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Autore: Nami_Loves_Ruki    08/05/2009    2 recensioni
Basta. Gli chiudo la porta in faccia. Adesso devo riposare la mente, più che il corpo. Mi sa che sarà il contrario.
Mi accorgo di quanto questa stanza mi assomigli, di quanto il mio pigiama e questo letto in cui mi sto coricando, siano come me. È tutto privo di calore, trasmette distacco. Queste pareti bianche e spoglie… anch’io sono così con lui.
Ho lasciato la luce accesa. Mi devo alzare a spegnerla… che palle… Perché non c’è un interruttore vicino al letto come in camera sua?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È l’ultimo dell’anno, mi trovo ad una festa, questo posto è disperso dal resto del mondo, un qualsiasi edificio dista diversi chilometri, io sono arrivata qui con la macchina di Chester, Uruha non so con quale, ogni angolo dell’edificio è invaso da persone. Ora, Pamy, ragiona: dove ci si può andare a ficcare per colmare la voglia che sta crescendo un po’ troppo velocemente?

Il bagno? Squallido. Non l’ho mai fatto in un cesso pubblico e non intendo farlo neanche in una situazione di, diciamo… emergenza come questa. Di certo non possiamo ficcarci dietro ad un cespuglio. Però non possiamo neanche farlo su questa scomoda panchina. Anche se non fosse scomoda, non lo farei lo stesso.

“Uruha…” -ansimo tra un bacio e l’altro- “Basta”

Si stacca inaspettatamente da me e mi guarda incredulo.

“Perché?”

“Non possiamo”

“Saresti più convincente se dicessi che non vuoi”

Inizio a credere che l’arroganza dei ragazzi sia direttamente proporzionata alla loro bellezza.

Improvvisamente, capisco quello che, forse, intendeva dire. Mi volto verso l’entrata, Chester è ancora lì con la tizia ed è in atteggiamenti insopportabili per me.

Kouyou è convinto che io non voglia perché penso a Chester. Invece io voglio proprio perché penso a Chester.

“E’ per lui?”

“No, assolutamente. È perché… dove… andremmo…”

“Se ti va… seguimi”

Si alza e mi porge la mano. La afferro pensando a quale soluzione possa aver trovato.

Passiamo vicino a Chaz che ha tra le braccia quella che penso che diventerà la sua amante per una notte, ammesso che trovi un posto per farcela diventare. Rientriamo e saliamo delle scale poste alla destra del salone.

“Tu non conosci questo posto, a quanto pare” -taccio e lo faccio continuare- “Di sopra ci sono delle camere… ce ne dovrebbe essere una libera, dato che siamo solo ad inizio serata”

Ok, è molto meglio del bagno, però lo considero lo stesso disgustoso. Questa situazione fa schifo, mi fa sembrare una puttanella a cui vanno bene tutti pur di saziare la sua voglia. E glielo metto in chiaro.

“Senti, non mi è mai successa una cosa del genere, ok? Non sono una troia che ci sta con tutti, io… tu mi piaci, insomma, non sei uno a caso tra la folla”

“Lo spero” -… arroganza e sinteticità-

Chiude la porta e mi ci appoggia.

“Io non sopporto le vacche vogliose costantemente in cerca di sesso” -sussurra accarezzandomi il viso- “E odio sentire i pianti di stupide mocciose che si pentono dopo aver giocato a fare le grandi” -si abbassa alla mia altezza e mi morde il labbro- “Se ti ritieni così, sei pregata di andartene, perché io non asciugherei le tue lacrime, ne, tanto meno, ti verrei a riprendere e perdonare se dovessi ritornare dal tuo Chester”

“Ti ho già detto che…”

“Non mi fai fesso, sia chiaro” -ti allontani, lasciandomi modo di uscire se ne avessi voglia- “Allora?”

Mi torna in mente la visione di Chaz con quella tipa… Ci sono stata male. Sono gelosa, anche se potrei benissimo riprendermelo, ma mi chiedo se tornerebbe tutto come prima, se riuscirebbe ad amarmi nonostante la mia stronzaggine. Può darsi che sia il caso di voltare pagina… anno nuovo, vita nuova, giusto?

Giusto .

Sbagliato. Estremamente sbagliato per i miei gusti, per il mio modo di vedere le cose. Voltare pagina avendola lasciata per metà bianca, sarebbe insensato.

Devo chiarire. Sistemare. Anche se mi attira l’idea di lasciarla bianca, quella metà pagina.

“Uruha” -torna a guardarmi, dopo essersi seduto sul letto- “Grazie”

Teoricamente, adesso dovrebbe arrivare la parte in cui io prendo ed esco correndo verso il mio principe azzurro, invece continuo.

“Io sono stata con Chester” -mi accomodo di fianco a lui- “Poi mi ha tradita e mi ha mollata… Io non l’ho perdonato e ho fatto di tutto per farlo impazzire… Prima di avventurarmi in una qualsiasi altra storia sentimentale, sarà meglio che sistemo con lui”

Si allarga un piccolo e veloce sorriso sul suo viso, mi mette una mano sulla spalla.

“Già…” -si alza- “E’ un peccato, però… Mi piaci”

Si, è un peccato. Soprattutto perché mi ha detto che gli piaccio. Sempre a combinar stronzate, io.

Usciamo dalla stanza e percorriamo il corridoio che porta alle scale.

Ho una visione che mi fa incollerire. E la stessa reazione che penso che abbia Chester: bloccarsi.

Mi fissa, dall’altra parte del corridoio, la tizia che sta con lui mi ha squadrata diverse volte e mi ora guarda schifata.

“Chester, chi è quella?” -gli domanda altezzosa-

“Già, Chester. Chi è quella?” -gli chiedo ansiosa di sapere come risponderà-

“Un’amica. La risposta vale per entrambe”

“Ah, bene” -riferisce la donna avvinghiata a lui-

“Male, Chaz. Risposta sbagliata” -lo avverto, mentre noto che la paura di sentire quello che dirò tra qualche istante lo assale- “Vedi, quella è una tizia a caso presa tra le tante di questa festa e sono convinta che sia una a caso perché so i tuoi gusti, mentre io sono la persona che vuoi far ingelosire”

La ragazza al suo fianco sbraita: “Dille qualcosa!”

Sia io che lui la ignoriamo e vado avanti: “Io ho capito il mio errore, Chaz. Ora sta a te riaccettarmi e non posso biasimarti se non lo vorrai fare”

Uruha scende le scale e si porta dietro a forza quella insopportabile tizia che lo costringe a prenderla in braccio per la troppa resistenza posta.

Restiamo soli in questo buio corridoio, l’unico angolo oscurato dell’edificio.

“Dovrei perdonarti per tutto quello che mi hai fatto passare in questi giorni? Sei stata acida, fredda, eccessivamente distaccata, hai ignorato il mio bisogno di te e ripudiato le attenzioni che ti ho dato. Mi hai ferito. Davvero me lo sono meritato? Per una scappatella durante un lungo periodo di astinenza da te?”

Una lacrima scorre solitaria sul mio viso. No che non se lo meritava.

Si avvinghia a me.

“Ti ho lasciata perché non riuscivo a stare tutto quel tempo lontano da te. Avevo bisogno di sfogare la mia angoscia, avevo paura che tu avresti potuto tradirmi mentre stavi lontana da me”

Mi stringe sempre più forte.

“Non ce la faccio a tornare con te… Ho bisogno che tu stia spesso con me, non come prima”

E adesso, che faccio? Sto male, sto male

Adesso sento che posso averlo solo come qualsiasi altra persona. E questo non mi va bene.

Alzo lo sguardo e incrocio il suo. Mi abbandono ad un piacevole bacio e mi lascio portare in una camera.

Voglio cedermi a lui.

Chiude a chiave la porta e poi torna a guardarmi negli occhi.

“Sei mia… Non ti lascio” -mormora- “Tempo. Ancora un po’ di tempo e davvero non ti mollerò più”

Mi sfila il vestito e questa volta non lo fermo. Gli tolgo la maglietta e ammiro la sua pelle candida, giusto un attimo, poi vengo sdraiata delicatamente sul letto dietro di me.

La dolcezza che sta usando con me ora, mi ricorda la prima volta che ho fatto l’amore con lui. Era riuscito a farmi passare in un attimo la tensione… lui non è per niente impacciato, mentre io sembra sempre che non l’abbia mai fatto.

Lui lo sa che mi imbarazzo ogni volta.

Si fa levare i pantaloni e mi fa sentire la sua voglia premendosi contro di me. Mi prende una mano e la porta sotto la stoffa dei suoi boxer, mentre mi prepara a quello che desideriamo entrambi.

Non provo questa sensazione da quattro mesi, non ho voluto provarla con nessun altro in questo lasso di tempo. Mi sarei ricordata di lui, avrei pensato subito che lui è meglio, che è lui l’unico che è riuscito a farsi desiderare davvero da me.

Lo stringo più forte quando giungiamo al culmine del piacere. Si distende al mio fianco e mi accarezza il volto in attesa che i nostri respiri tornino regolari.

Quando questo avviene, si siede e si sporge sul mio viso, sorreggendosi con le mani poste vicino ai miei fianchi.

“Ancora qualche mese… quando finirai il liceo verrai da me”

“Da te?”

“A casa mia”

Mi da un bacio a stampo e inizia a rivestirsi.

“Piccola, sarà meglio che scendiamo dagli altri se non vogliamo che ci diano per dispersi”

Gli sorrido e mi rivesto.

 

Scendiamo le scale mano nella mano e giungiamo in sala dove stanno iniziando i preparativi per accogliere il nuovo anno. Girano numerose bottiglie di spumante e calici di cristallo, pericolosamente portati su vassoi di camerieri circondati da gente completamente sbronza o solo un po’ brilla.

Arriviamo dagli altri quattro componenti dei Linkin Park e su tutti loro si apre un largo sorriso, forse perché io e Chester ci siamo riappacificati.

 

Dieci secondi e questo anno se ne andrà, lasciando spazio ad uno che si prospetta meraviglioso.

Cinque. Tutti i partecipanti della festa sono in piedi con lo sguardo alzato verso lo schermo gigante che fa il count-down.

Due. Stringo forte la mano di Chester.

Uno.

Zero.

Salto in braccio a Chaz e ci scambiamo il più bel bacio che ci siamo mai dati.

I tappi di sughero delle bottiglie di spumante saltano in aria assieme ai “Buon anno!” e penso che voglio davvero trascorrere così i primi momenti del festeggiato. Appiccicata alle labbra di Chester e con un traballante bicchiere di spumante in mano, versato da quella spugna di Joe.

   
 
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