron aveva aperto lo sportello, si era avvicinato alle sbarre, attorno ad una delle quali aveva legato una spessa corda attaccata al paraurti dell’ auto, e aveva detto: "Vai Fred, metti in moto!"

Quando vuole, anche Ron trova un motivo per essere stato smistato al Grifondoro.

Con uno schianto talmente silenzioso che miracolosamente non svegliò i Dursley, le sbarre si staccarono dalla finestra, e Fred e George la scavalcarono entrando in camera di Harry.

"Forza, dacci la tua roba." disse George, dando sempre di più ad Harry l’ impressione di una qualche azione criminosa.

"Ma è tutta riposta nell’ armadio del sottoscala, ed io sono chiuso a chiave quì dentro.." provò a protestare, ma i due gemelli malefici tirarono fuori una forcina da capelli e fecero scattare la serratura della porta.

Arresosi all’ evidenza, Harry cominciò a passare a Ron tutti gli averi che intendeva portarsi dietro; poi Fred e George riapparvero con il baule di scuola e la scopa, e caricarono sulla macchina anche quelli.

Ma quando Harry, pronto a partire, stava per scavalcare la finestra e salire in auto, Edvige, la sua bellissima civetta bianca incazzosa, lanciò un grido alto e penetrante, che avrebbe potuto svegliare anche chi fosse stato in coma; perciò a Harry non fece nessuna sorpresa, quando zio Vernon urlò: "MALEDETTA CIVETTA!!"

"Oh no, quasi dimenticavo Edvige!"

Corse verso la gabbia della civetta, la acchiappò al volo, e spiccò un’ altra corsa in direzione della finestra, ma a quel punto zio Vernon fece la sua inferocita comparsa in camera di Harry.

Il nostro piccolo eroe se la diede a gambe ancor più velocemente, anche se, in effetti non ce ne fu alcun bisogno, dato che ora che il cervello ottuso dello zio ebbe afferrato la situazione, Harry era già al sicuro sul sedile posteriore della Ford.

Lasciandosi dietro un mugghiante signor Dursley, Harry ed i Weasley diressero la macchina volante in direzione della casa di questi ultimi.

"Dai Harry," lo esortò a quel punto Ron "adesso raccontami quella tua storia lunga!"

Harry raccontò di come i suoi zii e suo cugino lo sfruttassero e bistrattassero senza ritegno; di come all’ improvviso, però, apparve la Fata Smemorina che gli fece un bellissimo vestito fornito di mocassini fatti di cristallo per andare alla festa del principe, ingiungendogli però, di dover tornare entro mezzanotte, altrimenti la sua fiammante limousine sarebbe immediatamente tornata una zucca e..

"Ma no, Harry!" lo interruppe Ron, alzando gli occhi al cielo "Non quella storia! Raccontaci cos’ è successo, perché non hai risposto alle lettere?"

"Ah, è questo che vuoi sapere." fece Harry, un po’ deluso.

Così raccontò loro di Elle e del suo strano avvertimento, dell’ ingrata fine che aveva fatto fare alla torta, e della conseguente lettera dal Ministero.

"Ma quant’ è strano!" commentò Fred, alla fine.

"Proprio strano!" fece eco George.

"Già." fece Harry in risposta "Insomma, voglio dire, ingerire del sale non può fare così male! Sì, può farti venire sete, ma.."

"No, Harry.." disse Ron, che cominciava a spazientirsi "La cosa strana è che un investigatore domestico, normalmente, pur avendo poteri magici tutti suoi, deve avere comunque il permesso dei padroni per utilizzarli. Non torna il fatto che sia venuto da te senza permesso."

"E’ vero." continuò Fred "Secondo me qualcuno ti ha fatto uno scherzo. L’ hanno mandato apposta per non farti tornare a Hogwarts, quest’ anno. Per caso a scuola c’ è qualcuno che ce l’ ha con te?"

"Sì," risposero contemporaneamente Harry e Ron "Mello Malfoy."

"Ma non so se i Malfoy abbiano un investigatore domestico." continuò Harry.

"Puoi star sicuro, che ce l’ hanno." rispose George "Sono ricchi sfondati!"

"Il sogno di mamma è averne uno che rintracci tutta la roba che ci perdiamo per casa." aggiunse Fred "Specialmente quella che le nascondiamo io e George."

Stava albeggiando, quando arrivarono a casa Weasley: questa sembrava la versione realistica e verticale del gioco del domino, dato che dava l’ impressione di dover perdere il precario equilibrio da un momento all’ altro, ma al nostro Harry piacque lo stesso, paragonandola al paradiso terrestre che era la casa dei suoi zii.

Scesero dall’ auto e si avviarono alla porta, ma furono intercettati dalla signora Weasley, che li caricò come un toro (o sarà meglio dire mucca?) inferocita.

"Ma vi rendete conto di quanto mi sono preoccupata?" aveva cominciato a sbraitare "Letti vuoti, auto sparita, nessun biglietto! Potevate essere stati rapiti da ET, o da Orochimaru, ero così angosciata!.." e andò avanti così finché non furono più o meno le otto di mattina.

Poi, finalmente, rivolse la propria attenzione a Harry, che cominciò a temere il proprio turno di ramanzina.

Ma così non fu: la signora Weasley fece chiamare quattro schiavetti vestiti solo con un perizoma, che presero Harry e lo adagiarono su una lettiga rivestita d’ oro e ricoperta di cuscini e sete preziose, e lo trasportarono a spalla fin dentro casa.

Sì, signori, è così: la signora Weasley è proprio come tutte le madri del mondo, che seguono la legge universale del "mio figlio è una merda, il suo miglior amico è un dio" (attenzione: a volte la seconda parte può variare in: "il figlio della mia migliore amica è un dio").

Una volta dentro la cucina, Harry notò come anche l’ interno della casa fosse, come dire, strambo. In particolare attirò la sua attenzione un grosso orologio a muro, sul cui quadrante, invece dei numeri, c’ erano scritte cose come: ‘Sei in ritardo’, ‘Ora di prendere il tè’, ‘Ora che la smetti’, ‘Oramai’… oppure: ‘Casa’, ‘Prigione’, ‘Pericolo di Vita’, ‘Isole Fiji’, ‘Paradiso Fiscale’, ‘Gabinetto intasato’ e così via; sulle lancette, invece, che erano nove, ognuna per un componente della famiglia, c’ erano i nomi di ogni Weasley con relativo mini-ritratto.

Harry pensò che se quelli del Ministero della Magia avessero avuto un orologio simile, Voldemort non sarebbe stato così a lungo uccel di bosco.

Mentre finivano di mangiare la colazione preparata loro dalla signora Weasley (becchime per galline a Ron, Fred e George; croissant fragrante e cappuccino macchiato a Harry), una bambina dai lunghi capelli rossi e dalla smerlettata camicia da notte fece la sua comparsa in cucina, lanciò un urlo che avrebbe potuto rivaleggiare con quelli di Edvige, e scomparve di nuovo in un istante.

"Ah, è mia sorella Ginny." spiegò Ron a Harry "Ha già deciso che ti sposerà, perciò quest’ anno non ti darà tregua a Hogwarts."

Harry pensò che l’ eventualità che Elle l’ avesse messo in guardia contro il corteggiamento sfrenato di cui sarebbe divenuto oggetto non fosse da escludersi.

Estinta ogni traccia di colazione (e mangime), i quattro ragazzi furono incaricati di disinfestare il giardino dagli gnomi.

"Ecco," stava dicendo la signora Weasley, mentre prendeva un grosso libro "vediamo cosa dice in proposito Matt Allock."

"Ma, mamma!" provò a protestare George "Sappiamo benissimo come si fa a cacciare via gli gnomi dal giardino!"

Harry osservò incuriosito la copertina del libro. In svenevoli lettere ricamate c’ era scritto: Guida alla disinfestazione domestica, di Matt Allock. Subito sotto c’ era una grande foto di un mago dall’ aspetto simpatico, con corti capelli rossicci, due enormi occhialoni arancione tirati sulla fronte, ed una lunga tunica da mago a righe grigio chiaro e scuro. Naturalmente il ritratto era animato, e quello che Harry immaginò fosse Matt Allock, ammiccava sorridente nelle loro direzioni.

La signora Weasley rispose al sorriso, raggiante.

"La mamma ha una cotta per lui." spiegò Fred a Harry.

La disinfestazione del giardino non durò a lungo, e di divertente ci fu solo una piccola gara tra Harry, Ron, Fred e George a chi tirava lo gnomo più lontano; quelli, affatto spaventati, si facevano lanciare volentieri, urlando: "Banzaiiii!" o "Geronimooo!!". Harry ne sentì anche qualcuno gridare: "Biancaneveee!!!".

Poi arrivò a casa il signor Weasley, e si riunirono tutti intorno al tavolo, in cucina. Comprensibilmente abituato alla numerosa prole, non fece nessun caso a Harry, finché la signora Weasley non glielo fece notare, con tanto di scritta luminescente e frecciona a lucette intermittenti stile Las Vegas.

"Oh, santo cielo!" esclamò allora lui "Harry Potter!? Molto piacere di conoscerti, Ron mi ha parlato così tanto di te! E anche Ginny me ne ha parlato! E Molly, mia moglie…" e gli fece l’ elenco di tutti i suoi fan sfegatati.

Nei giorni seguenti, Harry scoprì che la vita a casa Weasley (che i componenti della famiglia chiamavano ‘La Tana’, per qualche oscuro motivo) era semplicemente meravigliosa. Tutti lo adoravano e riverivano, e nessuno lo obbligava mai a fare le pulizie. In particolare la signora Weasley pareva volesse metterlo all’ ingrasso, tanto gli riempiva il piatto durante i pasti, e il signor Weasley non faceva che chiedergli affascinato il funzionamento di qualsiasi aggeggio babbano gli venisse in mente, senza tener conto di che cosa mai ne dovesse sapere un ragazzino di dodici anni di elettricità e trasmissioni radio.

Una settimana dopo il suo arrivo alla Tana, a Harry e gli altri arrivarono le lettere da Hogwarts, contenenti la lista dei libri da acquistare per quell’ anno. Sorprendentemente, a tutti gli anni, era stata richiesta una sfilza di libri di Matt Allock, tutta roba come: "In barca con le banshee", "A zonzo con gli zombie", "I fanghi con i fantasmi", "A gara con i gargoyle" e così via; poi ne lesse uno che si intitolava "Guida a Tomb Raider" e si chiese: - E questo che c’ entra, con gli altri? -.

"Accidenti!" esclamò Fred "Il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure dev’ essere proprio un grande fan di Allock, e pensare che io non gli darei neanche un soldo bucato!"

La signora Weasley lo incenerì con lo sguardo.

In quel momento arrivò una lettera da Hermione:

"Caro Ron e caro Harry (tanto lo so che stai lì pure te! Mai che invitaste anche me!),

Spero che il vostro piano abbia avuto un buon esito, e che non abbiate fatto niente di avventato, pericoloso, illegale, immorale, antiestetico, disgustoso, o eticamente fuori luogo per portarlo via, perché se è così, Ron, sappi che hai messo nei guai il nostro adorato Harry, e non te lo perdonerò mai!

Premesso questo, fatemi sapere al più presto se Harry sta bene.

Quì va tutto come al solito, ovviamente ho molto da fare con i compiti di scuola ("Ma quella ragazza è masochista!" esclamò Ron, e Harry chiese, impanicato: "C’ erano dei compiti da fare?"), pensavo di andare a Diagon Alley a comprare i nuovi libri lunedì prossimo. Ci vediamo lì, che ne dite?

Con sincero affetto (solo per Harry, ovviamente)

Hermione

I Weasley e Harry concordarono che lunedì fosse perfetto, e rimandarono subito indietro un’ altra lettera per Hermione, in cui assicuravano che Harry stava bene.

Si sarebbero senza meno visti a Diagon Alley.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The Crazy Note:

Il titolo, Anglia, è uno stupido giochetto di parole che ho barbaramente sfruttato per riempire lo spazio vuoto sopra al capitolo. XD

La spiegazione è: voi sapete che la parola "inglese" deriva da quella latina "angelus" che sta per "angelo"? I romani che arrivarono in Gran Bretagna per la prima volta, vedendo i volti chiari, i capelli biondi e gli occhi azzurri dei suoi abitanti, li identificarono con gli angeli delle Scritture. Da quì il nome "inglese". Dato che gli angeli volano, così come la vecchia Ford del signor Weasley (il cui nome ha sicuramente origine nella parola "inglese"), mi sembrava divertente sottolineare la coincidenza di questo nome. Ecco, devo aver pensato qualcosa del genere. ^^" Incredibile cosa fanno le persone quando non sanno come intitolare i propri capitoli, vero? XD

Da questa settimana, siore e siori, vi presentiamo………………

Lo show del copyright:

E’ notte fonda, solo un’ enorme luna piena rischiara il cielo scuro di un’ inquietante foresta.

DragonSlave corre a perdifiato inciampando su foglie e radici, inseguita da un viscido individuo.

"Fermati!" ordina il raccapricciante uomo (?) "Voglio solo chiederti se hai un fratellino in cerca di vendetta!"

"Ma allora perché mi fai correre dietro dai tuoi orribili serpentoni? Giuro che non volevo offenderti! E poi non ho fratellini, tantomeno in cerca di vendetta!"

"Allora farò di te un altro simulacro per la mia anima! Presto Kabuto, prendila!"

"Nooo…" piange disperata DragonSlave.

Ad un certo punto, però, sembra sia riuscita a seminare i due ninja, e raggiunge una radura illuminata dall’ astro notturno.

Si avvicina cauta, e si accorge che al centro della radura c’ è una bara di cristallo, in cui dorme una splendida fanciulla.

"Oh, poverin.." Non fa in tempo a dirlo che il coperchio si alza e la candida fanciulla, urlando come un’ aquila, comincia a ricoprire DragonSlave di mele marce, dicendo disperata: "Ma come ti permetti?! Io ho sofferto un sacco, tra i nani e quella vecchia befana della strega, e tu che fai? Sfrutti il mio già sfigato nome per farlo invocare ad un orribile gnomo?!! Maleducata!!"

Scappando anche da lì, DragonSlave arriva infine in cima ad una rupe, ansante.

Calmandosi un po’, si rende improvvisamente conto di quanto sia grande la luna quella sera. Ma… ha una macchia.

No. Non è una macchia. E’ qualcosa che si avvicina.

"Oh, cavolo…"

Sullo sfondo della luna, stanno passando su un tandem volante J. K. Rowling e Tsugumi Ohba, con ET nel cestino.

L’ abbronzato extraterrestre punta il suo dito luminoso su DragonSlave e grida: "Eccola! E’ lì! Virate a ore tre!"

I tre si buttano a capofitto su DragonSlave, mentre la Rowling e la Ohba gridano inferocite: "Ma si può sapere che diavolo scrivi? Non te la potevi prendere con qualcun’ altro?! Maledetta! Ridacci la nostra dignità!"

"Scusateeee……"

E ora, i doverosi saluti e ringraziamenti:

Grazie mille a yuki689, Luine  e Kagura92 che hanno aggiunto la fic nella loro sezione ‘storie seguite’: spero davvero di non deludervi, e se vi va fatemi sapere se vi è piaciuto anche questo capitolo! >_<

E a beat, in particolare: Ma ben ritrovata! XD Ti ringrazio tantissimo per i complimenti! Sono contenta che L versione Dobby ti sia piaciuto, io avevo alcuni dubbi in proposito.. ^^" Non volevo farlo troppo sottomesso come appare l’ elfo nel libro, L non è il tipo, ma il ruolo era quello… Ho cercato un compromesso, spero di esserci riuscita!

Quando dici la forma intendi il formato che appare su EFP? Quello è il risultato della mia scarsa esperienza col programma che uso per l’ html.. ^^" Credo riuscirò a rendere la scrittura un tantino più comprensibile già con questo capitolo..

Se invece intendi la struttura narrativa.. T.T Sono dispiaciuta da morire, ma il mio modo di scrivere è questo. Ma se vuoi puoi darmi qualche suggerimento, ti va? =^_^=

Spero vorrai commentare anche questo capitoluccio, anche se a mio parere è un meno divertente del primo.. >_>"

E infine ringrazio anche tutti quelli che hanno letto e basta: mi fate felicissima! XD

Ciao! =3

See you next week! (I hope! ^^")

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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