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Autore: shinepaw    08/10/2016    3 recensioni
Bella ha sedici anni, un pastore australiano che risponde al nome di Yuuhi come migliore amica e Brooklyn, il suo fratellino di tre anni, di cui occuparsi. Per lei non esiste null'altro, nessun altro, a parte la scuola. Con l'amore ha chiuso. Ma, come si suol dire, mai dire mai.
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Sequel di Counting Stars.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Leya's point of view

Mi son fatta consigliare da mio fratello qualche posto interessante dove andare. Oltre alla spiaggia c'è un piccolo parco vicino al liceo e in città ci sono tanti bar e negozi carini. A circa un'ora da essa, col bus, è raggiungibile l'acquario.

Ho deciso di visitare il parco, amo la natura. E poi chissà che non scatti qualche bella foto e la trasponga su carta. Mi piace disegnare.

Il parco è davvero piuttosto piccolo, con pochi, rari alberi e ampi spazi erbosi. Saranno le dieci e mezza del mattino, perciò non c'è in giro quasi nessuno. La temperatura per ora mi risulta sopportabile; la consueta brezza leggera mi agita i capelli e mi rinfresca il collo.

Cammino per un po', beandomi dell'ambiente rilassante. Ogni tanto qualcuno che fa jogging mi supera, correndo. Anche a me piace andare a correre, quando mi capita, però generalmente preferisco ammirare il cielo terso o un affascinante paesaggio in una tranquilla passeggiata.

Alla fine mi fermo sotto un albero e lo osservo. Non è parecchio alto, ha il tronco marroncino e i rami larghi, robusti e anche piuttosto sporgenti, come le radici. Le foglie sono lucide, di un bel verde scuro.

Mi ci arrampico, prima di avventurarmi sul ramo più sporgente e solido e appendermi ad esso a testa in giù. Ricordi improvvisi costellano la mia mente.

'- Dragan!

- Ah, sei tu.

È seduto contro un albero alto forse più di papà e mamma messi assieme, ed alza a malapena lo sguardo dal libro che sta leggendo per lanciarmi una rapida occhiata di saluto.

- Cosa leggi? - gli chiedo, sedendomi a gambe incrociate davanti a lui.

- Un libro nella mia lingua - risponde distrattamente.

- Come s'intitola? - insisto. Sospira, e i suoi occhi color liquirizia, profondi come il buio della sua casa, incontrano i miei 'chiari come il ghiaccio', la definizione che tutti danno di essi.

- Lascia perdere - sospira di nuovo, inserendo il segnalibro e chiudendolo. Appoggia il libro a terra, di fianco alla sua gamba. - Sai salire sugli alberi?

M'illumino. Da piccola, quando giocavo con tanti altri bambini, a volte ci arrampicavamo sugli alberi. Nel farlo mi strappavo sempre i vestiti e i miei capelli si riempivano di foglie e la mamma mi sgridava, ma era così divertente!

- Certo!

Si alza senza dir nulla e inizia a farsi strada lungo il tronco possente con agilità inaspettata. Lo sbircio da terra e lui da un ramo mi guarda come ad invitarmi a raggiungerlo, dunque lo imito.

Una volta che sono accanto a lui si sposta cautamente sul ramo e poi... sorpresa, si aggrappa attentamente ad esso e si appende a testa in giù.

- Prova, se vuoi - dice. - Ma non me ne assumo la responsabilità, se dovesse accaderti qualcosa.

Lo ripete spesso, eppure ho l'impressione che non l'intenda davvero.

Quindi provo ad imitarlo di nuovo, incuriosita. È fantastico, da qui posso vedere un sacco di cose da una prospettiva bizzarra.

- Si chiama punto di vista, Leya - spiega, dondolandosi appena. - Ogni tanto, da terra, prova a pensare come sarebbero le cose dal ramo di un albero. E se non riesci a immaginare... sali su un albero.'

Mi riscuoto quando inizio a sentire braccia e gambe dolermi e cedere gradualmente e il sangue andarmi alla testa e un muso di cane mi compare all'improvviso davanti agli occhi.

- Woff!

Un altro balzo, stesso muso.

- Yuuhi!

Quel nome, quella voce.

Torco il collo. Sì, è proprio lei, la meravigliosa ragazza sconosciuta.

- Oh - dice, corrucciata. - Sei ancora tu.

Le dono uno sguardo stupito, poi sorrido. Mi ha riconosciuta, nonostante ci siamo viste solo una volta, perciò qualcosa deve pur voler dire, no?

- Mi chiamo Leya - mi presento. - Al momento non posso stringerti la mano, purtroppo.

- Vedo - commenta, mentre il suo cane continua a saltellare entusiasticamente per giocare con me o leccarmi la faccia o qualunque altra cosa canina voglia fare con me. - Io sono Bella.

- Su questo non ho dubbi! - trillo, per poi tornare saldamente con i piedi per terra. Mi ravvio i capelli e sistemo i vestiti, dopodiché passo le mani sui jeans e le stringo la mano.

Non sembra aver preso troppo bene il mio tentativo di flirtare, siccome mi scocca un'occhiata decisamente non benevola. I suoi occhi grigi sono eccessivamente seri, oltre che penetranti.

Mi siedo per terra, sull'erba, e dopo un lungo istante lei sbuffa sommessamente e mi imita. Il suo pastore australiano si sdraia al suo fianco.

Yui?, chiedo, mentre lei contemporaneamente domanda: cosa ci facevi su quell'albero?

- Ah... è una lunga storia - mi percepisco arrossire. Dannato violinista, lui e il suo bisogno di attaccarmi le sue manie. - Stavo... facendo un esperimento. Per i punti di vista.

- Capisco - replica semplicemente. Non sembra di molte parole e il suo viso mostra altrettante espressioni, cioè quasi nessuna.

- Yui? - ripeto. Il cane alza la testa e mi osserva, ha gli occhi grigi come la padrona e la lingua rosea fuori dalla bocca. Quanto vorrei accarezzare il suo soffice e lungo pelo chiazzato di grigio, marroncino, nero e bianco.

- Yuuhi. È giapponese, significa tramonto - spiega Bella. Dunque Mikhail aveva ragione, penso. Fa scivolare una carezza dal suo capo al suo collo. La sua coda vaporosa batte ritmicamente a terra. - È una femmina.

- È bellissima - osservo genuina, evitando di aggiungere 'come te'. - Studi giapponese?

- No, ho dei parenti che... - emette una specie di piccolo sbuffo, guardando altrove, e io lascio correre. Non voglio che si senta a disagio.

- Wow - commento, ma il discorso cade comunque e il silenzio ci avvolge. Non voglio che Bella se ne vada, devo pensare a qualcosa da dire per trattenerla. - Posso accarezzare Yuuhi?

Mi fissa intensamente, prima di annuire.

- Sì, certo - risponde, atona. Le dà una pacca leggera appena sotto il collo. - Va' da Leya, Yuuhi.

Il suo cane obbedisce, si alza e viene da me, sedendomisi davanti. Allungo una mano per fargliela annusare e poi, senza che io muova un muscolo, mi solletica il palmo con il tartufo scuro e strofina il capo sotto di esso.

In un attimo mi travolge in un tornado d'affetto canino, buttandomi sull'erba e leccandomi la faccia. Rido, affondando le mani nel morbido pelo del suo collo.

- Le piaci un sacco... di solito non si comporta così - mormora Bella fra sé e sé. Le squilla il cellulare, perciò fruga nelle tasche dei jeans e lo tira fuori, scrutando il display e illuminandosi nell'immediato dopo. - Akira! Ciao!

M'impongo di continuare a sorridere, tornando a sedermi e osservando la ragazza di fronte a me. Anche lei sta sorridendo... ed ha un sorriso meraviglioso, così genuino!

- Ah, sì, sono al parco con Yuuhi. Sì, per oggi ho finito le lezioni di ripasso... ci raggiungi con Haru? Oh, non puoi? Vabbe'. Passerò dopo alla villa, magari con Brook. Okay. Ciao, ciao, Akira - e attacca, sorridendo ancora per un istante, prima di posar lo sguardo su di me e tornare inespressiva.

So già cosa sta per dire. Mi concedo di far delicatamente i grattini dietro un orecchio a Yuuhi, dopodiché la sua padrona si alza e lei è subito al suo fianco.

- Devo andare - annuncia Bella, portandosi una mano al collo e guardando rapidamente altrove.

- Certo - replico mestamente, forzando ulteriormente il mio sorriso. - È stato un piacere conoscerti.

- Hm. Ci... ci si vede in giro, Leya - conclude, abbozzando un gesto con la mano. E si allontana lentamente dalla mia vista, tallonata dalla sua quattrozampe.

Ci si vede in giro.

Sospiro, prendendo il cellulare e chiamando mio fratello.

- Pronto? Leya?

- Ehi, fratellone. Tu e Liam andate a mangiare in qualche posto in particolare?

- No. Anzi, lui pranza con i suoi genitori per un compleanno, mi pare, perciò sono solo. Vieni a mangiare con me?

- Volentieri.

Poi lo saluto e appendo.

Ci si vede in giro, Leya.

Lo spero, penso, sospirando nuovamente. Non posso fare a meno di convincermi sempre più di aver avuto un colpo di fulmine per Bella... ma il nostro incontro mi ha lasciata con qualche domanda. Chi è Akira? Il suo ragazzo?

Se così fosse mi sto invischiando in una situazione molto problematica... oh, diamine! Un colpo di fulmine per un'etero è proprio l'ultima cosa che desideravo!

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Note dell'autrice:
buon pomeriggio, pasticcini. Uh, che dire? Isa è tutto fuorché in forma - fisicamente - e ieri ha passato una giornata abbastanza da incubo... ma ora sto bene, in quanto ad umore, un po' meno fisicamente però è okay. E niente, sono sicura che qualche mente sveglia tra di voi indovinerà presto chi è Dragan. Buona giornata, un abbraccio
   
 
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