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Autore: MattySan    09/10/2016    1 recensioni
Leodore è appena uscito dal carcere dopo l'arresto di Bellwether ma i guai per lui non sono finiti.
L'organizzazione segreta di Bellwether gli dà la caccia e si ritroverà immischiato in loschi affari.
Indagherà sul caso per riuscire a sistemare la questione e ritornare sindaco, tuttavia non sarà solo e dovrà addentrarsi nel profondo di Zootropolis per risolvere il caso.
Una Zootropolis che mostrerà i suoi lati oscuri.
Genere: Malinconico, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Mr. Big, Sindaco Lionheart, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gazelle continuò a guidare e Leo stette in silenzio osservando la lunga strada che pareva interminabile.
Arrivarono finalmente di fronte a un enorme cancello dietro il quale si estendeva una villa enorme, Gazelle estrasse dalla tasca del vestito un telecomando e il cancello si aprì di colpo permettendo di entrare e si richiuse subito.
Il giardino della villa era molto vasto e vi erano anche delle sculture di aiuole rappresentati Gazelle, le sue tigri stripper e anche qualche altra celebrità conosciuta dalla cantante, anche i fiori erano molto curati e al centro c’era una grande fontana, c’erano molte luci e gli irrigatori erano accesi.
Leo rimase di sasso di fronte a quello spettacolo, non si era mai avvicinato più di tanto alla villa di Gazelle nella sua carriera di sindaco e non aveva mai oltrepassato il cancello, tutto quello lo affascinò e lo spaventò allo stesso tempo.
La macchina si fermò davanti a una grande scalinata che conduceva all’entrata della villa.
Gazelle spense il motore e scese.
“Ci siamo” disse e prese la borsa mentre Leodore scendeva.
“Che strano”.
“Cosa?”.
“Mi aspettavo che ci fossero anche dei domestici”.
Gazelle rise.
“Gli ho mandati in ferie per un periodo” disse mentre salivano le scale.
“E la macchina?”.
“Non ti preoccupare ci penserà Gerard a parcheggiarla nel garage”.
“Gerard?”.
“Ogni cosa a suo tempo” disse la ragazza aprendo il grosso portone.
Leo sgranò gli occhi.
Il giardino non era niente in confronto all’interno della villa, una sala enorme si estendeva di fronte a lui, mobili, quadri, oggetti e molto altro era tutto d’epoca e si confondeva con l’aspetto moderno dell’abitazione, divani e molto altro, c’era anche un piccolo bar e un camino con sopra un grande orologio e ancora sopra un quadro di Gazelle.
Gazelle però non disse una parola e rimase indifferente di fronte all’espressione sbalordita di Leo che mai si sarebbe aspettato tale spettacolo, era ancora rimasto senza parole e immobile.
Gazelle fece accomodare Leo su uno dei divani e una tigre arrivò correndo dal corridoio.
“Gazelle! Ma dov’eri? Quando prima ci avevi detto di andare a casa e sei scappata di corsa in quel taxi ci siamo preoccupati, dove sei stata e che ti è successo?”.
“Va tutto bene Gerard! Sono stata a tirare fuori dai casini il nostro Lionheart”.
“Ma è questo Gerard?” chiese Leo.
“Esatto ed è il capo delle mie tigri ma a proposito dove sono i tuoi fratelli?”.
“Sono nella stanza di là e ti stanno aspettando”.
“Andrò da loro tra poco intanto intrattengo il nostro ospite, c’è la sua macchina qui in fondo alla scalinata te ne occupi te?”.
La tigre annuì e uscì dalla villa mentre Gazelle prendeva qualcosa da bere al piccolo bar e si sedeva davanti a Leo.
“Fratelli?” chiese Leo.
“Esatto forse tu non la sai la storia ma te la spiego subito, Gerard è il più grande dei suoi 3 fratelli Bruce, Jacob e Kiefer e io mi sono presa cura di loro e insieme siamo arrivati al successo, anche loro si sono presi cura di me e adesso siamo in affari ma sono anche i miei più grandi amici e credo proprio siano gli unici veri amici che mi sono rimasti, come puoi vedere tutto questo lusso come ti avevo già detto mi opprime e l’unica cosa che mi tiene su di morale sono loro”.
Gazelle aveva cambiato ancora l’espressione e il tono di voce, Leo se ne accorse e non fece nessun’altra domanda limitandosi a guardare ancora ciò che lo circondava ma dovette presto rompere il silenzio che si era creato.
“Perché mi hai salvato?”.
“Quello che hai detto su di me… mi ha profondamente colpito” disse piano Gazelle senza guardare Leo negli occhi.
Leo non seppe cosa dire.
Lui aveva detto solo quello che pensava.
 
La verità…
La verità è che Gazelle non riesce ad accettare quello che ha, la verità è che lei è schiacciata dalla sua stessa fama, la verità è che dietro a tanta ricchezza può celarsi una vita di malinconia.
La verità è che nessuno la capisce per quello che veramente prova, la verità è che nessuno la comprende per ciò che veramente vorrebbe.
Ma…
La verità è che a nessuno importa niente di lei ed è per questo che si sente sola.
L’unica cosa che tutti vogliono vedere è il suo viso, l’unica cosa che tutti vogliono sentire è la sua voce e l’unica cosa che tutti desiderano è il suo corpo.
 
Gazelle aveva ancora il capo abbassato ma lo alzò di scatto e fissò negli occhi Leodore.
“Cosa pensi di me veramente?”.
“Cosa? Te l’ho già detto”.
“Non è vero! Tu hai qualcos’altro da dirmi! NON MENTIRE!” disse con un leggero nervosismo ma poi si riprese subito.
“Scusami è stato l’ennesimo attacco nervoso, non so più nemmeno credere a ciò che mi dice la gente e ti chiedo ancora perdono”.
“Non fa niente posso capire come te la stai passando e ti dico una cosa”.
Leo si alzò e mise la sua zampa sulla spalla di Gazelle.
“Se vorrai il mio aiuto lo avrai! Dovrai solo chiedermelo”.
Gazelle arrossì e lo guardò negli occhi.
“I tuoi occhi sono meravigliosi”.
“I miei occhi?” chiese Leo.
“Si, c’è come una specie di macchia all’interno che li fa brillare”.
Leo fece una piccola risata.
“Quella? Ce l’ho dalla nascita e non si nota molto ma mi dona una vista particolare”.
“Ovvero?”.
“Vedo cosa si nasconde dietro gli occhi altrui… e dietro ai tuoi posso vedere il vero motivo del tuo successo: tu”.
Gazelle era arrossita molto e non disse più niente, si limitò a sorridere e prese per mano il leone conducendolo sull’enorme terrazzo della villa, da lì si poteva ammirare lo spettacolo mozzafiato di tutta Zootropolis illuminata di notte.
“Ogni volta vengo qui quando mi sento sola e questa vista mi riscalda”.
“Veramente spettacolare! Ma sono sicuro che in mezzo a tutte quelle luci c’è una che brilla ancora di più” disse Leo prendendo la mano di Gazelle e stringendola forte.
Lei cantò a bassa voce e con un tono più soave qualche nota di Try Everything mentre osservava il leone e infine gli diede un grande abbraccio.
Una lacrima scese lungo la sua guancia.
“Sei un tesoro Leo”.
Lui non disse niente e annuì con la testa per poi tornare dentro e bere un drink.
 
Ho fatto tante cazzate nella mia vita e lo ammetto.
Ma fino ad ora non avevo mai visto un cuore così ferito nascosto dietro a tanta bellezza.
Sento il bisogno di aiutarla.
Sento che stavolta non sto sbagliando.
Sento che potrei fare veramente qualcosa di giusto per lei.
E per me.
 
Leo bevve un drink e improvvisamente il citofono della villa suonò e Gazelle corse subito a vedere chi fosse, non appena lo vide sorrise e aprì il cancello.
Una coniglietta e una volpe si presentarono davanti al portone.
“Judy!”.
“Gazelle! Da quanto tempo!” disse abbracciandola.
Nick era ammutolito dalle bellezze che c’erano in quella villa e non disse niente, fece solo un cenno in segno di saluto.
“Lui dov’è?” chiese Judy con un’espressione leggermente incazzata ma poi voltandosi lo vide.
“TU!” gridò correndo verso Leodore che era rimasto imbambolato.
Aveva uno sguardo omicida ma si aggrappò con tutte le sue forze al leone stringendolo forte.
“DOVE SEI STATO? Io e Nick eravamo già in paranoia! Abbiamo beccato poco fa una banda di criminali in nero che bazzicava in periferia e abbiamo chiamato una squadra speciale che li ha presi tutti, Bogo era furioso voleva spaccare tutto e poi ti ho rintracciato attraverso un chip che ho messo nel tuo cellulare, ma adesso dimmi COSA CI FAI QUI DENTRO!?” gridò Judy.
Leo non disse niente e si scrollò subito di dosso Judy.
“Io con te non ci parlo ma se ti interessa è stata Gazelle a salvarmi la vita o mi avresti ritrovato a terra in una strada di periferia crivellato di colpi, questa indagine me la lavoro da solo e tu stanne fuori!” ruggì Leo.
“E no! Ormai ci sono dentro e ti avevo dato la mia parola che l’avremmo risolta insieme! Io non mi tiro indietro!”.
“Fai come vuoi ma cancella subito quel noi! Io faccio da me e a modo mio!” disse Leodore senza guardare in faccia la coniglietta e si andò a sedere sul divano bevendosi un altro drink.
Nick sospirò.
“Ha bisogno di tempo” disse.
“Va bene! Ma di me non ti libererai! Questa è anche la mia indagine!” disse Judy e tornò da Nick.
Gazelle si intromise un attimo.
“Visto che siete tutti qui ormai cosa ne dite di passare la notte da me?”.
“Dobbiamo declinare l’offerta mi dispiace, siamo reperibili e Bogo può richiamarci in ogni momento alla centrale” dissero Nick e Judy andando via.
Judy guardò ancora Leo prima di uscire ma poi si voltò e strinse la mano a Nick.
Loro se ne andarono e Gazelle spense le luci.
“Sono abbastanza stanca, vieni ti mostro la tua camera” disse al leone e lo portò al piano di sopra.
Un lunghissimo corridoio si estendeva a vista d’occhio e c’erano molte porte, Gazelle si fermò davanti a una di queste e la aprì con una chiave speciale.
“Se hai bisogno di me la mia camera è in fondo al corridoio” disse Gazelle mentre se ne andava.
“Buonanotte” disse il leone senza staccarle gli occhi di dosso e chiuse la porta.
Si liberò dei vestiti e si gettò sull’enorme letto che era nella stanza.
Pensò a quello che aveva detto Nail.
“Armi… l’organizzazione sta facendo arrivare nel centro di Zootropolis un sacco di armi, si stanno preparando a qualcosa di grosso…”.
Spense la luce.
“Devo tornare al mio posto di sindaco al più presto!” e chiuse gli occhi addormentandosi.
  
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